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{{Nota disambigua|l'espressione [[Dialetto romanesco|romanesca]]|[[Mortacci tua]]}}
{{F|film commedia|febbraio 2022}}
{{Film
|titoloitalianotitolo = Mortacci
|immagine = Mortacci.jpg
|didascalia = Una scena del film
|lingua originale = ita
|titolooriginale= Mortacci
|paese = [[Italia]]
|linguaoriginale= [[Lingua italiana|italiano]]
|anno uscita = 1989
|paese= [[Italia]]
|aspect ratio =
|annouscita= [[1989]]
|genere = Commedia
|titoloalfabetico= Mortacci
|genere 2 = Grottesco
|durata = 108 min
|regista = [[Sergio Citti]]
|tipocolore= colore
|soggetto = Sergio Citti
|tipoaudio= sonoro
|sceneggiatore = [[David Grieco]], [[Vincenzo Cerami]], [[Ottavio Jemma]], Sergio Citti
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|produttore = [[Gianfranco Piccioli]], [[Giorgio Leopardi]]
|genere= Grottesco- Commedia
|produttore esecutivo =
|regista= [[Sergio Citti]]
|attori = *[[Vittorio Gassman]]: Domenico
|soggetto= [[Sergio Citti]]
*[[Carol Alt]]: Alma Rossetti
|sceneggiatore= [[David Grieco]], [[Vincenzo Cerami]], [[Ottavio Jemma]], [[Sergio Citti]]
*[[Malcolm McDowell]]: Edmondo
|produttore= [[Gianfranco Piccioli]], [[Giorgio Leopardi]]
*[[Galeazzo Benti]]: Tommaso Grillo
|produttoreesecutivo=
*[[Mariangela Melato]]: Jolanda
|attori=
* [[VittorioSergio GassmanRubini]]: DomenicoLucillo Cardellini
*[[Nino Frassica]]: zio Amilcare, la guida
* [[Carol Alt]]: Alma Rossetti
* [[MalcolmAldo McDowellGiuffré]]: Edmondobecchino
*[[Alvaro Vitali]]: Torquato Guglielmi
* [[Galeazzo Benti]]: Tommaso Grillo
* [[MariangelaSilvana MelatoBosi]]: Jolandamadre di Torquato
*[[Michela Miti]]: barista
* [[Sergio Rubini]]: Lucillo Cardellini
*[[Andy Luotto]]: Angelo Cuoco, detto "Scopone"
* [[Nino Frassica]]: La guida
*[[Eraldo Turra]]: Felice
* [[Andy Luotto]]: Angelo Cuoco, detto "Scopone"
* [[AldoLuciano GiuffréManzalini]]: Il becchino Giggetto
* [[AlvaroDonald VitaliO'Brien]]: TorquatoArchibald GuglielmiWilliams
* [[EraldoGina TurraRovere]]: Felice Ada
* [[LucianoFabio ManzaliniCarfora]]: Giggetto Sindaco
|doppiatori italiani = *[[Angiola Baggi]]: Alma Rossetti
* [[Donald O'Brien]]: Archibald Williams
* [[MichelaSergio MitiTedesco]]: La barista Edmondo
|fotografo = [[Cristiano Pogany]]
* [[Gina Rovere]]: Ada
|montatore = [[Ugo De Rossi]]
|doppiatoriitaliani = * [[Angiola Baggi]]: Alma Rossetti
|effetti speciali =
* [[Sergio Tedesco]]: Edmondo
|musicista = [[Francesco de Masi]]
* [[Gastone Pescucci]]: Il morto Asiatico
|scenografo = [[Mario Ambrosino]]
* [[Max Turilli]]: Il sindaco di Sottomonte
|costumista = Mario Ambrosino
* [[Paolo Buglioni]]: Il parroco di Sottomonte
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|fotografo= [[Cristiano Pogany]]
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|casa produzione = Unione Cinematografica
|montatore= [[Ugo De Rossi]]
|casa distribuzione italiana = [[Warner Bros. Italia]]
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'''''Mortacci''''' è un [[film]] del [[1989]], diretto da [[Sergio Citti]].
 
{{quote|Quante piccole luci, queste. Questa pace. Questi fiori, questo silenzio. È bellissimo, e noi abbiamo paura di tutto questo. Tu sei morto, anche tu sei morto. Siete tutti morti. Dicono che siete morti ma solo chi ha vissuto muore. Chi di voi può dire di aver vissuto?|Edmondo}}
 
'''''Mortacci''''', è un [[film]] del [[1989]], diretto da [[Sergio Citti]].
 
==Trama==
Il vecchio Domenico fa il custode in un piccolo cimitero. Rozzo e disonesto, è solito depredare quelle salme su cui invece dovrebbe vigilare. Di notte, le anime dei defunti vengono fuori dalle ombre per scambiare quattro chiacchiere, aspettando che muoiano tutti quelli che si ricordano di loro. Solo allora potranno lasciare il cimitero, luogo di passaggio e di attesa, e dirigersi verso la destinazione finale.
Un cimitero, custodito da Domenico, uomo disonesto e privo di scrupoli, è popolato dalle anime dei defunti che, soprattutto nelle ore notturne, si ritrovano per parlare e trascorrere insieme il tempo che li separa dalla liberazione dei loro spiriti costretti a restare vicino ai propri resti fin quando, nel mondo dei vivi, ci sarà ancora chi si ricorda di loro. Accade così che l'anziano Tommaso Grillo, essendo autore di proverbi ancora oggi popolari, si trovi nel cimitero da ben 144 anni. Domenico, che non disdegna di depredare le salme dei nuovi arrivati impossessandosi di anelli e vestiti da poter rivendere, non può vedere le loro anime. Gli spiriti dei defunti, invece, hanno la capacità di poter osservare cosa accade nel mondo dei vivi ma se ne curano relativamente.
 
{{quote|Le cose che prima ci facevano piangere adesso ci fanno ridere|Alma}}
 
I morti si limitano infatti soltanto a seguire le vicende terrene con semplice curiosità come ad esempio il puntuale arrivo di Edmondo, attore fallito ed ex fidanzato di Alma che ogni notte, allo scoccare della mezzanotte, si introduce furtivamente nel cimitero minacciando un suicidio che, ogni sera, viene rimandato al giorno successivo. Il film narra le vicende che si svolgono nell'arco di due giorni e parte dal mondo dei vivi, quello di Domenico, afflitto da un costante mal di denti ed impegnato a guardare la televisione nel proprio appartamento di custode, ricavato nel cuore del cimitero. La sua solitaria serata tranquilla viene però interrotta dall'arrivo di qualcuno che suona il campanello posto all'ingresso.
 
===L'arrivo e la morte di Lucillo===
Al cancello c'è un giovane, in abiti militari, per il quale, seguendo disposizioni comunicate poco prima al telefono, ha preparato una bara. Dopo aver accettato una camomilla il giovane, che si chiama Lucillo Cardellini, aiutato da Domenico, si infila dentro la bara sotto gli occhi incuriositi delle anime dei defunti che si stavano chiedendo di chi fosse quel feretro. Il custode lo saluta, gli consiglia di cantare per bruciare più ossigeno in poco tempo, quindi chiude il coperchio e se ne va. Dalla bara, i defunti, sentono il canto di Lucillo farsi sempre più debole finché non vedono uscire la sua anima dal feretro. Il ragazzo è morto per mancanza d'aria. Dapprima incapace di crederci, Lucillo lo scopre vedendo Domenico che ruba un anello al suo cadavere così, dopo essersi presentato agli altri spiriti, racconta la sua storia.
 
===Il ritorno dell'eroe===
Lucillo era di Sottomonte, un minuscolo paesino di provincia. Quattro anni prima era partito per il Libano, come militare in missione di pace. Perde la nave per tornare a casa e tutti lo credono morto. Dopo quattro anni passati a cercare di ritrovare la strada di casa, riesce a tornare al paese che, però, trova profondamente cambiato. Sono nate numerose attività turistiche e commerciali, tutte legate alla figura di un "eroe". Si sente spaesato e va verso casa dove trova suo zio Amilcare, intento a mostrare la sua stanza a dei turisti giapponesi. Lucilio si rende così conto che non solo tutti lo credono morto, ma che sulla sua figura di unico soldato caduto in azione di pace, si è basata l'intera rinascita commerciale di tutto il paese. Glielo spiegano il sindaco e il parroco che, a seguito di una lunga discussione per decidere il da farsi, per il bene dell'economia cittadina gli impongono di sparire. Il giovane viene così mandato da Domenico che ha il compito di togliere di mezzo Lucillo.
 
===Le regole===
Al termine del racconto, Tommaso Grillo dà alcune risposte alle domande del giovane. Lucillo è morto da poco e non sa ancora cosa lo aspetta.
 
{{quote|Fino a quando qualcuno sulla faccia della terra si ricorderà di noi la nostra condanna sarà di restare qua. Questo è il nostro destino. Ma quando l'ultimo dei vivi avrà dimenticato il nostro nome, quando il nostro ricordo sarà completamente cancellato dalla faccia della terra allora si, allora potremo partire per la vera morte|Tommaso Grillo}}
 
Lucillo capisce, in poco tempo, che per lui la vera morte non arriverà a breve. In paese hanno addirittura costruito un monumento a suo nome e passeranno intere generazioni prima che il suo ricordo possa scomparire definitivamente. Stessa sorte per Grillo. Lui è l'autore di noti proverbi come "Chi dorme non piglia pesci", e sa benissimo che il suo destino è quello di rimanere ancora a lungo nel cimitero. I tempi si prospettano invece brevi per Felice e Giggetto. Di loro si ricorda solo una vecchina e alla sua morte i due, deceduti da 41 anni, saranno liberi di andarsene.
 
===La mezzanotte di Edmondo===
Come ogni sera, a mezzanotte, le anime si spostano di fronte alla tomba di Alma. È lei stessa, ogni volta, a ricordare agli altri l'appuntamento. Questo perché Edmondo, fidanzato in vita della ragazza, si arrampica sui muri di cinta del cimitero per pregare di fronte alla tomba della giovane minacciando di suicidarsi con una pistola apparentemente scarica. Ma più che una preghiera, la sua, sembra un'esibizione teatrale non gradita ad Alma che, di fronte all'ex fidanzato, mostra un sentimento controverso di ironia mista a disprezzo.
 
Nel gruppo delle anime in attesa c'è Tommaso Grillo, il veterano, che è morto da molto tempo e non sa quando potrà lasciare il cimitero. Infatti, lui ha inventato il modo di dire "chi dorme non prende pesci" (e altri altrettanto famosi) e quindi la gente non si è ancora dimenticata di lui e chissà quando lo farà.
===Angelo Cuoco detto "Scopone"===
Tra i defunti c'è un'altra anima fresca, Angelo Cuoco detto "Scopone". L'uomo, in vita, era ossessionato dal corpo femminile tanto da provare a conquistare qualsiasi donna purché bella e formosa. Corteggiando l'avvenente barista di uno stabilimento balneare, Angelo, forse a causa di un'eccessiva quantità di [[tè]] freddo ingerito poco prima, non riesce a controllare il proprio intestino e se la fa addosso suscitando l'ilarità di tutti i bagnanti presenti che, in pochi secondi lo circondano schernendolo e deridendolo. "Scopone" non regge al trauma della vergogna e stramazza al suolo morendo sul colpo.
 
Lucillo, soldato erroneamente creduto morto in una missione di pace in [[Libano]], dopo essere tornato a casa scopre che l'intero paesino ha lucrato sulla sua presunta morte diventando un "museo vivente" dell'eroe. I familiari e gli amici di Lucillo, vedendolo vivo, decidono di "rimediare" all'inconveniente convincendolo ad andare da Domenico per raggiungere l'ultima dimora. C'è anche Angelo Cuoco, detto "Scopone", morbosamente attratto dalla bellezza femminile e, soprattutto, dal fondo schiena. Durante il corteggiamento di una bella barista, per un malessere intestinale, se la fa addosso e muore letteralmente di vergogna. L'attrice Alma Rossetti durante una prova teatrale si uccide involontariamente con la pistola del collega e compagno Edmondo che credeva scarica.
===Il cadavere scambiato===
C'è anche un americano, Archibald Williams, tra le anime del cimitero. Si trova lì per un errore commesso, dieci anni prima, da un becchino all'aeroporto. L'uomo si è ormai rassegnato a passare il proprio purgatorio in mezzo ad anime che non parlano la sua lingua ma, all'indomani dell'arrivo di Lucillo, arrivano i suoi figli (vivi). Finalmente qualcuno si è accorto dell'errore e lui potrà tornare in America. Mentre Domenico è intento a togliere le sue ossa dalla bara, arriva Torquato, affermando di essere il figlio della salma in questione. Con un flashback si capisce invece che Torquato, una volta all'aeroporto, dieci anni prima, aveva scoperto che, nella bara, non c'era suo padre ma, di fronte all'offerta di 5 milioni fatta dal becchino, ha chiuso entrambi gli occhi comportandosi come se nulla fosse accaduto. Altri 5 milioni, questa volta, li esige dai figli di Archibald, per i fiori e le spese sostenute al fine di onorare la sepoltura del padre.
 
Nel gruppo si trova anche uno straniero, Archibald Williams, un americano la cui salma è stata spedita per errore in Italia al posto di quella del padre di Torquato Guglielmi. Quest'ultimo, affatto turbato per l'accaduto, speculerà guadagnandoci sia con il becchino incaricato del trasferimento, sia con i figli del defunto venuti a recuperare i poveri resti del padre. Archibald lascia il cimitero per seguire i propri cari in America. Felice e Giggetto, due truffatori che suonano in strada fingendosi ciechi per raccogliere le offerte dei passanti. A loro volta sono truffati dalla bella ballerina Jolanda e, quando tentano di farsi giustizia rubandole la borsa e fuggendo, finiscono sotto ad un treno insieme al loro cagnolino morendo sul colpo. Alla fine saranno proprio loro a morire definitivamente, dal momento che Jolanda, che andava sempre a trovarli al cimitero, muore trovandosi lì dentro.
===Jolanda e i truffatori===
Soltanto Jolanda è rimasta a ricordarsi di Felice e Giggetto e ad andare ogni giorno a pregare sulla loro tomba. I due, in vita, erano dei truffatori che vivevano alla giornata. Fingendosi musicisti ciechi, intenti a chiedere l'elemosina fuori di un santuario, vengono notati da Jolanda, una ballerina che ha bisogno di qualcuno che suoni ininterrottamente per consentirle di allenarsi per la gara di ballo del giorno dopo. I due accettano spinti dalla promessa di un pagamento di mille lire. Al termine di una estenuante giornata, nel corso della quale Felice e Giggetto suonano per ore, Jolanda li salda ma, credendoli ciechi, prova ad imbrogliarli aggiungendo, ad una sola banconota da 50 lire, una serie di pezzi di carta di giornale tagliati come se fossero carta monete. I due, naturalmente, vedono le monete e si lamentano con la donna, quindi le rubano la borsetta e scappano. Lei li insegue e loro, nella fuga, vengono investiti da un treno morendo. Da quella sera, la donna, va a trovarli ogni giorno.
 
Edmondo, attore e compagno di Alma, è ancora vivo e più volte inscena il suo suicidio con la stessa pistola con la quale si è uccisa Alma e, esattamente come sulla scena, non ci riesce mai a causa del suo "presunto" cattivo funzionamento. Una notte, entrato nel cimitero, viene sorpreso da Domenico e anche con lui si esibisce nella scena dell'amante disperato che vuole suicidarsi. Anche Domenico, esattamente come Alma, si toglie la vita con la pistola credendola scarica, raggiungendo le anime dei defunti che ha derubato, i quali non gli serbano rancore. Anche Edmondo, per la forte emozione, muore (senza doversi suicidare) ritrovando l'amata Alma che non è molto felice di rivederlo.
===La morte di Jolanda===
Jolanda è stanca e malata, eppure continua a recarsi al cimitero per pregare sulla tomba di Felice e Gigetto. I due aspettano la sua morte per andarsene da lì e vengono accontentati proprio la sera successiva all'arrivo di Lucillo. La donna, che priva di forze non è riuscita neppure ad allontanarsi dal cimitero, muore appoggiata alla loro tomba e mentre lei si unisce al gruppo delle anime, i due ex truffatori, sotto forma di ectoplasmi, possono abbandonare il cimitero.
 
L'indomani, davanti al cancello del cimitero, si forma un piccolo assembramento di persone che vogliono entrare e che, trovando il cancello chiuso, si chiedono che fine abbia fatto Domenico...
===La morte di Alma===
Edmondo torna ancora una volta, sempre a mezzanotte, sempre sulla tomba di Alma. Lui, attore fallito, è stato indirettamente la causa della morte di lei, che in vita era la sua fidanzata. Nel corso di un provino, che i due fanno insieme, Edmondo, maltrattato dal regista, cerca di lasciare il segno del proprio passaggio. Dopo l'ennesimo invito del regista a lasciar perdere, entra in scena con una pistola carica e con il proposito di uccidersi sul palco. Se la punta alla tempia ma l'arma fa cilecca. Alma, convinta che la pistola sia solo un oggetto di scena, se la punta contro e preme il grilletto. Questa volta la pallottola parte e la colpisce uccidendola.
 
== Produzione ==
===La morte di Domenico e quella di Edmondo===
[[Sergio Citti]], allievo di [[Pier Paolo Pasolini]], ebbe proprio dal suo maestro, anni prima, l'idea di realizzare un film con quel soggetto.<ref>{{Cita news |url=http://www.pasolini.net/notizie_mortoSergioCitti.htm |titolo="Pagine corsare" Notizie |sito=Pier Paolo Pasolini - Pagine Corsare |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081120155148/http://www.pasolini.net/notizie_mortoSergioCitti.htm}}</ref> Nel film Citti si avvale di [[Ferzan Özpetek]] quale aiuto regista.
Nel corso dell'ultima incursione notturna, Edmondo scivola dal cancello sul quale si stava arrampicando, e cade in terra. Domenico, insospettito dal rumore, esce dal proprio appartamento e vede l'uomo disteso ed immobile, Credendolo morto gli ruba l'orologio e la pistola ma Edmondo riprende i sensi. I due iniziano a discutere, Edmondo gli racconta la storia della morte della sua Alma e Domenico prova a fargli coraggio. L'attore, però, non vuole sentire ragioni e continua a puntarsi la pistola alla tempia premendo un grilletto che, però, non fa mai fuoco. Domenico, convinto che l'altro lo stia prendendo in giro, continua a dirgli che la pistola è scarica e prova a dimostrarglielo puntandosela contro. Come accaduto con Alma, il proiettile questa volta parte uccidendolo. L'anima di Domenico esce quindi dal corpo e si unisce a quella degli altri morti. Edmondo, invece, inizia un lungo monologo e, passeggiando tra i loculi del cimitero, invoca per l'ennesima volta la morte che però, stavolta, arriva.
 
[[David Grieco]], in un'intervista riportata nel libro ''Sergio Citti. Lo "straniero" del cinema italiano'' afferma che il film era stato proposto a [[Roberto Benigni]], [[Carlo Verdone]] e [[Massimo Troisi]], i quali avrebbero dovuto interpretare rispettivamente i ruoli del soldato Lucillo Cardellini (poi assegnato a Rubini), del guardiano Domenico (poi andato a Gassman) e dell'attore Edmondo (ruolo interpretato da McDowell).<ref>{{Google books |curatore=Maurizio De Benedictis |titolo=Sergio Citti. Lo «straniero» del cinema italiano |città=Roma |editore=Lithos |anno=2008 |id=_tuFPgAACAAJ |isbn=8889604379}}</ref> I tre comici non presero parte al film perché in disaccordo con il regista che, durante i loro incontri, dopo aver ascoltato le proposte dei tre attori, puntualmente le bocciava. "Verdone - dice Grieco - era il più morbido. Avrebbe accettato di fare tutto pur di fare un film con Troisi e Benigni". Grieco sostiene anche che, il comico napoletano e il comico toscano, non abbiano voluto farlo per paura di dover seguire per forza le indicazioni e lo stile di Citti.
===Il Finale===
Benigni, in un'intervista presente nel libro ''Francesco Nuti. La vera storia di un grande talento'', sostiene che anche [[Francesco Nuti]] avrebbe dovuto interpretarvi un ruolo, specificando che sarebbe stata tutta un'altra storia rispetto a quella che poi è stata girata.<ref>{{Google books |autore=Matteo Norcini |autore2=Stefano Bucci |titolo=Francesco Nuti. La vera storia di un grande talento |città= |editore=Ibiskos Editrice Risolo |anno=2009 |id=zFJwPgAACAAJ |isbn=8854606413}}</ref>
Il film si conclude con l'arrivo del mattino e con una folla di persone che, davanti al cancello del cimitero chiuso, attendono l'apertura da parte del custode Domenico e protestano per il suo ritardo, a quel punto i morti in modo beffardo lanciano verso di loro dei fiori, considerandoli ''di fatto'' i veri morti, legati a cose terrene che non hanno nessuna importanza.
Il film segna il ritorno sul grande schermo di [[Alvaro Vitali]], dopo un'assenza che perdurava dal 1983.
 
Il cimitero del film è inesistente. Citti ha infatti preferito girare tutte le scene in un set allestito negli studi di [[Cinecittà]].
==Curiosità==
{{curiosità}}
*Sergio Citti, allievo di [[Pier Paolo Pasolini]], ebbe proprio dal suo maestro, anni prima, l'idea di realizzare un film con quel soggetto<ref>[http://www.pasolini.net/notizie_mortoSergioCitti.htm www.pasolini.net]</ref>. Sembra inoltre che Pasolini suggerì anche il titolo della pellicola.
*Il cimitero del film è inesistente. Citti ha infatti preferito girare tutte le scene in un set allestito per l'occasione negli studi di [[Cinecittà]].
*Un allora sconosciuto [[Ferzan Özpetek]] è l'aiuto regista di Sergio Citti.
 
==Critica Accoglienza ==
=== Critica ===
*''A fare da mastice ai vari aneddoti c'è un trucido, affabile, cinico custode di cimitero, interpretato da un Gassman che fa il verso a un samurai povero. Brava Mariangela Melato in una doppia parte briosa ed energica.'' (Laura e Morando Morandini, Telesette)
*'Laura e Morando Morandini affermano che: "A fare da mastice ai vari aneddoti c'è un trucido, affabile, cinico custode di cimitero, interpretato da un Gassman che fa il verso a un samurai povero. Brava Mariangela Melato in una doppia parte briosa ed energica."<ref>{{Cita pubblicazione |pubblicazione=Telesette}}{{Chiarire||Dati insufficienti}}</ref> Mentre Francesco Mininni del film scrive: "Citti procede imperterrito sulla strada del grottesco un po' popolare e un po' intellettuale. Ma allo stesso tempo procede imperterrito anche sulla strada della mancanza di senso del ritmo, dei significati nascosti e degli sberleffi prevedibili. Nonostante il buon cast a disposizione il film procede faticosamente tra uno sbadiglio e l'altro.''"<ref>{{Cita (Francesco Mininni,pubblicazione |pubblicazione=Magazine Italiano tv)TV}}{{Chiarire||Dati insufficienti}}</ref>
 
==Note==
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==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
*{{Imdb|film|0097913}}
 
{{Portale|cinema}}
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[[Categoria:Film ambientati a Roma]]
[[Categoria:Film sui fantasmi]]
[[Categoria:Film commedia fantastica]]
[[Categoria:Film con composizioni originali di Francesco De Masi]]
[[Categoria:Film diretti da Sergio Citti]]