Jesi: differenze tra le versioni

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{{nd}}
{{NN|Marche|giugno 2012|}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Jesi
|Panorama =Jesi centroJesi storico02.JPGjpg
|Didascalia =
|Voce bandiera =
|Bandiera=Jesi-Gonfalone.png
|Voce bandierastemma =
|Stato = ITA
|Stemma=Jesi-Stemma.png
|Grado amministrativo = 3
|Voce stemma=
|Divisione amm grado 1 = Marche
|Stato=ITA
|Divisione amm grado 2 = Ancona
|Grado amministrativo=3
|Amministratore locale = Lorenzo Fiordelmondo
|Divisione amm grado 1=Marche
|Partito = [[Partito Democratico (Italia)|PD]]
|Divisione amm grado 2=Ancona
|Data elezione = 27-6-2022
|Amministratore locale=Massimo Bacci
|Data istituzione =
|Partito=[[lista civica]]
|Sottodivisioni = Castelrosino, Mazzangrugno, Pantiere di Jesi, Piandelmedico, Santa Lucia, Tabano<ref>[http://incomune.interno.it/statuti/statuti/jesi.pdf Comune di Jesi - Statuto].</ref>
|Data elezione=21-5-2012
|Divisioni confinanti = [[Agugliano]], [[Camerata Picena]], [[Castelbellino]], [[Chiaravalle]], [[Cingoli]] ([[Provincia di Macerata|MC]]), [[Filottrano]], [[Maiolati Spontini]], [[Monsano]], [[Monte Roberto]], [[Monte San Vito (Italia)|Monte San Vito]], [[Polverigi]], [[San Marcello (Italia)|San Marcello]], [[San Paolo di Jesi]], [[Santa Maria Nuova]], [[Staffolo]]
|Data istituzione=
|Zona sismica = 2
|Altitudine=97
|Gradi giorno = 1899
|Superficie=107.73
|Nome abitanti = jesini
|Note superficie=
|Patrono = [[san Settimio]]
|Abitanti=40325
|Festivo = 22 settembre
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2015gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 maggio 2015.
|PIL =
|Aggiornamento abitanti=31-5-2015
|PIL procapite =
|Sottodivisioni=Castelrosino, Mazzangrugno, Pantiere di Jesi, Piandelmedico, Santa Lucia, Tabano<ref>[http://incomune.interno.it/statuti/statuti/jesi.pdf Comune di Jesi - Statuto].</ref>
|Soprannome = ''Milano delle Marche''<ref>{{Google books|bQ8S427Nu9EC|autore1=Oscar Gaspari|autore2=Rosario Forlenza|autore3=Sante Cruciani|titolo=Storie di sindaci per la storia d'Italia: (1889-2000)|città=Roma|editore=Donzelli|anno=2009|isbn=978-88-6036-425-8|p=141}}</ref>
|Divisioni confinanti=[[Agugliano]], [[Camerata Picena]], [[Castelbellino]], [[Chiaravalle]], [[Cingoli]] (MC), [[Filottrano]], [[Maiolati Spontini]], [[Monsano]], [[Monte Roberto]], [[Monte San Vito]], [[Polverigi]], [[San Marcello (Italia)|San Marcello]], [[San Paolo di Jesi]], [[Santa Maria Nuova]], [[Staffolo]]
|Mappa = Map of comune of Jesi (province of Ancona, region Marche, Italy).svg
|Codice postale=60035
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Jesi nella provincia di Ancona
|Prefisso=[[0731]]
|Incipit =
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=042021
|Codice catastale=E388
|Targa=AN
|Zona sismica=2
|Gradi giorno=1899
|Diffusività=
|Nome abitanti=jesini, esini
|Patrono=san Settimio
|Festivo=22 settembre
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Jesi (province of Ancona, region Marche, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Jesi nella provincia di Ancona
|Sito=http://www.comune.jesi.an.it
}}
'''Jesi''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/ˈjɛzi/}})<ref>{{dipi|Jesi}}</ref> è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti <ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Ancona]] nelle [[Marche]].
 
Posizionata lungo il medio corso del [[Esino (fiume)|fiume Esino]], è una città di antiche tradizioni industriali. A testimonianza del suo passato, che nel [[XII secolo]] l'ha vista piccola capitale della [[Respublica Aesina]], conserva un centro storico circondato da una cinta muraria del [[XV secolo]] pressoché intatta. È tutt’oggi il centro più importante della Vallesina, fungendo da polo commerciale e di servizi di una delle aree più densamente popolate della provincia.
'''Jesi''' è un [[comune italiano]] di {{formatnum:40325}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Ancona]], nelle [[Marche]].
 
Posizionato lungo il medio corso del fiume [[Esino (fiume)|Esino]], è il centro più importante dell'intera Vallesina, un bacino demografico di 120&nbsp;000 abitanti circa.
 
Insieme ai [[Castelli di Jesi]] (comuni di [[Belvedere Ostrense]], [[Castelbellino]], [[Castelplanio]], [[Cupramontana]], [[Maiolati Spontini]], [[Mergo]], [[Monsano]], [[Montecarotto]], [[Monte Roberto]], [[Morro d'Alba]], [[Poggio San Marcello]], [[Rosora]], [[San Marcello (Italia)|San Marcello]], [[San Paolo di Jesi]], [[Santa Maria Nuova]], [[Serra de' Conti]], [[Serra San Quirico]], [[Staffolo]]) fa parte di un'area di circa 93&nbsp;000 abitanti.
 
È una città di antiche e importanti tradizioni industriali che le sono valse, sin dalla fine dell'[[Ottocento]], l'appellativo di "Milano delle Marche".<ref>"Guide d'Italia" del Touring Club Italiano: ''Marche'', Milano, Touring, 2005, p.&nbsp;39.</ref> A testimonianza del suo glorioso passato storico, che nel [[XII secolo]] l'ha vista anche piccola capitale della ''Respublica Aesina'', conserva un centro storico con interessanti monumenti, ancora circondato da una cinta muraria del [[XV secolo]] pressoché intatta. Sin dall'epoca [[Medioevo|medievale]] è uno dei centri più importanti e attivi della [[Marche|regione]]. È la terza maggiore città della [[provincia di Ancona]] dopo il [[Ancona|capoluogo]] e [[Senigallia]].
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Jesi è situata nella bassa valle del fiume [[Esino (fiume)|Esino]], su un poggio poco rilevato (97&nbsp;[[Livello del mare|m s.l.m.]]), e il suo territorio si estende su una superficie di 107&nbsp;km².
Jesi è situata nella bassa valle del [[Esino (fiume)|fiume Esino]], su un poggio poco rilevato (97&nbsp;[[Livello del mare|m s.l.m.]]), e il suo territorio si estende su una superficie di 107&nbsp;km².
 
=== Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Jesi}}
Nonostante la relativa vicinanza del mare, Jesi presenta un clima con influenze continentali.
Nonostante la relativa vicinanza del mare, Jesi presenta un clima con influenze continentali. Gli inverni sono moderatamente freddi e umidi, a volte nevosi. Tra le nevicate maggiori degli ultimi 20 anni, si ricordano quelle del dicembre 1996, del gennaio 2005 e del febbraio 2012 (in tutti i casi il manto nevoso ha superato i 50&nbsp;cm e addirittura si è portato intorno al metro di altezza nell'ultimo episodio citato). Le minime, a seguito delle ondate di gelo maggiori, possono precipitare fin sotto i -10&nbsp;°C&nbsp;/ -15&nbsp;°C. Le estati sono molto calde e spesso afose, caratterizzate da scarsa ventilazione. I temporali non sono rari e in qualche caso violenti, con rovinose grandinate ed occasionali trombe d'aria (come quella che nell'estate del 2014 ha causato ingenti danni alla periferia ovest della città). Durante le ondate di caldo africano i termometri si portano facilmente sui +35&nbsp;°C&nbsp;/ +40&nbsp;°C e addirittura nel 2003 si registrarono picchi record di +43&nbsp;°C. Le temperature più elevate si hanno comunque quando spira il Garbino, vento di caduta dall'Appennino, assai caldo e secco. Le stagioni mediane sono in genere miti e piacevoli, sebbene possano rivelarsi molto piovose (con eventi alluvionali che interessano il corso del fiume Esino). La nebbia è comune sia nella stagione autunnale che in quella invernale.
 
Gli inverni sono moderatamente freddi e umidi, a volte nevosi. Tra le nevicate maggiori degli ultimi 20 anni, si ricordano quelle del dicembre 1996, del gennaio 2005 e del febbraio 2012 (in tutti i casi il manto nevoso ha superato i 50&nbsp;cm e addirittura si è portato intorno al metro di altezza nell'ultimo episodio citato). Le minime, a seguito delle ondate di gelo maggiori, possono precipitare fin sotto i −10&nbsp;°C/−15&nbsp;°C.
 
Le estati sono molto calde e spesso afose, caratterizzate da scarsa ventilazione. I temporali non sono rari e in qualche caso violenti, con rovinose grandinate ed occasionali trombe d'aria (come quella che nell'estate del 2014 ha causato ingenti danni alla periferia ovest della città). Durante le ondate di caldo africano i termometri si portano facilmente sui 35&nbsp;°C/40&nbsp;°C e addirittura nel 2003 si registrarono picchi record di 43&nbsp;°C. Le temperature più elevate si hanno comunque quando spira il [[garbino]], vento di caduta dall'Appennino, assai caldo e secco.
 
Le stagioni mediane sono in genere miti e piacevoli, sebbene possano rivelarsi molto piovose (con eventi alluvionali che interessano il corso del fiume Esino).
 
La [[nebbia]] è comune sia nella stagione autunnale che in quella invernale.
 
== Origini del nome ==
Ci sono diverse teorie sull'origine del nome della città.
 
* Secondo la leggenda riportata da [[Silio Italico]] Jesi deve il suo nome a [[Esio]], re dei [[Pelasgi]], che diede il suo nome al fiume [[Esino (fiume)|Esino]] e alla città che vi fondò: ''Aesis''.
* Quando i [[Galli Senoni]] si stabilirono sulle rive dell'Esino, il loro ultimo avamposto in quel territorio che poi venne successivamente identificato dai romani come "Ager Gallicus", dedicarono la città a ''Eso'' il dio toro celtico.
*''Jesi'' ha un'origine comune al fiume Esino, da una base prelatina *''ais'', che si ritrova in molti altri idronimi come [[Isonzo]], [[Isarco]] ecc.<ref>{{cita libro|titolo=Dizionario di toponomastica|editore=UTET|città=Torino|anno=1990|p=397|isbn=88-02-07228-0}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=Giovan Battista Pellegrini|wkautore=Giovan Battista Pellegrini|curatore=Massimo Morroni|titolo=Appunti di toponomastica marchigiana|rivista=Atti e memorie|volume=86|numero=3|annooriginale=1981|anno=1985|città=Ancona|editore=Deputazione di storia patria per le Marche|p=233}}</ref>
 
== Storia ==
=== La leggenda ===
La leggenda narra che Jesi venne fondata da Esio, re dei [[Pelasgi]], qui giunto direttamente dalla [[Grecia]] nel 768 a.C. e che donò il simbolo di un leone rampante al blasone cittadino, come si legge anche su un'iscrizione presente sotto l'edicola recante lo stemma cittadino sulla facciata del [[Palazzo della Signoria (Jesi)|Palazzo della Signoria]]. Questo mitologico sovrano fu considerato il capostipite degli [[Etruschi]], dei [[Sabini]] e dei [[Piceni]].
La leggenda, che si è protratta nei secoli, sembra sia all'origine della storica denominazione di Jesi come "Città Regia".
Verosimilmente invece Jesi fu fondata dai Galli Senoni i quali stabilirono sulle rive dell'Esino il loro ultimo avamposto in quel territorio che poi venne successivamente identificato dai romani come "Ager Gallicus" e dedicarono la città a Eso il Dio Toro Celtico. Jesi Celtica aveva una grande importanza strategica perché situata sul fiume a pochi chilometri dalla costa e sulla valle dell'Esino via di accesso attraverso la Gola della Rossa ai territori degli Umbri.
 
===La leggenda===
=== Origini e identità celtiche ===
Nell'VIII libro dei ''[[Punica (poema)|Punica]]''<ref>''[http://www.thelatinlibrary.com/silius.html Punica]'', testo integrale in [[lingua latina|latino]], da ''[[The Latin Library]]''.</ref>, [[Silio Italico]] racconta che Jesi venne fondata da Esio, re dei [[Pelasgi]], qui giunto direttamente dall'[[Arcadia]], o dalla [[Tessaglia]]<ref name="Jesi, Città bella sopra un fiume">{{cita libro|autore1=Loretta Mozzoni|autore2=Gloriano Paoletti|titolo=Jesi: città bella sopra un fiume|città=Jesi|editore=Comune di Jesi/Associazione culturale teatrale e cinematografica Teatro G. Pirani|anno=1994|sbn=UMC0057379}}</ref>, nel 768 a.C. risalendo il fiume dal [[Mare Adriatico]]. Diede il suo nome al fiume [[Esino (fiume)|Esino]] e alla città che vi fondò: ''Aesis''<ref>[https://books.google.com/books?id=3ZI_AAAAcAAJ&printsec=frontcover Girolamo Baldassini: ''Memorie Istoriche Dell'Antichissima E Regia Città Di Jesi'', 1765, conservato nella Bayerische Staatsbibliothek, Monaco di Baviera].</ref>. Egli, inoltre, donò il simbolo di un leone rampante al blasone cittadino<ref>[https://www.araldicacivica.it/comune/jesi/ Sito Araldica.it].</ref>, come si legge anche su un'iscrizione presente sotto l'edicola, recante lo stemma civico, posta sulla facciata del [[Palazzo della Signoria (Jesi)|Palazzo della Signoria]]. Questo mitologico sovrano fu considerato il capostipite degli [[Etruschi]], dei [[Sabini]] e dei [[Piceni]]. La leggenda, che si è protratta nei secoli, sembra sia all'origine della storica denominazione di Jesi come "Città Regia".
 
===Origini e identità celtiche===
[[File:Gallia cisalpina.jpg|thumb|left|Cartina dei domini celtici in Italia.]]
 
Storicamente Jesi ha origini molto antiche; si ritiene infatti che sia stata fondata dagli [[Umbri]]<ref>[https://www.comune.jesi.an.it/VivereInCitta/ArteCultura/cenni_storici/index.html Sito ufficiale del Comune di Jesi]</ref>, che crearono diversi villaggi sulla destra del fiume Esino marcando una linea di frontiera fra l'Umbria marittima a nord e il [[Regio V Picenum|Piceno]] a sud<ref name="Jesi, Città bella sopra un fiume"/>. Anche con l'avanzata dei [[Piceni]], Jesi, restò comunque umbra, divenendo un avamposto umbro in territorio piceno<ref>[http://www.tuttojesi.it/citta/storia.asp?p=jesi&s=storia Sito Tuttojesi.it]</ref>.
Storicamente Jesi ha origini molto antiche; si ritiene infatti che sia stata fondata dagli [[Umbri]] come loro ultimo avamposto in territorio [[Piceni|piceno]].
 
Nel [[IV secolo a.C.]] i [[Galli Senoni|Galli Sénoni]], popolazione celtica calata dal nord e così chiamata dalla loro città di provenienza (l'odierna [[Sens]] in [[Francia]]), scacciarono gli Umbri e si stanziarono sulla costa orientale dell'Italia, dadalla [[RiminiRomagna]] adal [[Ancona]]fiume Esino, in quello che venne poi denominato ''[[Ager Gallicus]]''. Vi fondarono ''Sena Gallica'' ([[Senigallia]]), che divenne la loro capitale, stabilirono il confine meridionale del loro dominioterritorio sul fiume [[sull'Esino (fiume)|Esino]] e, come già gli Umbri, fecero di Jesi l'ultima roccaforte di difesa contro i [[Piceni]].<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita libri]] CXLII]]'', V, 3, 35.</ref>.
 
=== Dominazione romana ===
[[File:Umbria et Picenum.JPG|thumb|left|Cartina della ''Regio V Picenum'' e ''VI Umbria''.]]
[[File:Italia Dioceses in 400 AD.png|thumb|left|Cartina dell{{'}}''Italia Annonaria''.]]
Per oltre un secolo si verificarono molti scontri fra i Galli Sénoni e i [[Civiltà romana|Romani]] finché, a seguito della [[Battaglia del Sentino]] del 295 a.C., [[Roma]] sconfisse definitivamente i [[popoli italici]] e nel 283 a.C. i Galli Sénoni furono debellati e quindi sottomessi.
 
I Romani stabilirono nel tempo numerose colonie; Jesi nel 247 a.C.<ref>{{treccani|jesi}}</ref> venne trasformata nella colonia romana ''colonia civium romanorum'' di ''Aesis'', iscritta alla tribù [[Gens Pollia|Pollia]]<ref>[https://www.treccani.it/enciclopedia/iesi_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/ Sito ufficiale dell'Enciclopedia Treccani]</ref> e incorporata nella ''[[Regio VI Umbria]]'' insieme a [[Senigallia|Sena Gallica]], [[Fano|Fanum Fortunae]] e [[Pesaro|Pisaurum]]. In seguito, con [[Costantino I]], venne inglobata nel [[Diocesi (impero romano)|vicariato]] dell'[[Italia Annonaria]].
Per oltre un secolo si verificarono molti scontri fra i Galli Sénoni e i [[Civiltà romana|Romani]] finché, a seguito della [[battaglia del Sentino]] del 295 a.C., [[Roma]] sconfisse definitivamente i [[popoli italici]] e nel 283 a.C. i Galli Sénoni furono debellati e quindi sottomessi.
 
Nacque così il ''municipium'' di ''Aesis'' con una struttura urbanistica corrispondente al modello del ''[[castrum]]'', modello sostanzialmente rimasto intatto. Durante l'età imperiale Jesi divenne molto florida, incentrata sul [[Foro (urbanistica)|Foro]] (coincidente con [[Piazza Federico II]]) possedeva templi, palazzi pubblici e un [[Teatro romano (architettura)|teatro]] semicircolare da {{formatnum:2500}} posti con la cavea di 55 metri di diametro<ref name="Jesi, Città bella sopra un fiume"/> (oggi nell'area del [[Palazzo Amici-Honorati]]). Possenti mura la cingevano. I Romani costruirono anche un'importante via di comunicazione, la [[Via Salaria Gallica]], che passando proprio per Jesi (la quale sembra sia stato un importante centro per il pagamento del dazio fra la V e la VI Regio) collegava la [[Via Flaminia]] alla [[Via Salaria]].
I Romani stabilirono nel tempo numerose colonie; Jesi nel 247 a.C. venne trasformata nella ''colonia civium romanorum'' di ''Aesis'' e incorporata nella ''[[Regio VI Umbria]]''.
Nacque così il ''municipium'' di ''Aesis'' con una struttura urbanistica corrispondente al modello del ''[[castrum]]'', modello sostanzialmente rimasto intatto. I Romani costruirono anche un'importante via di comunicazione, la [[Via Salaria Gallica]], che passando proprio per Jesi (la quale sembra sia stato un importante centro per il pagamento del dazio fra la V e la VI Regio) collegava la [[Via Flaminia]] alla [[Via Salaria]].
 
Nel contesto storico romano appare il [[Cristianesimo]], qui portato verso il IV secolo dal germanico [[San Settimio|Settimio]], nominato primo [[Diocesi di Jesi|Vescovo di Jesi]] da [[papa Marcello I]] e martirizzato con la decapitazione dal giudice romano Florentio il 5 settembre 307.
La continuità demica da allora, nonostante il susseguirsi delle invasioni, non fu più interrotta. In epoca romana [[Cupramontana]] e [[Castelplanio#Epoca romana|Planina]] furono i due centri vicini e rivali di ''Aesis'', ma a differenza di quest'ultima non sopravvissero ai saccheggi e alle distruzioni barbariche.
 
La continuità demica da allora, nonostante il susseguirsi delle invasioni, non fu più interrotta. In epoca romana [[Cupramontana]] e [[Planina (città antica)|Planina]] furono i due centri vicini di ''Aesis''<ref name="Jesi, Città bella sopra un fiume"/>, ma a differenza di quest'ultima non sopravvissero ai saccheggi e alle distruzioni barbariche.
 
=== Alto Medioevo ===
[[File:Mappa italia bizantina e longobardaItaliabizantino-lombarda-pt.jpgsvg|lang=it|thumb|left|L'Esarcato di Ravenna]]
Con la [[caduta dell'Impero Romano d'Occidente|disgregazione dell'Impero Romano d'Occidente]] convenzionalmente fissata nel [[476]] d.C., adJesi operavenne delleattaccata truppe dida [[Odoacre]], Jesi,re vennedegli devastata[[Eruli]], daglie stessidevastata. Qualche anno dopo,Anche nel [[493]], con la conquista dell'Italia da parte degli [[Ostrogoti]] di [[Teodorico il Grande|Teodorico]], fu distrutta nuovamente. Nel [[554]] gli Ostrogoti furono scacciati dall'Italia da parte dei [[Bizantini]] e così anche Jesi, che poi venne inclusa, con la parte settentrionale delle [[Marche]] e la parte meridionale della [[Romagna]], in uno dei sette distretti militari dell'[[Esarcato di Ravenna]], la [[Pentapoli bizantina|Pentapoli]], costituita nel [[585]] dall'imperatore [[Maurizio Tiberio(imperatore)|Maurizio I]]. In seguito i Bizantini la eressero a uno dei centri principali della nuova "Pentapoli annonaria" (insieme a [[Gubbio]], [[Urbino]], [[Cagli]] e [[Fossombrone]]), costituita in contrapposizione a quella "Marittima" ([[Rimini]], [[Pesaro]], [[Fano]], [[Senigallia]] e [[Ancona]]), per un maggiore controllo e difesa del territorio interno della regione.

Un ulteriore riconoscimento per Jesi fu l'elevazione a [[diocesi di Jesi|diocesi]], come conferma la menzione di un suo [[vescovo]] già nel VI secolo<ref>[[680]https://www.catholic-hierarchy.org/diocese/djesi.html#hist Sito Catholic-Hierarchy.org]</ref>.
 
Dal [[728]] i [[Longobardi]] ripresero le invasioni verso le Pentapoli quando infine nel [[751]], guidati dal re [[Astolfo (re)|Astolfo]] conquistarono l'Esarcato e devastarono Jesi. In seguito alle invasioni dei [[Franchi]] del [[752]]-[[754]], il loro re [[Pipino il Breve]], conquistò i territori del vecchio esarcato nel [[754]], e nel 756<ref name="Jesi, Città bella sopra un fiume"/> con l'accordo papale della [[Promissio Carisiaca]] li donò all'autorità di [[papa Stefano II]] Orsini, creando lo [[Stato della Chiesa]] e dando quindi inizio al potere temporale dei Papi.
 
A partire dall'[[VIII secolo]] l'azione dei [[monaci benedettini]] diede vita, nella valle dell'[[Esino (fiume)|Esino]], ad innumerevoli [[Abbazia|abbazie]] che provvidero alla bonifica del territorio. Ma la dominazione papale portò a una crisi finanziaria, sociale e culturale che spesso sfociò in varie sanguinose rivolte, che talvolta miravano a riportare il dominio dei Longobardi. Solo nel [[773]] l'esercito dei Franchi di [[Carlo Magno]] debellò definitivamente i Longobardi. Ma le rivolte continuarono frequenti, tanto che con l'incoronazione, di Carlo Magno a [[imperatore]] il 25 dicembre [[800]], Jesi, pur appartenendo alla Chiesa, ricade sotto la giurisdizione imperiale ed entra a far parte della nuova contea della Marca<ref name="Jesi, Città bella sopra un fiume"/>. A partire da questo periodo prende forma la struttura feudale della città.
 
Dal [[728]] i [[Longobardi]] ripresero le invasioni verso le Pentapoli quando infine nel [[751]], guidati dal re [[Astolfo (re)|Astolfo]] conquistarono l'Esarcato e devastarono Jesi. In seguito alle invasioni dei [[Franchi]] del [[752]]-[[754]], il loro re [[Pipino il Breve]], conquistò i territori del vecchio esarcato nel [[754]], e con l'accordo papale della [[Promissio Carisiaca]] li donò all'autorità di [[papa Stefano II]] Orsini, creando lo [[Stato della Chiesa]] e dando quindi inizio al potere temporale dei Papi. A partire dall'[[VIII secolo]] l'azione dei monaci benedettini diede vita, nella valle dell'[[Esino (fiume)|Esino]], ad innumerevoli [[Abbazia|abbazie]]. Ma la dominazione papale portò a una crisi finanziaria, sociale e culturale che spesso sfociò in varie sanguinose rivolte, che talvolta miravano a riportare il dominio dei Longobardi. Solo nel [[773]] l'esercito dei Franchi di [[Carlo Magno]] debellò definitivamente i Longobardi. Ma le rivolte continuarono frequenti, tanto che con l'incoronazione, di Carlo Magno a [[imperatore]] il 25 dicembre [[800]], Jesi, pur appartenendo alla Chiesa, ricade sotto la giurisdizione imperiale ed entra a far parte della nuova contea della Marca. A partire da questo periodo prende forma la struttura feudale della città. Nel [[999]] l'imperatore [[Ottone III]] riconsegna alla Chiesa di [[papa Silvestro II]] otto contee, tra cui quella di Jesi<ref name="Jesi, Città bella sopra un fiume"/>. Sull'esteso territorio di Jesi sorgevano ben 29 abbazie camaldolesi e benedettine insieme a numerosi possedimenti dei conti di Jesi (glii [[Colocci]], derivanti dagli [[Attoni]], di stirpe longobarda) e quelli di altri piccoli centri rurali come i conti di Morro Panicale, Moie, Ripe e altri. In questo modo Jesi perde ogni autonomia.
 
=== L'età comunale e Federico II ===
[[File:Frederick is born in Jesi.JPG|thumb|left|Nascita di Federico II]]
{{nonNel chiaro|Cominciarono1100 nuovamente|quando?}}ebbero inizio le furenti lotte di ribellione delle città più importanti delle Marche intere contro il dominio pontificio. Le lotte erano così numerose e insistenti che il papa dichiarò, in una [[bolla pontificia|bolla]], le "Marche" una regione ingovernabile. Nel frattempo le [[Lotte per le investiture]] avevano indebolito il potere sia papale che imperiale, evento determinante per la nascita dei Liberi Comuni. Nel [[1130]] Jesi si erse a [[Comune medievale|Libero Comune]]<ref name="Jesi, Città bella sopra un fiume"/> con un proprio [[governo]] autonomo, [[podestà (medioevo)|podestà]], [[Console (storia medievale)|consoli]] e scuole di arti e mestieri. Questo fu il periodo d'oro della città, in cui si elaborarono gli statuti, si costruirono i palazzi del Podestà, del Comune e la Cattedrale intitolata a San Settimio (dal 1208), l'[[Episcopio]] e si fortificarono le mura sul tracciato di quelle d'epoca romana.
 
Durante il [[XII secolo]] e quelli successivi nobiltà locale, artigiani e commercianti s'allearono fondando la cosiddetta ''Respublica Aesina'' e cominciarono la conquista del [[Contado]], che sottrassero ai grandi feudatari laici ed ecclesiastici, più conosciuti come [[Castelli di Jesi]]. Questa espansione territoriale creò scontri furiosi con i vicini più potenti, fra i primi la [[repubblicaRepubblica di Ancona]], con la quale si susseguirono lunghe e dure lotte per il possesso della valle dell'Esino nel tratto che va da [[Chiaravalle]] al mare.
[[File:Rocca Priora di Falconara 03.jpg|thumb|il [[Castello di Rocca Priora]], costruito a protezione dello sbocco a mare della ''Respublica Æsina''. Lungamente conteso con [[Ancona]].]]
Trovatasi per coincidenza in prossimità della località di Jesi, [[Costanza d'Altavilla]] fu presa dalle doglie e venne accolta con generosità dai semplici villici, e il 26 dicembre [[1194]] diede alla luce, in una tenda imperiale nella piazza centrale della città, l'antico Foro romano, l'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]], che donerà a Jesi il titolo di "[[Città libera dell'Impero|Città Regia]]" che sanciva importanti diritti di piena autonomia, e libertà comunali. Jesi passò così definitivamente alla fazione [[ghibellini|ghibellina]] e le sue fortune politiche saranno legate per anni a quelle di Federico II e dei suoi figli [[Enzo di Sardegna|Enzo]] e [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] con l'ottenimento di privilegi imperiali seguiti da inevitabili [[scomunica|scomuniche]] ecclesiastiche.
 
Nel secolo e in quello successivo si visse un forte sviluppo economico e relativo incremento demografico, come testimonia il costituirsi dei borghi fuori le mura di San Floriano, San Filippo, e San Nicolò. Inoltre dal 1303 il Maestro Francesco di Bernardino Santi da [[Esanatoglia]] realizza il cosiddetto ''Vallato'', canale lungo 12&nbsp;km che partendo dal fiume Esino in prossimità delle [[Moie]], convoglia le acque fin sotto le mura cittadine, irrigando campi e fornendo quella fonte di energia idraulica per i mulini e le valche atte alla lavorazione della lana e alla concia delle pelli<ref name="Jesi, Città bella sopra un fiume"/>.
Il 26 dicembre [[1194]] nacque, in una tenda imperiale nella piazza centrale della città, l'antico Foro romano, l'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]], che donerà a Jesi il titolo di "[[Città regia (Italia)|Città Regia]]" che sanciva importanti diritti di piena autonomia, ampi privilegi sul dominio del Contado e libertà comunali che la Chiesa, con il suo alterno dominio, poté più abrogare. Jesi passò così definitivamente alla fazione [[ghibellini|ghibellina]] e le sue fortune politiche saranno legate per anni a quelle di Federico II e dei suoi figli [[Enzo di Sardegna|Enzo]] e [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] con l'ottenimento di privilegi imperiali seguiti da inevitabili [[scomunica|scomuniche]] ecclesiastiche.
 
=== Le signorie ===
[[File:Francesco Sforza.jpg|thumb|left|[[Francesco Sforza]], Signore di Jesi dal 1433 al 1447.]]
Con la nomina nel [[1353]] del cardinale [[Egidio Albornoz]] a [[Vicario generale]] dei domini della Chiesa in Italia, si cercò di ricondurre tutti i comuni e le signorie sotto il controllo, diretto o indiretto, dell'autorità papale e furono emanate le [[Costituzioni egidiane]] che regolavano lo Stato della Chiesa. Tra il [[1373]] e l'inizio del [[XV secolo]] diverse lotte per il potere sconvolgono la regione, portando distruzione e miseria per la popolazione. Nonostante la caduta sotto il dominio papale della [[Romagna]] e di [[Ancona]], Jesi, grazie ai privilegi imperiali, riuscì a mantenere l'autonomia della sua piccola Repubblica. Tuttavia in seguito Jesi fu occupata dal vicario pontificio Filippo Simonetti, da [[Galeotto I Malatesta]] nel [[1347]]-[[1351]], da [[Braccio da Montone]] nel [[1408]], e da [[Francesco Sforza]], di cui divenne un autentico caposaldo, tanto che nel dicembre [[1433]] Francesco Sforza invase il territorio marchigiano partendo proprio da Jesi. È solo nel [[1447]] che la Chiesa riuscì a riprendere il controllo, comprando la città.
 
Nel 1441 venne stilato il primo catasto completo dell'intero [[Contado di Jesi]]. In questo documento appaiono sovente dei proprietari laici con i cognomi come "Schiavo", "Schiavoni" o "Albanesi" che non sono affatto di origine marchigiana; ma sono una delle testimonianze della presenza di genti transadriatiche (dalla [[Schiavonia]], entroterra orientale dell'Adriatico, dall'Albania) nel territorio già da quel tempo. Infatti l'[[Impero Romano d'Oriente]] era stato invaso dai [[Ottomani|Turchi]] e [[Maometto II]], nel 1453, conquisterà [[Costantinopoli]]. Il popolo balcano migrò nei territori d'oltremare per rifugiarsi<ref name="Sito Tuttojesi.it">[http://www.tuttojesi.it/citta/territorio/monsano/storia.asp Sito Tuttojesi.it]</ref>.
 
=== Il ritorno al Papato ===
Nel 1447 tornò definitivamente sotto il dominio dello Stato pontificio, pur riuscendo a mantenere qualche diritto sui territori del Contado grazie ai titoli ricevuti da Federico II secoli prima. Intorno al [[1470]] si diffuse nella [[Marca anconitana|Marca d'Ancona]] una grave pestilenza che decimò la popolazione, etanto dalche nel [[1471]] ricominciòla ilcittà ripopolamentodi dellaJesi zonaemanò un bando per invitare conle genti provenienti dall'[[Emilia-Romagna|Emilia]] e dalla [[Lombardia]] a ripopolare la zona assegnando loro terre e proprietà<ref name="Sito Tuttojesi.it"/>: numerosi sono i luoghi a loro intitolati, come via dei Lombardi, Costa dei Lombardi, via [[Fiorenzuola d'Arda|Fiorenzuola]]. Inoltre dal 1472 venne assegnata alla comunità [[Lombardia|lombarda]] una cappella: "Cappella Lombardorum"<ref name="cassiciaco.it">[http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/chiese/italia/marche/jesi.html Sito dell'Associazione storico-culturale di Sant'Agostino]</ref>, nella [[Chiesa di Sant'Agostino (Jesi)|Chiesa di Sant'Agostino]].
 
[[File:Palazzo della Signoria, Jesi 02.jpg|thumb|Il [[Palazzo della Signoria (Jesi)|Palazzo della Signoria]], costruito da [[Francesco di Giorgio Martini]].]]
La fine del periodo signorile, la fine della peste e la ricomposizione dell'assetto comunale donarono un certo equilibrio stabile e avviarono dapprima una grande ripresa economica, demografica e soprattutto edilizia della città. A partire dalla seconda metà del Quattrocento si modificò profondamente il volto architettonico della città con la costruzione di nuove chiese e palazzi e la progressiva espansione urbanistica fuori dalla cerchia delle vecchie mura. Sono di questo periodo il rafforzamento del sistema difensivo cittadino ad opera del fiorentino [[Baccio Pontelli]], la costruzione su progetto del senese [[Francesco di Giorgio Martini]] del Palazzo della Signoria, uno dei più bei palazzi monumentali della Marca. Accanto alla rinascita edilizia ed economica c'è quella culturale: il pittore veneziano [[Lorenzo Lotto]] realizza per alcune chiese della città capolavori assoluti; [[Federico Conti]] da [[Verona]] stampa a Jesi nel [[1472]], una delle primissime edizioni a stampa della [[Divina Commedia]] e [[Lucagnolo di Ciccolino]], cesellatore raffinato e maestro di [[Benvenuto Cellini]] sviluppa e perfeziona l'arte orafa.
 
====Il Sacco di Jesi====
Il 3 giugno 1517 Jesi subisce il più grave saccheggio della sua storia<ref name="piccolabibliotecajesina.it">[https://www.piccolabibliotecajesina.it/archivio/Sacco_di_Jesi.pdf Sito della Piccola biblioteca jesina]</ref>. In seguito all'assegnazione del [[Ducato di Urbino]] da parte di [[papa Leone X]] al nipote [[Lorenzo de' Medici, duca di Urbino|Lorenzo de' Medici]], [[Francesco Maria I della Rovere]] che ne era l'erede, mosse 70.000 mercenari alla riconquista del [[Montefeltro]]. In quest'occasione le sue rappresaglie presero anche altre città, e con l'appoggio di infiltrati interni, entrarono a Jesi saccheggiando e depredando gli edifici, le famiglie aristocratiche, gli archivi comunali e anche i comuni del Contado. Ingenti furono le ricchezze, le vivande e il bestiame che furono sottratti. Le famiglie più colpite quelle dei Ghislieri, Ripanti e Amici<ref name="piccolabibliotecajesina.it"/>.
 
====Storia moderna====
La fine del periodo signorile, la fine della peste e la ricomposizione dell'assetto comunale donarono un certo equilibrio stabile e avviarono dapprima una grande ripresa economica, demografica e soprattutto edilizia della città. A partire dalla seconda metà del Quattrocento si modificò profondamente il volto architettonico della città con la costruzione di nuove chiese e palazzi e la progressiva espansione urbanistica fuori dalla cerchia delle vecchie mura. Sono di questo periodo il rafforzamento del sistema difensivo cittadino ad opera del fiorentino [[Baccio Pontelli]], la costruzione su progetto del senese [[Francesco di Giorgio Martini]] del Palazzo della Signoria, uno dei più bei palazzi monumentali della Marca. Accanto alla rinascita edilizia ed economica c'è quella culturale: il pittore veneziano [[Lorenzo Lotto]] realizza per alcune chiese della città capolavori assoluti; [[Federico Conti]] da [[Verona]] stampa a Jesi nel [[1472]], una delle primissime edizioni a stampa della [[Divina Commedia]] e [[Ciccolino di Lucagnolo]], cesellatore raffinato e maestro di [[Benvenuto Cellini]] sviluppa e perfeziona l'arte orafa. Verso la fine del [[XVI secolo|Cinquecento]] l'[[oligarchia]] locale, costituitasi ormai solidamente in ceto di proprietari terrieri, rivendica a sé tutto il potere politico e amministrativo, potere che mantiene fino alla fine del Settecento.
Pur sotto il dominio papale, verso la fine del [[XVI secolo|Cinquecento]], l'[[oligarchia]] locale, costituitasi ormai solidamente in ceto di proprietari terrieri, rivendica a sé tutto il potere politico e amministrativo, potere che mantiene fino alla fine del Settecento.
 
Due sono i riferimenti storici più significativi da segnalare per il secolo XVIII: la trasformazione architettonica e urbanistica della città e la nascita di [[Giambattista Pergolesi]] e [[Gaspare Spontini]], due grandi personalità nel campo della musica che si affermarono in tutta Europa.
 
=== Periodo napoleonico e storia moderna ===
 
Nel [[1797]] le truppe napoleoniche posero fine all'antico regime, ma anche al dominio sul Contado.
 
Nel [[1808]] con l'annessione delle [[Marche]] al [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno Napoleonico]], nella cosiddetta [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica romana]], Jesi diviene uno dei capoluoghi di distretto del [[Dipartimento del Metauro]]. Con la caduta di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] a [[Waterloo]] e la successiva [[Restaurazione]] del [[1815]], Jesi ritornò di nuovo sotto i papi, ma cominciò a prendere forma una concezione laica e borghese dello Stato. Nei primi decenni dell'Ottocento si iniziò a Jesi un graduale processo di [[industrializzazione]] con la nascita delle prime manifatture per la seta. Le vicende risorgimentali che condurranno all'unità d'Italia coinvolsero diversi personaggi jesini tra cui il marchese [[Antonio Colocci]], eletto nel [[1849]] quale rappresentante della Provincia di Ancona all'Assemblea Costituente della [[Repubblica romana]] e poi, dopo l'[[Unità d'Italia|Unità]], deputato e senatore del Regno.
 
===Storia contemporanea===
Il 15 settembre [[1860]] i [[bersaglieri]] e il reggimento Lancieri di Milano entrarono a Jesi mentre cinque giorni più tardi, nella vicina [[Castelfidardo]], le truppe piemontesi guidate dal generale [[Enrico Cialdini|Cialdini]] sconfissero l'esercito papale nella [[Battaglia di Castelfidardo]], cui seguì il [[plebiscito]] che sancì la definitiva unione delle città al Regno d'Italia.
Il 15 settembre [[1860]] i [[bersaglieri]] e il [[Reggimento "Lancieri di Milano" (7º)|Reggimento Lancieri di Milano]] entrarono a Jesi mentre cinque giorni più tardi, nella vicina [[Castelfidardo]], le truppe piemontesi guidate dal generale [[Enrico Cialdini|Cialdini]] sconfissero l'esercito papale nella [[Battaglia di Castelfidardo]], cui seguì il [[plebiscito]] che sancì la definitiva unione delle città al Regno d'Italia.
 
Fu una delle prime città italiane a istituire una [[tipografia]]. Nel [[1969]] è stata sede d'un Convegno Urbanologico Internazionale promosso dall'[[UNESCO]], che l'ha segnalata come "città esemplare" per l'integrazione architettonica dei suoi vari strati storici.<ref>Cf. [httphttps://web.archive.org/web/20160327001114/https://www.vocedellavallesina.it/2005/24/vv24.pdf ''articolo''] di Alvise Cherubini, 3 luglio 2005, p. 3. URL consultato in data 24 marzo 2013.</ref>
 
Dal 1996 in città si svolge il [[Palio di San Floriano]], manifestazione medioevale che prevede la partecipazione di tutte le città limitrofe e dei castelli jesini. Nel 2014 Jesi è riconosciuta come Città Europea dello Sport.
Nel 2014 Jesi è riconosciuta come Città Europea dello Sport.
 
=== Simboli ===
[[File:Jesi-Stemma.svg|sinistra|142x142px]]
[[File:Jesi-Gonfalone.png|sinistra|90px]]
La descrizione araldica dello stemma è la seguente:<ref>{{Cita web |url=http://www.araldicacivica.it/stemmi/comune/jesi/ |titolo=Vedi qui |accesso=5 maggio 2019 |dataarchivio=5 maggio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190505093807/http://www.araldicacivica.it/stemmi/comune/jesi/ |urlmorto=sì }}</ref><br />
{{Citazione|''[[Scudo italiano|Scudo a testa di cavallo]] con fondo rosso recante leone d'oro rampante a destra coronato con corona a cinque [[Fiorone (araldica)|fioroni]]. Stessa corona domina il blasone, dalla quale due nastri bicolore, rosso e bianco, discendono incorniciando lo scudo''}}
 
La descrizione araldica del gonfalone è la seguente:<br />
{{Citazione|''Drappo di rosso smerlato con frange d'oro caricato con leone d'oro rampante a destra coronato con corona a cinque [[Fiorone (araldica)|fioroni]] e con l'iscrizione centrata in oro: ''Città di Jesi''. Le parti di metallo e i cordoni sono dorati. L'asta verticale è ricoperta di velluto rosso con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.''}}
 
Lo stemma deriva dalla leggendaria fondazione cittadina da parte di Esio, re dei [[Pelasgi]], fuggito dall’[[Arcadia]], che aveva come insegna un leone rampante. Lo stesso è anche adottato da molti degli attuali Comuni dei [[Castelli di Jesi]], che furono un tempo soggetti alla signoria di Jesi.
{{clear|both}}
 
=== Onorificenze ===
Jesi possiede il [[titolo di città]] dal [[XII secolo]], testimoniato dall'elaborazione degli Statuti, confermati col titolo di "Città Regia" dall'imperatore [[Federico II di Svevia]]<ref>{{cita web|url=http://www.comune.jesi.an.it/opencms/export/jesiit/sito-JesiItaliano/MenuPrincipale/VivereInCitta/Turismo/ScoprireJesi1/CenniStorici/index.html|titolo=Cenni storici sul Sito ufficiale del Comune di Jesi|accesso=5 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160310070514/http://www.comune.jesi.an.it/opencms/export/jesiit/sito-JesiItaliano/MenuPrincipale/VivereInCitta/Turismo/ScoprireJesi1/CenniStorici/index.html|dataarchivio=10 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref>
 
{{Onorificenze
|immagine = Corona di Città Italiana.svg
|nome_onorificenza = Titolo di Città
|collegamento_onorificenza = Titolo di città in Italia
|motivazione =
|luogo = dal XII secolo
}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Jesi (2).JPG|thumb|250px|left|Veduta del centro storico chiuso dalle mura.]]
=== Architetture religiose ===
=== Architetture religiose ===
[[File:Jesi, Duomo.JPG|thumb|[[Duomo di Jesi|Duomo]].]]
[[File:Jesi, SanPiazza Federico II Marco02.JPG|thumb|[[Chiesa di San MarcoFloriano (Jesi)|Chiesa di San MarcoFloriano]].]]
 
;Duomo di San Settimio:
;[[Duomo di Jesi|Duomo di San Settimio]]: Fu costruito tra il XIII e il XIV secolo ad opera di [[Giorgio da Como (XIII secolo)|Giorgio da Como]], e rifatto tra il [[1732]] e il [[1741]] da [[Domenico Barrigioni]]. Della vecchia costruzione rimangono, all'interno, i due leoni-acquasantiere già facenti parte del portale della chiesa. Il campanile, che caratterizza il profilo urbano, è opera del locale Francesco Matellicani, che lo eresse nel 1782-84 ispirandosi a quello vanvitelliano del [[Santuario della Santa Casa]] di [[Loreto]]. La facciata, caratterizzata da una [[serliana]], è stata ultimata nel [[1889]] su progetto di [[Gaetano Morichini]], su iniziativa del vescovo [[Rambaldo Magagnini]]. L'interno si presenta a navata unica e cupola emisferica, secondo il gusto neoclassico dell'epoca. Durante il [[XVIII secolo]] vennero aperte molte cappelle laterali arricchite con dipinti, decorazioni e arredi liturgici volute dai nobili jesini.
{{Vedi anche|Duomo di Jesi}}
;Convento di San Floriano: È la chiesa più importante della città sotto il profilo storico e religioso. Infatti fin dal [[XII secolo]] fu dedicata al patrono della comunità jesina e qui si svolgevano le più importanti cerimonie pubbliche tra cui, il 4 maggio, la presentazione del Palio da parte dei [[Castelli di Jesi]] in segno di sottomissione alla città. Nel [[1439]] venne presa in consegna dai [[Frati Minori Conventuali]], provenienti dal convento di San Marco, che dal [[1478]], procedettero ad un rinnovamento interno del tempio medioevale che era a navata unica, orientato in direzione nord-sud, con ingresso sul cortile dell'attuale Palazzo Ghisleri. Negli stipiti della porta d'ingresso sono tuttora visibili alcune pietre intagliate in stile romanico della precedente chiesa medioevale. Fu allora che la planimetria venne modificata collocando l'ingresso verso la piazza, con la creazione di nuove cappelle che ben presto si arricchirono di monumenti sepolcrali e opere d'arte, tra cui la ''Deposizione'', la ''Annunciazione'' e la ''Pala di Santa Lucia'' di [[Lorenzo Lotto]], realizzate tra il [[1512]] e il [[1532]] e ora conservate nella Pinacoteca Civica assieme ai sarcofagi e ai bassorilievi che originariamente l'adornavano. L'aspetto attuale è frutto del rifacimento avviato nel [[1743]] nel corso del quale la chiesa e il convento subirono radicali trasformazioni ad opera dell'architetto [[Francesco Maria Ciaraffoni]] che ne progettò gli interni e lo scalone. Presenta un grande [[tiburio]] e una facciata mai completata. L'interno, a [[Chiese ellittiche|pianta centrale ellittica]], è tutto impostato sulla bellissima [[cupola]] a base ovale riccamente decorata di stucchi e affreschi con le ''Storie di san Francesco'' eseguiti in stile tardo-barocco dal locale Francesco Mancini a partire dal [[1851]]. La chiesa, sconsacrata nel [[1860]], divenne prima sede della Biblioteca civica, poi della Pinacoteca Comunale e oggi, infine, è sede del [[Teatro studio Valeria Moriconi]], dedicato all'[[Valeria Moriconi|attrice]] jesina.
Fu costruito tra il XIII e il XIV secolo ad opera di [[Giorgio da Como (XIII secolo)|Giorgio da Como]], e rifatto tra il [[1732]] e il [[1741]] da [[Domenico Barrigioni]]. Della vecchia costruzione rimangono, all'interno, i due leoni-acquasantiere già facenti parte del portale della chiesa. Il campanile, che caratterizza il profilo urbano, è opera del locale Francesco Matellicani, che lo eresse nel 1782-84 ispirandosi a quello vanvitelliano del [[Santuario della Santa Casa]] di [[Loreto]]. La facciata, caratterizzata da una [[serliana]], è stata ultimata nel [[1889]] su progetto di [[Gaetano Morichini]], su iniziativa del vescovo [[Rambaldo Magagnini]]. L'interno si presenta a navata unica e cupola emisferica, secondo il gusto neoclassico dell'epoca. Durante il [[XVIII secolo]] vennero aperte molte cappelle laterali arricchite con dipinti, decorazioni e arredi liturgici volute dai nobili jesini.
;[[Chiesa di San Marco (Jesi)|Chiesa di San Marco]]: Sorge poco fuori dalla cerchia delle mura, fa parte di un complesso monastico di clausura. Venne eretta in stile [[Architettura gotica|Gotico]] nel [[XIII secolo]] e presenta una facciata tripartita aperta da un ricco rosone in cotto sormontante un portale marmoreo. L'interno è diviso in tre [[Navata|navate]] da pilastri ottagonali che reggono [[volte a crociera]]. Vi si conservano alcuni affreschi [[XIV secolo|trecenteschi]], superstiti del ciclo pittorico che originariamente decorava la maggior parte delle pareti della chiesa, che ritraggono il "Transito della Madonna", la "[[Santuario della Santa Casa#La Madonna Nera|Madonna di Loreto]]", la "Crocifissione" e l'"Annunciazione". Le pitture murali hanno dato luogo ad alcune difformità di attribuzione, ma i recenti restauri hanno permesso di chiarire la matrice di [[scuola riminese]] degli affreschi ricondotti a Giovanni e [[Giuliano da Rimini]] e ad artisti di ambito fabrianese. Nel corso dei restauri effettuati il secolo scorso ([[1854]]-[[1859]]) dall'architetto Angelo Angelucci e dai pittori Silvestro Valeri di Perugia e Marcello Sozzi di Roma, si è provveduto a completare la decorazione della volta e dei sottoarchi, oltre che degli arredi lignei.
;[[Chiesa di San Giovanni Battista (Jesi)|Chiesa di San Giovanni Battista]]: L'edificio risale al [[XIII secolo]], quando si iniziò ad urbanizzare quella parte di terreno, detta di Terravecchia, appena fuori dalla primitiva cerchia muraria. Ricostruita interamente dai frati Apostoliti alla fine del Cinquecento, nella seconda metà del Seicento venne ristrutturata e portata a nuova veste dai Padri Filippini, i primi e quasi gli unici ad introdurre il Barocco nelle Marche. Presenta una sobria facciata, ma ha un interno sfavillante di stucchi nella particolare coloritura bianco-oro. Vi si conservano varie opere d'arte, fra cui la preziosa icona del “Sangue Giusto”, affresco del 1333 attribuito a [[Pietro da Rimini]].
;Chiesa di San Nicolò: È l'edificio più antico della città di Jesi, documentato fin dal XII secolo. Le originali forme romaniche vennero rimaneggiate nel XIV secolo con l'aggiunta di elementi gotici. L'interno, a tre navate absidate, presenta una prevalenza di volte a crociera costolonate sostenute da pilastri compositi; rimandano invece a forme romaniche le navate laterali introdotte da archi a tutto sesto. Degli affreschi realizzati nella prima metà del XVI secolo non rimangono in loco che poche, illeggibili, tracce. Da San Nicolò proviene tra l'altro l'affresco di [[Pietro da Rimini]] raffigurante “San Francesco” (1333), oggi conservato alla Galleria Nazionale di Urbino, e L'Icona del Sangue Giusto, oggi conservata presso la chiesa di San Giovanni Battista. Particolarmente originale è la decorazione esterna del complesso absidale che presenta una successione di archetti pensili a goccia. Di estrema semplicità è la facciata a due spioventi al cui centro si apre un portale ad [[arco senese]] in marmo policromo e ghiera in laterizio a spina.
;Santuario della Madonna delle Grazie: Originaria del XV secolo ma con il [[campanile]] del [[XVII secolo]] e rifatta del XVIII secolo, custodisce all'interno l'immagine della ''Madonna della Misericordia'', affresco quattrocentesco attribuito ad [[Antonio da Fabriano]].
;Ex orfanotrofio femminile: Con l'annessa chiesetta, rappresenta un esempio di edilizia "illuminata" della seconda metà del [[XVIII secolo]], dell'architetto romano [[Virginio Bracci]].
;Chiesa "Mereghi": Già parte del monastero delle [[Ordine di San Benedetto|Benedettine]] di Sant'Anna, a cui è dedicata, ha una pianta centrale del [[XVIII secolo]], attualmente ha il prospetto su Corso Matteotti obliterato dal fronte dell'ex convento rifatto in forme di palazzo civile dalla famiglia dei Marchesi Mereghi nella seconda metà del [[XIX secolo]]. L'interno intatto a pianta ellittica attualmente ospita saltuariamente degli eventi socio-culturali
;Chiesa di San Pietro: Di origini medioevali, ricostruita nel [[XVIII secolo]] ad opera dell'architetto [[Mattia Capponi]], con facciata coronata da due campaniletti.
;Cappella di San Bernardo: Già cappella del Palazzo Pianetti "in Porta Valle", presenta un esuberante interno settecentesco di stile [[rococò]] ricco di stucchi tipicamente mitteleuropei, recentemente recuperata dopo essere stata adibita a deposito di carbone, ospita periodicamente esposizioni e manifestazioni culturali.
;Chiesa di San Savino: (resti), di epoca altomedioevale, a poca distanza dalla "nuova" costruita alla metà del [[XVI secolo]].
;Chiesa di Santa Maria del Piano: È un'ex chiesa abbaziale, fuori dal centro storico lungo la strada per Macerata, che conserva all'interno antiche vestigia delle sue origini.
 
;Ex Chiesa e Convento di San Floriano:
=== Architetture civili ===
{{Vedi anche|Chiesa di San Floriano (Jesi)}}
È la chiesa più importante della città sotto il profilo storico e religioso. Infatti fin dal [[XII secolo]] fu dedicata al patrono della comunità jesina e qui si svolgevano le più importanti cerimonie pubbliche tra cui, il 4 maggio, la presentazione del Palio da parte dei [[Castelli di Jesi]] in segno di sottomissione alla città. Nel [[1439]] venne presa in consegna dai [[Frati Minori Conventuali]], provenienti dal convento di San Marco, che dal [[1478]], procedettero ad un rinnovamento interno del tempio medioevale che era a navata unica, orientato in direzione nord-sud, con ingresso sul cortile dell'attuale Palazzo Ghisleri. Negli stipiti della porta d'ingresso sono visibili alcune pietre intagliate in stile romanico della precedente chiesa medioevale. Fu allora che la planimetria venne modificata collocando l'ingresso verso la piazza, con la creazione di nuove cappelle che ben presto si arricchirono di monumenti sepolcrali e opere d'arte, tra cui la ''Deposizione'', la ''Annunciazione'' e la ''Pala di Santa Lucia'' di [[Lorenzo Lotto]], realizzate tra il [[1512]] e il [[1532]] e conservate nella Pinacoteca Civica assieme ai sarcofagi e ai bassorilievi che originariamente l'adornavano. L'aspetto attuale è frutto del rifacimento avviato nel [[1743]] nel corso del quale la chiesa e il convento subirono radicali trasformazioni ad opera dell'architetto [[Francesco Maria Ciaraffoni]] che ne progettò gli interni e lo scalone. Presenta un grande [[tiburio]] e una facciata mai completata. L'interno, a [[Chiese ellittiche|pianta centrale ellittica]], è tutto impostato sulla [[cupola]] a base ovale decorata di stucchi e affreschi con le ''Storie di san Francesco'' e le ''Virtù di San Floriano''<ref name="istitutomatteucci.it">{{Cita web|url=http://www.istitutomatteucci.it/dizionario-degli-artisti/mancini-luigi-il-sordo|titolo=Sito dell'Istituto Matteucci}}</ref>, eseguiti in stile tardo-barocco dal locale [[Luigi Mancini]] a partire dal [[1851]]. La chiesa, sconsacrata nel [[1860]], divenne prima sede della biblioteca civica, poi della pinacoteca comunale e, infine, è sede del [[teatro studio Valeria Moriconi]], dedicato all'[[Valeria Moriconi|attrice]] jesina.
 
;Chiesa di San Marco:
[[File:Jesi (2).JPG|thumb|Centro storico]]
{{Vedi anche|Chiesa di San Marco (Jesi)}}
[[File:Jesi, Mura.JPG|thumb|le [[Mura di Jesi|Mura]] quattrocentesche di [[Francesco di Giorgio Martini]].]]
[[File:Jesi, Mura,san Montirozzomarco 01.JPGjpg|thumb|[[MuraChiesa di San Marco (Jesi)|MuraChiesa di San Marco]], Montirozzo.]]
Sorge poco fuori dalla cerchia delle mura, fa parte di un complesso monastico di clausura. Venne eretta in stile [[Architettura gotica|Gotico]] nel [[XIII secolo]] e presenta una facciata tripartita aperta da un ricco rosone in cotto sormontante un portale marmoreo. L'interno è diviso in tre [[Navata|navate]] da pilastri ottagonali che reggono [[volte a crociera]]. Vi si conservano alcuni affreschi [[XIV secolo|trecenteschi]], superstiti del ciclo pittorico che originariamente decorava la maggior parte delle pareti della chiesa, che ritraggono il "Transito della Madonna", la "[[Santuario della Santa Casa#Madonna nera|Madonna di Loreto]]", la "Crocifissione" e l'"Annunciazione". Le pitture murali hanno dato luogo ad alcune difformità di attribuzione, ma i restauri hanno permesso di chiarire la matrice di [[scuola riminese]] degli affreschi ricondotti a Giovanni e [[Giuliano da Rimini]] e ad artisti di ambito fabrianese. Nel corso dei restauri effettuati nel XIX secolo ([[1854]]-[[1859]]) dall'architetto Angelo Angelucci e dai pittori Silvestro Valeri di Perugia e Marcello Sozzi di Roma, si è provveduto a completare la decorazione della volta e dei sottoarchi, oltre che degli arredi lignei.
[[File:Jesi, Palazzo della Signoria.JPG|thumb|[[Palazzo della Signoria (Jesi)|Palazzo della Signoria]].]]
[[File:Jesi, Palazzo della Signoria, Cortile del Sansovino.JPG|thumb|[[Palazzo della Signoria (Jesi)|Palazzo della Signoria]], Cortile del [[Andrea Sansovino|Sansovino]].]]
[[File:Jesi, Palazzo Balleani (1).JPG|thumb|Palazzo Balleani]]
[[File:Jesi, Palazzo Ripanti.JPG|thumb|Palazzo Ripanti]]
[[File:Jesi, Palazzo Marcelli.JPG|thumb|Palazzo Marcelli]]
[[File:Jesi, Palazzo Ricci.JPG|thumb|[[Palazzo Ricci (Jesi)|Palazzo Ricci]]]]
[[File:Jesi-teatropergolesi01.jpg|thumb|[[Teatro Pergolesi]].]]
 
;Chiesa dell'Adorazione:
;[[Mura di Jesi]]: La cinta fortificata, tra le meglio conservate dell'intera regione, racchiude il nucleo medievale della città, di compatta forma trapezoidale, per un perimetro di circa 1,5&nbsp;km. Vennero erette nel [[XIV secolo]] sul tracciato delle più antiche mura romane, rappresentando il simbolo della libertà Comunale. Nel [[XV secolo]] vennero quasi totalmente ricostruite (fa eccezione la parte detta del "Montirozzo") ad opera dei famosi architetti militari [[Baccio Pontelli]] e [[Francesco di Giorgio Martini]]. Sono costituite da alti muraglioni cortinati con beccatelli, rinforzati da [[torre|torrioni]] e aperte da sette porte (oggi ne restano aperte solo quattro). La conformazione delle mura varia in rapporto alla morfologia del terreno che presenta livelli di quota differenziati, dalla pianura (66&nbsp;m [[s.l.m.]]) alla collina (96&nbsp;m [[s.l.m.]]). Le mura della parte meridionale, racchiuse tra il Torrione Rotondo e il Torrione di Mezzogiorno (costruito nel [[1454]]), erano fiancheggiate da un fossato, oggi interrato, e si presentano "basse", caratterizzate da semplici cortine verticali con beccatelli e caditoie. Si fanno più alte e imponenti sul versante orientale, poste sui pendii, che hanno cortine rafforzate con scarpata per una maggior difesa contro le armi da fuoco. Sulla parte più alta, quella nord-occidentale, che si apriva sul prolungamento della città "nuova", la cosiddetta "Addizione di Terravecchia", sorgeva la Rocca Pontelliana, eretta su progetto di Baccio Pontelli, appunto, a partire dal [[1487]] e già demolita nel [[1527]], l'ultimo torrione (di fianco l'Arco del Magistrato) venne smantellato nel [[1890]].
{{Vedi anche|Chiesa dell'Adorazione}}
;[[Palazzo della Signoria (Jesi)|Palazzo della Signoria]]: Uno dei più imponenti palazzi pubblici delle Marche, fu costruito tra il [[1486]] e il [[1498]] dal celebre architetto [[Siena|senese]] [[Francesco di Giorgio Martini]].
[[File:Jesi, Piazza della Repubblica 04.jpg|thumb|250px|La [[Chiesa dell'Adorazione]] in [[Piazza della Repubblica (Jesi)|Piazza della Repubblica]].]]
;[[Palazzo Colocci]]: Antica residenza gentilizia dei marchesi Colocci, presenta una facciata lineare in laterizio e portale bugnato che dà accesso ad un ampio e scenografico scalone, sorretto da colonne, forse su disegno del Vanvitelli. Così come appare oggi, il palazzo è la risultante di una serie di interventi realizzati nei secoli XVI e XVII. La trasformazione settecentesca ha occultato la fisionomia rinascimentale dell'edificio, ricostruibile soltanto da qualche fonte d'archivio. Il piano nobile conserva bei soffitti a padiglione, notevole quello del salone delle feste decorato da affreschi illusionistici. Di antichissima origine, la famiglia Colocci discende dalla gens ''Actonia'' di stirpe longobarda, stanziatasi nella valle dell'Esino intorno all'anno Mille. Una delle figure di maggior spicco è quella di Angelo (1467-1549), colto umanista, raffinato uomo di poesia e di lettere, vescovo di [[diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino|Nocera]] e segretario apostolico presso la Curia romana. Antonio Colocci (1820-1907) fu fervente patriota, prese parte alle vicende risorgimentali e con l'avvento dell'Unità d'Italia entrò in Parlamento come deputato e poi come senatore. Sposò nel 1853 Enrichetta Vespucci, ultima discendente della casata del famoso navigatore fiorentino, dalla quale ne ereditò anche il titolo di duca. Il figlio Adriano (1855-1941) è stato l'ultimo esponente di rilievo della famiglia, uomo inquieto, dal temperamento romantico, viaggiatore instancabile, mosso da mille interessi. È stato deputato al Parlamento nel 1892. Nel palazzo hanno vissuto gli ultimi discendenti di [[Amerigo Vespucci]]. All'interno il Palazzo ospita la [[Casa Museo Marchese Adriano Colocci Vespucci]].
Sorge nella centrale [[Piazza della Repubblica (Jesi)|Piazza della Repubblica]]. Venne eretta nel 1585 per la ''Confraternità dei Poveri e della Morte''. Divenuta collegiata nel XVIII secolo, venne interamente rifatta in stile [[tardobarocco]]. Dal 1940 è consacrata all'[[Adorazione eucaristica|Adorazione eucaristica perpetua]]. All'interno sono conservate tele di [[Claudio Ridolfi]], [[Filippo Bellini]], e [[Domenico Luigi Valeri]].
 
;Chiesa di San Giovanni Battista:
;[[Piazza Federico II]]: È la storica piazza più importante della città. Tutta racchiusa da edifici nobiliari e dal Duomo. Sorge sul luogo del Foro romano, all'incrocio fra il [[Cardine (storia romana)|Cardo]] e il [[Decumano]] massimi. Sono state ritrovate anche le fondamenta degli edifici che la cingevano, come quelle del Teatro, delle Terme e della Cisterna. Dopo le devastazioni barbariche vi sorse la prima cattedrale cristiana di Jesi, forse sulle fondamenta di un precedente tempio pagano. Il giorno di S. Stefano del 1194, sotto un grande padiglione appositamente eretto, nacque l'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]]. Per ricordare san Floriano, in età comunale, tutte le genti e i cittadini dei Comuni sottomessi si riunivano ogni anno (il 4 maggio) in questa piazza per rendere omaggio alla città con i propri gonfaloni (detti Palli) e festeggiare il patrono. La festa si chiamò Palio di San Floriano. La conformazione odierna è quella assunta dal luogo durante il XVIII secolo. Chiude la piazza una caratteristica balaustra, realizzata nel 1758 dal bolognese Gaetano Stegani, architetto della Legazione di [[Urbino]]. La fontana&nbsp;– obelisco è opera di Raffaele Grilli e di Luigi Amici (artefice delle leonesse).
{{Vedi anche|Chiesa di San Giovanni Battista (Jesi)}}
;Palazzo Balleani: Sorge in Piazza Federico II, accanto al Duomo ed è un esempio di [[rococò]] locale, venne realizzato a partire dal [[1720]] su disegno dell'architetto romano [[Francesco Ferruzzi]]. Sull'elegante facciata, dagli spigoli arrotondati, è una caratteristica balconata [[rococò]] con ringhiera in ferro battuto sorretta da quattro possenti [[Telamone (architettura)|telamoni]], realizzata nel [[1723]] dal ravennate Giovanni Toschini. L'interno colpisce per la ricchezza delle sale con i soffitti dai leggerissimi e raffinati [[stucco|stucchi]] dorati, eseguiti da diversi artisti, tra cui i decoratori Giuseppe Confidati, Antonio Conti, Marco d'Ancona, Orazio Mattioli e il pittore Giovanni Lanci.
L'edificio risale al [[XIII secolo]], quando si iniziò ad urbanizzare quella parte di terreno, detta di Terravecchia, appena fuori dalla primitiva cerchia muraria. Ricostruita interamente dai frati Apostoliti alla fine del Cinquecento, nella seconda metà del Seicento venne ristrutturata e portata a nuova veste dai Padri Filippini, i primi e quasi gli unici ad introdurre il barocco nelle Marche. Presenta una sobria facciata, ma ha un interno con stucchi nella particolare coloritura bianco-oro. Vi si conservano varie opere d'arte, fra cui l'icona del “Sangue Giusto”, affresco del 1333 attribuito a [[Pietro da Rimini]].
;Palazzo Ripanti: Si estende per tutto il fronte meridionale di piazza Federico II e costituisce un complesso residenziale tra i più vasti della città. Il nucleo originale, risale al [[XV secolo]] e venne ampliato successivamente fino a congiungersi con l'attuale facciata che prospetta sulla piazza. Il palazzo passò nella seconda metà del [[XIX secolo]] alla Curia vescovile che lo ha adibito prima a Seminario diocesano e attualmente a sede del [[Museo diocesano (Jesi)|Museo diocesano]].
;[[Palazzo Ricci (Jesi)|Palazzo Ricci]]: Sorge sull'area della "Rocca pontelliana", con il prospetto posteriore che dà sulla Piazza della Repubblica e sul quale si eleva una facciata [[Neoclassicismo|neoclassica]], ricavata a seguito della demolizione del Torrione meridionale della Rocca. Fu voluto dal [[conte]] Vincenzo di Costantino Ricci che ne affidò l'esecuzione, nel [[1544]], a Guido di Giovanni da [[Bellinzona]] e Pierantonio di Baldassarre da Carena. I lavori vennero terminati nel [[1547]] dai costruttori jesini Guido di Giovanni e Giovanpietro di Beltrani. Il palazzo si caratterizza per la facciata a bugnato con pietre tagliate a forma di [[diamante]], sull'esempio del prestigioso [[Palazzo dei Diamanti]] di [[Ferrara]] e del più vicino Palazzo Mozzi di [[Macerata]], realizzato pochi anni prima, e al quale il Ricci si ispirò probabilmente per la sua residenza jesina. Completa l'edificio un porticato a sei [[Arco (architettura)|arcate]] che alleggerisce la struttura.
;Palazzo Honorati-Carotti: Di origine rinascimentale, è stato ristrutturato e ampliato più volte a partire dal [[1703]], dopo l'acquisto, da parte di [[Bernardino Honorati]] (1692-1716) del palazzo del Marchese Silvestri. Verso la metà del secolo, Giuseppe Honorati (1692-1769) affidò i lavori di sistemazione all'architetto romano [[Virginio Bracci]], supervisore per la Sacra Congregazione di San Luca. Il palazzo venne completato alla fine del [[XVIII secolo|Settecento]]. Il palazzo presenta una facciata neoclassica con mattoni a vista. Dal cortile interno si innalza un scalone d'onore, sorretto da pilastri e colonne finemente scanalate, che conduce alle ampie sale superiori dalle ricche decorazioni ora barocche, come la preziosa Galleria d'ingresso, ora rococò, nelle Gallerie del primo e secondo piano che danno sulle mura e nella saletta ovale, e infine decorate con pitture neoclassiche attribuibili al fabrianese Luigi Lanci, come la sala delle feste. Nel palazzo era conservata una pregevole collezione di dipinti e una ricca biblioteca di famiglia, avviata sotto Giuseppe Honorati e giunta al massimo del prestigio alla fine del Settecento con il vescovo Bernardino. Oggi il palazzo, di proprietà Comunale, è sede della [[Pretore (ordinamenti moderni)|pretura]].
;[[Palazzo Pianetti]]: "in Terravecchia" fu costruito alla metà del Settecento ed è un capolavoro del [[rococò]] italiano. La lunghissima facciata è aperta da cento finestre, mentre sul lato posteriore vi è un bellissimo [[Giardino#Il giardino all'italiana|giardino all'italiana]]. All'interno è ospitata la [[pinacoteca]], di grande rilievo sono alcune pitture di [[Lorenzo Lotto]]: ''Visitazione'' ([[1530]]), ''Annunciazione'', ''Madonna col Bambino e santi'', ''San Francesco che riceve le stimmate'' ([[1526]]), ''San Gabriele'', ''Annunciata'' ([[1526]]) e il suo capolavoro, la [[Pala d'altare|pala]] di ''[[Santa Lucia davanti al giudice]]'' ([[1532]]). Vi sono custodite, inoltre, epigrafi funerarie, terrecotte [[robbiane]], vasi da farmacia e ceramiche.
;Arco clementino: È un arco trionfale eretto nel [[1734]], su progetto dell'architetto Domenico Valeri, in onore di [[papa Clemente XII]] degli Orsini. Fu un gesto di omaggio verso il pontefice che si era reso benemerito per l'abolizione del dazio sul grano e la sistemazione della strada che collega [[Nocera Umbra]] con l'Adriatico e che venne chiamata, da allora, "Clementina" (l'attuale Statale 76). L'arco costituisce il punto focale del lungo asse prospettico e fortemente scenografico del Corso settecentesco oggi intitolato a Giacomo Matteotti.
 
;Chiesa di San Nicolò:
=== Teatri ===
{{Vedi anche|Chiesa di San Nicolò (Jesi)}}
;[[Teatro Pergolesi]]: Già della Concordia, venne costruito nel [[1790]], in un'area occupata da piccole botteghe in Piazza della Repubblica, allora "della Morte", ceduta dal Comune alla Società della Concordia nel 1790. Fu inaugurato nel [[1798]], in piena occupazione francese, con due opere del [[Domenico Cimarosa|Cimarosa]], ''La Capricciosa corretta'' e ''Il Principe Spazzacamino'', che vennero cantate dal [[soprano]] pesarese Anna Guidarini, madre di [[Gioachino Rossini]], in un teatro disertato dalla nobiltà jesina per paura di rappresaglie da parte dei giacobini. Nel [[1883]] il teatro cambiò nome, perdendo quello originale della Concordia e assumendo quello del musicista jesino [[Giovanni Battista Pergolesi]]; venne poi ceduto definitivamente dalla Società al Comune nel [[1933]].
[[File:Jesi, San Nicolò 03.jpg|thumb|250px|La romanico-gotica [[Chiesa di San Nicolò (Jesi)|Chiesa di San Nicolò]].]]
;[[Teatro studio Valeria Moriconi]]
È l'edificio più antico della città di Jesi, documentato fin dal XII secolo. Le originali forme romaniche vennero rimaneggiate nel XIV secolo con l'aggiunta di elementi gotici. L'interno, a tre navate absidate, presenta una prevalenza di volte a crociera costolonate sostenute da pilastri compositi; rimandano invece a forme romaniche le navate laterali introdotte da archi a tutto sesto. Degli affreschi realizzati nella prima metà del XVI secolo non rimangono in loco che poche, illeggibili, tracce. Da San Nicolò proviene tra l'altro l'affresco di [[Pietro da Rimini]] raffigurante “San Francesco” (1333), conservato alla [[Galleria nazionale delle Marche|Galleria Nazionale di Urbino]], e L{{'}}''Icona del Sangue Giusto'', conservata presso la [[Chiesa di San Giovanni Battista (Jesi)|chiesa di San Giovanni Battista]]. La decorazione esterna del complesso absidale presenta una successione di archetti pensili a goccia. Di estrema semplicità è la facciata a due spioventi al cui centro si apre un portale ad [[arco senese]] in marmo policromo e ghiera in laterizio a spina.
 
;Santuario della Madonna delle Grazie:
{{Vedi anche|Santuario della Madonna delle Grazie (Jesi)}}
Originaria del XV secolo ma con il [[campanile]] del [[XVII secolo]] e rifatta del XVIII secolo, custodisce all'interno l'immagine della ''Madonna della Misericordia'', affresco quattrocentesco attribuito ad [[Antonio da Fabriano]].
 
;Chiesa di San Pietro:
{{Vedi anche|Chiesa di San Pietro Apostolo (Jesi)}}
[[File:S. Pietro Apostolo.jpg|thumb|250px|Chiesa di San Pietro Apostolo]]
Di origini medioevali, ricostruita nel [[XVIII secolo]] ad opera dell'architetto [[Mattia Capponi]], con facciata coronata da due campaniletti.
 
; Ex Chiesa di Sant'Agostino
{{Vedi anche|Chiesa di Sant'Agostino (Jesi)}}
Sita vicino a [[Palazzo Colocci]], del quale ne era diventata la cappella palatina, venne eretta come Chiesa di San Luca nel XII secolo. Passata agli Agostiniani, venne totalmente ricostruita tra il XV e il XVI secolo in stie rinascimentale. Dal 1472 una cappella interna era officiata dai numerosi Lombardi trasferitisi a Jesi dal 1471.
 
;Ex orfanotrofio femminile:
Con l'annessa chiesetta, rappresenta un esempio di edilizia "illuminata" della seconda metà del [[XVIII secolo]], dell'architetto romano [[Virginio Bracci]].
 
;Chiesetta del Sacro Cuore:
Già parte del monastero delle [[Ordine di San Benedetto|Benedettine]] di Sant'Anna, a cui è dedicata, ha una pianta centrale del [[XVIII secolo]], ha il prospetto su corso Matteotti obliterato dal fronte dell'ex convento rifatto in forme di palazzo civile dalla famiglia dei Marchesi Mereghi nella seconda metà del [[XIX secolo]]. L'interno intatto a pianta ellittica ospita saltuariamente degli eventi socio-culturali
 
;Cappella di San Bernardo:
Già cappella del [[Palazzo Pianetti vecchio|Palazzo Pianetti "in Porta Valle"]], presenta un interno settecentesco di stile [[rococò]] ricco di stucchi tipicamente mitteleuropei, recuperata dopo essere stata adibita a deposito di carbone, ospita periodicamente esposizioni e manifestazioni culturali.
 
;Chiesa di Santa Maria del Piano:
È un'ex chiesa abbaziale, fuori dal centro storico lungo la strada per Macerata, che conserva all'interno antiche vestigia delle sue origini. Venne fondata in epoca [[Longobardi|longobarda]] fra il VII e l’VIII secolo d.C. con monaci dell'[[abbazia di Farfa]].
 
=== Architetture civili ===
==== Palazzi ====
{{vedi anche|Palazzi e ville di Jesi}}
[[File:Jesi, Palazzo della Signoria.JPG|thumb|left|[[Palazzo della Signoria (Jesi)|Palazzo della Signoria]].]]
[[File:Palazzo della Signoria - Jesi 16.jpg|thumb|[[Palazzo della Signoria (Jesi)|Palazzo della Signoria]], Cortile del [[Andrea Sansovino|Sansovino]].]]
 
;Palazzo della Signoria:
{{Vedi anche|Palazzo della Signoria (Jesi)}}
Uno dei più imponenti palazzi pubblici delle Marche, fu costruito tra il [[1486]] e il [[1498]] dall'architetto [[Siena|senese]] [[Francesco di Giorgio Martini]].
 
;Palazzo Colocci:
{{Vedi anche|Palazzo Colocci}}
Antica residenza gentilizia dei marchesi [[Colocci]], presenta una facciata lineare in laterizio e portale bugnato che dà accesso ad un ampio e scenografico scalone, sorretto da colonne, forse su disegno del [[Vanvitelli]]. Così come appare nel ventunesimo secolo, il palazzo è la risultante di una serie di interventi realizzati nei secoli XVI e XVII. La trasformazione settecentesca ha occultato la fisionomia rinascimentale dell'edificio, ricostruibile soltanto da qualche fonte d'archivio. Il piano nobile conserva i soffitti a padiglione, come quello del salone delle feste decorato da affreschi illusionistici. Di antichissima origine, la famiglia Colocci discende dalla gens ''Actonia'' di stirpe longobarda, stanziatasi nella valle dell'Esino intorno all'anno Mille. Nel palazzo hanno vissuto gli ultimi discendenti di [[Amerigo Vespucci]]. All'interno il palazzo ospita la [[Casa Museo Marchese Adriano Colocci Vespucci]].
 
;Palazzo Balleani:
[[File:Jesi, palazzo balleani 02 balcone con telamoni.jpg|thumb|[[Palazzo Balleani]].]]
{{Vedi anche|Palazzo Balleani}}
Sorge in piazza Federico II, accanto al duomo ed è un esempio di [[rococò]] locale, venne realizzato a partire dal [[1720]] su disegno dell'architetto romano [[Francesco Ferruzzi]]. Sulla facciata, dagli spigoli arrotondati, è una caratteristica balconata [[rococò]] con ringhiera in ferro battuto sorretta da quattro possenti [[Telamone (architettura)|telamoni]], realizzata nel [[1723]] dal ravennate Giovanni Toschini. L'interno colpisce per la ricchezza delle sale con i soffitti dai leggeri [[stucco|stucchi]] dorati, eseguiti da diversi artisti, tra cui i decoratori Giuseppe Confidati, Antonio Conti, Marco d'Ancona, Orazio Mattioli e il pittore Giovanni Lanci.
 
;Palazzo Ripanti:
{{Vedi anche|Palazzo Ripanti}}
[[File:Jesi, Piazza Federico II 04.jpg|thumb|[[Palazzo Ripanti]].]]
Si estende per tutto il fronte meridionale di piazza Federico II e costituisce un complesso residenziale tra i più vasti della città. Il nucleo originale, risale al [[XV secolo]] e venne ampliato successivamente fino a congiungersi con l'attuale facciata che prospetta sulla piazza. Il palazzo passò nella seconda metà del [[XIX secolo]] alla Curia vescovile che lo ha adibito prima a seminario diocesano e sede del [[Museo diocesano (Jesi)|Museo diocesano]].
 
;Palazzo Ricci:
{{Vedi anche|Palazzo Ricci (Jesi)}}
[[File:Jesi, Palazzo Ricci (2).jpg|thumb|[[Palazzo Ricci (Jesi)|Palazzo Ricci]]]]
Sorge sull'area della "Rocca pontelliana", con il prospetto posteriore che dà sulla [[Piazza della Repubblica (Jesi)|piazza della Repubblica]] e sul quale si eleva una facciata [[Neoclassicismo|neoclassica]], ricavata a seguito della demolizione del torrione meridionale della Rocca. Fu voluto dal [[conte]] Vincenzo di Costantino Ricci che ne affidò l'esecuzione, nel [[1544]], a Guido di Giovanni da [[Bellinzona]] e Pierantonio di Baldassarre da Carena. I lavori vennero terminati nel [[1547]] dai costruttori jesini Guido di Giovanni e Giovanpietro di Beltrani. Il palazzo si caratterizza per la facciata a bugnato con pietre tagliate a forma di [[diamante]], sull'esempio del [[palazzo dei Diamanti]] di [[Ferrara]] e del più vicino palazzo Mozzi di [[Macerata]], realizzato pochi anni prima, e al quale il Ricci si ispirò probabilmente per la sua residenza jesina. Completa l'edificio un porticato a sei [[Arco (architettura)|arcate]] che alleggerisce la struttura.
 
;Palazzo Comunale:
{{Vedi anche|Palazzo Comunale (Jesi)}}
Sorge sull'area della "Rocca pontelliana", di fianco a [[Palazzo Ricci (Jesi)|Palazzo Ricci]], con il prospetto posteriore che dà su [[Piazza della Repubblica (Jesi)|piazza della Repubblica]] presentando un fronte assai severo.
Di origini rinascimentali, venne ristrutturato dall'architetto Mattia Capponi. All'interno conserva la sala del sindaco con decorazioni a fresco neoclassiche, opere di [[Felice Giani]].
 
;Palazzo Honorati-Carotti:
{{Vedi anche|Palazzo Honorati-Carotti}}
[[File:Jesi, Palazzo Marcelli-Flori.jpg|thumb|Palazzo Marcelli]]
Di origine rinascimentale, è stato ristrutturato e ampliato più volte a partire dal [[1703]], dopo l'acquisto, da parte di [[Bernardino Honorati]] (1692-1716) del palazzo del marchese Silvestri. Verso la metà del secolo, Giuseppe Honorati (1692-1769) affidò i lavori di sistemazione all'architetto romano [[Virginio Bracci]], supervisore per la sacra congregazione di San Luca. Il palazzo venne completato alla fine del [[XVIII secolo|Settecento]]. Il palazzo presenta una facciata neoclassica con mattoni a vista. Dal cortile interno si innalza un scalone d'onore, sorretto da pilastri e colonne finemente scanalate, che conduce alle ampie sale superiori dalle ricche decorazioni ora barocche, come la galleria d'ingresso, ora rococò, nelle gallerie del primo e secondo piano che danno sulle mura e nella saletta ovale, e infine decorate con pitture neoclassiche attribuibili al fabrianese Luigi Lanci, come la sala delle feste. Nel palazzo era conservata una collezione di dipinti e una ricca biblioteca di famiglia, avviata sotto Giuseppe Honorati e giunta al massimo del prestigio alla fine del Settecento con il vescovo Bernardino. Il palazzo, di proprietà comunale, è stato sede della [[Pretore (ordinamenti moderni)|pretura]] e poi del tribunale di jesi fino alla sua chiusura. Ora vi è insediato il giudice di pace.
 
;Palazzo Pianetti "in Terravecchia":
{{Vedi anche|Palazzo Pianetti}}
Fu costruito alla metà del Settecento ed è un esempio di [[rococò]] italiano. La lunghissima facciata è aperta da cento finestre, mentre sul lato posteriore vi è un [[Giardino#Il giardino all'italiana|giardino all'italiana]]. All'interno è ospitata la [[pinacoteca]] con alcune pitture di [[Lorenzo Lotto]]: ''Visitazione'' ([[1530]]), ''Annunciazione'', ''Madonna col Bambino e santi'', ''San Francesco che riceve le stimmate'' ([[1526]]), ''San Gabriele'', ''Annunciata'' ([[1526]]) e il suo capolavoro, la [[Pala d'altare|pala]] di ''[[Santa Lucia davanti al giudice]]'' ([[1532]]). Vi sono custodite, inoltre, epigrafi funerarie, terrecotte [[robbiane]], [[vasi da farmacia]] e ceramiche.
 
==== Teatri ====
 
;Teatro Pergolesi:
{{Vedi anche|Teatro Pergolesi}}
[[File:Jesi-teatropergolesi01.jpg|thumb|Jesi, [[Teatro Pergolesi]].]]
Già della Concordia, venne costruito nel [[1790]], in un'area occupata da piccole botteghe in Piazza della Repubblica, allora "della Morte", ceduta dal Comune alla Società della Concordia nel 1790. Fu inaugurato nel [[1798]], in piena occupazione francese, con due opere del [[Domenico Cimarosa|Cimarosa]], ''La Capricciosa corretta'' e ''Il Principe Spazzacamino'', che vennero cantate dal [[soprano]] pesarese [[Anna Guidarini]], madre di [[Gioachino Rossini]], in un teatro disertato dalla nobiltà jesina per paura di rappresaglie da parte dei giacobini. Nel [[1883]] il teatro cambiò nome, perdendo quello originale della Concordia e assumendo quello del musicista jesino [[Giovanni Battista Pergolesi]]; venne poi ceduto definitivamente dalla Società al Comune nel [[1933]].
 
;Teatro studio Valeria Moriconi:
{{Vedi anche|Teatro studio Valeria Moriconi}}
Il teatro studio inaugurato nel maggio [[2002]] ha sede nei locali dell'ex-chiesa che fin dal [[XII secolo]] era dedicata a [[san Floriano]], compatrono della città. All'interno di essa vi si sono tenute le più importanti cerimonie pubbliche tra cui, il 4 maggio di ogni anno, la presentazione del Palio da parte dei [[Castelli di Jesi]] in segno di sottomissione alla città.
La chiesa fu sconsacrata dopo il [[1860]] e divenne sede della biblioteca e pinacoteca comunali. Le decorazioni tardo [[Barocco|barocche]] creano una sorta di [[scenografia]] permanente. La progettazione del nuovo allestimento per il teatro studio è stata affidata all'[[architetto]] [[Milano|milanese]] Italo Rota. Il 15 novembre [[2005]], il teatro studio è stato dedicato alla scomparsa attrice jesina [[Valeria Moriconi]] nel giorno del suo [[compleanno]].
 
=== Architetture militari ===
[[File:Jesi, Mura.JPG|thumb|left|Le [[Mura di Jesi|Mura]] quattrocentesche di [[Francesco di Giorgio Martini]].]]
[[File:Jesi, Mura, Montirozzo.JPG|thumb|[[Mura di Jesi|Mura]], Montirozzo.]]
[[File:Mura_di_Jesi_13.jpg|thumb|left|Porta Garibaldi.]]
[[File:Porta_Bersaglieri_(già_Porta_Nova_o_Marina),_Jesi_02.jpg|thumb|Porta Bersaglieri.]]
;Mura di Jesi:
{{Vedi anche|Mura di Jesi}}
 
La cinta fortificata, tra le meglio conservate dell'intera regione, racchiude il nucleo medievale della città, di compatta forma trapezoidale, per un perimetro di circa 1,5&nbsp;km. Vennero erette nel [[XIV secolo]] sul tracciato delle più antiche mura romane, rappresentando il simbolo della libertà comunale. Nel [[XV secolo]] vennero quasi totalmente ricostruite (fa eccezione la parte detta del "Montirozzo") ad opera degli architetti militari [[Baccio Pontelli]] e [[Francesco di Giorgio Martini]]. Sono costituite da alti muraglioni cortinati con beccatelli, rinforzati da [[torre|torrioni]] e aperte da sette porte: ne restano aperte solo quattro. La conformazione delle mura varia in rapporto alla morfologia del terreno che presenta livelli di quota differenziati, dalla pianura (66&nbsp;m [[s.l.m.]]) alla collina (96&nbsp;m [[s.l.m.]]). Le mura della parte meridionale, racchiuse tra il Torrione Rotondo e il Torrione di Mezzogiorno (costruito nel [[1454]]), erano fiancheggiate da un fossato, successivamente interrato, e si presentano "basse", caratterizzate da semplici cortine verticali con beccatelli e caditoie. Si fanno più alte e imponenti sul versante orientale, poste sui pendii, che hanno cortine rafforzate con scarpata per una maggior difesa contro le armi da fuoco. Sulla parte più alta, quella nord-occidentale, che si apriva sul prolungamento della città "nuova", la cosiddetta "Addizione di Terravecchia", sorgeva la Rocca Pontelliana, eretta su progetto di Baccio Pontelli, appunto, a partire dal [[1487]] e già demolita nel [[1527]], l'ultimo torrione (di fianco l'Arco del Magistrato) venne smantellato nel [[1890]].
 
;Porta Valle:
 
È una delle quattro porte jesine più importanti e maggiormente fortificate; nel 1600 venne ricostruita in posizione più avanzata, così come si presenta ai nostri giorni, per inglobare entro la cinta muraria la vicina sorgente d’acqua in modo da poterne disporre anche in caso di assedio. Era anche detta Porta Pesa, dalla pesa pubblica che si trovava poco distante.<ref>{{Cita web|url=https://www.qdmnotizie.it/jesi-trafugati-mattoni-dalle-mura-del-1200-a-porta-valle/|titolo=CRONACA Jesi Trafugati mattoni dalle mura del 1200 a Porta Valle|cognome=|nome=|sito=www.qdmnotizie.it|accesso=11 Marzo 2024}}</ref>
 
;Porta Bersaglieri:
 
La porta è stata realizzata nel XV secolo, attribuita a Baccio Pontelli, era una delle quattro più importanti e munite porte jesine. Anticamente era conosciuta come Porta Nuova o anche Porta Marina, assunse il nome attuale dopo l’Unità d’Italia. Da questa porta, infatti, entrarono a Jesi, il 15 settembre del 1860, i primi contingenti dell’[[esercito piemontese]] al comando del generale [[Efisio Cugia]] (più esattamente, i soldati del [[Reggimento "Lancieri di Milano" (7º)|Reggimento Lancieri di Milano]]) come ricorda la lapide posta al di sopra dell’arco, nella quale si legge: "Per questa porta / il 15 settembre 1860 / entrarono le truppe piemontesi / auspicando / la liberazione dal servaggio pontificio / e l’annessione / alla madre patria".
 
;Porta Garibaldi:
 
Anticamente chiamata Porta San Floriano, venne ricostruita nella seconda metà del 1400 in posizione più avanzata. Protetta dal torrione pentagonale, era una delle quattro maggiori porte della città e tra le più difese.
 
=== Vie e piazze ===
 
;Corso Matteotti:
{{Vedi anche|Corso Matteotti (Jesi)}}
È la via principale di Jesi, centro vitale e passeggiata cittadina ove si affacciano negozi e trovano sede studi privati. Aperta nell'area detta di Terravecchia a partire dalla fine del XVII secolo divenne il luogo d'attrazione della nobiltà locale dove impiantò le nuove, più spaziose, dimore adattate al gusto dell'epoca. Questa rettilinea prospettiva urbanistica in gran parte settecentesca inizia da piazza della Repubblica e termina con l'[[Arco Clementino (Jesi)|arco Clementino]].
 
;Piazza Federico II:
{{Vedi anche|Piazza Federico II}}
[[File:Jesi, Piazza Federico II 01.jpg|thumb|Jesi, Piazza Federico II, prima dello spostamento della fontana.]]
È la storica piazza più importante della città. Tutta racchiusa da edifici nobiliari e dal duomo. Sorge sul luogo del Foro romano, all'incrocio fra il [[Cardine (storia romana)|cardo]] e il [[decumano]] massimi. Sono state ritrovate anche le fondamenta degli edifici che la cingevano, come quelle del teatro, delle terme e della cisterna. Dopo le devastazioni barbariche vi sorse la prima cattedrale cristiana di Jesi, forse sulle fondamenta di un precedente tempio pagano. Il giorno di santo Stefano del 1194, sotto un grande padiglione appositamente eretto, nacque l'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]]. Per ricordare san Floriano, in età comunale, tutte le genti e i cittadini dei comuni sottomessi si riunivano ogni anno (il 4 maggio) in questa piazza per rendere omaggio alla città con i propri gonfaloni (detti palli) e festeggiare il patrono. La festa si chiamò palio di San Floriano. La conformazione odierna è quella assunta dal luogo durante il XVIII secolo. Chiude la piazza una caratteristica balaustra, realizzata nel 1758 dal bolognese Gaetano Stegani, architetto della legazione di [[Urbino]]. La fontana–obelisco è opera di Raffaele Grilli e di Luigi Amici (artefice delle leonesse).
 
;Piazza della Repubblica:
[[File:Jesi - piazza del Teatro - dipinto di A. Colocci del 1825.jpg|thumb|left|Jesi, piazza del Teatro ora piazza della Repubblica, dipinto di Adriano Colocci del [[1825]]]]
{{Vedi anche|Piazza della Repubblica (Jesi)}}
Questo spazio quadrangolare costituisce il centro vitale della città e vi si affacciano importanti edifici, il retro del palazzo comunale, la chiesa dell'Adorazione, palazzo Magagnini e il [[teatro Pergolesi]], la maggiore istituzione culturale di Jesi. L'arco del Magistrato, una volta affiancato dal torrione della scomparsa rocca Pontelliana, introduce al centro storico medioevo-rinascimentale. Venne sistemata urbanisticamente a partire dalla fine '600 quando si iniziò a costruire sull'area detta di Terravecchia. Dalla piazza inizia il centralissimo corso Matteotti.
 
;Piazza Colocci:
Si trova a metà di via Pergolesi, detta anche via degli orefici. Comunemente conosciuta come piazza della Signoria (già di S. Luca) è oggi dedicata all’ umanista jesino [[Angelo Colocci]] (1467-1549) il cui palazzo di famiglia si affaccia sulla piazza. La piazza ha avuto nei secoli passati un ruolo di primaria importanza quale spazio pubblico al servizio del potere civile del Libero Comune prima e, dal 1585 fino al 1860, del Governo Pontificio che avavano entrambi sede nel Palazzo della Signoria.<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.jesi.an.it/luoghi/Piazza-Colocci/|titolo=Piazza Colocci, - Jesi|cognome=|nome=|sito=www.comune.jesi.an.it|accesso=6 Marzo 2024}}</ref>
 
;Piazza Indipendenza e Piazza Spontini:
Le due piazze, contigue per posizione, possono essere considerate come un unico spazio. Vi si accede da piazza della Repubblica attraverso il passaggio dell'l'Arco del Magistrato. Al centro sono attraversate da Via Pergolesi comunemente conosciuta come via degli orefici. In piazza Spontini, due portici, rispettivamente di Palazzo Ricci e Palazzo Leopardi, affacciano sulla visuale dei colli jesini. Di qui, tramite una scalinata, si accede alla sottostante piazza delle Monighette. Il loggiato di Palazzo Leopardi nasconde l'accesso al chiostro di S. Agostino, segnato da un elegante portale rinascimentale. Al centro di piazza Indipendenza si erge il Monumento ai Caduti delle guerre d'indipendenza italiane (1884). Vi si affaccia inoltre l’attuale atrio d’ingresso al Palazzo del Comune.
 
;Piazza Pergolesi:
Sorge a metà di corso Matteotti, di fronte al [[Santuario della Madonna delle Grazie (Jesi)|santuario delle Grazie]]. Era un antico spazio pubblico di difese militari del Borgo di Terravecchia. La piazza attuale, definita nel XVIII secolo ha subito continue trasformazioni. Sul lato occidentale sorge la chiesa di San Nicolò e al centro il monumento a [[Giambattista Pergolesi]]. L'ultimo rifacimento della piazza risale al 2020.<ref>{{Cita web|url=https://www.archilovers.com/projects/273392/la-nuova-piazza-pergolesi.html#images|titolo=La nuova Piazza Pergolesi | Sardellini Marasca Architetti
Riqualificazione architettonica e urbanistica|cognome=|nome=|sito=www.archilovers.com|accesso=6 Marzo 2024}}</ref>
 
;Via Pergolesi:
La via corrisponde all'antico [[Cardine (storia romana)|cardo]] della città romana. In passato si chiamava via delle Botteghe degli Orefici e anche oggi è chiamata dagli Jesini via degli orefici per i numerosi negozi di oreficeria che vi si trovano.<ref>{{Cita web|url=https://www.qdmnotizie.it/jesi-via-pergolesi-impreziosita-dalla-targa-detta-via-degli-orefici/|titolo=CRONACAJesi Via Pergolesi impreziosita dalla targa “detta via degli Orefici”|cognome=|nome=|sito=www.qdmnotizie.it|accesso=8 Marzo 2024}}</ref> La fama dell’arte degli orafi jesini ha un'antica tradizione. Se ne ha notizia già nel sec. XIII, e il più grande orafo jesino [[Lucagnolo di Ciccolino]] (nato a Jesi alla fine del sec. XV) prese [[Benvenuto Cellini]] nella propria bottega a Roma.
 
=== Fontane e monumenti ===
;Arco Clementino:
{{Vedi anche|Arco Clementino (Jesi)}}
È un arco trionfale eretto nel [[1734]], su progetto dell'architetto Domenico Valeri, in onore di [[papa Clemente XII]] degli Orsini. Fu un gesto di omaggio verso il pontefice che si era reso benemerito per l'abolizione del dazio sul grano e la sistemazione della strada che collega [[Nocera Umbra]] con l'Adriatico e che venne chiamata, da allora, "Clementina" (l'attuale Statale 76). L'arco costituisce il punto focale del lungo asse prospettico e scenografico del [[Corso Matteotti (Jesi)|corso]] settecentesco intitolato a Giacomo Matteotti.
 
;Fontana Obelisco:
Al centro di piazza della Repubblica domina la ''Fontana Obelisco'', opera del 1844-45 dell'architetto jesino [[Raffaele Grilli]]; lo scultore [[Luigi Amici]] realizzò le sculture delle otto leonesse e dei quattro delfini. La fontana, concepita per la ''Piazza della Repubblica'', ove sorge il [[Teatro Pergolesi]], venne spostata nel 1949 in piazza Federico II. Nel 2021 grazie a un lascito testamentario dell'artista jesino [[Cassio Morosetti]] è stata ricollocata nella sede originaria.<ref>{{Cita web|url=https://www.centropagina.it/jesi/fontana-leoni-obelisco-scoperto-trasferimento-quasi-terminato/|titolo=Jesi, fontana dei Leoni: obelisco scoperto, trasferimento quasi terminato|cognome=|nome=|sito=centropagina.it/|accesso=8 marzo 2024}}</ref>
 
;Monumento a Federico II:
[[File:Museo_Federico_II_Stupor_Mundi_ingresso.jpg|thumb|Monumento a Federico II nel cortile di Palazzo Ghislieri nuovo.]]
È stato inaugurato nel dicembre del 1995. È stato ricollocato da settembre 2018 nel cortile di Palazzo Ghislieri nuovo, in piazza Federico II, all'ingresso del [[Museo Federico II Stupor Mundi]]. Alla realizzazione concorsero sia un comitato italo-germanico che la Fondazione Federico II di Hohenstaufen di Jesi. I bozzetti originali sono opera di [[Benedetto Robazza]] e [[Hermann Schwahn]]. Il monumento, in bronzo, è alto 4,10 metri e l’imperatore è raffigurato con la tunica e la stola caratteristiche tipiche dell'abbigliamento degli imperatori romani d’Oriente.<ref>{{Cita web|url=https://www.centropagina.it/jesi/jesi-federico-ii-e-nella-sua-piazza/|titolo=Jesi, Federico II svetta finalmente nella sua piazza (FOTO e VIDEO)|cognome=|nome=|sito=centropagina.it/|accesso=3 Marzo 2024}}</ref>
 
;Monumento a Giambattista Pergolesi:
[[File:Pergolesi_Denkmal_in_Jesi_(Marken)_2008.JPG|thumb|left|Monumento a Giambattista Pergolesi nel vecchio allestimento di piazza Pergolesi.]]
È stato realizzato in [[stile liberty]] nel 1910 su disegno del carrarese [[Alessandro Lazzerini (scultore)|Alessandro Lazzerini]]. È ubicato al centro di piazza [[Giambattista Pergolesi|Pergolesi]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/marche/notizie/2019/05/16/spostato-a-jesi-monumento-a-pergolesi_abdd70a8-1987-4fc6-8934-79453e4f29af.html|titolo=Spostato a Jesi monumento a Pergolesi
Trasferito con binari e basamento, applausi cittadini a tecnici|cognome=|nome=|sito=www.ansa.it|accesso=6 Marzo 2024}}</ref>
 
;Monumento ai Caduti delle Guerre d'Indipendenza:
Il Monumento, collocato al centro di Piazza Indipendenza, è stato realizzato dello scultore folignate Ottaviano Ottaviani in pietra [[travertino]]. Venne inaugurato nel 1884.<ref>{{Cita web|url=https://artbonus.gov.it/378-monumento-ai-caduti-delle-guerre-dindipendenza.html|titolo=Interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici
Monumento ai Caduti delle Guerre d'Indipendenza JESI|cognome=|nome=|sito=www.artbonus.gov.it/|accesso=8 Marzo 2024}}</ref>
 
;Monumento al Bersagliere:
Il monumento, realizzato da Giuseppe Campitelli nel 1985, all'interno del parco Orti Pace di Jesi, tra via Setificio e Via degli Spalti. Il monumento è costituito da volumi in pietra sormontati da una pietra scolpita con un elmo e una tromba tra una raggiera. Il monumento inneggia al valore dei bersaglieri e in particolar modo del sergente [[Giuseppe Riccardi]], morto da eroe durante la battaglia di Montegranale nel 1944.<ref>{{Cita web|url=https://www.pietredellamemoria.it/pietre/monumento-al-bersagliere-jesi/|titolo=8139 - Monumento al Bersagliere – Jesi|cognome=|nome=|sito=www.pietredellamemoria.it|accesso=8 Marzo 2024}}</ref>
 
;Monumento ai Caduti del mare:
L’opera, inaugurata nel 2001 è collocata in viale Martin Luther King e venne realizzata su iniziativa della locale sezione dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia. Il monumento è composto da una grossa ancora poggiata a terra alle cui spalle si trovano delle pietre: su una è poggiata una corona commemorativa, sull'altra è incisa una frase. È stato inaugurato nel 2001.<ref>{{Cita web|url=https://www.pietredellamemoria.it/pietre/monumento-ai-caduti-del-mare-jesi/|titolo=8176 - Monumento ai Caduti del mare – Jesi|cognome=|nome=|sito=www.pietredellamemoria.it|accesso=11 Marzo 2024}}</ref>
 
=== Siti archeologici ===
;Abbazia di San Savino (resti):
{{Vedi anche|Abbazia di San Savino di Jesi}}
Di epoca altomedioevale, a poca distanza dalla "nuova" costruita alla metà del [[XVI secolo]].
 
;Cisterna romana:
Situata in via Posterna, non lontana da quello che in epoca romana era il foro (piazza Federico II).<ref name="centropagina.it">{{Cita web|url=https://www.centropagina.it/jesi/aesis-jesi-archeologia-valorizzare-cisterna-romana-morosetti/|titolo=Aesis, la Jesi archeologica da valorizzare. Ma la Cisterna romana può attendere|cognome=|nome=|sito=centropagina.it/|accesso=23 febbraio 2024}}</ref>
 
;Teatro romano (resti):
Situati in via Roccabella e nei sotterranei di Palazzo Bisaccioni e degli edifici circostanti.<ref name="centropagina.it" />
 
;Area archeologica del Campo Boario:
Nell'area del Campo Boario, intorno agli anni ’70 del novecento, in occasione dei lavori per edificare la scuola Federico II, sono stati rinvenuti reperti archeologici. Le indagini permisero di riportare alla luce un’importante officina ceramica, attiva tra il III e la metà del II secolo a.C., in cui spicca la produzione di [[ceramica a vernice nera]], tipica dell’[[età repubblicana]].
 
Nei pressi dell’officina vengono ritrovati anche edifici a carattere residenziale: si ipotizza che facciano parte di un’unica domus di almeno 2.000 metri quadrati. È proprio all’ interno di questi edifici che sono stati scoperti due magnifici pavimenti realizzati in tessere di laterizio disposte a formare disegni geometrici e databili tra il II e il I secolo a.C..<ref>{{Cita web|url=https://www.qdmnotizie.it/jesi-salvate-i-mosaici-non-i-proclami-mussoliniani/|titolo=CRONACA JESI «Salvate i mosaici, non i proclami mussoliniani»|cognome=|nome=|sito=qdmnotizie.it|accesso=23 febbraio 2024}}</ref>
 
=== Aree naturali ===
 
; Riserva naturale regionale orientata di Ripa Bianca.
{{Vedi anche|Riserva naturale regionale orientata di Ripa Bianca}}
La riserva occupa una superficie di 318,50 ettari ed è stata istituita nel 2003.
 
; Giardini di viale Cavallotti.
 
; Parco del Vallato.
 
; Parco del Ventaglio.
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Jesi}}
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 4.022{{formatnum:4022}} persone. La nazionalità maggiormente rappresentata in base alla percentuale sul totale della popolazione residente è quella romena:
 
* [[Romania]] {{formatnum:973}} 2,39%
 
== Cultura ==
 
=== Istruzione ===
 
==== Biblioteche ====
*; [[Biblioteca Planettiana]].
{{Vedi anche|Biblioteca Planettiana}}
La biblioteca nasce nel 1859 dal lascito [[Testamento|testamentario]] del marchese Angelo [[Ghislieri (famiglia)|Ghislieri]] della propria libreria<ref name="ref_A">Loretta Mozzoni e Gloriano Paoletti: "Jesi, Città bella sopra un fiume". Ed. Comune di Jesi, Litograf snc, Jesi, 1994</ref>. Nel 1868 vennero aggiunte circa {{formatnum:6000}} opere provenienti da quattro biblioteche di ordini religiosi cittadini.
 
; Biblioteca diocesana Pier Matteo Petrucci.
=== Musei ===
La Biblioteca Diocesana "Card. Pier Matteo Petrucci"<ref>{{Cita web|url=http://anagrafe.iccu.sbn.it/opencms/opencms/ricerche/dettaglio.html?monocampo=&regione=MARCHE&provincia=&comune=&codice_isil=&ricerca_tipo=home&monocampo:tipo=AND&start=31|titolo=Sito ufficiale Anagrafe delle Biblioteche Italiane (ABI) – Risultati ricerca|cognome=|nome=|sito=anagrafe.iccu.sbn.it|accesso=5 luglio 2016}}</ref> fondata nel gennaio 1995, ha sede nel settecentesco [[Palazzo Ripanti|palazzo Ripanti Vecchio]] in piazza Federico II.
* [[Museo civico archeologico di Jesi e del territorio]]
* [[Museo diocesano (Jesi)]]
* [[Pinacoteca civica e galleria di arte contemporanea]]
* [[Studio per le arti della stampa]] (S.A.S.)
 
==== Scuole ====
== Persone legate a Jesi ==
Oltre alle istituzioni prescolastiche, scolastiche di [[Scuola secondaria di primo grado in Italia|primo grado]] e di [[Scuola secondaria di secondo grado in Italia|secondo grado]], a Jesi sono presenti numerose scuole e istituti professionali superiori. Nella città si trovano tre licei: un [[liceo classico]], uno [[Liceo scientifico|scientifico]] e uno [[Liceo artistico|artistico]].A questi si affiancano vari Istituti di istruzione superiore di carattere tecnico che comprendono: un [[Istituto tecnico per attività sociali|Istituto tecnico socio-psicopedagogico]], un [[istituto tecnico per geometri]], uno [[Istituto tecnico commerciale|commerciale]], un [[istituto tecnico industriale]] e un [[istituto professionale per l'industria e l'artigianato]]. Per la formazione in ambito artistico oltre al già citato liceo artistico esistono la Scuola musicale Pergolesi e l'ACCA Academy Accademia di comics, creatività ed arti visive. La Scuola musicale Pergolesi<ref>{{Cita web|url=https://www.scuolapergolesi.it/corsi/|titolo=CORSI|cognome=|nome=|sito= www.scuolapergolesi.it/|accesso=22 febbraio 2024}}</ref> dal 1976 offre corsi in ambito teatrale e di musica in collaborazione con il [[Conservatorio Gioachino Rossini|Conservatorio Rossini di Pesaro]]. Ha sede nel complesso di San Martino lungo corso Matteotti. L'ACCA Academy<ref>{{Cita web|url=https://www.acca.academy/sedi.html|titolo=ACCA A JESI|cognome=|nome=|sito=
* [[Federico II di Svevia]] ([[1194]]-[[1250]]), [[imperatore del Sacro Romano Impero]]
www.acca.academy|accesso=22 febbraio 2024}}</ref> dal 1999 propone corsi triennali o annuali legati al mondo delle arti Visive nel settore grafico e dei fumetti, ha sede in un'antica cartiera restaurata in quella che era la prima zona industriale della città.
* [[Crescenzio da Jesi]] ([[...]]-[[1263]]), Ministro generale dell'[[Ordine dei Frati minori]]
 
* [[Federico Conti]] (.. – probabilmente [[1477]]), tipografo
* Liceo classico Vittorio Emanuele II
* [[Giovanni Battista Pergolesi]] ([[1710]]-[[1736]]), [[compositore]], [[violinista]] e [[organista]]
* Liceo scientifico Leonardo da Vinci
* [[Giuseppe Balducci]] ([[1796]]-[[1845]]), [[compositore]]
* Liceo artistico Edgardo Mannucci (sede distaccata)
* [[Antonio Colocci]] ([[1821]]–[[1908]])
* Istituto di Istruzione Superiore “Marconi - Pieralisi”
* [[Giulio Marvardi]] ([[1832]]-[[1916]]), pittore e decoratore
* Istituto di Istruzione Superiore "P. Cuppari - S. Salvati"
* [[Giuseppe Radiciotti]] (Jesi [[1858]] - [[Tivoli]] [[1931]]), musicologo
* Istituto di Istruzione Superiore Galileo Galilei
* [[Gemma Perchi]] ([[1873]]-[[1957]]), operaia
 
* [[Rafael Sabatini]] ([[1875]]-[[1950]]), scrittore
==== Musei ====
* [[Sirio Solazzi]], ([[1875]]-[[1957]]), giurista
[[File:Veduta del Museo.jpg|thumb|left|Sezione romana del Museo archeologico]]
* [[Domenico Bornigia]] ([[1891]]), vescovo di [[Diocesi di Sansepolcro|Sansepolcro]] e padre conciliare al [[Concilio Vaticano II]]
[[File:Jesi, Palazzo Ripanti Nuovo 04.jpg|thumb|Museo diocesano di Jesi, il salone con le grandi tele di [[Domenico Luigi Valeri]].]]
* [[Betto Tesei]] ([[1898]]-[[1953]]), pittore
[[File:Jesi,_Palazzo_Colocci_04.jpg|thumb|left|Il Salone giallo, una delle sale del Museo Marchese Adriano Colocci-Vespucci.]]
* [[Orfeo Tamburi]] ([[1910]]-[[1994]]), pittore
[[File:Sala 12. La falconeria.jpg|thumb|Museo Federico II Stupor Mundi Sala 12. La falconeria.]]
* [[Ezio Triccoli]] ([[1915]]-[[1996]]), maestro di scherma
 
* [[Valeria Moriconi]] ([[1931]]-[[2005]]), attrice teatrale e cinematografica
;Museo civico archeologico di Jesi e del territorio:
* [[Virna Lisi]] ([[1936]]-[[2014]]), attrice cinematografica, teatrale e televisiva, vincitrice di una [[Palma d'oro]], sei [[Nastri d'argento]] e quattro [[David di Donatello (premio)|David di Donatello]]
 
* [[Angelo Tiraboschi]], [[Deputato#Italia|deputato]] per cinque legislature, dal 1976 al 1994, [[Sottosegretario_di_Stato#Italia|sottosegretario]] al [[Ministero del tesoro|Tesoro]] dal 1980 al 1983, esponente politico di spicco del [[Partito Socialista Italiano]] nazionale negli anni '80 e '90 del XX secolo
Le origini del [[Museo civico archeologico di Jesi e del territorio|museo civico archeologico]] risalgono al 1785 quando l'allora governatore di Jesi, consegnò al Comune delle sculture romane che aveva rinvenuto nel Complesso di San Floriano. Dal 1867 ai primi anni '90 del XX secolo la collezione fu collocata a [[Palazzo della Signoria (Jesi)|Palazzo della Signoria]]. Venne poi spostata a [[Palazzo Pianetti]] e successivamente nel complesso di San Floriano nel 2003. Nel dicembre del 2017 la collezione è definitivamente collocata nelle scuderie di Palazzo Pianetti.
* [[Paolo Fedeli]], docente di letteratura latina a Bari, è tra i più insigni studiosi della lingua latina in Italia.
 
* Armando Ginesi (1938), storico dell'arte e Console Onorario della Federazione Russa
;Museo diocesano di Jesi:
* [[Primo Greganti]] ([[1944]]), politico del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] - [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] coinvolto nelle vicende di [[Tangentopoli]], noto come il ''"Compagno G".''
 
* [[Giancarlo Alessandrini]] ([[1950]]), autore di fumetti
Il [[Museo diocesano (Jesi)|Museo diocesano di Jesi]] è situato nel centro storico della città presso palazzo Ripanti nuovo, nelle immediate vicinanze della Cattedrale. Raccoglie opere provenienti non solo da jesi ma anche da tutta la vallesina. È stato inaugurato il 13 novembre 1966.
* [[Giuseppe Cormio]] ([[1955]]), [[dirigente]] sportivo e [[giornalista]]
 
* [[Giancarlo Aquilanti]] ([[1959]]), [[compositore]] e [[direttore d'orchestra|direttore]]
;Pinacoteca civica e galleria di arte contemporanea:
* [[Laura Boldrini]] ([[1961]]), portavoce dell'[[Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati]] e [[Presidente della Camera dei deputati]] nel corso della [[XVII Legislatura della Repubblica Italiana|XVII legislatura]]<ref name="Messaggero">{{cita news|titolo=''Jesi abbraccia la sua Boldrini. E con Vezzali e Agostinelli è tris. Mai la città ha avuto così tanti rappresentanti istituzionali''|url=http://89.97.204.228/fparticolipdf/377094.pdf|data=27 febbraio 2013|pubblicazione=[[Il Messaggero]]}} URL consultato in data 24 marzo 2013.</ref><ref name="Vallesina">{{cita news|titolo=''Le 3 jesine elette alla Camera: Agostinelli, Boldrini e Vezzali''|url=http://www.vallesina.tv/cronaca/item/7144-le-3-jesine-elette-alla-camera-agostinelli,-boldrini-e-vezzali.html|data=18 marzo 2013|pubblicazione=vallesina.tv}} URL consultato in data 24 marzo 2013.</ref>
 
* [[Dionisio Cimarelli]] ([[1965]]), [[scultore]]
La [[Pinacoteca civica e galleria di arte contemporanea|pinacoteca civica]] è il maggiore museo della città di Jesi. Ha sede nel [[Palazzo Pianetti]] e rappresenta una delle più importanti collezioni pittoriche della regione, vantando una cospicua raccolta di opere di [[Lorenzo Lotto]].
* [[Giancarlo Falappa]] ([[1963]]), motociclista
 
* [[Stefano Cerioni]] ([[1964]]), schermidore
;Museo di Palazzo Bisaccioni:
* [[Roberto Mancini]] ([[1964]]), calciatore e allenatore
 
* [[Luca Marchegiani]] ([[1966]]), calciatore
Il [[Museo di Palazzo Bisaccioni]] è la sede espositiva delle collezioni d'arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. Ha sede nell'[[Palazzo Bisaccioni|omonimo palazzo]], sito nel cuore del centro storico della città.
* [[Mauro Bertarelli]] ([[1970]]), calciatore
 
* [[Giovanna Trillini]] ([[1970]]), schermitrice
;Museo Marchese Adriano Colocci-Vespucci:
* [[Daniele Caimmi]] ([[1972]]), maratoneta
 
* [[Valentina Vezzali]] ([[1974]]), schermitrice e [[deputato|deputata]] della XVII legislatura<ref name=Messaggero/><ref name=Vallesina/>
Il [[Palazzo Colocci]] è un'antica dimora nobiliare della città di Jesi. Sorge in piazza Angelo Colocci, all'angolo con via Pergolesi, l'antico [[cardo massimo]] dell'Aesis romana. All'interno vi è la [[Casa museo Adriano Colocci Vespucci]].
* [[Donatella Agostinelli]] ([[1974]]), deputata della XVII legislatura<ref name=Messaggero/><ref name=Vallesina/>
;Studio per le arti della stampa (S.A.S.):
* [[Federica Quaglieri]], attrice teatrale e cinematografica
 
* Alessandro Tesei (1980), regista
Il museo è allestito nel cinquecentesco [[Palazzo Pianetti vecchio]], già convento delle Clarisse. Jesi fu una delle prime città ad introdurre in [[Italia]] l'[[Tipografia|arte tipografica]]. Per documentare questa tradizione, prolungatasi fino al [[XX secolo]], è stato istituito lo [[Studio per le arti della stampa]] o '''S.A.S.''' che accoglie [[Torchio tipografico|torchi per la stampa]] di varie epoche e fogge, macchine per la [[litografia]], la [[calcografia]] e la [[Xilografia|xylografia]] e libri di pregio, dagli incunaboli agli esempi del 1800.
* [[Elisa Di Francisca]] ([[1982]]), schermitrice
 
* [[Laura Tangherlini]] ([[1982]]), [[giornalista]] di [[Rai News 24]]
;Museo Federico II Stupor Mundi:
* [[Claudia Pigliapoco]] (1983), schermitrice
 
* [[Alessandro Polita]] ([[1984]]), motociclista
Il [[Museo Federico II Stupor Mundi]] è uno spazio museale dedicato alla figura di [[Federico II di Svevia]]. È collocato all’ interno di palazzo Ghislieri, complesso sito nella piazza Federico II ove egli nacque.
* [[Alessia Polita]] ([[1985]]), motociclista
 
* [[Alice Bellagamba]] ([[1987]]), ballerina e attrice
=== Media ===
* [[Francesco Di Nicola]], cantante, performer di musical, vocal [[coach (sport)|coach]]
 
* [[Michele Scarponi]], ciclista noto per aver vinto l'edizione del giro d'Italia 2011
==== Stampa ====
* Marisa Canafoglia (1965), pattinatrice pluricampionessa mondiale
Due sono i giornali che pubblicano la cronaca cittadina:
* ''[[Corriere Adriatico]]'' (edito ad Ancona);
* ''[[Il Resto del Carlino]]''.
 
Inoltre vengono pubblicati in città il quindicinale ''Jesi e la sua valle''<ref>[https://www.jesielasuavalle.it/home/storia.asp Storia - Jesi e la sua valle]</ref>.e il settimanale ''Voce della vallesina''<ref>[https://www.vocedellavallesina.it/storia/ Storia - Voce della vallesina]</ref>.
 
==== Televisione ====
In città ha sede la stazione televisiva di carattere regionale [[Tv Centro Marche]].
 
== Economia ==
=== Servizi finanziariAgricoltura ===
==== Viticultura ====
{{vedi anche|Banca delle Marche}}
{{vedi anche|Verdicchio DOC e DOCG}}
La [[Banca delle Marche]] ''S.p.A.'', o brevemente ''Banca Marche'', fondata nel 1994 con sede legale ad [[Ancona]], dal 22 novembre 2015 in [[liquidazione coatta amministrativa]], è stato il principale [[Banca|ente creditizio]] della città e della [[Marche|regione]]. Dal giorno successivo è stata rifondata, come Good Bank, con la nuova denominazione di [[Nuova Banca delle Marche]] ''S.p.A.'', in breve ''Nuova Banca Marche'' con la "parte buona" della vecchia banca, che ha la sede sociale a [[Roma]] e, come in precedenza, la Direzione Generale in città.
Nel territorio comunale e nell'area della Vallesina viene coltivata la [[Vitis vinifera|vite]], principalmente la varietà [[verdicchio]], con cui viene prodotto il vino verdicchio dei castelli di Jesi<ref>[https://www.guida-vino.com/it/verdicchio-dei-castelli-di-jesi.html Scheda del vino Verdicchio dei Castelli di Jesi]</ref> nelle sue molteplici tipologie: [[Castelli di Jesi Verdicchio Riserva]], [[Castelli di Jesi Verdicchio Riserva#Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico|Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico]], [[Verdicchio dei Castelli di Jesi]], [[Verdicchio dei Castelli di Jesi spumante]], [[Verdicchio dei Castelli di Jesi passito]], [[Verdicchio dei Castelli di Jesi classico]], [[Verdicchio dei Castelli di Jesi classico superiore]].
 
=== Artigianato ===
Per quanto riguarda l'[[artigianato]], Jesi è rinomata per la lavorazione del [[rame]], finalizzata alla realizzazione di una vasta gamma di prodotti, che spazia dal vasellame alle anfore, oltreché per la lavorazione della [[pelletteria]].<ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=2 | p=12}}</ref>
=== Industria ===
{{...|economia}}
 
=== Terziario e servizi ===
{{...|economia}}
 
==== Servizi finanziari ====
{{vedi anche|Banca delle Marche}}
Risale al 27 maggio 1844 la nascita della [[Cassa di risparmio di Jesi]] istituita con [[Rescritto]] Pontificio.<ref>{{cita libro|url=http://www.fondazionecrj.it/wp-content/uploads/2016/10/STATUTO-DEFINITIVO-dopo-approvazione-MEF-21.07.2016.pdf|titolo=Statuto|anno=2016|accesso=13 agosto 2018|editore=Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi}}</ref> La cassa di risparmio poi inglobò le casse di risparmio più piccole della vallesina e continuò la sua crescita fino a contribuire alla nascita di Banca Marche. La sua eredità storica e morale è tramandata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi con sede a [[Palazzo Bisaccioni]] che era la sede della banca.
 
La [[Banca delle Marche]] ''S.p.A.'', o brevemente ''Banca Marche'', è stata fondata nel 1994 con sede legale ad [[Ancona]] ma con la direzione a jesi nel Centro direzionale Fontedamo specificatamente realizzato. Dal 22 novembre 2015 in [[liquidazione coatta amministrativa]], è stato il principale [[Banca|ente creditizio]] della città, della vallesina e della [[Marche|regione]]. Dal giorno successivo è stata rifondata con la nuova denominazione di [[Nuova Banca delle Marche]] ''S.p.A.''. Nel 2017 è stata fusa in [[UBI Banca|UBI Banca S.p.A.]].
 
Sempre in ambito bancario, la nascita della [[Banca Popolare di Ancona]] risale alla creazione della Banca Popolare Cooperativa di Jesi il 18 ottobre del 1891. Dopo l'aggregazione con altre banche popolari marchigiane nel 1984 assume la denominazione di Banca Popolare di Ancona con sede generale presso il Centro direzionale Esagono costruito appositamente e situato alle porte della città. Dall'aprile del 2007 la Banca Popolare di Ancona è entrata a far parte del [[UBI Banca|Gruppo UBI banca]].<ref>{{cita libro|url=https://piccolabibliotecajesina.it/archivio/Banca_Popolare_di_Ancona.pdf|titolo=Banca Popolare di Ancona |anno=2024|accesso=8 febbraio 2024|editore= “Conoscere Jesi”, G. Luconi – P. Cocola}}</ref> Viene poi fusa per incorporazione nel 2017 in UBI Banca S.p.A.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
[[File:GiuseppeCenni linea volo.jpg|miniatura|[[Giuseppe Cenni]] ([[Medaglia d'oro al valor militare|MOVM]]), comandante dei reparti da Tuffo a Jesi, con il suo Stuka sullo sfondo.]]
Jesi è servita dalla [[Strada statale 76 della Val d'Esino]] e da una [[Stazione di Jesi|stazione ferroviaria]] posta sulla linea [[Ferrovia Roma-Ancona|Roma-Ancona]]. Nel territorio comunale è stata realizzata la piattaforma logistica dell'[[Interporto di Jesi]], sistema di opere, impianti e infrastrutture stradali e ferroviarie dedicato alla [[logistica]] e al [[trasporto intermodale]].
 
=== Aeroporti ===
{{vedi anche|Aeroporto di Jesi}}
 
Fino agli anni 1960 Jesi fu sede di un aeroporto che nel 1941 fu base dei reparti da tuffo sugli Stuka 239ª Squadriglia A.T. durante l'[[invasione della Jugoslavia]].
 
== Amministrazione ==
Riga 246 ⟶ 492:
| Pacifico Carotti
| [[Partito d'Azione]]
| [[sindacoSindaco]] nominato dal [[Comitato di Liberazione Nazionale|CLN]]
|
}}{{ComuniAmminPrec
Riga 253 ⟶ 499:
| Pacifico Carotti
| [[Partito Repubblicano Italiano]]
|
| [[sindaco]]
|
}}
Riga 260 ⟶ 506:
| 24 febbraio [[1957]]
| Raimondo Turco
|
| [[commissarioCommissario prefettizio]]
|
}}
Riga 268 ⟶ 514:
| 31 luglio [[1958]]
| Eros Menna
|
| [[commissarioCommissario straordinarioprefettizio]]
|
}}
Riga 276 ⟶ 522:
| 2 febbraio [[1961]]
| Adriano Monarca
|
| [[commissarioCommissario straordinarioprefettizio]]
|
}}
Riga 285 ⟶ 531:
| Gaetano Conigli
| [[Partito Socialista Italiano]]
|
| [[sindaco]]
|
}}
Riga 293 ⟶ 539:
| Alberto Borioni
| [[Partito Socialista Italiano]]
|
| [[sindaco]]
|
}}
Riga 301 ⟶ 547:
| Sergio Bartolini
| [[Partito Socialista Italiano]]
|
| [[sindaco]]
|
}}
Riga 309 ⟶ 555:
| Alberto Borioni
| [[Partito Socialista Italiano]]
|
| [[sindaco]]
|
}}
Riga 317 ⟶ 563:
| Enrico Ciuffolotti
| [[Partito Repubblicano Italiano]]
|
| [[sindaco]]
|
}}
Riga 333 ⟶ 579:
| Vittorio Massaccesi
| [[Democrazia Cristiana]]
|
| [[sindaco]]
|
}}
Riga 339 ⟶ 585:
| 17 luglio [[1975]]
| 11 maggio [[1983]]
| [[Aroldo Cascia]]
| [[Partito Comunista Italiano]]
|
| [[sindaco]]
|
}}
Riga 349 ⟶ 595:
| Gabriele Fava
| [[Partito Comunista Italiano]]
|
| [[sindaco]]
|
}}
Riga 357 ⟶ 603:
| Ernesto Girolimini
| [[Partito Comunista Italiano]]
|
| [[sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
| 15 febbraio [[1994]]
| 1512 giugno [[1994]]
| Abramo Barillari
|
| [[Commissario prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
| 12 giugno [[1994]]
| 24 maggio [[1998]]
| Marco Polita
| [[Partito Democratico della Sinistra]]
|
| [[commissario straordinario]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
| 1624 giugnomaggio [[19941998]]
| 27 maggio [[2002]]
| Marco Polita
| [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] - [[Democratici di Sinistra|DS]]
|
| [[sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
| 2827 maggio [[2002]]
| 2028 maggio [[20122007]]
| Fabiano Belcecchi
| [[Democratici di Sinistra|DS]] - [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]
|
| [[sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
| 2128 maggio [[20122007]]
| 7 maggio [[2012]]
| ''in carica''
| Fabiano Belcecchi
| [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]
|
|
}}
{{ComuniAmminPrec
| 7 maggio [[2012]]
| 11 giugno [[2017]]
| Massimo Bacci
| [[Listalista civica]] Jesiamo - PattoxJesi
|
| [[sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
| 11 giugno [[2017]]
| 26 giugno [[2022]]
| Massimo Bacci
| [[lista civica]]
|
|
}}
{{ComuniAmminPrec
| 27 giugno [[2022]]
| ''in carica''
| Lorenzo Fiordelmondo
| [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]
|
|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
Jesi è gemellata con due città europee:
 
* {{Gemellaggio|Germania|Waiblingen|1996}}<ref name="Sito ufficiale del Comune di Jesi">[http://www.comune.jesi.an.it/opencms/export/jesiit/sito-JesiItaliano/MenuPrincipale/VivereInCitta/Turismo/CittaGemellate1/index.html Sito ufficiale del Comune di Jesi]</ref>
* {{Gemellaggio|Francia|Mayenne|2001|Mayenne (Mayenne)}}<ref name="Sito ufficiale del Comune di Jesi"/>
 
== Sport ==
{{C|Sezione ipertrofica ricca di informazioni non enciclopediche, scritta con linguaggio recentista contenente toni enfatici. Da ristrutturare completamente e ridimensionare come richiesto da [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato#Sport]].|Sport|giugno 2020}}
;Città Europea dello Sport 2014
La città di Jesi è stata ufficialmente proclamata ''Città europea dello Sport'' per l'anno [[2014]] dall'ACES (''Associazione delle Capitali Europee dello Sport''). Il riconoscimento è stato conferito il 6 novembre [[2013]] al sindaco Massimo Bacci a [[Bruxelles]], presso la sede del [[Parlamento europeo]].
* '''Scherma'''
La storia sportiva di Jesi è indissolubilmente legata al Club Scherma Jesi, in particolare nella disciplina del fioretto, che le permette di essere oggi la città più medagliata al mondo nella storia delle Olimpiadi con un palmarès che annovera ben 22 medaglie, di cui 14 d’oro, 2 d’argento e 6 di bronzo. Dal 1976 Jesi porta continuamente atleti alle Olimpiadi, dal 1984 uno o più atleti di Jesi salgono ininterrottamente sul podio più alto. La città è rappresentata dai [[Giochi olimpici|campioni olimpici]] [[Stefano Cerioni]], [[Giovanna Trillini]], [[Valentina Vezzali]] (diventata nel 2012 l'atleta italiana con il maggior numero di medaglie d'oro vinte alle Olimpiadi)<ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/giochiolimpici2012/news/2012/08/02/Valentina-6-oro-Atlanta-96_7284011.html ''Valentina: 6/o oro da Atlanta '96, più longeva di Lewis''], ansa.it, 2 agosto 2012. URL consultato in data 19 marzo 2013.</ref> ed [[Elisa Di Francisca]], tutti allievi del maestro [[Ezio Triccoli]] a cui è stato dedicato il locale palazzetto dello sport. Il Club, fondato nel 1947, è stato insignito del prestigioso [[Collare d'oro al merito sportivo|Collare d'Oro del CONI]] dal presidente [[Giovanni Malagò]] il 13 dicembre 2014<ref>[http://www.viverejesi.it/index.php?page=articolo&articolo_id=509692 Jesi: consegnato il collare d'oro al club scherma, Malagò: 'Grazie Jesi, sei come Maranello per la Ferrari' • Vivere Jesi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
===Città Europea dello Sport 2014===
* '''Calcio'''
La città di Jesi è stata proclamata [[Capitale europea dello sport|Città europea dello sport]] per l'anno [[2014]] dall'Associazione delle capitali europee dello sport. Il riconoscimento è stato conferito il 6 novembre [[2013]] al sindaco Massimo Bacci a [[Bruxelles]], presso la sede del [[Parlamento europeo]].<ref>{{Cita web|url=https://www.anconatoday.it/cronaca/jesi-domani-a-bruxelles-la-consegna-del-titolo-citta-europea-dello-sport-2014.html|titolo=Consegna del titolo città europea dello sport}}</ref>
La squadra principale della città è la [[Jesina Calcio]], che ha disputato anche un campionato di Serie C1 nella stagione [[Serie C1 1984-1985|1984-1985]] e diversi campionati della vecchia Serie C e C2. Diverse squadre (Aurora Jesi, Spes Jesi, Borgo Minonna, Largo Europa) rappresentanti alcuni quartieri della città in passato giocavano in [[Promozione (calcio)|Promozione]]. Nativo di Jesi sono l'ex attaccante e allenatore [[Roberto Mancini]], e l'ex portiere e telecronista sportivo [[Luca Marchegiani]]. Al momento in città solamente 5 squadre partecipano ai tornei FIGC della [[Campionato italiano di calcio#Piramide attuale|piramide calcistica italiana]], mentre altre 2 squadre disputano il campionato amatori e 4 sono nel torneo UISP. Ecco la situazione del calcio jesino per la stagione 2015/2016:
 
=== Impianti ===
# [[File:Rosso e Bianco.svg|20px]] [[Jesina Calcio|Jesina]] - [[Serie D]] (4º Livello)
* [[Stadio Pacifico Carotti]]
# [[File:600px BlauGrana.png|20px]] Borgo Minonna - [[Seconda Categoria]] (8º Livello)
* [[PalaTriccoli]]
# [[File:600px Rosa e Blu.png|20px]] Aurora Jesi - [[Terza Categoria]] (9º Livello)
* Polisportivo Cardinaletti
# [[File:600px Bianco e Rosso (Bordato).png|20px]] Junior Jesina - [[Terza Categoria]] (9º Livello)
* Palazzetto della Scherma "Lamberto Magini"
# [[File:600px Bianco e Verde.png|20px]] Spes Jesi - [[Terza Categoria]] (9º Livello)
* Campo da rugby
 
; Scherma
Non sono più in attività con la prima squadra questi le seguenti società: [[File:600px Giallo e Blu.png|20px]] Acli San Giuseppe Jesi, [[File:600px Bianco e Rosso.png|20px]] Aesina, [[File:600px Bianco e Verde (Strisce Orizzontali).png|20px]] Celtic Jesi, [[File:600px Rosso e Blu2.png|20px]] Duomo Jesi, [[File:600px Bianco e Rosso (Strisce).png|20px]] Folgore Jesi, [[File:600px Giallo e Nero.png|20px]] Largo Europa, [[File:600px Bianco e Blu.png|20px]] Libertas Jesi, [[File:600px Bianco e Verde.png|20px]] Mazzangrugno, [[File:600px BlauGrana.png|20px]] Real Borgo, [[File:600px Bianco e Verde.png|20px]] Virtus Jesi.
La storia sportiva di Jesi è legata al [[Club scherma Jesi]], in particolare nella disciplina del fioretto, che le permette di essere la città più medagliata al mondo nella storia delle Olimpiadi<ref>http://www.centropagina.it/attualita/jesi-in-progress-2/</ref> con un palmarès che annovera 23 medaglie, di cui 14 d'oro, 3 d'argento e 6 di bronzo. Da [[Giochi della XXI Olimpiade|Montreal 1976]] Jesi porta continuamente atleti alle Olimpiadi, da [[Giochi della XXIII Olimpiade|Los Angeles 1984]] a [[Giochi della XXXI Olimpiade|Rio 2016]] uno o più atleti di Jesi salgono ininterrottamente sul podio più alto. La città è rappresentata dai [[Giochi olimpici|campioni olimpici]] [[Stefano Cerioni]], [[Giovanna Trillini]], [[Valentina Vezzali]] (diventata nel 2012 l'atleta italiana con il maggior numero di medaglie d'oro vinte alle Olimpiadi)<ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/giochiolimpici2012/news/2012/08/02/Valentina-6-oro-Atlanta-96_7284011.html ''Valentina: 6/o oro da Atlanta '96, più longeva di Lewis''], ansa.it, 2 agosto 2012. URL consultato in data 19 marzo 2013.</ref> ed [[Elisa Di Francisca]], tutti allievi del maestro [[Ezio Triccoli]] a cui è stato dedicato il locale palazzetto dello sport. Il Club, fondato nel 1947, è stato insignito del [[Collare d'oro al merito sportivo|Collare d'oro del CONI]] dal presidente [[Giovanni Malagò]] il 13 dicembre 2014<ref>{{Cita web |url=http://www.viverejesi.it/index.php?page=articolo&articolo_id=509692 |titolo=Jesi: consegnato il collare d'oro al club scherma, Malagò: 'Grazie Jesi, sei come Maranello per la Ferrari' • Vivere Jesi<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=16 dicembre 2014 |dataarchivio=16 dicembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141216030209/http://www.viverejesi.it/index.php?page=articolo&articolo_id=509692 |urlmorto=sì }}</ref>.
 
; Calcio
'''Calcio Femminile'''
La squadra principale della città è la {{Calcio Jesina|N}}, che ha disputato anche un campionato di [[Lega Pro Prima Divisione|Serie C1]] nella stagione [[Serie C1 1984-1985|1984-1985]] e diversi campionati della vecchia Serie C e [[Lega Pro Seconda Divisione|C2]], attualmente milita in [[Eccellenza Marche]]. Numerose squadre minori, rappresentanti ognuna diversi quartieri e ceti della città (Aurora, Duomo, Folgore, Gherardi, Junior, Juventus, Largo Europa, Latini, Libertas, Mazzangrugno, Spes, Vigor Ras, Virtus<ref>https://www.vallesina.tv/sport/calcio-non-solo-jesina-la-storia-in-citta-conta-altri-dodici-club/</ref>) hanno preso parte ai campionati minori marchigiani.<ref>https://www.vallesina.tv/?p=14827&preview=true</ref>. Ecco la situazione del calcio jesino per la stagione 2025-26:
 
# {{Calcio Jesina|N}} – [[Eccellenza Marche]] (5º Livello) – Colori sociali: Bianco-Rosso – Fondata nel 1927
La [[Associazione Polisportiva Dilettantistica E.D.P. Jesina Femminile|EDP Jesina]], rappresentante il movimento calcistico femminile della città, è attualmente impegnata nel torneo di [[Serie B (calcio femminile)|Serie B]], categoria nella quale può vantare diverse stagioni di militanza. Ecco la situazione del calcio rosa jesino per la stagione 2015/2016:
# Borgo Minonna – [[Prima Categoria]] (7º Livello) – Colori sociali: Rosso-Blu – Fondato nel 1978
# Aurora Jesi – [[Seconda Categoria]] (8º Livello) – Colori sociali: Blu-Arancione – Fondata nel 1955
# Junior Jesina Libertas – [[Terza Categoria]] (9º Livello) – Colori sociali: Bianco-Rosso-Blu – Fondata nel 2006
# Largo Europa – [[Terza Categoria]] (9º Livello) – Colori sociali: Giallo-Nero – Fondato nel 1975
# Spes Jesi - [[Terza Categoria]] (9º Livello) – Colori sociali: Verde-Bianco – Fondata nel 1945
 
# [[File:600px Rosso e Bianco (Strisce Orizzontali).png|20px]]La [[Associazione Polisportiva Dilettantistica E.D.P. Jesina Femminile|EDP Jesina]], -rappresentante il movimento calcistico femminile della città, durante la sua storia è stata impegnata nel torneo di [[Serie BA (calcio femminile)|Serie BA]], (2ºcategoria Livello)nella quale ha militato per una stagione nel 2016-17. Ecco la situazione del calcio rosa jesino per la stagione 2025-26:
 
# [[Associazione Polisportiva Dilettantistica E.D.P. Jesina Femminile|Jesina Aurora]] – [[Serie C (calcio femminile)|Serie C]] (3º Livello)
* '''Calcio a 5'''
La [[A.S. Jesina Calcio a cinque|Jesina C5]] ha raggiunto in passato la promozione in Serie A nella stagione 1996-1997 disputando, in quanto vincitrice del proprio girone, i play-off scudetto. Alla sua [[Serie A 1997-1998 (calcio a 5)|prima stagione]] nel massimo livello è immediatamente retrocessa classificandosi al penultimo posto, ma è stata nuovamente promossa nella stagione seguente. Nel [[Serie A 1999-2000 (calcio a 5)|1999-00]] ottiene il suo miglior risultato ottenendo la salvezza. Nel [[Serie A 2000-2001 (calcio a 5)|2000-01]] giunge nuovamente penultima iniziando il declino che riporterà il club nei campionati regionali fino a scomparire nel 2007. Nel 1997 nasce una nuova società, l'Acli San Giuseppe C5, squadra dell'omonimo quartiere che nel 2009-2010 ottiene la promozione al campionato nazionale di Serie B vincendo la Coppa Italia Nazionale di Serie C, categoria che manterrà fino alla rinuncia avvenuta prima del 2012-2013. È presente anche il settore femminile con le ragazze della E.D.P. Jesina. Ecco la situazione del calcio a 5 jesino per la stagione 2015/2016:
 
; Calcio a 5
# [[File:600px Rosso e Bianco.png|20px]] [[Jesina Calcio a 5|Jesi C5]] - Serie C2 (5º Livello)
La [[A.S. Jesina Calcio a cinque|Jesina C5]] ha raggiunto in passato la promozione in Serie A nella stagione 1996-1997 disputando, in quanto vincitrice del proprio girone, i play-off scudetto. Nel 1997 nasce una nuova società, l'Acli San Giuseppe C5, squadra dell'omonimo quartiere che nel 2009-2010 ottiene la promozione al campionato nazionale di Serie B vincendo la Coppa Italia Nazionale di Serie C, categoria che manterrà fino alla rinuncia avvenuta prima del 2012-2013. Ecco la situazione del calcio a 5 jesino per la stagione 2025-26:
# [[File:600px Giallo e Blu.png|20px]] MMSA Giovane Aurora - Serie D (6º Livello)
 
# [[File:600pxJesina BiancoCalcio cona croce Rossa.png5|20pxJesi C5]] E.D.P. Jesina[[Serie -A2 Serie(calcio Ca Femminile5)|Serie A2]] (3º Livello)
# Vallesina C5 – Serie D (7º Livello)
 
*; '''Pallacanestro'''
Tra gli sport di vertice a Jesi c'è la [[pallacanestro]]. La squadra locale è stata l'[[Aurora Basket Jesi]], cheil attualmente milita nel campionato di [[Serie A2 (pallacanestro maschile)|Serie A2]]. Ilcui massimo risultato ottenuto dalla società jesina è statostata la promozione in serie A1 nel [[2004]], oltre che una vittoria nella Coppa Italia di Legadue nel 2008. DisputaDisputava le proprie gare al [[PalaTriccoli]]. DalNell'estate 2006del è2022 tornatala aisocietà proprinon colorisi socialiiscrive originari,e arancioblu,viene doporimpiazzata che,dalla perBasket motiviJesi diAcademy. sponsor,Nel per2024 diversiviene annilanciato avevaun adottatonuovo iprogetto, coloriche gialloverdi.incontra l'approvazione dei tifosi, Eccocon la situazionePallacanestro delJesi basketche jesinonel per2025 lasi stagioneiscrive 2015/2016:a un campionato nazionale.
Ecco la situazione del basket jesino per la stagione 2025-26:
 
# [[File:600px Arancione e Blu.png|20px]] [[Aurora Basket Jesi]] -Academy – [[Serie A2B (pallacanestro maschile)|Serie A2 EstB]] (23º Livello)
# [[File:600px Bianco e Blu3.png|20px]] Aesis 98Pallacanestro Jesi - [[Serie DB Interegionale (pallacanestro regionalemaschile)|Serie DB RegionaleInterregionale]] (54º Livello)
# [[File:600px Nero e Rosso.png|20px]] Taurus Jesi - [[Serie DC regionale(pallacanestro maschile)|Serie D RegionaleC]] (5º Livello)
# [[File:600pxAesis Bianco e Blu2.png|20px]] Virtus 8898 Jesi - [[SerieDivisione DRegionale regionale|Serie D Regionale2]] (57º Livello)
# [[File:600px Azzurro e Bianco.png|20px]] New Basket Jesi - [[Promozione (pallacanestro maschile)|Promozione Regionale]] (6º Livello)
# [[File:600px Bianco e Blu (Bordato).png|20px]] Titans Jesi - [[Promozione (pallacanestro maschile)|Promozione Regionale]] (6º Livello)
 
*; '''Pallavolo femminile'''
La [[Giannino Pieralisi Volley|Pieralisi Jesi]] ha disputato 9 tornei di Serie A1 disputando anche 2 finali scudetto ed è riuscita a vincere la [[Challenge Cup 2008-2009 (pallavolo femminile)|Challenge Cup di pallavolo femminile 2008-2009]] a livello europeo. La città ha inoltre ospitato la fase finale della [[CoppaCampionato del Mondomondiale per club diFIVB pallavolo1992 (femminile 1992)]]. Ecco la situazione del volley femminile jesino per la stagione 2015/20162025-26:
 
# [[File:600px Rosso e Blu2.png|20px]] [[Giannino Pieralisi Volley|Pieralisi Jesi]] - [[Serie C italiana diB1 (pallavolo femminile)|Serie CB1]] (53º Livello)
# [[File:600px Bianco e Blu2.png|20px]] Libertas Jesi - Prima Divisione (7º Livello)
[[File:Latte Tre Valli Jesi 1984-85.jpg|thumb|Il Volley Club Jesi allenato da [[Julio Velasco]] nella stagione 1984-85]]
 
Il Volley Club Jesi negli anni ottanta e nei primi anni novanta ha disputato diversi campionati di A2 sfiorando la promozione nel massimo campionato con in panchina il futuro tecnico della nazionale italiana [[Julio Velasco]]. Ecco la situazione del volley maschile jesino per la stagione 2025-26:
* '''Pallavolo maschile'''
Il Volley Club Jesi negli anni ottanta e nei primi anni novanta ha disputato diversi campionati di A2 sfiorando la promozione nel massimo campionato con in panchina il futuro tecnico della nazionale italiana [[Julio Velasco]]. Ecco la situazione del volley maschile jesino per la stagione 2015/2016:
 
# [[File:600pxVolley Azzurro e Blu.png|20px]] LibertasClub Jesi - [[Serie C italiana di (pallavolo maschile)|Serie C]] (54º Livello)
# [[File:600px Bianco e Blu2.png|20px]] Volley Club Jesi - [[Serie D italiana di pallavolo maschile|Serie D]] (6º Livello)
# [[File:600px Blu e Azzurro.png|20px]] Volley 2000 Jesi - [[Serie D italiana di pallavolo maschile|Serie D]] (6º Livello)
 
*; '''Rugby'''
InIl grande crescita, il [[Rugby Jesi 70]] ha raggiunto il suo punto più alto giocando nella [[Serie B (rugby a 15)|Serie B]]. La società dispone anche di un ampio serbatoio giovanile ed è riconosciuta come Centro di Formazione Federale. Ecco la situazione della palla ovale jesina per la stagione 2015/2016:
 
# [[File:600px Verde giada e Bianco (strisce orizzontali).svg|20px]] [[Rugby Jesi '70]] - [[Serie CB (rugby a 15)|Serie CB]] (43º Livello).
 
*; '''Pallanuoto'''
Per quanto riguarda la piscina, la città è stata rappresentata dal 1987 dalla Marche Nuoto Jesi che ha anche raggiunto il campionato di [[Serie B (pallanuoto maschile)|Serie B]]. La società ha chiuso i battenti al termine della stagione 2013/-2014 e nell'estate 2014 è stata fondata la Jesina Pallanuoto che ne raccoglie l'eredità sportiva. Nel 2017-18 vince il campionato di Serie C ed è ammessa per la prima volta nella sua storia in Serie B. Nessuna rappresentanza invece in campo femminile. Ecco la situazione della pallanuoto jesina per la stagione 2015/20162025-26:
 
#[[File:600px Granata.png|20px]] Jesina Pallanuoto - [[Serie C (pallanuoto maschile)|Serie C]] (4º Livello)
 
; Ciclismo
* '''Cricket'''
Jesi è stata sede di arrivo di tappa del [[Giro d'Italia]] nel [[1985]] e nel [[2022]].
Partecipa all'Italian Cricket League. Praticato per lo più dai residenti indiani e cingalesi e promosso dalla società sportiva antirazzista Ackapawa, disputa le sue gare interne presso il polisportivo Cardinaletti.
 
#[[File:600px Bianco e Rosso.png|20px]] Jesi Cricket Club - ICL Campionato Regionale Marche
 
* '''Bocce'''
La Bocciofila Jesina è tra le società dilettantistiche più rinomate della regione. L'impianto di gioco, sito in via Ugo La Malfa, è dotato di 5 piste a fondo sintetico coperte; nel novembre 2014 è stato intitolato alla memoria di Leonello Rocchetti, storico assessore allo sport della città. La gara più prestigiosa che si disputa nel bocciodromo è il Trofeo del Verdicchio che si disputa nel mese di maggio. Di seguito ecco le categorie e gli atleti che si sono laureati campioni d'Italia per la società:
 
* - 1978: Terna Categoria B: Enrico Capotondo, Bruno Rocchegiani, Gianfranco Santinelli
* - 1995: Individuale Categoria C: Giuliano Rocchegiani
* - 2001: Terna Categoria C: Sandro Coloccini, Amorino Mazzarini, Carlo Tittarelli
* - 2005: Terna Categoria D: Delvino Masé, Marco Roccetti, Cesare Tiranti
* - 2005: Società Categoria D: Cristian Conti, Diego Conti, Gregorio Gregori, Delvino Masé, Marco Roccetti, Cesare Tiranti. CT: Italo Amici
* - 2007: Individuale Categoria B Over 60: Mario Mencarelli
* - 2012: Società Categoria D: Federico Canestrari, Cristian Conti, Diego Conti, Franca Sampaolesi, Carlo Tittarelli, Cristiano Triccoli. CT: Italo Amici
* - 2013: Coppia Categoria D: Cristian Conti, Diego Conti
* '''Ciclismo'''
Jesi è stata sede di arrivo di tappa del [[Giro d'Italia]] nel [[1985]].
{| class="wikitable" style="font-size:95%;width:700px;"
|+ Tappe del Giro d'Italia con arrivo a Jesi
Riga 492 ⟶ 750:
!Maglia rosa
|-
| align="center" | [[Giro d'Italia 1985|1985]] || align="center" | 7ª || [[Cervia]] || align="center" | 185 || {{bandiera|ITA}} [[Orlando Maini]] || {{bandiera|ITA}} [[Roberto Visentini]]
|-
| align="center" | [[Giro d'Italia 2022|2022]] || align="center" | 10ª || [[Pescara]] || align="center" | 196 || {{bandiera|ERI}} [[Biniam Girmay]] || {{Bandiera|ESP}} [[Juan Pedro López]]
|}
Jesi è stata sede di partenza e di arrivo di tappa del [[Giro Rosa]] nel [[2014]]
{| class="wikitable" style="font-size:95%;width:700px;"
|+ Tappe del Giro Rosa con arrivo a Jesi
|-
!Anno
!Tappa
!Partenza
!km
!Vincitrice di tappa
!Maglia rosa
|-
| align="center" | [[Giro Rosa 2014|2014]] || align="center" |4ª || [[Alba Adriatica]] || align="center" | 118 || {{bandiera|NLD}} [[Marianne Vos]] || {{bandiera|NLD}} [[Marianne Vos]]
|-
|}
 
; Tennis
{| class="wikitable" style="font-size:95%;width:700px;"
|+ Tappe del Giro Rosa con partenza da Jesi
|-
!Anno
!Tappa
!Arrivo
!km
!Vincitrice di tappa
!Maglia rosa
|-
| align="center" | [[Giro Rosa 2014|2014]] || align="center" |5ª || [[Cesenatico]] || align="center" | 118 || {{bandiera|NLD}} [[Marianne Vos]] || {{bandiera|NLD}} [[Marianne Vos]]
|}
 
* '''Automobilismo'''
In città era presente un kartodromo indoor della lunghezza di 1 chilometro. Il pilota più famoso è Enrico Fulgenzi che al momento corre con il team Heaven Motorsport nel campionato Porsche Supercup, categoria che spesso fa da contorno alle gare della [[Formula 1|F1]]. Nel 2013 ha vinto la Porsche Carrera Cup Italia.
 
* '''Motociclismo'''
Alcuni centauri leoncelli si sono fatti valere in ambito nazionale e internazionale. Il pilota più famoso è senza dubbio [[Giancarlo Falappa]] capace di vincere ben 16 gran premi nel [[Campionato mondiale Superbike|Mondiale Superbike]] e che può vantare un 4º posto finale nel [[Campionato mondiale Superbike 1992|campionato 1992]]. Altro pilota di successo è [[Alessandro Polita]], campione della [[Superstock 1000 FIM Cup 2006|Superstock 1000 FIM nel 2006]] e della [[Campionato Italiano Velocità 2010|Superbike CIV nel 2010]], che conta 22 apparizioni del mondiale Superbike con un 12º posto come miglior risultato in gara ed un 24º posto come miglior risultato finale nella classifica del campionato. La sorella di Alessandro, Alessia, campionessa europea 2005 nella classe 600, ha invece dovuto appendere il casco al chiodo dopo essere rimasta paralizzata agli arti inferiori dopo un grave incidente avvenuto nel 2013 a [[Misano World Circuit Marco Simoncelli|Misano Adriatico]].
 
* '''Tennis'''
Sono presenti diversi campi da gioco presso il Circolo Cittadino e il Magic Tennis Academy, quest'ultimo è centro federale.
 
; Bocce
* '''Golf'''
La Bocciofila Jesina organizza gare nazionali e regionali e si è più volte laureata campione d'Italia di categoria nella specialità della raffa.
In città è situato un piccolo campo destinato al Golf, composto da 3 buche e con un Par di 10 colpi.
 
*; '''Pugilato'''
I ragazzi della Pugilistica Jesina partecipano alle gare regionali e nazionali e si allenano presso la palestra del PalaTriccoli.
 
*; '''Arti Marziali'''marziali
Non mancano in città diverse associazioni sportive che si occupano di arti marziali. Sono di fatto presenti tutte le specialità grazie al Karate Team, al Judo Samurai ed alla polisportiva Libertas che include tra i suoi programmi anche la disciplina del Taekwondo.
 
*; '''Atletica'''
Il campo polisportivo Cardinaletti è dotato di una pista di atletica in tartan con 6 corsie e di tutti gli altri strumenti necessari per svolgere tutte le attività di atletica leggera. Qui si svolgono gli allenamenti degli sportivi dell'Atletica Jesi. Lo jesino [[Daniele Caimmi]] ha partecipato alla maratona alle [[Giochi della XXVIII Olimpiade|Olimpiadi di Atene 2004]].
 
*; '''Pattinaggio e Ginnasticaginnastica Artistica'''artistica
Presso il polisportivo Cardinaletti sono presenti una pista anulare per pattinaggio corsa {{TA|400&nbsp;m x× 7&nbsp; m}}, omologata per gare nazionali e internazionali ed una pista di pattinaggio piana {{ta|50&nbsp;m x× 25&nbsp;mt. La jesina Marisa Canafoglia ha vinto ben 12 ori ai Campionati Mondiali di Pattinaggio Corsa. Diverse sono le associazioni sportive presenti: il Roller Marche, lo Skating Club Jesi e l'Acli Pattinaggio Jesim}}.
 
; Tiro a segno
* '''Biliardo'''
In città vi è un poligono per gli amanti del tiro a segno. La più antica associazione sportiva della città viene fondata il 10 febbraio 1884 ed inizia le attività il 30 settembre 1888. Nel 2014 dispone di 10 linee di tiro a 10 metri, 6 a 25 metri e 10 a 50 metri. In Italia si posiziona tra le prime quindici Sezioni.
Nei campionati regionali della specialità boccette partecipa la squadra del Circolo Cittadino.
 
* '''Tiro a segno'''
In città vi è un poligono per gli amanti del tiro a segno. La più antica associazione sportiva della città viene fondata il 10 febbraio 1884 ed inizia le attività il 30 settembre 1888. Nel 2014 dispone di 10 linee di tiro a 10 metri, 6 a 25 metri e 10 a 50 metri. In Italia si posiziona tra le prime quindici Sezioni. Il 29 dicembre 2014 ha presentato al palazzo dei convegni il libro dei 130 anmi.
 
* '''Arbitri di calcio'''
L'AIA Jesi è composta da 127 arbitri e 11 osservatori. L'attuale presidente è Riccardo Piccioni. La sezione svolge corsi di formazione per nuovi arbitri nei mesi di dicembre e marzo. Punta di diamante dei fischietti jesini è Alessandro Marinelli, assistente arbitrale per la CAN A e B.
 
'''Impianti'''
* [[Stadio Pacifico Carotti]] - 5.000 posti circa
* [[PalaTriccoli]] - 4.000 posti circa
* Polisportivo Cardinaletti - 1000 posti circa
* Palazzetto della Scherma 'Lamberto Magini' - 200 posti circa
* Campo da Rugby - 400 posti
* Bocciodromo comunale Leonello Rocchetti - 400 posti
* Palestra Carbonari
* Palestra San Sebastiano 'Primo Novelli'
* Palestra Giannino Pieralisi - 100 posti circa
* Palestra Stefano Filonzi - 250 posti circa
* Campo di Calcio 'Mosconi'
* Campo di Calcio Boario 'Paolo Pirani'
* Campo di Calcio 'Giordano Petraccini'
* Campo di Calcio 'San Sebastiano'
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
{{C|Ridondanza di fonti da parte di uno stesso autore: verificare il rispetto delle [[Aiuto:Bibliografia|linee guida sulla bibliografia]]. Vedasi discussione.|Marche|maggio 2021}}
* Baldassini Girolamo. [http://books.google.com/books?id=BGcOAAAAQAAJ&dq=Memorie+istoriche+dell'antichissima+e+regia+citt%C3%A0+di+Jesi&hl=it&source=gbs_navlinks_s ''Memorie istoriche dell'antichissima e regia città di Jesi'']. Bonelli, 1765.
* AnnibaldiTommaso Cesare.Baldassini, ''GuidaNotizie historiche della regia città di Jesi'', Jesi, 19021703.
* {{Google books|BGcOAAAAQAAJ|autore=Girolamo Baldassini|titolo=Memorie Tommaso.istoriche dell''Notizieantichissima historiche dellae regia città di Jesi'', Jesi, 1703.|editore=Bonelli|anno=1765}}
* Cesare Annibaldi, ''Guida della città di Jesi'', Jesi, 1902.
* Molinelli Raffaele. ''Un'oligarchia locale nell'età moderna'', Urbino, 1976
* Raffaele Molinelli, ''Una città delle Marche dopo il 1860'', Jesi, Edizioni della Civica Biblioteca 1951, Urbino, Argalìa 1971.
* Mariano Fabio. ''Jesi città e architettura. Forme e tipologie dalle origini all'Ottocento'', Cassa di Risparmio di Jesi, Ed. Silvana Editoriale, Milano 1993. ISBN 88-366-0434-X
* Raffaele Molinelli, ''Un'oligarchia locale nell'età moderna'', Urbino, 1976.
* Mariano Fabio. ''Francesco di Giorgio e il Palazzo della Signoria di Jesi'' (con cartella di rilievi), (presentazione di Corrado Maltese), Ed. Cassa di Risparmio di Jesi. 1986 (con M. Agostinelli). Vincitore del Premio Internazionale Salimbeni per la Storia e la Critica d'Arte Ed. 1987 (presieduto da Federico Zeri).
* Fabio Mariano, ''Francesco di Giorgio e il Palazzo della Signoria di Jesi'' (con cartella di rilievi), (presentazione di Corrado Maltese), Ed. Cassa di Risparmio di Jesi, 1986 (con M. Agostinelli). Vincitore del Premio Internazionale Salimbeni per la Storia e la Critica d'Arte Ed. 1987 (presieduto da [[Federico Zeri]]).
* Mariano Fabio. ''Palazzo Colocci a Jesi, equilibrio di spazi'', in "Il Corriere Adriatico", 13 maggio 1989, Ancona.
* Fabio Mariano, ''Jesi città e architettura. Forme e tipologie dalle origini all'Ottocento'', Cassa di Risparmio di Jesi, Milano, Silvana Editoriale, ISBN 88-366-0434-X.
* Mariano Fabio. ''Il sistema delle piazze storiche e l'arredo urbano'', in: "Biblioteca Aperta", Ed. Comune di Jesi, n.1, febbraio 1990.
* Mariano Fabio. Mariano, ''Il Palazzosistema delladelle Signoriapiazze di Jesistoriche e il'arredo suoi restauriurbano'', in: "Biblioteca Aperta", n.2/III, Ed. Comune di Jesi, 1991n.1, febbraio 1990.
* Mariano Fabio. Mariano, ''Jesi.Il Palazzo della Signoria'', indi F.Mariano,Jesi ''L'Architetturae nellei Marche. Dall'Età Classica alsuoi Libertyrestauri'', (presentazioni di Carlo Bo ein: Pietro"Biblioteca Zampetti)Aperta", Nardini Editoren.2/III, Fiesole 1995Ed. pp.&nbsp;262–265.Comune ISBNdi Jesi, 88-404-1118-61991.
* Loretta Mozzoni e Gloriano Paoletti, "Jesi, Città bella sopra un fiume", Ed. Comune di Jesi, Litograf snc, Jesi, 1994.
* Mariano Fabio. ''I teatri di Jesi'', in F.Mariano, ''Il Teatro nelle Marche. Architettura, Scenografia e Spettacolo'', (presentazione di A.M. Matteucci), Banca delle Marche, Ed. Nardini, Fiesole 1997.
* Mariano Fabio. Mariano, ''Jesi,. ChiesaPalazzo di S. Giovannidella BattistaSignoria'', in: F. Mariano, ''Le Chiese FilippineL'Architettura nelle Marche. ArteDall'Età eClassica Architetturaal Liberty'', Nardini(presentazioni Editoredi Carlo Bo e Pietro Zampetti), Fiesole, (FI)Nardini,1996 1995. pp.&nbsp;262–265. ISBN 88-404-11271118-5. Vincitore del Premio Nazionale di Cultura Frontino-Montefeltro 1997 (XVI Edizione), presieduto da Carlo Bo6.
* Fabio Mariano. ''I teatri di Jesi'', in F.Mariano, ''Il Teatro nelle Marche. Architettura, Scenografia e Spettacolo'', (presentazione di A. M. Matteucci), Banca delle Marche, Ed. Nardini, Fiesole 1997
* Mariano Fabio. ''Alcune note e documenti sull'architettura a Jesi nel XVIII secolo'', in: Aa. Vv., ''Architettura Neoclassica nelle Marche'', (a cura di R. Rossini), Atti del Convegno di Corinaldo, ottobre 1988, in “Proposte e Ricerche”, n.26, I/1991, Ancona 1991, pp.&nbsp;204–224.
* Fabio Mariano, ''Alcune note e documenti sull'architettura a Jesi nel XVIII secolo'', in ''Architettura Neoclassica nelle Marche'', (a cura di R. Rossini), Atti del Convegno di Corinaldo, ottobre 1988, in ''Proposte e Ricerche'', n. 26, I/1991, Ancona 1991, pp.&nbsp;204–224.
* Mariano Fabio. ''Il Palazzo della Signoria a Jesi. Tra storia e restauri'', in " I Beni Culturali, tutela e valorizzazione", n.3, a. X, maggio-giugno, Viterbo 2002. ISSN 1122-2948.
* [[Adriana Argalia]], ''Jesi'', presentazione di Italo Zannier e [[Mario Giacomelli]], Motta editore, 1998.
* Mariano Fabio. ''I Bonazza e i Marinali, una famiglia di scultori veneti nelle Marche del primo Settecento'', in Aa. Vv., ''Scultura in villa, nella terraferma Veneta, nelle terre dei Gonzaga, nella Marca Anconitana'', Arsenale Editrice, Venezia 2004. ISBN 88-7169-030-3.
* Fabio Mariano, ''Il Palazzo della Signoria a Jesi. Tra storia e restauri'', in "I Beni Culturali, tutela e valorizzazione", n.3, a. X, 2 maggio-giugno, Viterbo, 2002. ISSN 1122-2948.
* Mariano Fabio. ''Una Mappa della Bassa Valle dell'Esino'', in ''Collectio Thesauri. Dalle Marche tesori nascosti di un collezionismo illustre'' (a cura di M. Mei), vol. I, tomo I, Regione Marche, Edifir, Firenze 2005.
* Fabio Mariano, ''I Bonazza e i Marinali, una famiglia di scultori veneti nelle Marche del primo Settecento'', in Aa. Vv., ''Scultura in villa, nella terraferma Veneta, nelle terre dei Gonzaga, nella Marca Anconitana'', Venezia, Arsenale Editrice, 2004. ISBN 88-7169-030-3.
* Mariano Fabio. ''Francesco di Giorgio nel Palazzo della Signoria a Jesi alla luce dei documenti e dei recenti restauri'', in ''Contributi e ricerche su Francesco di Giorgio nell'Italia centrale'', (a cura di F. Colocci), Atti del Simposio di Studi (Urbino, Monastero di S. Chiara, 22 marzo 2003), Edizioni del Comune di Urbino, Urbania 2006.
* Fabio Mariano, ''Una Mappa della Bassa Valle dell'Esino'', in ''Collectio Thesauri. Dalle Marche tesori nascosti di un collezionismo illustre'' (a cura di M. Mei), vol. I, tomo I, Regione Marche, Firenze, Edifir, 2005.
* Raffaele Molinelli, ''Jesi città regia,'' Jesi, Quaderno 1 del Centro Studi "Ugo La Malfa", 2005.
* Raffaele Molinelli, ''Jesi: percorsi, uomini e istituzioni della sua storia'', a cura e con introduzione di Michele Millozzi, Urbino, Argalìa 2006., Argalìa, Urbino, 2006
 
== Voci correlate ==
* [[MuraCastelli di Jesi]]
* [[Palazzo Pianetti]]
* [[Palazzo della Signoria (Jesi)]]
* [[Chiesa di San Marco (Jesi)]]
* [[Chiesa di San Giovanni Battista (Jesi)]]
* [[Duomo di Jesi]]
* [[Aeroporto di Jesi]]
* [[Palio di San Floriano]]
* [[PalaTriccoli]]
* [[Tv Centro Marche]]
* [[Verdicchio dei Castelli di Jesi]]
* [[Riserva naturale regionale orientata di Ripa Bianca]]
* [[Diocesi di Jesi]]
* [[Dialetto jesino]]
* [[Stazione di Jesi]]
* ''[[Codex Æsinas]]''
* [[:Categoria:Nati a Jesi|Persone nate a Jesi]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.comune.jesi.an.it/opencms/export/jesiit/index.html|Comune di Jesi}}
* {{cita web|http://www.fondazionepergolesispontini.com|Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi}}
 
{{ProvinciaComuni della provincia di Ancona}}
{{Stati italiani dal 1156 al 1454}}
{{Città romane della Regio VI Umbria}}
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[[Categoria:Città romane delle Marche]]