Camillo Boito: differenze tra le versioni

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|Epoca = 1800
|Attività = architetto
|Attività2 = scrittorerestauratore
|Attività3 = teorico dell'architettura
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Camilloboito2Arch. Camillo Boito (1836-1914).jpg
}}
 
Fu una figura di spicco nel dibattito che animò il mondo artistico italiano all'indomani dell'[[unità d'Italia|unità nazionale]], incentrato sulla ricerca dello "stile nazionale", che avrebbe dovuto caratterizzare l'architettura, la pittura e la scultura dell'appena costituito Regno d'Italia. Fu anzi il primo ad innestare la questione dello "stile nazionale" e ne identificò le linee guida, nell'ambito dell'[[Eclettismo]] e del [[Neoclassicismo]], poi tenute presenti dagli artisti che operarono nel periodo, affermando che lo studio dei classici doveva essere il punto di arrivo e non quello di partenza nella ricerca artistica, volta a dare volto alle istanze della raggiunta unità nazionale.<ref name=mariano/>
 
Inoltre espresse i dettami del "restauro filologico", ancor oggi tenuti presenti nelle teorie del [[restauro]] attuale: riconoscibilità dell'intervento; rispetto per le aggiunte aventi valore artistico, che nel corso del tempo sono state apportate al manufatto; tutela dei segni dello scorrere del tempo. Se durante la formazione giovanile aderì al restauro stilistico e ricostruttivo, personificato da [[Eugène Viollet-le-Duc]], col tempo si avvicinò al "restauro filologico", al quale aderì persino il Ministro della Pubblica istruzione [[Giovanni Battista Cavalcaselle]]. Camillo Boito ha come suo allievo prediletto ed erede [[Enrico Zanoni]].
 
== Biografia ==
Figlio della contessa polacca Giuseppina Radolinska e dell'artista [[Silvestro Boito]] e fratello maggiore del famoso [[letterato]] e [[musicista]] [[Arrigo Boito]], Camillo studia a [[Padova]] e all'[[Accademia di Belle Arti di Venezia|Accademia]] di [[Venezia]], dove è allievo di [[Pietro Selvatico]] (1803-1880) e nel [[1856]] è nominato professore aggiunto di [[architettura]]. Dal [[1860]] al marzo [[1908]] insegna architettura all'[[Accademia di Belle Arti di Brera]] e, dal [[1865]], per 43 anni, è docente all'[[Politecnico di Milano|Istituto Tecnico Superiore di Milano]]. Si annovera inoltre tra i fondatori della Scuola Professionale d'Arte Muraria di Milano nel 1888.<ref>{{Cita web|url=https://www.bdl.servizirl.it/bdl/bookreader/index.html?path=fe&cdOggetto=14433#page/70/mode/2up|titolo=BDL BookReader|sito=www.bdl.servizirl.it|accesso=2023-01-03}}</ref> Nel [[1862]] si sposa con la cugina Celestina, dalla quale si separerà poco dopo. Nel [[1887]] si unisce in seconde nozze con la contessa Madonnina [[Malaspina]] dei marchesi di Portogruaro, che lo aveva soprannominato "Casamatta".
 
[[File:Casa di Riposoriposo perGiuseppe Musicisti a MilanoVerdi.jpg|thumb|left|[[Casa di riposo per musicisti "G. Verdi"|Casa di Riposo per Musicisti]] a [[Milano]]]]
La sua attività principale rimane l'architettura: tra i suoi progetti ricordiamo l'intervento nell'area medievale del [[Palazzo della Ragione]] di [[Padova]], con la progettazione del [[Palazzo delle Debite]]; la realizzazione di una scuola-modello; la sistemazione del convento antoniano a sede del Museo Civico; l'ampliamento del camposanto e gli interventi sulla [[basilica del Santo|basilica di Sant'Antonio]] a Padova, tra cui un controverso restauro dell'[[altare del Santo|altare]] di [[Donatello]]; il restauro della Pusterla di [[Porta Ticinese (medievale)|Porta Ticinese]] e il progetto per la [[Casa Verdi|Casa di riposo per Musicisti «[[Giuseppe Verdi»]]» a Milano; il progetto della facciata della [[chiesa di Santa Maria Assunta (Gallarate)|chiesa di Santa Maria Assunta]] e dell'ospedale di [[Gallarate]] in [[provincia di Varese]].
 
Partecipa al movimento letterario della [[Scapigliatura]], l'equivalente milanese della ''[[Bohème (movimento artistico)|Bohème]]'' parigina, debuttando con ''Storielle vane'' (Milano [[1876]]) e seguite nel [[1883]] da ''Senso. Nuove storielle vane'', (dalla novella ''[[Senso (novella)|Senso]]'' [[Luchino Visconti]] ha tratto la sceneggiatura per il suo famosissimo [[Senso (film)|omonimo film]], che però non ha nullapoco a che fare con la trama originale, tutt'altro che patriottica), il ''Maestro di Setticlaviosetticlavio'' del 1891 e comparso sulla rivista ''Nuova Antologia''. Sono presenti in questi racconti temi fantastici e macabri che risalgono ad [[E.T.A. Hoffmann]], [[Edgar Allan Poe]] ed [[Iginio Ugo Tarchetti]], ma essi invece di assumere caratteri ossessivi ede allucinati sono esorcizzati da tendenze raziocinanti ed estetizzanti. Inoltre scrisse ''Gite di un artista'' e ''Scultura e pittura d'oggi. Ricerche di Camillo Boito''. Fu recensore artistico di ben note riviste dell'epoca tra le quali: ''[[Lo Spettatore]]'', ''[[Il Crepuscolo (1850)|Il Crepuscolo]]'', ''[[Illustrazione Italiana]]'', il ''[[Il Politecnico (Cattaneo)|Politecnico]]'', la ''[[Nuova Antologia]]''.
Inoltre scrisse ''Gite di un artista'' e ''Scultura e pittura d'oggi. Ricerche di Camillo Boito''. Fu recensore artistico di ben note riviste dell'epoca tra le quali: ''[[Lo Spettatore]]'', ''[[Il Crepuscolo (1850)|Il Crepuscolo]]'', ''[[Illustrazione Italiana]]'', il ''[[Il Politecnico (Cattaneo)|Politecnico]]'', la ''[[Nuova Antologia]]''.
 
Costante della narrativa di Camillo Boito è infatti il tema della bellezza in tutte le sue forme, soprattutto quella femminile, ma anche quella musicale ede artistica. Lo stile limpido e rigoroso, lontano dagli eccessi e dalle sbavature di tanta prosa scapigliata tardo ottocentesca, rese le sue opere molto amate soprattutto dai lettori che si affacciavano per la prima volta alla letteratura: l'ultima opera da lui scritta fu ''Il maestro di [[setticlavio]]'', una raccolta di racconti pubblicata nel [[1891]].
 
Boito fu anche, dal 1898, il secondo direttore del [[Museo Poldi Pezzoli]].
 
==La ricerca dello "stile nazionale"==
== Restauro ==
Nel primo congresso degli architetti ed ingegneri del Regno, tenutosi a Milano, fece parte della ristretta commissione deputata a redigere l'ordine del giorno, in cui si auspicò la creazione dello "stile nazionale" e se ne dettarono le tre linee guida. Riassumendo, esse sono:
Boito diventerà anche un importante esponente del restauro a livello nazionale ed internazionale. Punti centrali della sua teoria, definita come «restauro filologico», sono sinteticamente:
#le ragioni organiche e dell'uso della costruzione devono avere la preminenza su ''maniere, norme e rapporti estetici'';
#lo stile deve essere comune a tutte le regioni italiane, ma con ''quelle modificazioni richieste dal clima, dai materiali da costruzione e dai costumi'';
#lo stile ''non possa essere nuovo di pianta, ma anzi, per avere indole compiutamente nazionale debba collegarsi ad una delle architetture italiane del passato, sciogliendone gli elementi da ogni norma di convenzione, acciocché il modo moderno si accomodi anche ai nuovi materiali e ai ritrovati della scienza''.<ref>{{Cita libro|titolo=Primo congresso degli ingegneri ed architetti italiani in Milano - atti|editore=Tipog. e Litog. degli ingegneri, 1873|p=88}}</ref>
 
Nel 1911 partecipò all'[[Esposizione internazionale di Torino]], tenutasi in occasione del [[cinquantenario dell'Unità d'Italia]], e lanciò un appello per la definizione di uno stile nazionale: "''Noi d'oggi siamo poliglotti, ma la lingua nostra, proprio nostra dell'arte, dov'è? Quale sarà l'impronta artistica che debba farci distinguere dalle altre epoche nella grande rassegna dei secoli?''".<ref name=mariano>{{Cita libro|autore=Fabio Mariano|titolo=L'età dell'Eclettismo|editore=Nerbini|anno=2004|isbn=978-88-886-2520-1}}</ref>
 
Dal 1880 fu membro della commissione reale istituita per valutare i progetti del concorso per il [[Vittoriano]] e per scegliere quello da realizzare; vinse quello di [[Giuseppe Sacconi]], che più si distingueva per la sua aderenza alle idee di Boito relative allo "stile nazionale"<ref>{{Cita libro|autore=Paolo Coen|nome=Paolo|wkautore=Paolo Coen|titolo=Il recupero del Rinascimento. Arte, politica e mercato nei primi decenni di Roma capitale (1870-1911)|url=https://www.silvanaeditoriale.it/libro/9788836645435|annooriginale=2020|editore=Cinisello Balsamo}}</ref>. Boito si inserisce inoltre nel dibattito incentrato sul luogo in cui costruire il monumento. La localizzazione scelta dalla commissione reale, ossia il [[Campidoglio]], dette adito ad aspre polemiche, dovute alle necessarie demolizioni dell'antico tessuto urbano. Egli esprime la sua approvazione per le demolizioni, esprimendosi così: ''..quando, tra venti o trent'anni [il Vittoriano] sarà finito, apparirà la più grande opera monumentale della Roma moderna''.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Maria Vitello|titolo=Roma, un ascensore per il Vittoriano|rivista=ΑΝΑΓΚΗ|numero=Nuova serie, gennaio 2009}}</ref>
 
[[Giuseppe Sacconi]], nel corso dei vent'anni della sua direzione dell'enorme cantiere del Vittoriano, tenne sempre presenti le istanze sullo "stile nazionale" espresse da Boito; data l'importanza simbolica del monumento e la sua localizzazione, il monumento sarebbe stato un modello da seguire nella progettazione architettonica nei decenni a seguire.<ref name=mariano/>
 
== Il restauro filologico==
[[File:Scuole elementari reggia carrarese padova.jpg|thumb|Le scuole elementari alla [[Reggia Carrarese]] di [[Padova]], foto del 1883]]
Boito diventerà anche un importante esponente del restauro a livello nazionale ede internazionale. Punti centrali della sua teoria, definita come «restauro filologico», sono sinteticamente:
* Il rifiuto del restauro stilistico - nella versione proposta da [[Viollet-Le-Duc]] - considerato come un inganno per i contemporanei, ma ancor più per i posteri ede una falsificazione del monumento, rendendo impossibile distinguere le parti originarie dalle successive modifiche.
* La necessità di rispettare e tutelare i valori artistici e storici del monumento. Boito asserisce inoltre l'importanza della conservazione dei segni lasciati dal trascorrere del tempo sulle superfici architettoniche, ovvero della patina, definita «splendido sudiciume del tempo».
* L'esistenza di una gerarchia fra i possibili interventi sui monumenti: "devono venire piuttosto consolidati che riparati, piuttosto riparati che restaurati".
* Quando le opere di restauro si rendono indispensabili per il mantenimento dell'edificio, allora queste devono essere fatte in modo che le aggiunte non possano essere confuse con le parti originarie. Le aggiunte dovranno essere quindi rese distinguibili mediante la riduzione ai soli volumi essenziali eliminando o stilizzando gli elementi decorativi, senza però stonare con il complesso dell'edificio.
 
Fu promotore, durante il IV Congresso degli ingegneri e architetti tenuto a [[Roma]] nel gennaio [[1883]], della I Carta Italiana del Restauro: in essa confluiranno gran parte delle sue posizioni. La Carta contribuirà a definire in maniera concreta una via italiana al [[Restaurorestauro]] che si porrà a metà strada tra le posizioni inglesi (the Anti-restoration Movement) e francesi (Restauro Stilistico).
 
Fu a capo spesso di 'Commissioni ispettive'<ref>{{Cita pubblicazione|autore=V. C. Galati|titolo=Restauri dei monumenti del "Romanico-normanno" pugliese tra Otto e Novecento. Il Duomo di Bitonto e il "Primo Rinascimento pugliese". Ettore Bernich...e la vicenda della decorazione policroma delle 'incavallature' del Duomo... Camillo Boito e la "Commissione ministeriale ispettiva"|rivista=Bollettino della Società di Studi Fiorentini|volume=2023|numero=32. pp.108-151}}</ref> e di controllo dell'operato di restauratori ed ispettori impegnati nei restauri di monumenti vincolati.
== Alcuni suoi principali restauri ==
 
* Chiesa dei Santi Maria e Donato a Murano, Venezia (1858, solo progetto);
== RestauroOpere ==
* [[Porta Ticinese (medievale)|Porta Ticinese]] a Milano (1861 - 1865);
 
* [[Altare di Sant'Antonio da Padova]] (1895);
* ospedale civico di Gallarate
* [[Palazzo Cavalli-Franchetti]] a Venezia (1878).
* palazzo delle Debite, Padova (1873-74);
* Museo civico, Padova (1879);
* scuole elementari alla Reggia Carrarese, Padova (1880).
* Scalone di palazzo Franchetti a Venezia (1882),
* scuole elementari di via Galvani in Milano (1888)
* Casa di riposo per musicisti "G. Verdi", Milano 1899
 
== Alcuni suoi= principali restauri ===
* Chiesa dei Santi Maria e Donato a Murano, Venezia (1858, solo progetto);
* [[Porta Ticinese (medievale)|Porta Ticinese]] a Milano (1861 - 1865);
* [[Altare di Sant'Antonio da Padova]] (1895);
* [[Palazzo Cavalli-Franchetti]] a Venezia (1878).
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita pubblicazione|titolo = Le onoranze all'Arch. Prof. Camillo Boito|autore = C. Formenti|wkautore=Carlo Formenti (architetto)|curatore = |rivista = L'Edilizia moderna|volume = |numero = Anno XVIII, fasc. IV|editore = |città = Milano|data = |anno = 1909|mese = aprile |p = |pp = |lingua = |ISSN = |doi = |PMID = |id = |cid = L'Edilizia moderna|url = https://archive.org/details/lediliziamoderna18unse/page/32?q=%22edilizia+moderna%22+cova+milano|formato = |accesso = |abstract = |urlarchivio = |dataarchivio = |urlmorto = }}
* {{Enciclopedia italiana
* {{Cita testo|autore=[[Giovanni Giachi]]|titolo=Camillo Boito|pubblicazione=Cronaca delle Belle Arti|editore=E. Calzone|città=Roma|data=luglio 1914|url=http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1463749633027_01_Camillo_Boito_49.pdf}}
|nome = BOITO, Camillo
* {{Enciclopedia italiana|nome = BOITO, Camillo|nomeurl = camillo-boito|autore = [[Gustavo Giovannoni]]|anno = 1930|pagine = |volume = 7|accesso = 16 luglio 2014|citazione = }}
|nomeurl = camillo-boito
* {{DBI|nome = BOITO, Camillo|nomeurl = camillo-boito|autore = Giuseppe Miano|anno = 1969|pagine = |volume = 11|accesso = 16 luglio 2014}}
|autore = [[Gustavo Giovannoni]]
* {{Cita libro |autore = |curatore = [[Alberto Grimoldi]] |titolo = Omaggio a Camillo Boito |città = Milano |editore = [[FrancoAngeli]] |anno = 1991 |isbn = 88-204-6706-2}}
|anno = 1930
* {{cita libro |autore =Guido Zucconi|titolo=L'invenzione del passato. Camillo Boito e l'architettura neomedievale 1855-1890|editore=Marsilio|città= Venezia|data= 1997}}
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}}
* {{DBI
|nome = BOITO, Camillo
|nomeurl = camillo-boito
|autore = Giuseppe Miano
|anno = 1969
|pagine =
|volume = 11
|accesso = 16 luglio 2014
}}
* {{Cita libro |autore = |curatore = Alberto Grimoldi |titolo = Omaggio a Camillo Boito |città = Milano |editore = [[FrancoAngeli]] |anno = 1991 |isbn = 88-204-6706-2}}
* {{Cita libro |autore = |curatore = [[Guido Zucconi]] |curatore2 = Tiziana Serena |titolo = Camillo Boito. Un protagonista dell'Ottocento italiano |città = Venezia |editore = Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti |anno = 2002 |isbn = 88-88143-17-3}}
* {{cita libro |autore=Camillo Boito, ''|titolo=Senso. Nuove storielle vane'', a cura di |curatore=Chiara Cretella,|editore= Allori,|città= Ravenna,|data= 2005.}}
* {{cita libro |autore =Camillo Boito, ''|titolo=Storielle vane'', a cura di|curatore= Chiara Cretella, |editore=Pendragon,|città= Bologna,|data= 2007,| ISBN= 88-8342-519-7.}}
* {{cita libro |autore =Chiara Cretella, ''|titolo=Architetture effimere. Camillo Boito tra arte e letteratura'', |editore=Dakota Press,|città= Camerano,|data= 2013,| ISBN= 88-97074-03-0.}}
* {{cita libro |autore =Camillo Boito, ''|titolo=Santuario'', a cura di |curatore=Dafne Munro, |editore=Urban Apnea,|data= 2015}}
* {{Cita libro|nome=Paolo|cognome=Coen|titolo=Il recupero del Rinascimento. Arte, politica e mercato nei primi decenni di Roma capitale (1870-1911)|anno=2020|editore=Silvana Editoriale|città=Cinisello Balsamo|ISBN=9788836645435}}
 
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