Simboli di Milano: differenze tra le versioni
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I tre '''simboli di [[Milano]]''', [[Titolo di città in Italia|città]] [[capoluogo]] della [[Lombardia]], sono lo '''stemma''', il '''gonfalone''' e la '''bandiera''', così come riportato nello [[Statuto comunale]]<ref name="StatutoMilano">{{cita web|url=http://download.comune.milano.it/13_04_2016/Statuto_aggiornamento_aprile_2016%20(1460550917672).pdf?pgpath=%2FSA_SiteContent%2FSEGUI_AMMINISTRAZIONE%2FSTATUTO_REGOLAMENTI%2FStatuto%2FStatuto_comunale|titolo=Statuto del Comune di Milano|accesso=15 novembre 2017|editore=comune.milano.it|dataarchivio=30 agosto 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210830213434/http://download.comune.milano.it/13_04_2016/Statuto_aggiornamento_aprile_2016%20(1460550917672).pdf?pgpath=%2FSA_SiteContent%2FSEGUI_AMMINISTRAZIONE%2FSTATUTO_REGOLAMENTI%2FStatuto%2FStatuto_comunale|urlmorto=sì}}</ref>.
La bandiera utilizzata dalla moderna città di Milano riprende fedelmente quella usata dal [[Ducato di Milano]] dal 1395 al 1797, ovvero un vessillo [[Bianco (araldica)|bianco]] con una croce di colore [[Rosso (araldica)|rosso]]<ref name="archivi">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.archivi.beniculturali.it/dga/uploads/documents/Sussidi/3_SussXI_p_211_314.pdf|titolo=Insegne e simboli. Araldica pubblica e privata, medievale e moderna (sezione III)|accesso=15 novembre 2017|formato=PDF|editore=archivi.beniculturali.it|dataarchivio=30 agosto 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210830213416/http://www.archivi.beniculturali.it/dga/uploads/documents/Sussidi/3_SussXI_p_211_314.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. A seconda del periodo storico e – in particolare – della dinastia regnante che dominava la città, si sono succeduti diversi stendardi civici (il cosiddetto ''Vexillum civitas''), che di volta in volta rappresentava la famiglia nobiliare che governava il ducato milanese, fermo restando la conservazione della primigenia bandiera cittadina bianca con croce di colore rosso come vessillo ufficiale dello Stato (il cosiddetto ''Vexillum publicum'')<ref name="archivi"/><ref name=manuale>{{Cita web|cognome=|nome=|url=http://mediagallery.comune.milano.it/cdm/objects/changeme:86704/datastreams/dataStream25815397508522062/content?pgpath=%2FSA_SiteContent%2FSEGUI_AMMINISTRAZIONE%2FPATROCINIO_COMUNALE%2FPatrocinio__comunale|titolo=Linee guida per l'applicazione del Patrocinio del Comune di Milano|accesso=16 novembre 2017|formato=PDF|editore=comune.milano.it|dataarchivio=11 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200811005942/http://mediagallery.comune.milano.it/cdm/objects/changeme:86704/datastreams/dataStream25815397508522062/content?pgpath=%2FSA_SiteContent%2FSEGUI_AMMINISTRAZIONE%2FPATROCINIO_COMUNALE%2FPatrocinio__comunale|urlmorto=sì}}</ref>.
Lo stemma di [[Milano]] è costituito da uno [[Scudo francese moderno|scudo sannitico]] di color [[Argento (araldica)|argento]] ([[Bianco (araldica)|bianco]]) su cui è sovrapposta una croce [[Rosso (araldica)|rossa]]. Il tutto è racchiuso ai lati da un ramo di [[alloro]] e uno di [[quercia]], legati insieme da un nastro [[Bandiera d'Italia|tricolore]]. Lo scudo, che è [[Timbro (araldica)|timbrato]] da una [[corona turrita]] colore oro o nero, simbolo del [[Città d'Italia|titolo di città]], è in uso, nella sua forma moderna, dal 19 marzo 1934, quando fu emanato il relativo decreto di concessione da parte dello Stato. La croce rossa su campo bianco come simbolo della città meneghina nacque nel [[Medioevo]]: tale soggetto, che è stato riportato per la prima volta sulla bandiera di Milano, è stato poi l'ispirazione per la realizzazione dello [[stemma]] cittadino.
Il primo gonfalone di Milano è stato un [[arazzo]] realizzato intorno al 1565 dai ricamatori [[Scipione Delfinone]] e Camillo Pusterla su disegno di [[Giuseppe Arcimboldo|Giuseppe Arcimboldi]] e [[Giuseppe Meda]]. Restaurato una ventina di volte nei successivi tre secoli, è custodito all'interno del [[Castello Sforzesco]], nella Sala del Gonfalone<ref name="Pagani|p. 20">{{Cita|Pagani|p. 20}}.</ref>. Una sua copia, che è custodita a [[Palazzo Marino]], nella Sala dell'[[Galeazzo Alessi|Alessi]], viene esibita nelle ricorrenze ufficiali più importanti per rappresentare la città di Milano. Entrambi i gonfaloni menzionati raffigurano, al centro, [[sant'Ambrogio]], [[vescovo di Milano]] e [[santo patrono]] della città.
Altri simboli di Milano, non riconosciuti in sede ufficiale, sono la [[scrofa semilanuta]], animale legato alla [[leggenda]] della [[Fondazione di Milano|sua fondazione]] e primo simbolo della città, la cosiddetta "[[Madonnina]]", una statua d'oro collocata sulla guglia più elevata del [[Duomo di Milano]] rappresentante [[Maria (madre di Gesù)|Maria]], madre di [[Gesù Cristo]] (questa statua è anche la protagonista della canzone [[Dialetto milanese|dialettale milanese]] ''[[O mia bela Madunina]]'' di [[Giovanni D'Anzi]], che è di fatto considerata l'[[inno]] della città), il [[Biscione (araldica)|biscione]] (in [[dialetto milanese]] ''el bisson''), ritratto nell'atto di ingoiare o proteggere, a seconda delle interpretazioni, un fanciullo o un uomo nudo, originariamente simbolo del casato dei [[Visconti]], [[Sovrani di Milano|Signori e poi Duchi di Milano]] tra [[XIII secolo|XIII]] e [[XV secolo]], e infine [[Meneghino]], personaggio del [[teatro]] milanese, divenuto poi [[Maschera (commedia dell'arte)|maschera]] della [[commedia dell'arte]].
== Blasonatura ==
{{Doppia immagine|right|Milano-Gonfalone (recto).svg|150|Milano-Gonfalone (retro).svg|150|Da sinistra, il lato anteriore e quello posteriore del gonfalone di Milano, che è custodito all'interno di [[Palazzo Marino]], municipio della città, nella Sala dell'[[Galeazzo Alessi|Alessi]]}}
Lo [[stemma]] di Milano è stato approvato con [[decreto]] del [[Capo del governo primo ministro segretario di Stato|Capo del governo]] del 19 marzo 1934. La [[blasonatura]] dei simboli della città è così riportata nello [[Statuto comunale|statuto]] del comune di Milano<ref name="StatutoMilano" />:
{{Citazione|1. Il gonfalone storico, insignito della [[Città decorate di medaglia d'oro come "benemerite del Risorgimento nazionale"|medaglia d'oro della Resistenza]], e raffigurante [[Sant'Ambrogio]], vescovo eletto dal popolo, è il gonfalone di Milano.<br /><br />2. Lo stemma della Città di Milano è [[araldica]]mente così descritto: d'[[Argento (araldica)|argento]] ([[Bianco (araldica)|bianco]]) alla croce di rosso, cimato di [[corona turrita]] (un cerchio d'oro aperto da otto [[Postierla|pusterle]]), e circondato ai lati nella parte inferiore da fronde verdi di alloro e di quercia annodate con un nastro tricolore.<br /><br />3. La bandiera del Comune di Milano è costituita da una [[Croce (araldica)|croce]] [[Rosso (araldica)|rossa]] su sfondo bianco.}}
Il [[gonfalone]] di Milano è decorato da due onorificenze. Milano è stata la prima, tra le ventisette [[città decorate di medaglia d'oro come "benemerite del Risorgimento nazionale"]], ad essere insignita da questa onorificenza per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo [[Risorgimento|risorgimentale]] (inteso dalla [[Casa Savoia|Casa regnante dei Savoia]], che concesse a Milano questa onorificenza, come il periodo compreso fra il 1848 e il 1918)<ref>{{cita web|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=17967|accesso=18 giugno 2010|titolo=Medaglia alle Città Benemerite del Risorgimento Nazionale: Milano|editore=quirinale.it}}</ref>.
Il capoluogo lombardo è anche tra le [[città decorate al valor militare per la guerra di liberazione]]; in particolare è insignita della [[medaglia d'oro al valor militare]] per i sacrifici subiti della sua popolazione e per la sua attività nella [[Resistenza italiana|Resistenza partigiana]] durante la [[seconda guerra mondiale]]<ref>{{cita web|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=18389|accesso=18 giugno 2010|titolo=Medaglia d'oro al valor militare:Milano|editore=quirinale.it}}</ref>.
[[File:Flag of Milan.svg|right|thumb|La bandiera di Milano, anch'essa costituita da una croce rossa in campo bianco. Riprende fedelmente il vessillo [[guelfo]] del [[Storia di Milano|Comune di Milano]], che fu usato dalla [[Lega Lombarda]] contro [[Federico Barbarossa]].<ref>Ad essa di contrappongono le esattamente opposte bandiere [[ghibellini|ghibelline]] di [[Como]], [[Novara]] e [[Pavia]], le tre città capisaldi dello schieramento strategico di accerchiamento avversario organizzato dall’imperatore tedesco.</ref>]]
{{Onorificenze
|immagine= Benemerito del Risorgimento BAR.svg
|nome_onorificenza= Medaglia alle città benemerite del Risorgimento nazionale
|collegamento_onorificenza= Città decorate di medaglia d'oro come "benemerite del Risorgimento nazionale"
|motivazione = A ricordare le azioni eroiche compiute dalla cittadinanza milanese nelle cinque giornate del 1848. L'insurrezione popolare milanese divampò il 18 marzo 1848, alla notizia della rivoluzione a Vienna e dell'insurrezione di Venezia. Il 23 gli insorti costrinsero il maresciallo Radetzki ad abbandonare la città e a ritirarsi verso Verona. Fra gli insorti si contarono circa trecento morti.
|luogo = Roma, 18 marzo 1898
}}
{{Onorificenze
|immagine= Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza= Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza= Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione = Nelle epiche "[[Cinque giornate di Milano|Cinque Giornate]]", insorgendo e scacciando dalle sue mura un esercito potentemente armato, dimostrò quanto valga contro la tirannide l'impeto popolare sorretto da sete inestinguibile di giustizia, di libertà, di indipendenza. Presente con i suoi martiri ed i suoi eroi nelle congiure mazziniane e nelle battaglie del primo Risorgimento, negli anni dal 1943 al 1945, pur mutilata ed insanguinata dalle offese belliche, oppose allo spietato nemico di ogni tempo, la fierezza e lo slancio di un'implacabile lotta partigiana, nella quale fu prodiga del sangue dei suoi figli migliori, e lo travolse infine nell'insurrezione vittoriosa del 25 aprile 1945. Mirabile esempio di virtù civiche e guerriere che la Repubblica onora. 18-22 marzo 1848, 6 febbraio 1853, 9 settembre 1943, 25 aprile 1945.|luogo = Roma, 15 marzo 1948
}}
== Storia ==
===
{{Doppia immagine verticale|destra|Fale - Milano - Castello - 46.jpg|Milano Zamek Sforzow 16.jpg|220|Stemmi di Milano presenti sul Castello Sforzesco. Il debutto dello stemma fu successivo a quello della bandiera: la croce rossa su sfondo bianco, simbolo di Milano, debuttò infatti su un vessillo}}
[[File:Bassorilievo di Porta Romana (1171 ca.)..PNG|sinistra|miniatura|La prima bandiera documentata di Milano rappresentata sul bassorilievo di Porta Romana.]]
A seconda del periodo storico e – in particolare – della dinastia regnante che ha dominato la città, si sono succeduti diversi stendardi civici (il cosiddetto ''Vexillum civitas'', che poteva essere utilizzato anche come [[bandiera di guerra]]), che di volta in volta hanno rappresentato la famiglia nobiliare che ha governato il ducato milanese (ad esempio il [[biscione (araldica)|biscione]] azzurro in campo bianco, divenuto poi [[Stemma del Ducato di Milano|stemma dei Visconti e del Ducato di Milano]]), fermo restando la conservazione della primigenia bandiera cittadina [[Bianco (araldica)|bianca]] con croce di colore [[Rosso (araldica)|rosso]] come vessillo ufficiale dello Stato (il cosiddetto ''Vexillum publicum'')<ref name="archivi"/><ref name=manuale />.
A questi due vessilli si aggiungeva il ''Vexillum populus'', ovvero lo stendardo del popolo, che aveva raffigurata l'effigie di [[sant'Ambrogio]], [[vescovo di Milano]]: tale soggetto è stato poi ripreso dall'[[Aurea Repubblica Ambrosiana]], esistita dal 1447 al 1450, per la propria bandiera<ref name=manuale />.
La leggenda vuole che la croce venisse data quale insegna ai milanesi da [[papa Gelasio I]] nella persona di Alione Visconti, ipotetico ''maestro di campo generale'' dell'esercito cittadino contro [[Teodorico il Grande|Teodorico]], re degli [[Ostrogoti]], ma questa ipotesi non regge alla verifica storica<ref name="Pagani|p. 12">{{Cita|Pagani|p. 12}}.</ref>.
Nel 1038, quando l'arcivescovo [[Ariberto da Intimiano]] armò la plebe e le diede il [[Carroccio]], Milano non aveva ancora una bandiera, ma secondo il cronista Arnolfo, testimone oculare degli eventi, dall'antenna del Carroccio pendevano due fasce di tessuto candido. Sul Carroccio era sì presente una croce, ma si trattava di una [[croce latina]] in legno attaccata più in basso delle fasce e sopra l'[[altare]], usata per la celebrazione dei riti religiosi<ref name="Pagani|p. 13">{{Cita|Pagani|p. 13}}.</ref>.
L'adozione del simbolo della croce rossa in campo argento risale sicuramente ad un'epoca successiva alla [[prima crociata]], infatti tutti gli studiosi sono concordi nel non ammettere l'esistenza di simboli [[Araldica|araldici]] di Milano prima di allora. Altra leggenda vuole infatti che la croce venisse adottata dai crociati milanesi nel corso della conquista del [[Santo Sepolcro]]<ref name="Pagani|p. 14">{{Cita|Pagani|p. 14}}.</ref>.
La più antica testimonianza scritta che cita la bandiera di Milano nella forma di una croce rossa in campo bianco è datata 1155: essa è riportata su una lettera spedita dai [[Tortona|tortonesi]] ai [[consoli di Milano]]<ref name="libero">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://digilander.libero.it/breschirob/milano.html|titolo=Bandiera di Milano|accesso=15 novembre 2017|editore=digilander.libero.it}}</ref>. Su questo documento la bandiera di Milano è descritta come un vessillo bianco su cui è posizionata una [[croce (araldica)|croce]] rossa dalla forma a "[[Patente (araldica)|patente]]", ovvero una croce con le braccia che si allargano alle estremità<ref name="libero"/>.
Questa primigenia bandiera, che ha dato poi origine al vessillo moderno, è raffigurata su un [[bassorilievo]] presente un tempo su [[Porta Romana (medievale, Milano)|Porta Romana medievale]], che è stata demolita nel 1793: tale bassorilievo è stato salvato dalla distruzione ed è ora esposto al [[Castello Sforzesco]]<ref name="libero"/>. Per quanto riguarda la croce, i milanesi scelsero questo soggetto come loro simbolo in omaggio a [[Gesù Cristo]]: non ebbe quindi origine, come si potrebbe credere, dalle [[Crociata|crociate]], dal [[Sacro Romano Impero]] o dal [[Papa]]to<ref name="libero"/>.
[[Giorgio Giulini]] riporta nelle sue ''Memorie'' che lo storico [[lodi]]giano [[Ottone Morena]] vide personalmente nel 1160 il [[Carroccio]] di Milano su cui svettava «un grandissimo vessillo bianco colla croce rossa», stendardo che comparve anche sul Carroccio utilizzato nella [[battaglia di Legnano]] (29 maggio 1176), scontro armato che vide vittoriosa la [[Lega Lombarda]] sull'esercito del Sacro Romano Impero guidato da [[Federico Barbarossa]]<ref name="Bologna|p. 18">{{Cita|Bologna|p. 18}}.</ref>. La Lega Lombarda scelse infatti come vessillo lo stendardo bianco crociato di rosso di Milano.
[[File:Car1176.jpg|thumb|left|Il Carroccio durante la battaglia di Legnano in un dipinto di [[Amos Cassioli]]. Sul Carroccio si può notare il vessillo bianco crociato di rosso della Lega Lombarda, che fu mutuato dallo stendardo di Milano]]
Dopo la battaglia di Legnano l'emblema crociato milanese diventò simbolo di autorità ed autonomia, e molte città del Nord Italia lo adottarono; dal [[1859]] la stessa [[Provincia di Milano]] lo accolse come base del proprio stemma, che poi andrà a modificarsi fino a quello attuale presente dal [[1992]] e in seguito adottato dalla [[città metropolitana di Milano]]<ref>{{cita web|url=http://www.araldicacivica.it/stemmi/comuni/comune/?id=18|titolo=Stemma Provincia di Milano|accesso=18 giugno 2010|editore=araldicacivica.it|dataarchivio=22 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722024659/http://www.araldicacivica.it/stemmi/comuni/comune/?id=18|urlmorto=sì}}</ref>.
[[File:Il carroccio secondo un'antica miniatura.jpg|thumb|Il [[Carroccio]] di Milano su un'antica [[miniatura]]. Si può notare, sul Carroccio, il ''Vexillum publicum'' del comune di Milano, costituito da una croce rossa su sfondo bianco]]
Quindi solo dal [[XIII secolo]] la bandiera di Milano ha assunto la sua forma definitiva, ovvero una croce rossa su campo bianco, abbandonando la primigenia forma a "patente"<ref name="libero"/>. Da essa è poi derivato lo [[stemma di Milano]], ovvero uno [[Scudo francese moderno|scudo sannitico]] di color [[Argento (araldica)|argento]] ([[Bianco (araldica)|bianco]]) su cui è presente una croce rossa, che è utilizzato ancora oggi<ref name="libero"/>. Il debutto della croce su campo bianco sullo stemma cittadino fu quindi successivo alla prima comparsa di questo simbolo di Milano su una bandiera: fu proprio la croce rossa su campo bianco presente sul vessillo di Milano a ispirare poi il soggetto dello stemma cittadino<ref name="libero"/>.
La [[bandiera di guerra]] del [[Ducato di Milano]] fu invece un vessillo usato dal 1277 al 1540 dai [[Visconti]] e poi dagli [[Sforza]] avente al centro un [[Biscione (araldica)|biscione]] nell'atto di ingoiare un fanciullo: il "biscione" è poi diventato uno dei simboli più celebri di Milano<ref name="libero"/>. Al vessillo militare di Milano [[Dante Alighieri]] dedicò questi versi della ''[[Divina Commedia]]'':
{{Citazione|[...] la vipera che il milanese accampa [...]|[[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'', ottavo canto del ''[[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]''}}
I significati che si potrebbero associare a questi versi sono due: "l'esercito milanese si accampa solo dove fosse piantato il biscione", cioè lo stendardo dei Visconti, oppure "il biscione che i milanesi custodiscono nel loro campo militare"<ref name="ConsoliAccampare">{{cita pubblicazione | nome = Domenico | cognome = Consoli | titolo = accampare | url = http://www.treccani.it/enciclopedia/accampare_%28Enciclopedia-Dantesca%29/ | pubblicazione = [[Enciclopedia dantesca]] | anno = 1970 | editore = [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]] | accesso = 17 novembre 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20171201044139/http://www.treccani.it/enciclopedia/accampare_%28Enciclopedia-Dantesca%29/ | dataarchivio = 1 dicembre 2017 | urlmorto = sì }}</ref>.
Da questa bandiera di guerra è derivato lo stendardo civico dei Visconti che aggiunsero al biscione, nel 1329, un'[[Aquila (araldica)|aquila imperiale]] nera su sfondo oro (in onore all'ottenimento del [[Vicario imperiale|vicariato imperiale]] da parte di [[Azzone Visconti]]), e che fu poi mantenuto dagli Sforza<ref name="libero"/>. Un'eccezione fu lo stendardo civico usato dal 1395 al 1402, nei primi anni del Ducato, dove erano raffigurati il [[Giglio di Francia]], concesso dal re di Francia [[Carlo VI di Francia|Carlo VI]] per il matrimonio del duca con [[Isabella di Valois]], e il biscione: poi, in sostituzione del Giglio di Francia, fu ripristinata l'aquila imperiale viscontea<ref name="libero"/>.
Degna di nota fu la bandiera di Stato dell'[[Aurea Repubblica Ambrosiana]], creatasi nel 1447 a causa della morte senza eredi di [[Filippo Maria Visconti]]<ref name="libero"/>. La repubblica milanese fu abolita nel 1450 con la presa del potere da parte di [[Francesco Sforza]], che restaurò il Ducato di Milano<ref name="libero"/>. La bandiera dell'Aurea Repubblica Ambrosiana riprendeva l'antico vessillo crociato meneghino a cui venne aggiunta la figura di [[sant'Ambrogio]], [[vescovo di Milano]]<ref name="libero"/>.
=== Evoluzione delle bandiere e degli stendardi di Milano ===
<gallery>
File:Flag of Milan (1171).svg|Prima bandiera di Milano di cui si abbia traccia documentata (1171)
File:Flag of Milan.svg|{{simbolo|FIAV historical.svg|23}} Bandiera di Stato (''Vexillum publicum'') del Ducato di Milano (1395-1797)
File:Flag of the Lordship of Milan (XIII century-1395).svg|{{simbolo|FIAV historical.svg|23}} Bandiera di guerra (''Vexillum civitas'') di Milano di epoca viscontea (1277-1395)
File:Flag of the Golden Ambrosian Republic.svg|Bandiera della Repubblica Ambrosiana
File:Stendardo dell'Aurea Repubblica Ambrosiana.svg|Una delle varianti della Bandiera della Repubblica Ambrosiana
File:Flag of the Count of Virtue.svg|alt=|{{simbolo|FIAV historical.svg|23}} Bandiera di guerra (''Vexillum civitas'') di Milano (1395-1402)
File:Flag of the Duchy of Milan (1450).svg|{{simbolo|FIAV historical.svg|23}} Bandiera di guerra (''Vexillum civitas'') di Milano di epoca viscontea e sforzesca (1395-1499)
</gallery>
=== La nascita dello stemma di Milano ===
[[File:Seal of the Golden Ambrosian Republic.svg|thumb|Sigillo della Repubblica Ambrosiana (1447-50)]]
[[File:Vessillo della Repubblica Ambrosiana (1447-1450).svg|thumb|Ipotetico stendardo dell'Aurea Repubblica Ambrosiana]]
Alla fondazione del [[comune medievale]] di Milano ([[1045]]), come stemma, fu usato uno scudo [[partito (araldica)|partito]] di bianco (simbolo del [[popolo]]) e di rosso (simbolo dei [[Nobiltà|nobili]]). L'adozione della croce rossa in campo bianco come stemma risale al [[XII secolo]] quale segno di maggiore autonomia dal [[Sacro Romano Impero]]; Milano non fu un'eccezione, visto che l'uso di uno stemma civico iniziò a essere comune anche per altre città<ref name="Bologna|p. 16">{{Cita|Bologna|p. 16}}.</ref>.
La prima testimonianza dello stemma nella forma attuale di cui si abbia memoria è del [[XIV secolo]] e si trovava sull'arca di [[Azzone Visconti]] presente nella [[chiesa di San Gottardo in Corte]], ora perduta, dov'era raffigurato sant'Ambrogio portante il vessillo bianco con la croce rossa<ref name="Bologna|p. 20">{{Cita|Bologna|p. 20}}.</ref>.
[[File:3896 - Milano - Palazzo della Ragione - Affresco del banco del vicario del praetor - Foto Giovanni Dall'Orto 9-July.2007.jpg|thumb|left|Affresco sulla parete retrostante di quello che un tempo era un banco dei magistrati, al primo piano del "Broletto nuovo" o "[[Palazzo della Ragione (Milano)|Palazzo della Ragione]]", l'antico Palazzo di Giustizia di Milano. L'affresco, al di sotto dello stemma di Milano, riporta la scritta latina ''Egregij Domini Vicarij Praetorij'' ("L'egregio sostituto del pretore")]][[File:3908 Milano - Broletto - Iscrizione di Tommaso da Caponago, 1448 - Foto Giovanni Dall'Orto, 10-July-2007.jpg|thumb|Iscrizione di Tommaso da Caponago (1448) che ammonisce su tutti i mali che provocano le cause in tribunale. Si trova nell'ingresso del "Broletto nuovo" o "[[Palazzo della Ragione (Milano)|Palazzo della Ragione]]", l'antico Palazzo di Giustizia di Milano, nella Casa dei Panigarola]]
[[File:Castello sforzesco museo 121.jpg|thumb|L'arazzo del 1565 opera di [[Scipione Delfinone]] e Camillo Pusterla, primo gonfalone di Milano. È custodito all'interno del [[Castello Sforzesco]], nella Sala del Gonfalone]]
In seguito, sotto il dominio dei [[Visconti]], lo stemma bianco crociato di rosso fu spesso sostituito dal biscione, emblema di questa famiglia nobiliare e del [[Ducato di Milano]], tornando ad essere forse usato come stemma dell'[[Aurea Repubblica Ambrosiana]] (1447-1450); infatti due [[arazzo|arazzi]] presenti nel ''Fahnenbuch'' ("libro delle bandiere") del 1647, attribuiti alla Repubblica Ambrosiana e riportanti uno scudo bianco crociato di rosso come stemma, vengono ritenuti di valore storico dubbio<ref name="Bologna|p. 120">{{Cita|Bologna|p. 120}}.</ref>. È invece provato storicamente l'utilizzo, da parte della Repubblica Ambrosiana, della croce rossa su campo bianco come bandiera, a cui venne aggiunta la figura di sant'Ambrogio<ref name="libero"/>.
Degna di nota è un'iscrizione risalente al 1448, che è sormontata dallo stemma di Milano nella forma di uno scudo crociato, che si trova nella [[Casa dei Panigarola]], storico palazzo milanese situato in [[Piazza Mercanti|piazza dei Mercanti]], dove aveva la funzione di "Ufficio degli Statuti", ovvero del luogo che provvedeva alla registrazione e alla trascrizione dei decreti ducali, degli atti pubblici nonché a determinare le categorie degli atti privati. Tale iscrizione, che ammonisce su tutti i mali che provocano le cause in tribunale, recita:
{{Citazione|Le discordie corporali sorgono nelle controversie delle cause: avviene la perdita delle spese, il lavoro della mente è esercitato, il corpo, ogni giorno, è affaticato e molti ed inonesti crimini da qui derivano, le opere buone ed utili sono ritardate e coloro che spesso credono d'ottenere più frequentemente soccombono e se ottengono, conteggiate le fatiche e le spese, nulla acquistano. Tommaso da Caponago scrisse, 1448.|[[Tommaso da Caponago]], 1448, Casa dei Panigarola, Milano|In controversijs causarum corporales inimicitie oriuntur, fit amissio expensarum, labor animi exercetur, corpus cottidie fatigatur, multa et inhonesta crimina inde consequuntur, bona et utilia opera posponuntur, et qui sepe credunt obtinere frequenter subcumbunt, et si obtinent, computatis laboribus et expensis, nichil acquirunt. Thomas de Caponago scripsit, 1448|lingua=la}}
Nei secoli successivi lo stemma di Milano fu talvolta arricchito con l'effige di sant'Ambrogio. A partire dal [[XVI secolo]] iniziarono ad apparire altri ornamenti quali [[Scudo a cartoccio|cartocci]], [[Corona (araldica)|corone]] e [[Foglia|fronde]].
=== Il gonfalone di Milano ===
Il primo [[gonfalone]] della città di Milano è stato un [[arazzo]] realizzato intorno al 1565 dai ricamatori [[Scipione Delfinone]] e Camillo Pusterla su disegno di [[Giuseppe Arcimboldo|Giuseppe Arcimboldi]] e [[Giuseppe Meda]]. Venne benedetto da [[Carlo Borromeo]] e portato per la prima volta in processione per la festa di [[Pentecoste]] il 2 giugno 1566. Restaurato una ventina di volte nei successivi trecento anni è custodito all'interno del [[Castello Sforzesco|Castello sforzesco]], nella Sala del Gonfalone<ref name="Pagani|p. 20"/>.
Misura 5,2 m di altezza per 3,57 di larghezza. Esso raffigura, al centro, [[sant'Ambrogio]], munito di una sferza, in atto di cacciare gli [[arianesimo|Ariani]]; al di sotto vi sono riportati gli [[Sestiere (Milano)|stemmi dei sei sestieri di Milano]] e per tre volte lo stemma della città. Ai lati, sono invece raffigurati episodi della vita di sant'Ambrogio.
Una sua copia, che è custodita a [[Palazzo Marino]], nella Sala dell'[[Galeazzo Alessi|Alessi]], viene esibita nelle ricorrenze ufficiali più importanti per rappresentare la città di Milano.
=== Epoca asburgica e napoleonica ===
[[File:
Con la [[Rivoluzione francese]] tutti gli stemmi, considerati «simboli di schiavitù», vennero inizialmente aboliti ma, successivamente, Napoleone Bonaparte ripristinò la possibilità di avere un blasone cittadino; per evitare abusi il 17 gennaio 1812 decretò dal [[Palazzo delle Tuileries]] che «nessuna città, nessun comune o pubblico stabilimento avesse ad esporre stemma particolare se prima non ne avesse ottenuta la espressa concessione con lettere patenti».
Milano ebbe, il 9 gennaio 1813, la concessione dello stemma, la cui [[blasonatura]] recita:
{{Citazione|Porta lo scudo d'argento colla croce piana e centrata di rosso; terminato dal capo di verde colla lettera N d'oro posta nel cuore e accostata da tre rose a sei foglie del medesimo; Cimato dalla corona murale a sette merli, d'oro, sormontata dall'aquila nascente al naturale, tenente tra gli artigli un caduceo d'oro in fascia. Il tutto accompagnato da due festoni intrecciati d'ulivo e di quercia dell'ultimo, divisi tra i due fianchi, ricongiunti e pendenti dalla punta|Blasonatura dello stemma di Milano d'epoca napoleonica}}
Il [[Capo (araldica)|capo]] presente al di sopra dell'antico stemma era quello delle [[buone città]] del regno. Caduto Napoleone nel 1814, anche lo stemma sovrastato dal capo napoleonico fu dismesso.
Il 3 aprile 1816 l'imperatore [[Francesco I d'Austria]], con un decreto, sostituiva le frasche vegetali con un ornamento in [[oro]]: secondo il sovrano austriaco l'oro, il più nobile dei metalli, meglio si addiceva ad una città regia e importante come Milano; al di sopra della corona era posta l'[[aquila bicipite]] [[Casa d'Asburgo|asburgica]].
I fregi dorati e le frasche vennero in seguito sostituiti da fronde verdi di [[olivo (araldica)|olivo]] e di [[quercia (araldica)|quercia]] legate con un nastro di color [[celeste (colore)|celeste]]<ref name="Pagani|p. 21">{{Cita|Pagani|p. 21}}.</ref>.
=== L'Unità d'Italia e il decreto di concessione ===
[[File:Coat of arms of Milan (Galleria Vittorio Emanuele II).svg|miniatura|172x172px|Stemma di Milano, in forma di [[Scudi composti|scudo composto]], presente sul braccio verso via Silvio Pellico della Galleria Vittorio Emanuele II]]
[[File:Coat of Arms of Milan (1933-1944).svg|upright=0.7|sinistra|miniatura|Il capo del Littorio, sezione superiore degli stemmi resa obbligatoria per tutti i comuni, le province e gli enti morali durante il regime fascista]]
[[File:Galleria Vittorio Emanuele II Milano detail.jpg|thumb|Stemma di Milano che decora la [[Galleria Vittorio Emanuele II]]]][[File:Milano - Palazzo Marino, Sala Alessi 01.jpg|thumb|La Sala dell'Alessi a Palazzo Marino, dov'è conservato il moderno gonfalone della città]]Con il passaggio di Milano al [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] (1859) fu dapprima tolta l'aquila bicipite e in seguito vennero modificate le forme della croce, dello scudo e degli ornamenti (ottobre 1860). La [[giunta comunale]] milanese approvò altre lievi modifiche il 13 maggio 1867, a [[proclamazione del Regno d'Italia]] già avvenuta, e altre se ne aggiunsero nel 1899<ref name="Pagani|p. 22">{{Cita|Pagani|p. 22}}.</ref>.
Nel 1932, durante il [[Storia dell'Italia fascista|regime fascista]], il [[podestà (fascismo)|podestà]] di Milano Marco Visconti si attivò affinché, secondo le prescrizioni della legge vigente, anche lo stemma di Milano avesse un riconoscimento legale da parte dello Stato italiano con l'emissione di un decreto ''[[ad hoc]]''. Il 13 maggio Marco Visconti scrisse al [[prefetto]] dichiarando che era necessario sostituire lo stemma presente su numerosi edifici e in altri contesti; abbandonata l'idea di includere nello stesso il [[fascio littorio]], visto il dispendio di tempo necessario per realizzare la bozza di un nuovo stemma, richiedeva altresì il riconoscimento legale del blasone cittadino, che sarebbe stato essenzialmente uguale all'antico<ref name="Bologna|p. 40">{{Cita|Bologna|p. 40}}.</ref>.
In data 14 giugno il prefetto trasmise la domanda alla [[Presidenza del Consiglio dei ministri]], allegando gli estremi del precedente riconoscimento asburgico. In attesa della concessione ufficiale il podestà nominò, il 16 febbraio 1933, una commissione avente «l'incarico di proporre un progetto di uno stemma della città di Milano che richiamandosi alle tradizioni della città risponda alle esigenze araldiche ed estetiche»<ref name="Bologna|p. 44">{{Cita|Bologna|p. 44}}.</ref>; la commissione, presieduta dal podestà, era composta da Giovanni Vittani, [[Romolo Caggese]], Lodovico Pogliani, Alessandro Giulini e [[Giorgio Nicodemi]] (segretario).
Il 19 marzo 1934 fu emanato, dopo vari solleciti, il decreto di concessione da parte dello Stato italiano: da questa data lo stemma ha assunto la forma attuale, ovvero uno [[Scudo francese moderno|scudo sannitico]] di color [[Argento (araldica)|argento]] su cui è presente una [[Croce (araldica)|croce]] [[Rosso (araldica)|rossa]], tutto sormontato da una [[corona turrita]], simbolo delle [[Città (Italia)|città italiane]].
Nello stemma fu inserito il [[capo del Littorio]], divenuto obbligatorio in precedenza per tutti gli stemmi di comuni, province ed enti morali, con il [[:s:R.D.L. 12 ottobre 1933, n. 1440 - Istituzione del capo del littorio|decreto nº 1440 del 12 ottobre 1933]]; quest'ultimo provvedimento fu poi abrogato dal [[:s:D.L.Luog. 10 dicembre 1944, n. 394 - Abrogazione del R. decreto 12 ottobre 1933, n. 1440, concernente la istituzione del "capo del littorio"|decreto luogotenenziale nº 394 del 10 dicembre 1944]], e quindi lo stemma perse questa sezione, che si trovava nella parte superiore dello scudo<ref name="Bologna|p. 39*">{{Cita|Bologna|p. 39}}.</ref>, mantenendo solo la corona turrita di città e il serto di quercia e alloro chiuso dalla cravatta tricolore.
=== Usi moderni dello stemma di Milano ===
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File:Milano - Palazzo Marino, Sala del Consiglio.jpg|Stemma di Milano nella sala consiliare a [[Palazzo Marino]]
File:1907 - Milano - Luca Beltrami - Palazzo Banca Commerciale Italiana (1927) Foto Giovanni Dall'Orto, 25-Sept-2007.jpg|Stemma di Milano scolpito sul [[Palazzo della Banca Commerciale Italiana (Milano)|Palazzo della Banca Commerciale Italiana di Milano]], che si trova in [[piazza della Scala]]
File:Galerie Vittorio Emanuele II 7.JPG|Stemma di Milano sul pavimento della Galleria Vittorio Emanuele II
File:Milano fontanella verde.jpg|Una delle fontanelle in ghisa installate a Milano<ref group=N>Soprannominate ''draghi verdi'' per la forma del rubinetto o '' vedovelle'' per l'inesauribile rivolo che ne sgorga, le fontanelle di Milano sono immutate sin dalla loro prima installazione, che avvenne in [[piazza della Scala]] nel 1931. Cfr [https://web.archive.org/web/20130808024029/http://www.comune.milano.it/portale/wps/portal/CDM?WCM_GLOBAL_CONTEXT=%2Fwps%2Fwcm%2Fconnect%2FContentLibrary%2Fgiornale%2Fgiornale%2Ftutte+le+notizie%2Fmobilit+trasporti+ambiente%2Fambiente_mappa+fontanelle "Le fontanelle" sul sito del comune di Milano]</ref>. Su di esse è raffigurato lo stemma della città
File:Milano 1723.jpg|Stemma di Milano sulle fiancate di un tram
File:Comasina (Milan metro) - linea 3 - train.JPG|Stemma di Milano sulle fiancate di un'[[Elettromotrici della linea 3 della metropolitana di Milano|elettromotrice della linea 3 della metropolitana]]</gallery>
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== Gli stemmi dei sestieri di Milano ==
{{vedi anche|Sestiere (Milano)}}
Anche i sei [[Sestiere (Milano)|sestieri di Milano]] (a cui erano associate le sei [[Porte e pusterle di Milano|porte principali di Milano]]), in cui era divisa storicamente la città, avevano ciascuno uno stemma la cui prima menzione è del 1162<ref name="Pagani|p. 18">{{Cita|Pagani|p. 18}}.</ref>:
{| class="wikitable" style="text-align:left"
!Sestiere
!Stemma
![[Blasonatura]] dello stemma
!Porta di riferimento
!Note sullo stemma
!Stemmi alternativi
|-
|| [[Sestiere di Porta Comasina]] || [[File:Arms of the Milan Sestiere of Porta Comasina.svg|80px]] || [[Scaccato]] di [[Rosso (araldica)|rosso]] e d'[[Argento (araldica)|argento]] || [[Porta Comasina (medievale)|Porta Comasina]] || Il numero di [[Tiro (araldica)|tiri]], sette o sei, può variare a seconda delle raffigurazioni.
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|| [[Sestiere di Porta Nuova]] || [[File:Arms of the Milan Sestiere of Porta Nuova.svg|88x88px]]|| [[Inquartato]] d'[[Argento (araldica)|argento]] e di [[Nero (araldica)|nero]] || [[Porta Nuova (medievale, Milano)|Porta Nuova]] || In precedenza inquartato d'argento e di rosso e prima ancora di nero al leone d'argento.
|[[File:Arms of the Milan Sestiere of Porta Nuova 2.svg|80px]][[File:Arms of the Milan Sestiere of Porta Nuova 3.svg|88x88px]]
|-
|| [[Sestiere di Porta Orientale]] || [[File:Arms of the Milan Sestiere of Porta Orientale.svg|87x87px]]|| D'[[Argento (araldica)|argento]], al [[Leone (araldica)|leone]] di [[nero (araldica)|nero]] || [[Porta Orientale (medievale)|Porta Orientale]] || Talvolta il leone viene raffigurato [[Attributi araldici di modifica#Armato|armato]] e lampassato di rosso (in precedenza il leone era [[scaccato]] d'argento e di nero, e prima ancora si avevano tre leoncini neri, [[Passante (araldica)|passanti]] uno su l'altro, su fondo bianco).
|[[File:Arms of the Milan Sestiere of Porta Orientale 3.svg|88x88px]][[File:Arms of the Milan Sestiere of Porta Orientale 2.svg|88x88px]]
|-
|| [[Sestiere di Porta Romana]] || [[File:Arms of the Milan Sestiere of Porta Romana.svg|87x87px]]|| Di [[Rosso (araldica)|rosso]] || [[Porta Romana (medievale, Milano)|Porta Romana]] || -
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|| [[Sestiere di Porta Ticinese]] || [[File:Arms of the Milan Sestiere of Porta Ticinese.svg|88x88px]]|| D'[[Argento (araldica)|argento]], allo sgabello di [[rosso (araldica)|rosso]] (o ligneo) a tre gambe, con tre fori nel sedile || [[Porta Ticinese (medievale)|Porta Ticinese]] || In precedenza lo stemma era completamente d'argento, senza figure.
|[[File:Arms of the Milan Sestiere of Porta Ticinese 2.svg|97x97px]]
|-
|| [[Sestiere di Porta Vercellina]] || [[File:Arms of the Milan Sestiere of Porta Vercellina.svg|88x88px]]|| [[Troncato (araldica)|Troncato]] di [[Rosso (araldica)|rosso]] e d'[[Argento (araldica)|argento]] || [[Porta Vercellina (medievale)|Porta Vercellina]] || -
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|}
== Altri simboli di Milano ==
Altri simboli di Milano, non riconosciuti in sede ufficiale, sono la [[scrofa semilanuta]], la cosiddetta "[[Madonnina]]", il [[Biscione (araldica)|biscione]] e [[Meneghino]].
=== La scrofa semilanuta ===
{{Vedi anche|Scrofa semilanuta|Fondazione di Milano}}
[[File:Milano_Scrofa_Semilanuta_1.jpg|thumb|Bassorilievo della [[scrofa semilanuta]] su un [[piedritto]] del [[Palazzo della Ragione (Milano)|Palazzo della Ragione di Milano]]]]{{Citazione|[...] Gli [[Insubri]] avevano come metropoli ''[[Mediolanum]]'', che anticamente era un villaggio, ora invece è un'importante città al di là del [[Po]] quasi ai piedi delle [[Alpi]]. [...] |[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', V, 1.6.}}
Il primo simbolo della città di Milano fu la [[scrofa semilanuta]], animale legato alla [[leggenda]] della sua fondazione. Secondo infatti l'antica tradizione romana riportata da [[Tito Livio]] la [[fondazione di Milano]] avvenne attorno al [[600 a.C.]] ad opera del [[Celti|celta]] [[Belloveso]], nipote del sovrano dei [[Galli Biturigi]], che si insediò nel mezzo della pianura, sconfiggendo le precedenti popolazioni [[etruschi|etrusche]]. La leggenda farebbe quindi risalire la sua fondazione al
Secondo invece gli storici moderni Milano fu fondata intorno al [[590 a.C.]]<ref name="cronologia">{{cita web|url=http://www.storiadimilano.it/cron/finoal150.htm|titolo=Cronologia di Milano dalla fondazione fino al 150 d.C.|accesso=11 luglio 2018}}</ref>, forse con il nome di ''Medhelan''<ref>{{cita web|url=https://books.google.de/books?id=CSZPAQAAIAAJ&q=Medhelan+milano&dq=Medhelan+milano&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwj1sey33LHaAhVFPFAKHaP2BqQ4FBDoAQhZMAc|titolo=Studia ambrosiana. Annali dell'Accademia di Sant'Ambrogio (2010)|accesso=19 aprile 2018}}</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.storiadimilano.it/citta/Porta_Romana/insubri.htm|titolo=Il Sestiere di Porta Romana
|accesso=19 aprile 2018|editore=storiadimilano.it}}</ref><ref>{{cita web|url=http://blog.urbanfile.org/2014/01/11/zona-centro-storico-il-cerchio-celtico/|titolo=Zona Centro Storico – Il Cerchio Celtico|accesso=19 aprile 2018}}</ref>, nei pressi di un santuario da una tribù [[celti]]ca facente parte del gruppo degli [[Insubri]] e appartenente alla [[cultura di Golasecca]]<ref name="Gualdoni|p. 10">{{cita|Gualdoni|p. 10}}.</ref>. L'antico abitato celtico, che fu in seguito ridenominato dagli [[antichi Romani]], come è attestato da [[Tito Livio]]<ref>[[Tito Livio]] (''Historiae'', 5,34).</ref><ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/milano/|titolo=Milano|accesso=29 agosto 2014|editore=treccani.it}}</ref>, ''[[Mediolanum]]'', venne poi, da un punto di vista [[Topografia|topografico]], sovrapposto e sostituito da quello romano. La successiva città romana fu poi a sua volta gradualmente sovrapposta e rimpiazzata da quella medievale. Il centro urbano di Milano è quindi costantemente cresciuto a macchia d'olio, fino ai tempi moderni, attorno al primo nucleo celtico.
===
{{Vedi anche|Madonnina}}
[[File:Madonnina - Duomo - Milan 2014 03.jpg|thumb|La [[Madonnina]], statua presente sulla sommità del [[Duomo di Milano]]]]La [[Madonnina]] è una statua d'oro collocata sulla guglia più elevata del [[Duomo di Milano]] rappresentante [[Maria (madre di Gesù)|Maria]], madre di [[Gesù Cristo]]. Questa statua è la protagonista della canzone [[Dialetto milanese|dialettale milanese]] ''[[O mia bela Madunina]]'' di [[Giovanni D'Anzi]], che è di fatto considerata l'[[inno]] della città:
{{Citazione|[...] O mia bella Madonnina,<br/>che brilli da lontano,<br/>tutta d'oro e piccolina,<br/>tu domini Milano.<br/>Sotto di te si vive la vita,<br/>non si sta mai con le mani in mano [...]|[[Giovanni D'Anzi]], ''[[O mia bela Madunina]]''|[...] O mia bela Madonina,<br/>che te brillet de lontan,<br/>tuta d'ora e piscinina,<br/>ti te dominet Milan.<br/>Sota a ti se viv la vita,<br/>se sta mai con i man in man [...]|lingua=lmo}}
===
{{Vedi anche|Biscione (araldica)}}[[File:IMG 7177 - Milano - Staz. C.le - Biscione visconteo usato come stemma di MI - Foto Giovanni Dall'Orto 18-Mar-2007.jpg|thumb|Il [[Biscione (araldica)|biscione]] scolpito nell'androne della [[stazione di Milano Centrale]]]]Il [[Biscione (araldica)|biscione]] (in [[dialetto milanese]] ''el bisson''), ritratto nell'atto di ingoiare o proteggere, a seconda delle interpretazioni, un fanciullo o un uomo nudo<ref group="N">Una tradizione risalente a [[Galvano Fiamma]] ([[XIV secolo]]), vuole che tale stemma provenga dall'immagine raffigurata sull'elmo e sullo scudo di un saracino abbattuto da un Ottone Visconti durante la [[prima crociata]]. Si tratta però di un racconto inverosimile, al pari delle altre notizie di questo storico sulla partecipazione lombarda alla prima crociata (Giancarlo Andenna, ''Deus non voluit: i Lombardi alla prima crociata (1100-1101). Dal mito alla ricostruzione della realtà. Atti del Convegno Milano, 11-11 dicembre 1999'', Milano, Vita e Pensiero, 2003, ISBN 88-343-0799-2, in partic. pp. 233-234). Un altro mito attribuisce l'origine del simbolo ad un analogo scontro tra [[Eriprando Visconti]] e un cavaliere tedesco nel [[1034]]. La prima attestazione sicura del simbolo è il [[1226]], quando venne raffigurato sul pastorale, "ornato con vipere d'avorio", di Ardengo Visconti, abate del [[Basilica di Sant'Ambrogio|monastero di Sant'Ambrogio]] (Romussi 1927, vol. II, p. 245). Un'altra storia, inverosimile per anacronismo, è riferita dal [[Francesco Petrarca|Petrarca]]: il simbolo sarebbe stato adottato da [[Azzone Visconti]], cui una vipera sarebbe entrata nell'elmo mentre riposava, ma ne sarebbe uscita, all'atto dell'indossarlo, a fauci spalancate, senza però morderlo. Andenna (''cit.'') ritiene verosimile l'origine da simboli vescovili raffiguranti un mostro marino che inghiotte [[Giona (profeta)|Giona]], simbolo della [[risurrezione]].</ref> e sovrastato da una corona d'oro<ref group="N">L'aggiunta della corona d'oro venne concessa nel [[1336]] a Bruzio Visconti dai [[Arciducato d'Austria|duchi d'Austria]] (Romussi, ''loc. cit.'').</ref>, fu il simbolo del casato dei [[Visconti]], [[Sovrani di Milano|Signori e poi Duchi di Milano]] tra [[XIII secolo|XIII]] e [[XV secolo]]. Il biscione fu in seguito ripreso dagli [[Sforza]], dinastia che dominò Milano nel XV e nel XVI secolo, rimanendo poi uno dei simboli più celebri della città di Milano.
La figura del biscione viene menzionata da [[Dante Alighieri]] nella ''[[Divina Commedia]]'' come:
{{Citazione|[...] la vipera che il milanese accampa [...]|[[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'', ottavo canto del ''[[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]''}}
I significati che si potrebbero associare a questi versi sono due: "l'esercito milanese si accampa solo dove fosse piantato il biscione", cioè lo stendardo dei Visconti, oppure "il biscione che i milanesi custodiscono nel loro campo militare"<ref name="ConsoliAccampare" />.
Il biscione è stato inserito, tra i tanti usi moderni, nel logo della [[casa automobilistica]] [[italia]]na [[Alfa Romeo]], che è stata fondata a Milano nel 1910. "''La bissa''", altro appellativo dialettale dato dai milanesi al "biscione", è uno dei simboli dell'{{Calcio Inter|N}}, squadra di calcio milanese, ed è stato ripreso dalla società [[Fininvest]], fondata nel 1978 da [[Silvio Berlusconi]]: in quest'ultimo caso la [[Biscione (Fininvest)|rappresentazione del fanciullo è stata "addolcita"]] sostituendo quest'ultimo con un fiore uscente dalla bocca del serpente, il tutto molto stilizzato.
=== Meneghino ===
{{Vedi anche|Meneghino|Cecca (maschera)}}
[[File:Meneghino cinque giornate.jpg|thumb|Stampa satirica dopo le [[cinque giornate di Milano]]: [[Meneghino]] (personaggio del teatro milanese, divenuto poi [[Maschera (commedia dell'arte)|maschera]] della [[commedia dell'arte]]) tira i colli all'[[Aquila bicipite]] asburgica esclamando: "Hai finito di beccarci, regina delle tacchine"]]
{{citazione
|E io ''interrogatus''<ref group=N>''Interrogatus'' è forma latina usata nei verbali ufficiali degli interrogatori.</ref> risposi:<br/>Sono Meneghino Babbeo<ref group=N>''Tandœuggia'' è ''Babbuasso'' secondo {{cita|Arrighi|p. 743}}.</ref><br/>chiamato per soprannome il Ciampichino<ref group=N>''Tananan'' è ''Scricciolo'' o ''Ciampichino'' secondo {{cita|Arrighi|p. 743}}.</ref><br/>del fu<ref group=N>''Condamm'' è storpiatura del latino ''quondam'' usato negli atti ufficiali.</ref> Marchionne detto il Gengiva;<br/>sono servitore del signor Pomponio Gonzo<br/>che servo da trent'anni
|Meneghino si presenta in tribunale in ''Il falso filosofo'' (1698), atto III, scena XIV<ref>{{cita libro|autore=Carlo Maria Maggi|titolo=Comedie e rime in lingua milanese|volume=2|città=Milano|anno=1701|pp=100-101|url=https://books.google.it/books?id=kPQmkrFoPdYC&pg=PA100}}</ref>
|E mì interrogatus ghe responditt.<br/>Sont Meneghin Tandœuggia,<br/>Ciamæ par sora nomm el Tananan,<br/>Del condamm Marchionn ditt el Sginsgiva;<br/>Sont servitor del sior Pomponi Gonz,<br/>C'al è trent agn che'l servj
|lingua=lmo
}}
[[Meneghino]] è un personaggio del teatro milanese divenuto poi [[Maschera (commedia dell'arte)|maschera]] della [[commedia dell'arte]]. Ha soppiantato quella più antica e tradizionale di "[[Beltrame|Baltramm]] de [[Gaggiano|Gaggian]]". "Meneghino", che è il diminutivo del nome [[Domenico]] (in dialetto milanese ''Domenegh'' o ''Menegh''), viene talvolta usato, a mo' di aggettivo, come sostituto di "milanese" (si veda ad esempio la nota istituzione culturale ''Famiglia meneghina'')<ref>{{cita web|url=http://www.nonsolocittanova.it/cittanova_carnevale_2007/meneghino.html|titolo=Le maschere di Carnevale - Meneghino|accesso=20 novembre 2017|editore=nonsolocittanova.it|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140707142916/http://www.nonsolocittanova.it/cittanova_carnevale_2007/meneghino.html|dataarchivio=7 luglio 2014}}</ref>. Moglie di Meneghino è [[Cecca (maschera)|Cecca]], altro celebre personaggio del [[teatro]] milanese<ref>{{cita web | 1 = http://www.visiteguidatepertutti.it/notizie/145-maschere-ambrosiane.html | 2 = Meneghino, Cecca e le maschere del Carnevale Ambrosiano | accesso = 4 giugno 2018 | dataarchivio = 4 marzo 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170304123804/http://visiteguidatepertutti.it/notizie/145-maschere-ambrosiane.html | urlmorto = sì }}</ref>.
== Note ==
=== Esplicative ===
<references group=N/>
=== Bibliografiche ===
{{Note strette}}
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=[[Cletto Arrighi]]|titolo=Dizionario milanese-italiano, col repertorio italiano-milanese: premiato nel concorso governativo del 1890-93|città=Milano|anno=1896|isbn=978-88-203-0964-0|cid=Arrighi}}
*{{cita libro | cognome=Bologna | nome=Giulia | titolo=Milano e il suo stemma | editore= Comune di Milano. Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana | città=Milano | anno=1989 |sbn=LO10539575|cid=Bologna}}
*{{cita libro | cognome=Pagani | nome=Gentile | titolo=Cenno storico dello stemma di Milano. Dedicato all'onorevole consiglio comunale della città di Milano | editore=Stabilimento tipografico Enrico Reggiani | città=Milano | anno=1903 |sbn=CUB0418768|cid=Pagani }}
== Voci correlate ==
*[[Armoriale dei comuni della città metropolitana di Milano]]
*[[Armoriale delle città del primo e secondo Impero]]
*[[Biscione (araldica)]]
*[[Croce di San Giorgio]]
*[[Madonnina]]
*[[Meneghino]]
*[[Scrofa semilanuta]]
*[[Stemma del Ducato di Milano]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sui|etichetta=simboli di Milano}}
== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|https://digit.biblio.polito.it/4175/8/SantAmbrogio_1_3.pdf|Lo staffile di Sant'Ambrogio - Il gonfalone storico}}
{{Milano}}
{{Storia di Milano}}
{{Portale|araldica|Milano|vessillologia}}
[[Categoria:Stemmi dei comuni italiani|Milano]]
[[Categoria:Bandiere storiche degli Stati italiani]]
[[Categoria:Cultura a Milano]]
[[Categoria:Storia di Milano]]
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