Rust Belt: differenze tra le versioni
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[[File:Total mfctrg jobs change 54-02.png|upright=1.75|thumb|Cambiamenti nell'occupazione, 1954–2002 (New England dal 1958).<br />
'''Rust Belt''' è un’espressione che indica la regione compresa tra i monti [[Appalachi]] settentrionali e i [[Grandi Laghi (America)|Grandi Laghi]] e si riferisce a fenomeni come il declino economico, lo spopolamento e il decadimento urbano dovuti alla contrazione del settore industriale, un tempo molto attivo. Il termine ha ottenuto popolarità negli Stati Uniti negli anni ottanta del Novecento.<ref>Crandall, Robert W. ''The Continuing Decline of Manufacturing in the Rust Belt''. Washington, D.C.: Brookings Institution, 1993.</ref>▼
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Tre aree metropolitane hanno perduto più di 4/5 dei posti di lavoro nella manifattura: [[Steubenville (Ohio)]], [[Johnstown (Pennsylvania)]], e [[Augusta (Maine)]].]]
[[File:Per capita personal income change in metropolitan counties, 1980-2002.png|upright=1.75|thumb|Cambiamento del reddito pro capite, 1980–2002, rispetto alla media delle aree metropolitane U.S.<br />
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▲'''Rust Belt''' è
La "cintura di ruggine" inizia nella parte occidentale dello Stato di [[New York (stato)|New York]] e si estende attraverso la [[Pennsylvania]], la [[Virginia Occidentale]], l’[[Ohio]], l’[[Indiana]] e la Penisola Inferiore del [[Michigan]], terminando nell’[[Illinois]] settentrionale, nell’[[Iowa]] orientale e nel [[Wisconsin]] sudorientale. Conosciuta un tempo come il cuore industriale dell'America, la regione ha visto un declino industriale dalla metà del XX secolo dovuto a una varietà di fattori economici, come il trasferimento delle manifatture più a Ovest, l'aumentare dell'automazione e il declino delle acciaierie e delle industrie statunitensi del carbone.<ref>[https://books.google.it/books?id=OqjqvB4fDg4C&pg=PA115&dq=factors+decline+US+steel+industry&hl=en&sa=X&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false Technology and Steel Industry Competitiveness: Chapter 4. The Domestic Steel Industries Competitiveness Problems.].Washington, D.C: Congress of the United States, Office of Technology Assessment, 1980, pp. 115-151. Retrieved December 27, 2015.</ref> Mentre alcune città sono riuscite ad adattarsi al cambiamento riorientandosi verso il settore dei servizi e delle industrie ad alta tecnologia, altre non se la sono cavata altrettanto bene, come testimoniano l'aumento della povertà e la diminuzione della popolazione.<ref>Leeman, Mark A. [https://books.google.it/books?id=cbGx6yogxyoC&pg=PA9&dq=bruce+springsteen+poverty&hl=en&sa=X&ei=JlvMUufCCYOEhQedl4GYCg&redir_esc=y#v=onepage&q=bruce%20springsteen%20poverty&f=false ''From Good Works to a Good Job: An Exploration of Poverty and Work in Appalachian Ohio''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170212092813/https://books.google.it/books?id=cbGx6yogxyoC&pg=PA9&dq=bruce+springsteen+poverty&hl=en&sa=X&ei=JlvMUufCCYOEhQedl4GYCg&redir_esc=y |data=12 febbraio 2017 }}. PhD dissertation, Ohio University, 2007.</ref>▼
▲La "cintura di ruggine" inizia nella parte occidentale dello
=== Contesto ===▼
Nel XX secolo le economie locali di questi Stati si sono specializzate in produzioni su larga scala di prodotti finiti per l’industria pesante e di beni di consumo, così come nel trasporto e nella lavorazione dei materiali grezzi richiesti dall’industria pesante.<ref>Teaford, Jon C. ''Cities of the Heartland: The Rise and Fall of the Industrial Midwest''. Bloomington: Indiana University Press, 1993.</ref> L’area è conosciuta come “cintura della produzione” (''Manufacturing Belt''),<ref>Meyer, David R. 1989. "Midwestern Industrialization and the American Manufacturing Belt in the Nineteenth Century." Journal of Economic History 49(4):921–937. </ref> “cintura delle fabbriche” (''Factory Belt'') o “cintura dell’acciaio” (''Steel Belt'') in contrapposizione con gli stati agricoli del Midwest, che formano la cosiddetta “cintura del granoturco” (''[[Corn Belt]]'') e con gli Stati delle [[Grandi Pianure]], che sono spesso chiamati “granaio dell’America”.<ref>[http://www.learner.org/interactives/historymap/fifty3.html Fifty States: the Heartland]</ref>▼
La fioritura delle industrie manifatturiere nella regione si deve in parte alla prossimità delle vie d’acqua dei Grandi Laghi e all’abbondanza delle strade asfaltate, dei canali e delle ferrovie. Da quando le infrastrutture dei trasporti collegarono i minerali di ferro del Minnesota settentrionale, del Wisconsin e del [[Penisola superiore|Michigan Superiore]] con il carbone estratto dai [[Appalachi|Monti Appalachi]], nacque la ''Steel Belt''. Presto si trasformò nella ''Factory Belt'' con la nascita delle grandi città industriali statunitensi, come [[Chicago]], [[Buffalo]], [[Detroit]], [[Milwaukee]], Gary, [[Cincinnati]], [[Toledo (Ohio)|Toledo]], [[Cleveland]], [[Akron (Ohio)|Akron]], [[Youngstown (Ohio)|Youngstown]], St. Louis, [[Cedar Rapids (Iowa)|Cedar Rapids]] e [[Pittsburgh]]. Questa regione per decenni attrasse immigrati dall’Impero Austro-Ungarico, dalla Polonia e dalla Russia, che garantivano agli impianti industriali risorse di manodopera a basso costo.<ref>McClelland, Ted.'' Nothin' but Blue Skies: The Heyday, Hard Times, and Hopes of America's Industrial Heartland''. New York: Bloomsbury Press, 2013.</ref>▼
▲Nel XX secolo le economie locali di questi Stati si sono specializzate in produzioni su larga scala di prodotti finiti per l’industria pesante e di beni di consumo, così come nel trasporto e nella lavorazione dei materiali grezzi richiesti dall’industria pesante.<ref>
▲La fioritura delle industrie manifatturiere nella regione si deve in parte alla prossimità delle vie d’acqua dei Grandi Laghi e all’abbondanza delle strade asfaltate, dei canali e delle ferrovie. Da quando le infrastrutture dei trasporti collegarono i minerali di ferro del Minnesota settentrionale, del Wisconsin e del [[Penisola superiore|Michigan Superiore]] con il carbone estratto dai [[Appalachi|Monti Appalachi]], nacque la ''Steel Belt''. Presto si trasformò nella ''Factory Belt'' con la nascita delle grandi città industriali statunitensi, come [[Chicago]], [[Buffalo]], [[Detroit]], [[Milwaukee]], [[Gary (Indiana)|Gary]], [[Cincinnati]], [[Toledo (Ohio)|Toledo]], [[Cleveland]], [[Akron (Ohio)|Akron]], [[Youngstown (Ohio)|Youngstown]],
In seguito a numerosi periodi di “boom” dalla fine del XIX secolo alla metà del XX secolo, le città di quest’area alla fine del secolo iniziarono a combattere per adattarsi a una molteplicità di condizioni sociali ed economiche avverse. Queste includono il declino dell’industria statunitense del ferro e dell’acciaio, lo spostamento della produzione negli Stati del Sud-Est per via del minor costo della manodopera,<ref>lder, Simeon, David Lagakos, and Lee Ohanian. "The Decline of the US Rust Belt: A Macroeconomic Analysis." 2012. </ref> i licenziamenti dovuti all’aumento dell’automazione nei processi industriali, la diminuzione del bisogno di manodopera nella produzione dell’acciaio, l’internazionalizzazione degli affari americani e la liberalizzazione delle politiche di commercio estero dovute alla globalizzazione.<ref>High, Steven C. ''Industrial Sunset: The Making of North America's Rust Belt'', 1969–1984''. Toronto: University of Toronto Press, 2003.</ref> Le grandi e piccole città che hanno lottato maggiormente con queste condizioni presto hanno dovuto affrontare numerose difficoltà comuni, ovvero la perdita di popolazione e la mancanza di risorse nel campo dell’istruzione, la dimimuzione delle entrate fiscali locali, alti livelli di disoccupazione e criminalità, la droga, l’aumento di soggetti bisognosi di sostegno al reddito, la diminuzione dell’affidabilità creditizia delle amministrazioni locali e disavanzi in bilancio.<ref>Jargowsky, Paul A. ''Poverty and Place: Ghettos, Barrios, and the American City.'' New York: Russell Sage Foundation, 1997.</ref><ref>Hagedorn, John M., and Perry Macon. ''People and Folks: Gangs, Crime and the Underclass in a Rustbelt City''. Lake View Press, Chicago, IL, (paperback: ISBN 0-941702-21-9; clothbound: ISBN 0-941702-20-0), 1988.</ref><ref>"Rust Belt Woes: Steel out, drugs in," ''The Northwest Florida Daily News'', January 16, 2008. PDF</ref><ref>Beeson, Patricia E. "Sources of the decline of manufacturing in large metropolitan areas." Journal of Urban Economics 28, no. 1 (1990): 71–86.</ref><ref>Higgins, James Jeffrey. ''Images of the Rust Belt''. Kent, Ohio: Kent State University Press, 1999.</ref>▼
▲In seguito a numerosi periodi di “boom” dalla fine del XIX secolo alla metà del XX secolo, le città di quest’area alla fine del secolo iniziarono a combattere per adattarsi a una molteplicità di condizioni sociali ed economiche avverse. Queste includono il declino dell’industria statunitense del ferro e dell’acciaio, lo spostamento della produzione negli Stati del Sud-Est per via del minor costo della manodopera,<ref>
=== Geografia ===▼
Quando le persone emigrano, spesso coniano nuovi nomi per le loro destinazioni.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.hillcrestweb.com/USHist/A3I33CBD.pdf The Americans: Reconstruction to the 21st CenturyChapter 25: The Conservative Tide. Inset:Sunbelt, Rustbelt, Ecotopia] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref> Siccome il termine descrive un insieme di condizioni economiche e sociali, più che indicare una regione geografica a sé stante degli Stati Uniti, la “cintura di ruggine” non ha precisi confini. La misura in cui una comunità può essere annoverata tra le città della “cintura di ruggine” dipende da quanto è stato significativo in passato il ruolo delle manifatture industriali nell’economia locale in confronto ad oggi, oltre che dalla percezione della vitalità economica e degli standard di vita attuali.▼
Un mosaico di centri dell’industria pesante e manifatturieri, ormai decaduti, tra i Grandi Laghi e gli Stati Uniti del Midwest, per via del loro passato caratterizzato da una vibrante economia industriale, sono talvolta definite nei mezzi di informazione “cintura di neve” (''snowbelt''),<ref>"[http://articles.chicagotribune.com/1985-08-25/news/8502250467_1_auto-industry-michigan-snow-belt Sun On The Snow Belt (editorial)]". Chicago Tribune. August 25, 1985. Retrieved September 22, 2011.</ref> “cintura della produzione” (''manifacturing belt'') e “cintura delle fabbriche” (''factory belt''). Questo include la maggior parte delle città del Midwest fino al [[Mississippi (fiume)|fiume Mississippi]], incluse St. Louis e molte altre città della regione dei Grandi Laghi e del settentrione dello Stato di New York. ▼
▲Quando le persone emigrano, spesso coniano nuovi nomi per le loro destinazioni.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.hillcrestweb.com/USHist/A3I33CBD.pdf The Americans: Reconstruction to the 21st CenturyChapter 25: The Conservative Tide. Inset:Sunbelt, Rustbelt, Ecotopia] |
▲Un mosaico di centri dell’industria pesante e manifatturieri, ormai decaduti, tra i Grandi Laghi e gli Stati Uniti del Midwest, per via del loro passato caratterizzato da una vibrante economia industriale, sono talvolta definite nei mezzi di informazione “cintura di neve” (''snowbelt''),<ref>"[http://articles.chicagotribune.com/1985-08-25/news/8502250467_1_auto-industry-michigan-snow-belt Sun On The Snow Belt (editorial)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121007115721/http://articles.chicagotribune.com/1985-08-25/news/8502250467_1_auto-industry-michigan-snow-belt |date=7 ottobre 2012 }}". Chicago Tribune.
Al centro di questi territori si estende un’area che si allunga dall’[[Indiana]] settentrionale al [[Michigan]] meridionale a ovest fino alla parte settentrionale dello [[New York (stato)|Stato di New York]] a est, dove le entrate fiscali locali tuttora dipendono dall’industria in modo più significativo che da ogni altro settore.<ref>"Measuring Rurality: 2004 County Typology Codes". USDA Economic Research Service. RetrievedSeptember 21, 2011.</ref> All’interno o in prossimità della periferia si trovano dieci delle aree metropolitane più vaste del Paese – [[New York]], [[Baltimora]], [[Buffalo]], [[Pittsburgh]], [[Cleveland]], [[Cincinnati]], [[Detroit]], [[Milwaukee]], St. Louis e [[Chicago]],- parti delle quali cadono esattamente nella Rust Belt, mentre il loro centro città non è sempre considerato come tale. Nel suo importante libro ''The Nine Nations of North America'', Joel Garreau includeva i distretti del [[The Bronx|Bronx]] e di [[Queens]] di New York City nella regione postindustriale tra il Nord-Est degli Stati Uniti e la regione dei Grandi Laghi che, insieme all’[[Ontario]] meridionale, chiamava “la fonderia” (The Foundry).<ref>Garreau, Joel. ''The Nine Nations of North America''. Boston: Houghton Mifflin, 1981.</ref>▼
[[File:Fisher Body plant 21.jpg|miniatura|388x388px|Impianto abbandonato dell'azienda Fisher Body a Detroit,]]▼
Prima della [[Seconda guerra mondiale|Seconda Guerra Mondiale]], le città della Rust Belt erano tra le più grandi del Paese; ciò nonostante, alla fine del ventesimo secolo la loro popolazione è diminuita più significativamente che nel resto della nazione.<ref>Hansen, Jeff; et al. (March 10, 2007). [http://blog.al.com/bn/2007/03/which_way_forward.html "Which Way Forward?"]. ''The Birmingham News''. RetrievedSeptember 21, 2011.</ref>▼
▲Al centro di questi territori si estende un’area che si allunga dall’[[Indiana]] settentrionale al [[Michigan]] meridionale a ovest fino alla parte settentrionale dello [[New York (stato)|Stato di New York]] a est, dove le entrate fiscali locali tuttora dipendono dall’industria in modo più significativo che da ogni altro settore.<ref>"Measuring Rurality: 2004 County Typology Codes". USDA Economic Research Service.
=== Storia ===▼
Il collegamento dell’antico [[Territorio del nord-ovest|Territorio del Nord-Ovest]] con la costa orientale, in via di rapida industrializzazione, fu realizzato grazie a numerosi progetti infrastrutturali di larga scala, in particolare il [[Canale Erie]] del 1825, la ferrovia [[Baltimore and Ohio Railroad|Baltimore and Ohio]] del 1830, la Allegheny Portage Railroad del 1834 e il consolidamento della [[New York Central Railroad|New York Central]] dopo la [[Guerra di secessione americana|Guerra Civile Americana]]. Fu così aperto un varco tra le numerose fiorenti industrie dell’interno e i mercati non solo delle grandi città dell’Est, ma anche dell’Europa occidentale.<ref>Kunstler, James Howard (1996). ''Home From Nowhere: Remaking Our Everyday World for the 21st Centur''y. New York: Touchstone/Simon and Schuster. ISBN 0-684-83737-4.</ref>▼
▲Prima della [[Seconda guerra mondiale
Carbone, ferro e altri materiali grezzi erano imbarcati dalle regioni circostanti in quelli che si affermavano come i maggiori porti sui Grandi Laghi e servivano da snodo logistico per la regione che si estendeva in prossimità delle linee ferroviarie. Dalla direzione opposta arrivavano milioni di immigrati europei che popolarono le città sulle rive dei Grandi Laghi con una velocità senza precedenti. Chicago, notoriamente, negli anni quaranta dell'Ottocento era un emporio rurale, ma crebbe fino a diventare grande quanto [[Parigi]] al momento della Columbian Exposition del 1893.<ref>Kunstler, James Howard (1996). ''Home From Nowhere: Remaking Our Everyday World for the 21st Century''. New York: Touchstone/Simon and Schuster. ISBN 0-684-83737-4.</ref>▼
I primi segni di difficoltà negli Stati del Nord apparvero evidenti agli inizi del XX secolo, prima della fine degli anni del “boom”. Lowell, nel Massachusetts, che era stata il centro della produzione tessile degli USA, fu descritta dalla rivista ''Harper’s'' come un “depresso deserto industriale” già nel 1931,<ref> Marion, Paul (November 2009). [https://newengland.com/yankee-magazine/travel/massachusetts/lowell-timeline/2/ "Timeline of Lowell History From 1600s to 2009"]. Yankee Magazine.</ref> mentre le sue aziende tessili venivano sradicate e portate verso Sud, principalmente verso la [[Carolina del Nord]] e la [[Carolina del Sud]]. Dopo la [[Grande depressione|Grande Depressione]], l’ingresso degli USA nella Seconda Guerra Mondiale portò un rapido ritorno alla crescita economica, durante la quale gran parte del Nord raggiunse un picco demografico e nella produzione industriale. ▼
▲Il collegamento dell’antico [[Territorio del nord-ovest (Stati Uniti d'America)|Territorio del
▲Carbone, ferro e altri materiali grezzi erano imbarcati dalle regioni circostanti in quelli che si affermavano come i maggiori porti sui Grandi Laghi e servivano da snodo logistico per la regione che si estendeva in prossimità delle linee ferroviarie. Dalla direzione opposta arrivavano milioni di immigrati europei che popolarono le città sulle rive dei Grandi Laghi con una velocità senza precedenti. Chicago, notoriamente, negli anni quaranta dell'Ottocento era un emporio rurale, ma crebbe fino a diventare grande quanto [[Parigi]] al momento della Columbian Exposition del 1893.<ref
Le città settentrionali attraversarono i cambiamenti che seguirono la fine della guerra, cioè l'inizio dell’emigrazione dei residenti verso comunità suburbane di più recente formazione<ref> [http://www.census.gov/population/www/documentation/twps0027/tab23.txt "1990 Population and Maximum Decennial Census Population of Urban Places Ever Among the 100 Largest Urban Places, Listed Alphabetically by State: 1790–1990"]. United States Bureau of the Census. Retrieved September 22, 2011.</ref> e un ruolo declinante della produzione industriale nell'economia statunitense.<ref> [http://www.63alfred.com/whomakesit/ "Who Makes It?". Retrieved 28 November 2011.]</ref>▼
▲I primi segni di difficoltà negli Stati del Nord apparvero evidenti agli inizi del XX secolo, prima della fine degli anni del “boom”. Lowell, nel Massachusetts, che era stata il centro della produzione tessile degli USA, fu descritta dalla rivista ''Harper’s'' come un “depresso deserto industriale” già nel 1931,<ref>Paul Marion,
▲Le città settentrionali attraversarono i cambiamenti che seguirono la fine della guerra, cioè l'inizio dell’emigrazione dei residenti verso comunità suburbane di più recente formazione<ref>
L'[[esternalizzazione]] della produzione di beni commerciabili è stato un importante problema della regione. Una causa è stata la [[globalizzazione]], con l'espansione in tutto il mondo di accordi di libero commercio. I gruppi anti-globalizzazione sostengono che il commercio con i paesi in via di sviluppo abbia portato a una forte concorrenza da parte di paesi come la [[Cina]], che aggancia la propria valuta al dollaro e ha salari locali molto più bassi, forzando la riduzione dei salari interni.
Alcuni economisti sono preoccupati dal fatto che gli effetti di lungo corso degli alti disavanzi commerciali e dell’esternalizzazione producano problemi economici negli USA<ref>Roberts, Paul Craig (
Alcuni economisti sostengono che gli USA stiano contraendo prestiti per finanziare il consumo dei beni importati, accumulando nel frattempo quantità insostenibili di debito.<ref
Dagli anni sessanta del Novecento, l’espansione degli accordi di libero commercio a livello mondiale è stata poco favorevole ai lavoratori statunitensi. Risulta più conveniente importare merci, come l’acciaio, prodotte in Paesi del [[Terzo mondo|Terzo Mondo]] con manodopera straniera a basso costo. A partire dalla recessione degli anni 1970-71, si è affermato un nuovo modello di economia della deindustrializzazione. La svalutazione competitiva, combinata con ogni successiva recessione, ha visto gli operai statunitensi sperimentare fasi di licenziamenti. Nel complesso, nella ''Factory Belt'' l’occupazione nel settore industriale è diminuita del 32.9% tra il 1969 e il 1996.<ref>
▲Alcuni economisti sostengono che gli USA stiano contraendo prestiti per finanziare il consumo dei beni importati, accumulando nel frattempo quantità insostenibili di debito.<ref>Bivens, L. Josh (December 14, 2004). Debt and the dollar ''Economic Policy Institute''. Retrieved on June 28, 2009.</ref><ref>Phillips, Kevin (2007). ''Bad Money: Reckless Finance, Failed Politics, and the Global Crisis of American Capitalism''. Penguin. ISBN 978-0-14-314328-4.</ref> Il 26 giugno del 2009, Jeff Immet, Amministratore Delegato della General Electric, ha chiesto agli Stati Uniti di incrementare l’occupazione della base produttiva al 20% della forza lavoro, commentando che gli Stati Uniti hanno esternalizzato troppo in alcune aree e non possono più fare affidamento sul settore finanziario e sui consumi per stimolare la domanda.<ref>Bailey, David and Soyoung Kim (June 26, 2009).GE's Immelt says U.S. economy needs industrial renewal.UK Guardian.</ref>
▲Dagli anni sessanta del Novecento, l’espansione degli accordi di libero commercio a livello mondiale è stata poco favorevole ai lavoratori statunitensi. Risulta più conveniente importare merci, come l’acciaio, prodotte in Paesi del [[Terzo mondo|Terzo Mondo]] con manodopera straniera a basso costo. A partire dalla recessione degli anni 1970-71, si è affermato un nuovo modello di economia della deindustrializzazione. La svalutazione competitiva, combinata con ogni successiva recessione, ha visto gli operai statunitensi sperimentare fasi di licenziamenti. Nel complesso, nella ''Factory Belt'' l’occupazione nel settore industriale è diminuita del 32.9% tra il 1969 e il 1996.<ref>Kahn, Matthew E. "The silver lining of rust belt manufacturing decline." Journal of Urban Economics 46, no. 3 (1999): 360–376.</ref>
Un editoriale del ''[[The Wall Street Journal|Wall Street Journal]]'' del 3 marzo 2008 annunciava che, mentre l’Ohio aveva perso 10 000 posti di lavoro
▲Nel 1985 ha avuto inizio una graduale espansione del deficit commerciale tra gli USA e la Cina. Negli anni seguenti gli Stati Uniti hanno sviluppato un massiccio deficit commerciale con i Paesi dell’Est asiatico (Cina, Giappone, Taiwan e Corea del Sud). Di conseguenza, gli operai della regione hanno vissuto difficoltà economiche. Questo ha devastato i bilanci pubblici degli Stati Uniti e ha aumentato l’indebitamento delle aziende inteso a sovvenzionare i fondi previdenziali. Alcuni economisti credono che il PIL e l’occupazione possano essere danneggiati da profondi deficit commerciali di lunga durata.<ref>David Friedman (Senior Fellow at the New America Foundation). [http://articles.latimes.com/2002/jun/16/opinion/op-friedman No Light at the End of the Tunnel], Los Angeles Times, June 16, 2002.</ref><ref>Sir Keith Joseph, Centre for Policy Studies (1976-04-05).[http://www.margaretthatcher.org/commentary/displaydocument.asp?docid=110796 Stockton Lecture, ''Monetarism Is Not Enough'', with forward by Margaret Thatcher.] Barry Rose Pub.: 2006.</ref><ref>Are Trade Deficits a Drag on U.S. Economic Growth?Cato's Center for Trade Policy Studies, Free Trade Bulletin no. 27.</ref>
▲Un editoriale del ''[[The Wall Street Journal|Wall Street Journal]]'' del 3 marzo 2008 annunciava che, mentre l’Ohio aveva perso 10 000 posti di lavoro nella decade precedente, in Texas erano stati creati un milione e seicentomila nuovi posti.<ref>[https://www.wsj.com/articles/SB120450306595906431 Texas v. Ohio], ''Wall Street Journal'', March 3, 2008.</ref> Un articolo del 13 settembre di Phil Gramm e Mike Solon affermava: “Sì, il Michigan ha perso 83000 posti di lavoro nell’industria automobilistica durante gli ultimi 15 anni, ma più di 91 000 posti di lavoro nello stesso settore sono sorti tra Alabama, Tennessee, Kentucky, Georgia, Carolina del Sud, Virginia e Texas.<ref>"[https://www.wsj.com/articles/SB122126282034130461 If You Like Michigan's Economy, You'll Love Obama's]", Wall Street Journal, September 13, 2008</ref>
▲[[File:Fisher Body plant 21.jpg|miniatura|
[[Francis Fukuyama]] considera le conseguenze sociali e culturali della deindustrializzazione e del declino industriale che hanno trasformato una
▲===Esiti===
I problemi della ''Rust Belt'' persistono fino ad oggi, particolarmente negli stati orientali della regione dei Grandi Laghi, e molte metropoli industriali, una volta in crescita, hanno vissuto un drammatico declino.<ref>James Feyrer
▲[[Francis Fukuyama]] considera le conseguenze sociali e culturali della deindustrializzazione e del declino industriale che hanno trasformato una pre-esistente fiorente “cintura delle fabbriche” (''Factory Belt'') in una “cintura della ruggine” (''Rust Belt'') come parte di una maggiore tendenza di transizione che lui ha chiamato “la grande spaccatura” (''Great Disruption'').<ref>Francis Fukuyama. ''The Great Disruption: Human Nature and the Reconstitution of Social Order''. New York: Free Press, 1999.</ref> “La gente associa l’era dell’informazione con l’avvento di Internet negli anni Novanta del Novecento, ma la chiusura dell’era industriale è cominciata più di una generazione prima, con la deindustrializzazione della ''Rust Belt'' negli Stati Uniti e una simile trasformazione in altri paesi industrializzati. Il declino è facilmente misurabile nelle statistiche sul crimine, sugli orfani, sui fallimenti, sulla riduzione delle oppurtunità di educazione, sui suoi risultati e questioni simili.”<ref>Francis Fukuyama. ''[http://www.wesjones.com/fukuyama.htm The Great Disruption]'', The Atlantic Monthly, May 1999, Volume 283, No. 5, pages 55–80.</ref>
Sembrava che alla metà degli anni novanta in numerose aree metropolitane della Rust Belt la crescita negativa si fosse fermata, come indicavano gli indicatori statistici più significativi (disoccupazione, salari, ricambio della popolazione).<ref>Glenn King. Census Brief: "Rust Belt" Rebounds, CENBR/98-7, Issued December 1998.
▲I problemi della ''Rust Belt'' persistono fino ad oggi, particolarmente negli stati orientali della regione dei Grandi Laghi, e molte metropoli industriali, una volta in crescita, hanno vissuto un drammatico declino.<ref>Feyrer, James, Bruce Sacerdote, and Ariel Dora Stern.[https://muse.jhu.edu/article/220315/pdf Did the Rust Belt Become Shiny? A Study of Cities and Counties That Lost Steel and Auto Jobs in the 1980s].''Brookings-Wharton Papers on Urban Affair''s (2007): 41–102.</ref> Dal 1970 al 2006 Cleveland, Detroit, Buffalo e Pitsburgh hanno perso il 45% circa della popolazione ed è crollato il reddito medio familiare: a Cleveland e Detroit circa del 30%, a Buffalo del 20% e a Pitsburgh del 10%.<ref>Daniel Hartley. "Urban Decline in Rust-Belt Cities." Federal Reserve Bank of Cleveland Economic Commentary, Number 2013-06, May 20, 2013. PDF</ref>
▲Sembrava che alla metà degli anni novanta in numerose aree metropolitane della Rust Belt la crescita negativa si fosse fermata, come indicavano gli indicatori statistici più significativi (disoccupazione, salari, ricambio della popolazione).<ref>Glenn King. Census Brief: "Rust Belt" Rebounds, CENBR/98-7, Issued December 1998. </ref> Tuttavia, nella prima decade del XXI secolo, persisteva un andamento negativo: Detroit ha perso il 25,7% della sua popolazione; Gary, nell’Indiana, il 22%; Youngstown, in Ohio, il 18,9%; Flint, nel Michigan, il 18,7%; Cleveland, in Ohio, il 14,5%.<ref>Mark Peters, Jack Nicas. [https://www.wsj.com/articles/SB10001424127887323687604578467134234625160 "Rust Belt Reaches for Immigration Tide"], ''The Wall Street Journal'', May 13, 2013, A3.</ref>
{| class="wikitable"
|+Variazioni demografiche nelle città della Rust Belt
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demografica
!Popolazione
nel 2015<ref>"Annual Estimates of the Resident Population for Incorporated Places: April 1, 2010 to July 1, 2015".
!Popolazione
nel 2000
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|166 179
|-
|[[Niagara Falls (
|−12.0%
|48 916
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|66 337
|-
|[[Saint Louis
|−9.3%
|315 685
Riga 180 ⟶ 198:
|107 789
|}
Alla fine del primo decennio del XXI secolo, l’industria statunitense si è ripresa dalla Grande Crisi del 2008 più rapidamente rispetto ad altri settori economici<ref>[
[[File:Bethlehem Steel (2).JPG|miniatura|341x341px|Vecchio impianto dell'acciaieria Bethlehem Steel a Bethlehem, in Pennsylvania. Parte del complesso è stata venduta nel 2007 e riconvertita nel Sands Casino Resort Bethlehem.]]
[[File:Cargill S Superior elevator.jpg|miniatura|338x338px|Un silos granario dismesso a Buffalo]]
▲Alla fine del primo decennio del XXI secolo, l’industria statunitense si è ripresa dalla Grande Crisi del 2008 più rapidamente rispetto ad altri settori economici<ref>[http://www.economist.com/node/18332894 ''"Rustbelt recovery: Against all the odds, American factories are coming back to life. Thank the rest of the world for that"'']. ''The Economist''. March 10, 2011. RetrievedSeptember 21, 2011. PDF</ref> e numerose iniziative, sia pubbliche che private, stanno promuovendo lo sviluppo di combustibili alternativi, nanotecnologie e tecnologie di altro tipo.<ref>[http://www.economist.com/node/14214855 "Greening the rustbelt: In the shadow of the climate bill, the industrial Midwest begins to get ready"]. ''The Economist''. August 13, 2009. Retrieved September 21,2011.</ref> Insieme al confinante ''Golden Horseshoe'' dell’Ontario meridionale, in Canada, la cosiddetta ''Rust Belt'' costituisce tuttora una delle più vaste regioni industriali del mondo.<ref>Beyers, William. [https://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:fnpUF-Xs3KYJ:faculty.washington.edu/beyers/Chapter7_Warf.ppt+manufacturing+regions+of+the+world&hl=en&gl=us&pid=bl&srcid=ADGEESgeUfyEVJ5-UCp5x3EGgctSVlVRoGItKLn-AVIw0gHisfIXJfVXNS0dClkwio0EWrpZ3SoH8Pfw2z0ryZ2eV8thdhyVXBYU3abQthuNuf8L4Dkj1O1DhZ22H7OWQNI_K9VdPqPX&sig=AHIEtbTNoQ3I1K5J25TpcXYenB0tMs3lIg "Major Manufacturing Regions of the World"]. Department of Geography, the University of Washington. Retrieved September 21, 2011.</ref>
▲===Trasformazione===
Sin dagli anni ottanta del Novecento, i candidati alla presidenza hanno dedicato molto del proprio tempo alle problematiche economiche della regione della ''Rust Belt'', che comprende i popolosi ''swing states'' (stati in bilico) della Pennsylvania, dell’Ohio e del Michigan. Questi sono stati anche critici e decisivi per la vittoria di [[Donald Trump]] alle elezioni presidenziali del 2016.
Sono state proposte diverse strategie per invertire le sorti
Recentemente nella ''Rust Belt'' si sono affermati nuovi tipi di produzione non tradizionale legati a progetti intensivi di [[Ricerca e sviluppo|R&S]], come la [[biotecnologia]], l’industria dei polimeri, l’infotecnologia e la [[nanotecnologia]]. In particolare la nanotecnologia sembra promettente per la rivitalizzazione della ''Rust Belt''.<ref>[http://siliconrustbelt.com/rethink-the-rust-belt/ Rethink The Rust Belt]</ref> Tra gli esempi recenti di successo ricordiamo la Detroit Aircraft Corporation, specializzata nell’integrazione di sistemi aerei a pilotaggio remoto, nei collaudi e nei servizi di ripresa cinematografica aerea.<ref>[http://www.detroitaircraft.com/ DetroitAircraft.com]</ref>
A Pittsburgh, centri di ricerca robotica e società come il National Robotics Engineering Center and Robotics Institute, Aethon Inc., American Robot Corporation, Automatika, Quantapoint, Blue Belt Technologies e Seegrid stanno creando applicazioni di tecnologia robotica all’avanguardia. [[Akron (Ohio)|Akron]], antica “capitale della gomma” mondiale che ha perso 35 000 posti di lavoro dopo che le principali industrie di gomma e pneumatici (Goodrich, Firestone e General Tire) hanno chiuso le proprie linee produttive, ora è rinomata nel mondo come centro di ricerca sui polimeri con quattrocento aziende, legate a questi materiali e alla loro distribuzione, che operano nell’area. Il cambiamento di direzione è stato realizzato in parte grazie a un
Comunque, l’automazione ha portato a un tipo di produzione che richiede un minor numero di lavoratori con competenze avanzate. Questa è la ragione per cui le assunzioni nel settore produttivo nella ''Rust Belt'' non hanno potuto compensare nemmeno lontanamente il numero dei licenziamenti.<ref>
Scavando nel passato e meditando sul futuro degli Stati della ''Rust Belt'', il rapporto della Brooking Institution suggerisce che la regione dei Grandi Laghi ha un considerevole potenziale di trasformazione, tenendo conto delle reti di commercio globale già esistenti, della capacità di produrre energia pulita e a basso tenore di carbonio, delle infrastrutture innovative
== Note ==
<references />
== Voci correlate ==
* [[Roger & Me]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* [http://www.coalcampusa.com/rustbelt/rustbelt.htm Carta del cuore industriale del paese e fotografie (sito in inglese)]
* [http://siliconrustbelt.com/wp-content/uploads/2013/05/rust-belt.jpg Carta della Rust Belt]
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▲{{Portale|Stati Uniti d'America|economia}}
[[Categoria:Stati Uniti nord-orientali]]
[[Categoria:Stati Uniti medio-occidentali]]
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