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{{Edificio civile
|nome edificio = PalazzoVilla-Seminario comunale di ClusoneBarbarigo
|immagine = Clusone piazzaseminario raddrizzato2.jpg
|didascalia =
|didascalia = Una veduta della piazza dell'Orologio di [[Clusone]]: sullla sinistra la torre con l'[[Orologio planetario Fanzago|orologio Fanzago]] e il [[Palazzo comunale (Clusone)|Palazzo comunale]]
|paese = ITA
|divamm1 = {{IT-LOM}}Lombardia
|città = Clusone
|cittàlink =
|indirizzo = Piazza dell'Orologio
|latitudine =
|longitudine =
|stato = in uso
|periodo costruzione = XIIXX secolo
|inaugurazione = 1934
|demolito =
|distrutto =
|ricostruito =
|pianistile =
|stile = [[Architettura romanica|romanico]], [[Architettura gotica|gotico]]
|uso =
|uso = [[municipio (edificio)|Municipio]]
|altezza =
|altezza antenna/guglia =
|altezza tetto =
|altezza ultimo piano =
|piani =
|area calpestabile =
|ascensori =
|costo =
|architetto =
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|appaltatore =
|costruttore =
|proprietario = Comune di Clusone
|committente =
|proprietario storico =
}}
 
La '''Villa-Seminario Barbarigo''' è stato il [[Seminario#Organizzazione|Seminario minore]] di [[Clusone]], dal [[1934]] fino agli [[anni 60]]. Attualmente ''Villa Barbarigo'' è la sede di tre [[Scuola secondaria di secondo grado in Italia|Istituti di Scuola Superiore]]: l'Istituto d'Istruzione Superiore "Andrea Fantoni", l'Istituto CFP Alberghiero e l' Istituto d'Istruzione Superiore "Tarcisio Pacati".
Il '''Palazzo comunale''' è un edificio storico situato nella piazza dell'Orologio della città di [[Clusone]], in provincia di [[provincia di Bergamo|Bergamo]].
 
== Storia ==
L'edificio si erge su sei massicce [[arcata|arcate]] in pietra, sorrette da [[pilastro|pilastri]]. La sua struttura austera del palazzo è ingentilita dai numerosi [[affresco|affreschi]] della [[facciata]], la maggior parte dei quali riproducenti [[stemma|stemmi]] dei [[Repubblica di Venezia|podestà veneti]] succedutisi a [[Clusone]]. L’edificio ha subito nel corso dei secoli numerose modifiche architettoniche, che ne hanno alterato il primitivo aspetto [[Medioevo|medioevale]]. Eretto sulla stesso colle e a livello appena inferiore rispetto alla [[Basilica di Santa Maria Assunta (Clusone)|chiesa parrocchiale]], situato in posizione centrale rispetto ai due nuclei dell’abitato di più antica origine, ''Somvico'' e ''Imvico'', certamente già definiti nell’[[Alto Medioevo]], non se ne conosce l'esatto anno di costruzione.
L'ex [[Seminario#Organizzazione|seminario minore]] di [[Clusone]] è denominato ''Villa Barbarigo'' in onore di [[Gregorio Barbarigo|san Gregorio Barbarigo]], [[vescovo]] di [[Diocesi di Bergamo|Bergamo]] dal [[1657]] al [[1664]]. Voluto dalla [[Diocesi di Bergamo]] come residenza estiva per gli aspiranti al [[sacerdozio]] che frequentavano il [[Seminario vescovile Giovanni XXIII|Seminario di Bergamo]], divenne poi nel [[1934]] anche sede del [[Scuola secondaria di primo grado in Italia|Ginnasio Inferiore]] e seminario minorile per gli scolari delle ultime due classi elementari e delle cinque successive, ospitando sino a trecento persone, tra gli alunni, professori insegnanti e addetti ai servizi. I terreni su cui sorge furono acquistati negli anni [[anni 20]] del [[XX secolo|'900]] dall’[[arciprete]] di [[Clusone]] monsignor Attilio Plebani, su richiesta del [[vescovo]] [[Luigi Maria Marelli]] e con l’opera di monsignor [[Adriano Bernareggi]].
 
Venne inaugurato il [[29 ottobre]] [[1934]] con una solenne cerimonia a cui presero parte autorità ecclesiastiche e civili, oltre che le rappresentanze degli altri Seminari della [[Regione ecclesiastica Lombardia|Lombardia]]. La benedizione del nuovo edificio fu impartita dal cardinal [[Alfredo Ildefonso Schuster|Ildefonso Schuster]], [[Arcidiocesi di Milano|arcivescovo di Milano]], affiancato dai vescovi Merelli e [[Adriano Bernareggi|Bernareggi]] e da numerosi prelati, tra cui monsignor [[Papa Giovanni XXIII|Angelo Roncalli]] (futuro [[papa]]), monsignor [[Gustavo Testa|Gustavo Testa]] (divenuto poi vescovo), monsignor Attilio Plebani (arciprete di Clusone).
==Storia==
===Datazione===
Secondo la tradizione storiografica, iniziata nel [[XVII secolo|Seicento]] da [[Bernardino Baldi]] e ripresa fino a tutto l'[[XIX secolo|Ottocento]], la costruzione del palazzo risalirebbe addirittura al [[1008]]. Tale ipotesi sarebbe stata suffragata dall’esistenza di tale numero scritto a caratteri dorati in [[Alfabeto arabo|cifre arabe]] (introdotte in Italia in epoca successiva) sulla porta della sala del Consiglio di Valle. Tale scritta rimase fino al principio del [[XIX secolo]], quando la sala venne adibita a carcere. Questa data non trova però fondamento nel contesto dell’[[XI secolo]]; anche considerando un precoce movimento di emancipazione dall’autorità vescovile, questa era ancora forte nel [[XII secolo]]. Già dal [[1190]] la comunità di [[Clusone]] assunse la configurazione istituzionale di [[Comune medievale|Comune]] autonomo, retto da propri consoli (documentati a partire dal [[1196]]), senza peraltro che siano noti i margini entro cui si espresse concretamente tale autonomia, certamente concessa dal [[Vescovo]].
[[File:Clusone - panoramio (15).jpg|sinistra|thumb|La torre dell'[[Orologio planetario Fanzago|Orologio]] di [[Clusone]]]]
 
La funzione educativa del [[seminario]] continuò fino agli [[Anni 1970|anni ‘70]] del [[XX secolo|'900]]. A [[Clusone]] i seminaristi godevano di un ambiente funzionale e confortevole con servizi adeguati alle esigenze, sia nel periodo scolastico che nella stagione estiva. Esclusi i permessi per il ritorno in famiglia, uscivano dal [[seminario]] per effettuare passeggiate nei dintorni accompagnati dagli educatori (i [[Prefetto#Prefetti nella Chiesa cattolica|prefetti]]) e per partecipare alle funzioni religiose più importanti celebrate nella [[parrocchia]] di [[Clusone]], comprese le [[Processione|processioni]].
===XII-XIV secolo===
I rilievi stratigrafici compiuti in occasione del progetto di rifacimento del Palazzo fanno risalire al [[XII secolo]] il primo nucleo affiancato ma distinto dalla preesistente torre, ove oggi si colloca l’[[Orologio planetario Fanzago|Orologio Fanzago]]: si trattava di un piccolo edificio a pianta rettangolare probabilmente a due piani, con accesso dal lato sud attraverso un portale ancora oggi in parte visibile (oggi sull’entrata secondaria della ''Turismo Pro Clusone''). Verso la fine del [[XIV secolo]] fu dotato di un piccolo portico con ampio [[Arco (architettura)|arco]] a sesto ribassato (quello tuttora esistente, contiguo alla torre dell’Orologio); sicuramente in questo periodo l’edificio aveva già funzioni pubbliche. A nord erano sorti anche altri due nuclei originariamente isolati.
 
La [[Clusone|popolazione clusonese]] accedeva invece al [[seminario]] in occasione dell’annuale ''Accademia'' (recita di [[Canto|canti]] e [[Poesia|poesie]]) fissata per la [[Maria (madre di Gesù)|Festa dell’Immacolata]], l’[[8 dicembre]], e per la partecipazione alla [[messa]] della [[Natale|notte di Natale]], unica celebrazione nella zona.
===XV-XVI secolo===
Il palazzo venne progressivamente ampliato, ma, secondo la tradizione storiografica, al tempo del [[Podestà (medioevo)|Podestà]] Gio. Francesco Contarini, eletto nel [[1485]] andò parzialmente in rovina, tanto che il comune di Clusone radunava il suo Consiglio (detto [[Arengo]]) sopra la pubblica piazza del mercato. Risale a questo periodo il rifacimento, confermato anche dai rilievi stratigrafici, che tendono ad anticipare di qualche decennio l’intervento: l’impianto originale prevedeva al piano inferiore un portico seminterrato molto profondo a due navate, privo di partizioni interne, coperto con un solaio di legno. Al piano superiore si trovava un unico grande salone, cui davano luce le [[Bifora|bifore]] ogivali poste in [[facciata]]. Questa venne decorata con affreschi (tre grandi stemmi e i contorni delle finestre) già subito dopo la costruzione, ed in seguito arricchita di nuove decorazioni. Allo stesso periodo risale il sistema di portici sui lati nord e ovest e probabilmente anche sul lato est del cortile, chiuso da un portale, in parte ancora visibile, tagliato successivamente da quello che ancora oggi funge da accesso alla Piazza Sant’Andrea.
Quest’ultimo, in pietra con dieci [[Bassorilievo|bassorilievi]] che rappresentano altrettante armi antiche, fa parte dei rimaneggiamenti eseguiti nel [[XVI secolo|Cinquecento]] e che riguardano soprattutto la parte est. Una [[Loggia|loggetta]] collegava l’ufficio del [[Podestà (medioevo)|Podestà]] con il tribunale, collocato nella parte nord dell’edificio e sul cui ingresso è scolpita la data del [[1597]].
[[File:Quadro bana.jpg|destra|thumb|Il quadro del 1802 che rappresenta la fucilazione di Luigi Bana nel 1797]]
 
Il primo [[Rettore (ecclesiastico)|rettore]] del [[seminario]] fu don Marco Farina. Nel [[1944]] gli successe don Giovanni Stefano Baronchelli, nel [[1951]] don Bruno Foresti, nel [[1967]] don Giuseppe Cesani (pro-rettore), nel [[1970]] don Gianni Carminati (pro-rettore).
===XIX secolo===
L’aspetto del palazzo all’inizio dell’[[XIX secolo|Ottocento]] si può ricostruire dal quadro datato [[1802]] che mostra la fucilazione, eseguita nel [[1797]], di Luigi Bana, colpevole dell’abbattimento dell’[[Albero della libertà]]. Il quadro è visibile al piano terra del Museo della Basilica ed una sua copia nella sala del Consiglio Comunale. E’ una testimonianza preziosa, perché poco dopo il palazzo venne completamente trasformato, con la sopraelevazione di un piano, la chiusura delle finestre ogivali originali e l’apertura di nuove rettangolari, che cambiarono completamente l’aspetto del palazzo, dandogli quello attuale.
 
Il numero degli aspiranti al [[sacerdozio]], notevolmente diminuito negli [[Anni 1970|anni ’70]], portò alla chiusura della struttura da parte della [[Diocesi di Bergamo|diocesi]]. Nel [[1973]] la proprietà venne alienata dall’[[Provincia di Bergamo|Amministrazione provinciale di Bergamo]], che la acquisì per farne un [[Scuola secondaria di secondo grado in Italia|polo scolastico superiore]], funzione tuttora attiva.
==Affreschi==
I lavori di restauro effettuati tra il [[1973]] e il [[1974]] sulla facciate sud e est, hanno riportato alla luce gli affreschi originali, ricoperti nel tempo da diverse mani di intonaco, e reso leggibili le [[bifora|bifore]] archiacute.
 
=== Il periodo della guerra ===
===Facciata sud===
====Arma della Comunità della Valle Seriana Superiore====
Sopra l’arcata maggiore, quella appoggiata alla torre dell’Orologio, resta un ampio frammento che riporta in caratteri gotici le norme comunali sull’uso dell’acqua. Accanto, uno dei dipinti più antichi, risalente alla prima fase di decorazione del palazzo, riproduce l’arma della Comunità della Valle Seriana Superiore: un gattopardo rampante in uno scudo rosso carminio. Il motivo ritorna più volte: nello stemma di marmo entro l’elegante cornice di cotto in alto a destra della prima finestra; nella parte destra del sottostante bassorilievo con le insegne del Podestà Pellegrino; nell’affresco di notevoli dimensioni e purtroppo notevolmente deteriorato in alto a destra sopra l’ultimo arco.
 
Nella storia del seminario di Clusone si ricordano dei fatti salienti avvenuti nel periodo della [[Seconda guerra mondiale]]:
====Dominazione malatestiana====
* la requisizione, sia pure parziale, tra il [[luglio]] [[1944]] e l’[[aprile]] [[1945]], dell’ambiente da parte delle autorità civili per ospitare una [[Colonia estiva|colonia]] di bambini italiani;
Sempre sopra l’arco ribassato, uno dei dipinti più grandi della facciata rappresenta una Madonna col Bambino, seduta in un ricco trono gotico, tra i santi Cristoforo e Sigismondo. La madre tiene in mano uno stelo di tre gigli bianchi in mano, il Bambino uno di tre rose. Proprio questo particolare e la presenza di S. Sigismondo rimandano ai Malatesta, di cui la rosa quadripetala è uno dei simboli. Pandolfo Malatesta ebbe il dominio su Bergamo ed il suo territorio dal 1408 al 1419. Lo stemma poco più sopra a sinistra, costituito da fasce a scacchiera e sormontato da due teste di elefante che sorreggono una corona, è ancora quello dei Malatesta.
* l’ospitalità, verso fine [[febbraio]] [[1945]], a un comando di 60 soldati [[Germania|tedeschi]], con 600 prigionieri [[Russia|russi]];
* l’episodio di maggior rilievo è quello relativo alla giornata del [[27 aprile]] [[1945]], quando avvenne all'interno del [[seminario]] lo scontro tra l’attiva [[Partigiano|formazione partigiana]] di [[Rovetta]] (con il [[parroco]] del paese Don Bravi) e i [[Wehrmacht|tedeschi]], arroccati tra le [[Muratura|mura]] del [[seminario]] stesso.<ref>*{{cita libro|autore=A. Bendotti, E. Ruffini|titolo=Gli ultimi fuochi: 28 aprile 1945, a Rovetta|città=Vilminore di Scalve|data=2008|pagina=58}}</ref>
 
== Architettura ==
====Dominazione viscontea====
All’ edificazione, su progetto dell’[[architetto]] Giulio Paleni, parteciparono ben quattro ditte (Oberti - Gritti, Quarti – Remondi) che ultimarono i lavori in tempi rapidissimi (dal [[giugno]] [[1933]] all’[[ottobre]] [[1934]]), utilizzando anche [[manodopera]] locale.
In alto quasi al centro della facciata compaiono invece le insegne dei Visconti di Milano in tre scudi. Nel primo sono dipinte le lettere G M (che potrebbero rimandare a Gianmaria Visconti), nel secondo il caratteristico biscione. Il dominio visconteo ebbe inizio nella prima metà del 1300 per concludersi, a parte la parentesi malatestiana, nel 1427-28, quando la Valle si diede a Venezia. Sotto questo affresco, come si può notare osservando il sopra citato quadra della fucilazione del Bana, si apriva un poggiolo, dal quale il “trombetta” o ufficiale pretorio pubblicava, previo il suono della campana, i proclami e i decreti prima di affiggerli sulla pubblica piazza.
 
Ubicato in felice posizione tra il verde dei prati, ai piedi del [[Montagna|monte]] Cimiero, in luogo riparato dai venti e ben esposto al sole, il complesso (costato poco più di 2 milioni di [[Lira (moneta)|lire]]) risultò degno di ammirazione per la sobria eleganza delle linee, per l’ampiezza e luminosità dei locali interni e per l’amenità del paesaggio circostante.
====Podestà veneti====
Nel 1470 la Valle deliberò che da allora in poi dovesse essere eletto a Podestà un patrizio veneziano e gli fissò lo stipendio di 370 ducati d’oro oltre all’alloggio e le masserizie. Si susseguirono così rappresentanti delle più nobili famiglie della Serenissima, e parecchi di loro riprodussero sulla facciata il loro stemma. Vi si possono osservare quelli dei Contarini, dei Loredan, dei Dolfin, dei Donato, dei Trevisan, dei Malipiero, tutte famiglie appartenenti alla più ristretta aristocrazia da cui sono usciti diversi Dogi di Venezia.
 
Gli ambienti sono 80, distribuiti su 4 piani; comprendono aule scolastiche, sale, appartamenti per i superiori, otto dormitori, bagni, infermeria, lavanderia, guardaroba e una palestra. Sono collegati da [[Corridoio|corridoi]] ariosi e ben illuminati: intorno vasti cortili, campi da gioco, [[Tappeto erboso|prato]] e [[bosco]]. Una casetta adiacente al fabbricato ospitava la famiglia di un [[agricoltore|contadino]] che allevava mucche e animali da cortile e coltivava un orto fornendo prodotti freschi per il consumo alimentare interno.
===Facciata est===
Sulla facciata est, a destra del portale da cui ancora oggi si accede al cortile, una fessura che si apre sopra una pietra scura, serviva per imbucare segretamente le denunce dei malati contagiosi. E’ sormontata da una lapide, deturpata in seguito ad una ordinanza della Repubblica Cisalpina, che recita: DENONZIE SECRETE IN MATERIA DI SANITÀ – ANNO 1795. A sinistra, è scolpito il solito gattopardo rampante, con le iniziali V.S.S. (Valle Seriana Superiore)
L’ingresso principale dell’edificio è posto al primo piano alla base del [[campanile]], elemento architettonico centrale che si innalza tra le due ali simmetriche; si affaccia su una monumentale [[balcone|balconata]] circolare a cui si accede da una [[Gradinata|doppia gradinata]] in pietra ed è in corrispondenza con l’entrata della [[cappella]] alla quale fu dedicata, all’epoca della costruzione, una cura particolare.
 
La chiesetta (ora è un [[auditorium]]) ricca di [[Marmo|marmi]] e decorazioni a [[mosaico]], presentava nel centro dell’[[abside]] un [[Altare|altare a mensa]] rivolto verso i [[Fedeltà (Bibbia)|fedeli]] (novità assoluta nella diocesi, per l’epoca) e un [[tabernacolo]] d’argento, sospeso al [[baldacchino]] con una colomba eucaristica sovrastante. Fu dotata di arredi ed elementi sacri in stile antico, offerti da anonimi benefattori e di un [[Organo (strumento musicale)|organo]] della ditta Balbiani.
===Loggetta===
Salendo la scala che dal cortile interno porta alla loggetta, ci si trova di fronte un affresco datato alla seconda metà del ‘500, di soggetto mitologico ma con significato politico. Raffigura il mito del cinghiale caledonio e vuole ammonire i valligiani a non dividersi, come fecero gli eroi greci durante la caccia al mostruoso animale, ma a rimanere uniti attorno a Venezia. La loggetta è decorata da piccoli affreschi quasi totalmente di carattere mitologico raffiguranti gli dei dell’Olimpo.
 
==Bibliografia Note ==
<references/>
*{{cita libro|autore=B. Baldi|titolo=Storia della Terra di Clusone|editore=|data=1684}}
 
*{{cita libro|autore=Pietro Antonio Brasi|titolo=Memoria storica intorno alla Valle Seriana superiore|editore=|data=1823}}
== Bibliografia ==
*{{cita libro|autore=Cesare Cantù|titolo=Grande illustrazione del lombardo-veneto, ossia storia delle città, dei borghi, comuni, castelli, ecc. fino ai tempi moderni|editore=Corona e Caimi editori|data=1859}}
*{{cita libro|autore=Giovanni Battista di Crollalanza|titolo=DizionarioAdriano storico-blasonicoBernareggi: dellevescovo famigliedi nobiliBergamo e1932/1953|editore=Edizioni notabilidel italiane, estinte e fiorentiSeminario|editorecittà=Bergamo|data=1886-18901979}}
*{{citaCita libronews|autore=Filippo Fogaccia|titolo=ClusoneIl neiSeminario nomidi delleClusone. sueRicordi viee testimonianze|editorepubblicazione=Alere|data=19051984|pp=}}
*{{Cita news|autore=S. Baronchelli|titolo=Il Seminario ieri e oggi: Venticinquesimo del Seminario di Bergamo|pubblicazione=Alere|data=1993|pp=}}
*{{cita libro|autore=Nicola Morali|autore2=[[Tito Terzi]]|titolo=Clusone|editore=Edizioni Ferrari Clusone|data=1975}}
*{{cita libro|autore=|titolo=Monsignor Marco Farina: un prete nel cuore della città|città=Bergamo|data=2005}}
*{{cita libro|autore=A. Bendotti, E. Ruffini|titolo=Gli ultimi fuochi: 28 aprile 1945, a Rovetta|città=Vilminore di Scalve|data=2008}}
 
==Altri progetti==
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{{portale|architettura|Bergamo}}
 
<nowiki>[[Categoria:Clusone]]
[[Categoria:Seminari cattolici d'Italia]]
</nowiki>