Paesaggio con fiume: differenze tra le versioni
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La scena mostra un paesaggio fluviale, probabilmente il [[Arno#Il Valdarno Inferiore|Valdarno Inferiore]] da dove Leonardo era originario. Tra due promontori scoscesi, punteggiati da castelli e da altri segni della presenza umana, si apre la veduta di un fiume, con alberi, cespugli e in lontananza campi coltivati. Il disegno poteva essere uno schizzo preparatorio per un paesaggio in un'opera più complessa, o un esercizio del giovane artista a quel tempo allievo di [[Andrea del Verrocchio]]; è anche possibile però che fosse eseguito solo per piacere personale, stando anche alla passione di Leonardo citata dal [[Vasari]] verso "il disegnare et il fare di rilievo, come cose che gl'andavano a fantasia più d'alcun'altra"<ref>[[Giorgio Vasari]], ''[[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori]]'', ''Vita di Lionardo da Vinci pittore e scultore fiorentino'', edizione [[giunti]]na del [[1568]].</ref>.
Nel 2016 lo storico dell'arte Luca Tomìo ha individuato in quello della Cascata delle Marmore, in Umbria, il soggetto principale del disegno. Nel 2018 lo stesso Tomìo e il giornalista Marco Torricelli (autore del primo articolo relativo alla scoperta http://www.umbriaon.it/leonardo-da-vinci-dipinse-la-cascata-delle-marmore-di-terni/), hanno raccontato come è avvenuta la scoperta e quanto accaduto in seguito nel libro "Leonardo da Vinci. Le radici umbre del Genio", edito da Morlacchi Perugia https://www.morlacchilibri.com/varia/index.php?content=scheda&id=567
L'autografia leonardesca appare anche confermata dallo stile dell'opera, somigliante ad altri suoi paesaggi, e alla notevole capacità di rendere l'effetto del connettivo atmosferico, che lega il vicino e il lontano come se potesse circolarvi realmente "l'aria". L'artista usò un tratto leggero per evocare il vento tra gli alberi e uno più spesso per le rocce e le cadute d'acqua, mentre per il castello a strapiombo usò contorni netti<ref>Fossi, cit., pag. 288.</ref>.▼
▲L'autografia leonardesca appare anche confermata dallo stile dell'opera, somigliante ad altri suoi paesaggi, e alla notevole capacità di rendere l'effetto del connettivo atmosferico, che lega il vicino e il lontano come se potesse circolarvi realmente "l'aria". L'artista usò un tratto leggero per evocare il vento tra gli alberi e uno più spesso per le rocce e le cadute d'acqua, mentre per il castello a strapiombo usò contorni netti<ref>Fossi, cit., pag. 288.</ref>.
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