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In ottobre fu mandato in missione al largo di La Galite e fu poi trasferito una sessantina di miglia a settentrione di Cap de Fer (costa [[Algeria|algerina]]); nuovamente spostato poi circa 45 miglia ad ovest della Galite, individuò un [[cacciatorpediniere]] il 27 (mentre il [[sole]]) e dovette immergersi ed allontanarsi<ref name="xmasgrupsom.com"/>.
 
Il 9 novembre 1940, di pomeriggio, lasciò Cagliari e fu inviato al largo della Galite insieme ad altri quattro sommergibili (tra cui i gemelli ''[[Alagi (sommergibile)|Alagi]]'' ed ''[[Axum (sommergibile)|Axum]]'') in opposizione all'operazione britannica «Coat» (con vari obiettivi, tra i quali l'invio di navi da guerra da [[Gibilterra]] ad [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]], di [[convoglio navale|convogli]] a [[Malta]] e in [[Grecia]], l'[[Notte di Taranto|attacco aerosilurante contro Taranto]] e l'[[Battaglia del Canale d'Otranto (1940)|attacco a convogli italiani nel Basso Adriatico]]); rientrò senza riportare avvistamenti<ref>Giorgio {{cita|Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi'', |p. 267.}}</ref>.
 
Il 14 novembre uscì nuovamente in mare (insieme ai sommergibili ''[[Diaspro (sommergibile)|Diaspro]]'' ed ''[[Alagi (sommergibile)|Alagi]]'') a contrasto di un'altra operazione britannica, la «White»: l'invio a Malta, da parte delle [[portaerei]] della Forza H, di 14 [[aereo|aerei]]<ref>Giorgio {{cita|Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi'', |p. 270.}}</ref>.
 
Nel gennaio 1941 fu inviato 40 miglia ad est di La Galite; il 9 ascoltò all'[[idrofono]] rumori di navi che, a grande distanza, erano alla caccia di sommergibili<ref name="xmasgrupsom.com"/>.
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In aprile operò al largo della [[Cirenaica]] e dell'[[Egitto]]<ref name="xmasgrupsom.com"/>.
 
Tra fine luglio ed inizio agosto il sommergibile fu inviato, con altri tre, a sudovest delle coste sarde per contrastare l'operazione britannica «Style» (consistente ancora nel rifornimento di Malta), ma non avvistò alcuna nave<ref name="xmasgrupsom.com"/><ref>Giorgio {{cita|Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi'', |p. 297.}}</ref>.
 
Nel settembre 1941, durante dell'operazione britannica «[[Operazione Halberd|Halberd]]» (si trattava di una missione di rifornimento di Malta, ma i comandi italiani pensarono potesse trattarsi di un'azione di [[bombardamento navale]] contro le coste italiane) fu dislocato in agguato difensivo a [[Est|levante]] delle [[Baleari]] (prima si trovava al largo della [[Tunisia]]), più precisamente nel [[canale naturale|canale]] di [[Minorca]], in funzione difensiva (insieme ad altri tre sommergibili), ma la formazione britannica non passò in quelle acque; il sommergibile ricevette allora l'ordine di spostarsi più a sud ed infatti il 29 settembre avvistò una formazione di navi britanniche, senza però riuscire a portarsi all'attacco<ref name="xmasgrupsom.com"/><ref>Giorgio {{cita|Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi'', p|pp. 299-300.}}</ref>.
 
In ottobre fu in missione una sessantina di miglia ad est della Galite<ref name="xmasgrupsom.com"/>.
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Piuttosto controverso è il ruolo avuto dall<nowiki>’</nowiki>''Aradam'' nell'affondamento del cacciatorpediniere britannico ''Havock'', avvenuto il 6 aprile 1942:
* secondo alcune fonti il sommergibile (al comando del [[tenente di vascello]] Oscar Gran) avvistò ad est di [[Kélibia]] (Tunisia) l<nowiki>’</nowiki>''Havock'' in navigazione verso ovest, in direzione di [[Capo Bon]], e (in immersione) lo colpì – all'1.37 – con un siluro lanciato da 500 metri; il cacciatorpediniere, con gravi [[danno|danni]], cercò di andare ad incagliarsi sulla [[costa]], ma, in fiamme, fu spezzato in due dalla [[detonazione]] di un [[magazzino|deposito]] [[munizioni]], mentre l<nowiki>’</nowiki>''Aradam'', frattanto emerso, osservava la scena<ref name="Museo della Cantieristica"/><ref>Giorgio {{cita|Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi'', |p. 321.}}</ref>;
* secondo altre fonti l<nowiki>’</nowiki>''Havock'' andò ad incagliarsi alle 4.15, in posizione 36°48' N e 11°08' E, forse proprio per evitare il siluro, ma non fu colpito, e venne autodistrutto dal proprio [[equipaggio]] una volta constatata l'impossibilità di disincagliarlo<ref name = "betasom">[http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=21543 Le Perdite Della Regia Marina Nella Seconda Guerra Mondiale - Betasom - XI Gruppo Sommergibili Atlantici<!-- Titolo generato automaticamente -->].</ref>;
* secondo una terza versione, infine, l<nowiki>’</nowiki>Aradam silurò e distrusse il [[relitto]] dell<nowiki>’</nowiki>''Havock'' solo dopo l'incaglio<ref name="betasom"/>.
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In maggio operò a settentrione di Capo Blanc<ref name="xmasgrupsom.com"/>.
 
Verso metà di giugno 1942 fu inviato&nbsp;– insieme ad altri quattro sommergibili, tra cui i gemelli ''[[Ascianghi (sommergibile)|Ascianghi]]'' e ''[[Dessiè (sommergibile)|Dessiè]]'' – in agguato dapprima presso Capo Blanc e poi tra [[Malta]], [[Pantelleria]] e [[Lampedusa]] in opposizione al [[convoglio navale|convoglio]] britannico «Harpoon», nell'ambito della [[Battaglia di mezzo giugno]]; tuttavia il sommergibile non avvistò le unità avversarie<ref name="xmasgrupsom.com"/><ref>Giorgio {{cita|Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi'', |p. 326.}}</ref>.
 
Assunse poi il comando dell'unità il tenente di vascello Carlo Forni<ref name="Museo della Cantieristica"/>.
 
Il 16 novembre 1942, nottetempo, penetrò nella [[baia]] di [[Annaba|Bona]] ed individuò un convoglio formato da tre [[nave cargo|trasporti]] con forte scorta; portatosi all'attacco in emersione, favorito dalla [[pioggia]] (che lo nascondeva), lanciò da scarsa distanza quattro siluri (ripartiti in due coppiole, la seconda delle quali lanciata alle 5.06) che mancarono il [[bersaglio]]; il sommergibile (essendo ormai giunto in bassifondali, che ostacolavano il lancio di siluri) aprì quindi il fuoco col [[cannone]], colpendo (tra [[ponte di comando]] e [[fumaiolo]]) e danneggiando leggermente uno dei trasporti prima di immergersi per eludere il contrattacco della scorta<ref name="Museo della Cantieristica"/><ref name="xmasgrupsom.com"/><ref>Giorgio {{cita|Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi'', p|pp. 342-343.}}</ref>.
 
Un altro tentativo, da parte dell<nowiki>’</nowiki>''Aradam'', di forzare la [[rada (nautica)|rada]] di Bona fu impedito dalle unità di vigilanza<ref>Giorgio {{cita|Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi'', |p. 343.}}</ref>.
 
Svolse poi un'altra serie di missioni prive di risultati:
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Il 10 aprile 1943 si trovava a [[La Maddalena]] quando la base fu bombardata da 84 aerei statunitensi (furono affondate unità minori e l'[[incrociatore pesante]] ''[[Trieste (incrociatore)|Trieste]]''): non fu colpito ma ebbe due feriti<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.grupsom.com/Superfice/III°Divisione.htm La Fine del Trieste e Gorizia<!-- Titolo generato automaticamente -->] |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref>.
 
Nel corso dello stesso mese un controllo giudicò «buono» il suo stato, notando però che i segnalatori acustici erano in pessime condizioni<ref>Giorgio {{cita|Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi'', |p. 350.}}</ref>.
 
L'[[armistizio di Cassibile|armistizio]] sorprese il sommergibile in [[manutenzione]] a [[Genova]]; erano anche in corso lavori di adattamento come unità avvicinatrice di [[Siluro a Lenta Corsa|SLC]]<ref name="Museo della Cantieristica"/><ref name = "Giorgio Giorgerini, ''Attacco dal mare. Storia dei mezzi d'assalto della Marina italiana dalle origini a oggi'', p. 115">{{Cita libro|autore= Giorgio Giorgerini, ''|titolo= Attacco dal mare.: Storiastoria dei mezzi d'assalto della Marinamarina italiana dalle||editore= originiMondadori a|anno= oggi'',2007 |isbn= 978-88-04-51243-1|p. 115.}}</ref>. Dato che non era in grado di partire, fu autoaffondato per evitarne la cattura<ref name="Museo della Cantieristica"/><ref name="Giorgio Giorgerini, ''Attacco dal mare. Storia dei mezzi d'assalto della Marina italiana dalle origini a oggi'', p. 115"/>.
 
Rimesso a galla dai [[Germania|tedeschi]], fu consegnato alla [[X Flottiglia MAS]] della [[Repubblica Sociale Italiana]] per essere riparato ed impiegato per il [[trasporto]] dei mezzi d'assalto, lavori che non giunsero però mai a termine<ref name="Giorgio Giorgerini, ''Attacco dal mare. Storia dei mezzi d'assalto della Marina italiana dalle origini a oggi'', p. 115"/>.