Camicia Nera (cacciatorpediniere): differenze tra le versioni
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Alla mezzanotte del 2 dicembre salpò da Palermo al comando del [[capitano di fregata]] Adriano Foscari per scortare a Palermo, insieme ai cacciatorpediniere ''Da Recco'' e ''Folgore'' ed alle torpediniere ''[[Procione (torpediniera 1938)|Procione]]'' e ''[[Clio (torpediniera 1938)|Clio]]'', il convoglio «H» ([[trasporto truppe|trasporti truppe]] ''Aventino'' e ''Puccini'', trasporto militare tedesco ''KT 1'', [[traghetto]] ''Aspromonte'', con a bordo in tutto 1766 militari, 698 t di materiali, soprattutto munizioni, 32 automezzi, 4 carri armati, 12 [[cannone|pezzi d’artiglieria]])<ref name="Giorgerini-3">{{cita|Giorgerini 2002|pp. 544-549}}</ref>. Mediante l'[[Ultra (crittografia)|organizzazione Ultra]] la [[Royal Navy]] venne a sapere del convoglio e inviò contro di esso la Forza Q (incrociatori leggeri ''[[HMS Aurora (12)|Aurora]]'', ''[[HMS Sirius (82)|Sirius]]'' ed ''[[HMS Argonaut (61)|Argonaut]]'', cacciatorpediniere HMCS ''Quiberon'' e HMCS ''Quentin''). Alle 00.37 [[battaglia del banco di Skerki|le navi britanniche intercettarono il convoglio «H» e lo attaccarono presso il banco di Skerki]] ([[costa]] [[Tunisia|tunisina]]): nel violento scontro, che si protrasse per un'ora, furono affondati tutti i trasporti (tranne il ''Puccini'', irrimediabilmente danneggiato ed abbandonato alla deriva) ed il ''Folgore'' e gravemente danneggiati ''Da Recco'' e ''Procione''<ref name="Giorgerini-3"/>. Il ''Camicia Nera'', che si proteggeva il lato destro, all'ordine di contrattacco lanciato dal caposcorta ([[capitano di vascello]] Aldo Cocchia del ''Da Recco'') lo eseguì prontamente: aprì il fuoco con i pezzi da 120 mm, si portò a 2000 metri dalle unità britanniche e, alle 00.43, lanciò tre siluri verso sinistra, mancando il [[bersaglio]] in quanto questo stava virando a dritta; la nave invertì quindi la [[rotta navale|rotta]] ma, presa sotto il tiro della Forza Q, tornò verso di essa lanciando altri tre [[siluro|siluri]], anch'essi non andati a segno, prima di allontanarsi<ref name="Giorgerini-3"/>. All'1.07, mentre cercava di portarsi nuovamente all'[[attacco (guerra)|attacco]], il ''Camicia Nera'' fu inquadrato da numerosi [[proiettile|colpi]] che caddero tutt'attorno alla [[nave]], e, dopo un altro tentativo di avanzare, contrastato dal tiro dell'[[artiglieria]] inglese, dovette ripiegare per non essere distrutto all'1.14<ref name="Giorgerini-3"/>. Terminato lo scontro il ''Camicia Nera'' provvide per primo, insieme alla ''Clio'', ai soccorsi – recuperando 158 naufraghi<ref name="trentoincina"/> – e, nel pomeriggio del 2 dicembre, affondò a cannonate la ''Puccini'', che, immobilizzata ed in fiamme, non poteva essere salvata<ref name="Giorgerini-3"/>; rientrò quindi a [[Trapani]] alle 22 dello stesso giorno<ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4204-44APR-DEC.htm Naval Events 1942 including loss of Hermes, Cornwall and Dorsetshire<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Per la sua accanita difesa del convoglio il comandante Foscari ricevette la [[Medaglia d'oro al valor militare]]<ref name="Giorgerini-3"/><ref>[http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/medaglie/Pagine/foscariadriano.aspx Marina Militare<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Il 16 dicembre 1942 salpò da Napoli per scortare a [[Biserta]], insieme al gemello ''Aviere'', la motonave tedesca ''Ankara''<ref name="Rocca-2">{{cita|Gianni Rocca|p. 272}}</ref><ref name="danieleranocchia">[http://www.danieleranocchia.it/naval_history/mediterraneo.htm Le Operazioni Navali nel Mediterraneo<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20030718172936/http://www.danieleranocchia.it/naval_history/mediterraneo.htm |data=18 luglio 2003 }}</ref><ref name="The hunters and the hunted">{{cita libro|url=http://books.google.it/books?id=hGAG4QrnlPEC&printsec=frontcover&dq=aldo+cocchia+the+hunters+and+the+hunted&source=bl&ots=fsRE7Ja0fH&sig=YWD8zpQre-KsnspocfT00O9k99w&hl=it&ei=e_Q6Tfb-DpDysgbu-73zBg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CBoQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false |titolo=The Hunters and the Hunted: Adventures of Italian Naval Forces|autore=
Aldo Cocchia|wkautore= Aldo Cocchia|anno=1980|annooriginale=1958|editore=U. S. Naval Institute|città=Annapolis}}</ref>. Alle 11.15 del 17 dicembre, una quarantina di miglia a nord di Biserta, il sommergibile britannico ''Splendid'' silurò l<nowiki>’</nowiki>''Aviere'', che [[esplosione|esplose]] ed affondò spezzato in due in posizione 38°00' N e 10°05' E<ref name="Rocca-2"/><ref name="danieleranocchia"/><ref name="The hunters and the hunted"/>. Nessuno dei superstiti fu raccolto dal ''Camicia Nera'' o dall<nowiki>’</nowiki>''Ankara'', che si allontanarono a tutta velocità (dell'equipaggio dell'Aviere sopravvissero alla fine solo 30 uomini su un equipaggio di 230)<ref name="Rocca-2"/><ref name="danieleranocchia"/><ref name="The hunters and the hunted"/>. === Artigliere ===
Il 30 luglio 1943, in seguito alla [[caduta del fascismo]], venne ribattezzato ''Artigliere''<ref name="Ct classe Soldati"/><ref name="trentoincina"/> in onore del gemello affondato nello [[Battaglia di Capo Passero (1940)|scontro di Capo Passero]].
Alla proclamazione dell'[[armistizio di Cassibile|armistizio]], la nave salpò da [[La Spezia]] con il resto della squadra navale (corazzate ''[[Littorio (nave da battaglia)|Italia]]'', ''[[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]]'' e ''[[Roma (nave da battaglia 1940)|Roma]]'', incrociatori leggeri ''[[Giuseppe Garibaldi (incrociatore 1936)|Giuseppe Garibaldi]]'', ''[[Attilio Regolo (incrociatore)|Attilio Regolo]]'', ''[[Duca degli Abruzzi (incrociatore)|Duca degli Abruzzi]]'', ''[[Eugenio di Savoia (incrociatore)|Eugenio di Savoia]]'', [[Duca d'Aosta (incrociatore)|''Duca d’Aosta'']], ''[[Raimondo Montecuccoli (incrociatore)|Montecuccoli]]'', cacciatorpediniere ''[[Velite (cacciatorpediniere)|Velite]]'', ''[[Fuciliere (cacciatorpediniere 1937)|Fuciliere]]'', ''[[Mitragliere (cacciatorpediniere)|Mitragliere]]'', ''Carabiniere'', ''Legionario'', ''Grecale'', ''Oriani'') consegnandosi agli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] a [[Malta]], dove giunse l'11 settembre, ormeggiandosi a [[Marsa Scirocco]]<ref name="trentoincina"/><ref>Enzo Biagi, ''La seconda guerra mondiale – parlano i protagonisti'', fasc. 9 – ''L'Italia si arrende''</ref><ref>
Dal giugno 1940 al settembre 1943 il ''Camicia Nera'' aveva svolto 180 missioni. Durante la cobelligeranza con gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]] effettuò altre 122 missioni, anche di [[nave trasporto truppe|trasporto truppe]] e materiali.
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La consegna delle navi ai sovietici sarebbe dovuto avvenire in tre fasi a partire da dicembre 1948 per concludersi nel giugno successivo. Le unità principali erano quelle del primo e del secondo gruppo. L<nowiki>'</nowiki>''Artigliere'' faceva parte del primo gruppo insieme alla corazzata ''[[Giulio Cesare (nave da battaglia)|Cesare]]''. Per tutte le navi la consegna sarebbe avvenuta nel porto di [[Odessa]]<ref name= StoriaMilitare />. Il trasferimento sarebbe dovuto avvenire con equipaggi civili italiani sotto il controllo di rappresentanti sovietici e con le navi battenti bandiera della [[Marina mercantile#La Marina mercantile in Italia|Marina Mercantile]], con le autorità governative italiane responsabili delle navi sino all'arrivo nei porti dove era prevista la consegna. Per prevenire possibili sabotaggi, le navi dei primi due gruppi sarebbero state condotte ai porti di destinazioni senza munizioni a bordo, che sarebbero state trasportate successivamente a destinazione con normali navi da carico<ref name= StoriaMilitare />.
L<nowiki>'</nowiki>''Artigliere'' venne trasferito ad [[Augusta (Italia)|Augusta]] dove il 15 dicembre 1948 insieme alle unità facenti parte del primo gruppo. La nave fu la prima unità ad essere consegnata ai sovietici e con la sigla ''Z 12''<ref>Le navi che l'Italia dovette consegnare in base al trattato di pace nell'imminenza della consegna vennero contraddistinte da una sigla alfanumerica. Le navi destinate all'Unione Sovietica erano contraddistinte da due cifre decimali precedute dalla lettera Z: ''Cesare'' Z11, ''Artigliere'' Z12 ''Marea'' Z13, ''Nichelio'' Z14, ''Duca d'Aosta'' Z15, ''Animoso'' Z16, ''Fortunale'' Z17, ''Colombo'' Z18, ''Ardimentoso'' Z19, ''Fuciliere'' Z20; le navi consegnate alla Francia erano contraddistinte dalla lettera iniziale del nome seguita da un numero: [[Eritrea (nave appoggio)|Eritrea]] E1, [[Alfredo Oriani (cacciatorpediniere)|Oriani]] O3, [[Attilio Regolo (incrociatore)|Regolo]] R4, [[Scipione Africano (incrociatore)|Scipione Africano]] S7; per le navi consegnate a [[Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia|Yugoslavia]] e [[Regno di Grecia|Grecia]], la sigla numerica era preceduta rispettivamente dalle lettere Y e G: l<nowiki>'</nowiki>''[[Eugenio di Savoia (incrociatore)|Eugenio di Savoia]]'' nell'imminenza della consegna alla [[Regno di Grecia#Casa di Oldenburg-Glücksburg|Grecia]] ebbe la sigla G2. Stati Uniti e Gran Bretagna rinunciarono integralmente all'aliquota di naviglio loro assegnata, ma ne pretesero la demolizione - {{cita pubblicazione |cognome= Bagnasco|nome= Erminio|anno= 1988|titolo= La Marina Italiana. Quarant'anni in 250 immagini (1946-1987)|rivista= supplemento "Rivista Marittima"|issn= 0035-6984}}</ref> raggiunse [[Odessa]] il 21 gennaio con un equipaggio della [[marina mercantile]], entrando a far parte della [[Voenno Morskoj Flot SSSR|Marina Sovietica]] dal 23 gennaio, quando la [[Bandiera dell'Unione Sovietica|bandiera della Marina Sovietica]] venne per la prima volta innalzata a bordo dell'unità.
La nave mutò più volte il nome assegnato. Inizialmente rinominata ''Neulovimyi'' e poi ''Bezposhtchadnyi'', ebbe il nome definitivo di ''Lovkyj'' (in [[lingua russa|russo]]: ''Ловкий'') dopo la consegna.
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