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La prima ''Berlinale'' fu inaugurata il 6 giugno 1951 e si rivelò un grande successo anche a livello internazionale.<ref name="berlinale.1951"/> La calorosa partecipazione e il desiderio di ''glamour'' dei berlinesi furono una costante negli anni 50,<ref name=Jacobsen.53>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 53}}</ref> grazie anche alle molte celebrità che non fecero mancare la loro presenza, da [[Romy Schneider]] a [[Gary Cooper]], [[Billy Wilder]], [[Walt Disney]], [[Errol Flynn]], [[Rita Hayworth]] e [[Sophia Loren]].
 
Nel 1956 la [[FIAPF]] assegnò al festival lo "status A", che consentì l'assegnazione di premi da parte di una giuria internazionale al pari di [[Festival di Cannes|Cannes]] e [[Mostra internazionale d'arte cinematografica|Venezia]].<ref name="berlinale.1956">{{Cita web|url=https://www.berlinale.de/en/archiv/jahresarchive/1956/01_jahresblatt_1956/01_Jahresblatt_1956.html|titolo=6th Berlin International Film Festival - June 22 - July 3, 1956|editore=www.berlinale.de|accesso=18 agosto 2017}}</ref> L'anno dopo la rassegna trovò anche la sua "casa del cinema", il rinnovato [[Zoo Palast]] nel quartiere di [[Charlottenburg]] che prese il posto del Titania Palast e rimase la ___location principale per quarant'anni.<ref name=Jacobsen.73>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 73}}</ref>
 
I film non sempre si rivelarono all'altezza delle aspettative, soprattutto quelli tedeschi che spesso furono giudicati inferiori alla concorrenza tecnicamente e intellettualmente.<ref name="berlinale.1953">{{Cita web|url=https://www.berlinale.de/en/archiv/jahresarchive/1953/01_jahresblatt_1953/01_Jahresblatt_1953.html|titolo=3rd Berlin International Film Festival - June 18 - 28, 1953|editore=www.berlinale.de|accesso=31 maggio 2017}}</ref> Tra le produzioni internazionali, particolarmente apprezzate da pubblico e critica furono ''[[Le vacanze di Monsieur Hulot]]'' di [[Jacques Tati]] (1953),<ref name="berlinale.1953"/> ''[[Mio zio Giacinto]]'' di [[Ladislao Vajda]] (1956)<ref name=Jacobsen.69>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 69}}</ref> e ''[[Storia di un amore puro]]'' di [[Tadashi Imai]] (1958).<ref name=Jacobsen.82>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 82}}</ref>