Ugo Procacci: differenze tra le versioni

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Socio fondatore del [[Fratelli Rosselli|Circolo Rosselli]], aderì successivamente al movimento [[Antifascismo|antifascista]] [[Giustizia e Libertà]], fondato nel [[1929]].
 
Secondo un moderna concezione, fondò nel [[19341932]] il "Laboratorio di restauro dei dipinti" di [[Firenze]], dove coniugò l'interesse per l'attività di restauro allo studio del patrimonio artistico del territorio [[Toscana|toscano]]. Si occupò da vero pioniere delle tecniche artistiche dei maestri del passato.
 
Negli anni [[1946]]-[[1947|47]] per la prima volta venne resa nota in modo estensivo, attraverso mostre aperte al pubblico e non più solamente attraverso articoli in riviste specializzate, l'attività del Laboratorio ed in modo particolare il suo intento scientifico, aspetto particolarmente innovativo rispetto alla tradizionale cultura del restauro, molto spesso affidata ancora a tradizioni ed usi tramandati nel tempo. Il Gabinetto dei restauri si inserì a pieno titolo nei più importanti dibattiti internazionali e raggiunse così alti livelli tecnici e fama internazionale.
 
Nel [[1958]] Procacci divenne Soprintendente ai monumenti e alle Belle Arti di [[Firenze]], [[Arezzo]] e [[Pistoia]] (duplice carica che tenne fino al [[1964]]), edanno in cui lasciò ad altri l'incarico della tutela architettonica per continuare a svolgere quello delle Belle Arti); in tale veste affrontò l'emergenza dell'[[alluvione di Firenze|alluvione fiorentina]] del [[1966]], disastroso evento da cui il patrimonio artistico fiorentino riuscì a riemergere soprattutto grazie alla sua forza, tenacia e capacità organizzativa.
 
Dopo il pensionamento, nel 1972, Procacci iniziò una carriera di insegnamento universitario presso l'Istituto di Storia dell'Arte della facoltà di Lettere dell'Università di Firenze, insegnando Tecniche Artistiche, Storia del Restauro e Uso dei documenti storici per la storia dell'arte. Divenne così maestro della generazione oggi ai massimi livelli della tutela artistica in Italia.
 
Procacci fu il primo promotore di un atteggiamento moderno e consapevole riguardo al restauro delle opere d'arte: studiando sia le fonti scritte disponibili ([[ricettari]] antichi, [[Trattato (opera)|trattati]] in materie artistiche, ecc.) studiò a ritroso le tecniche di produzione artistiche degli antichi artefici e vi innestò con giudizio i metodi di ricerca e di diagnosi moderni. I suoi studi furono particolarmente importanti nel campo dell'[[affresco]]: egli infatti scoprì un metodo per il recupero delle [[sinopia|sinopie]] attraverso uno [[strappo]] che non danneggiasse gli affreschi, anche su grandi superfici.