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Negli ultimi anni del XVI secolo Pisa subì diversi interventi edilizi che ne cambiarono la conformazione urbana. Durante il granducato di Ferdinando I si concluse la riconfigurazione urbana iniziata a Pisa dalla famiglia de’ Medici nel XV secolo. In pochi anni molte case-torri medievali delle vie principali della città furono demolite e al loro posto vennero edificati nuovi palazzi signorili con un stile architettonico di provenienza fiorentina. A Pisa l’opera di trasformazione in città rinascimentale era stata iniziata da [[Cosimo il Vecchio]] e [[Lorenzo de' Medici]], ma fu [[Cosimo I]] che per primo investì pesantemente nella riqualificazione del territorio urbano pisano.<ref name="nota3">{{Cita|Daniele|p. 43}}.</ref>
In quest'ottica di rinnovamento il palazzo fu costruito in un'area precedentemente occupata dall'antica "Hosteria dello Stellino"<ref name="nota4">{{Cita|Daniele|p. 49}}.</ref>, da qui deriva la prima denominazione del palazzo. Il palazzo fu destinato a residenza dell'Operaio dell'Opera del Duomo Papponi.<ref name="nota5">{{Cita|Codini|p. 194}}.</ref>
Una lettera del 16 dicembre [[1595]] dell'arcivescovo [[Carlo Antonio Dal Pozzo]] conferma che la realizzazione di Palazzo Boilleau fu commissionata a Raffaello Zanobi di Pagno.<ref name="nota6nota7">{{Cita|Codini|p. 196}}.</ref>
I lavori iniziarono intorno al [[1590]] e terminarono negli anni successivi, una perizia scritta dimostra che nel 1590 il cantiere era già attivo e che furono incaricati dei lavori lo scalpellino Piermaria di Giovanbattista Francesco Ciottoli e il fabbro Matteo Perrotti, mentre nel [[1595]] erano sicuramente terminati i lavori sulla struttura principale, poiché un’altra perizia rivela che all’intagliatore Giovanni di Gismondo Gargiolli e allo scalpellino Francesco Niccolò Barbinelli fu assegnato il lavoro sugli elementi lapidei della facciata principale del palazzo.<ref name="nota5"/>
{{citazione|[...] è bene pigliare resolutione et fare seguitare la fabbrica dello Stellino conforme a che sua altezza scrisse[...]|[[Carlo Antonio Dal Pozzo ]], ''Lettera a Orazio Roncioni''<ref name="nota7nota6">{{Cita|Codini|p. 196, cfr. nota 10 sul Codini}}.</ref>, ([[1897]]).}}
 
===Il Settecento e i Sanminiatelli===