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| Completamento=
| Entrata_in_servizio=2 luglio [[1912]]
| Intitolazione= [[August Karl von Goeben]] / [[Selim I]]
| Proprietario=
| Radiazione=14 dicembre [[1954]]
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[[File:Yavuz (Goeben) battlecruiser Istambul April 1946 - cropped.jpg|thumb|La ''Yavuz'' ad Istanbul durante la visita della nave statunitense [[USS Missouri (BB-63)|USS Missouri]] nel 1946.]]
Negli anni venti l'impegno per un ammodernamento della ''Yavuz'' fu l'argomento costante delle varie politiche navali che si succedettero in Turchia.<ref>{{cita|Güvenç and Barlas, |p. 7}}.</ref> La nave rimase a [[Ïzmit]] fino al 1926, in abbandono:<ref name=Conways391>{{cita|Gardiner and Gray, |p. 391}}.</ref><ref name="Whitley241">Whitley, p. 241.</ref><ref name="Worth271">{{cita|Worth, |p. 271}}.</ref> solo due caldaie funzionavano, non poteva manovrare o muovere ed aveva ancora i danni causati dalle mine nel 1918. Inoltre, il sistema di controllo del tiro era stato rimosso, nonostante la nave fosse formalmente turca, dall'equipaggio tedesco perché non finisse in mani alleate.<ref name="Friedman">{{cita|Friedman, |p. 166}}.</ref> Furono raccolti abbastanza fondi per finanziare un nuovo scalo galleggiante da 26.000&nbsp;t costruito in Germania, dato che la ''Yavuz'' non poteva essere rimorchiata senza il rischio di affondare in caso di mare grosso.<ref name=b7>{{cita|Brice, |p. 277}}.</ref>
 
[[File:Yavuz-Havuz.jpg|thumb|left|La ''Yavuz'' nello scalo galleggiante presso Gölcük, nel [[1928]].|alt=Una grande nave da guerra bianca all'interno di un alto pontile galleggiante fermo in una baia.]]
 
La ditta francese ''Atelier et Chantiers de St. Nazaire-Penhöet'' ricevette l'appalto nel dicembre 1926 per supervisionare il conseguente aggiornamento che fu effettuato dal cantiere navale ''Gölcük Naval Shipyard''.<ref name="Whitley241"/> I lavori procedettero per tre anni (1927–1930); subirono un arresto quando diversi compartimenti dello scalo galleggiante collassarono una volta svuotati. la ''Yavuz'' fu leggermente danneggiata e lo scalo dové essere riparato prima che i lavori di riparazione riprendessero. Il Ministro della Marina, Ihsan Bey, fu accusato di appropriazione indebita a seguito di un'inchiesta.<ref name=b7/> Altri ritardi furono dovuti alle accuse di frode che portarono all'abolizione del ministero della marina. Il capo di stato maggiore, [[Fevzi Çakmak|Marshal Fevzi]], si oppose alle spese per le costruzioni navali e rallentò tutti i programmi di costruzione che erano stati impostati dopo le accuse di frode. I lavori iniziarono a procedere rapidamente solo dopo che la [[Polemikó Nautikó|Marina Greca]] effettuò un'esercitazione navale su larga scala al limite delle acque turche nel 1928. Il governo turco espresse la necessità di contrastare la superiorità greca sul mare.<ref>{{cita|Barlas and Güvenç, |p. 152}}.</ref> furono ordinati 4 cacciatorpediniere due sottomarini da cantieri italiani.<ref name=Rohwer_30>Rohwer and Monakov, p. 30.</ref> Il governo greco propose una moratoria di 10 anni nelle costruzioni navali sul modello del [[Trattato navale di Washington|Trattato di Washington]] quando apprese che la ''Yavuz'' stava per essere rimessa in linea, pur riservandosi di costruire due nuovi incrociatori. Il governo turco rifiutò questa proposta, e dichiarò che la nave avrebbe dovuto bilanciare il cresciuto potere navale sovietico nel Mar Nero.<ref>{{cita|Güvenç and Barlas, |p. 10}}.</ref>
Nei lavori di aggiornamento fu riparato il danno fatto dalle mine,<ref name=Conways/> fu aumentato il dislocamento fino a 23.100&nbsp;t e lo scafo fu leggermente modificato. La lunghezza fu ridotta di mezzo metro ma la larghezza fu aumentata di 10&nbsp;cm. La ''Yavuz'' fu equipaggiata con nuove caldaie e un nuovo sistema di controllo del tiro di origine francese. Due dei cannoni da 150&nbsp;mm furono tolti dalla casamatta.<ref name=Conways391/>
 
La ''Yavuz'' fu rimessa in servizio nel 1930, riprendendo il ruolo di nave ammiraglia della flotta turca,<ref name=b8>{{cita|Brice, |p. 278}}.</ref> e, nelle prove di velocità, mostrò prestazioni superiori a quelle previste di progetto; anche le prove di tiro furono soddisfacenti. I quattro cacciatorpediniere che dovevano costituire la sua scorta furono completati fra il 1931 ed il 1932; le loro prestazioni non raggiunsero mai quelle previste.<ref>{{cita|Güvenç and Barlas, |pp. 19–20}}.</ref> Per rispondere all'entrata in servizio della ''Yavuz'', l'Unione Sovietica trasferì, verso la fine del 1929, la corazzata ''[[Sevastopol' (nave da battaglia 1911)|Parižskaja Kommuna]]'' ({{russo|Парижская коммуна}}, ''[[Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]]'') della [[Classe Gangut (nave da battaglia)|classe Gangut]] e l'incrociatore leggero ''Profintern'' dal Mar Baltico per mantenere la parità tra la Flotta del Mar Nero e quella turca.<ref name="Rohwer_30" /> Il governo greco rispose ordinando due cacciatorpediniere.<ref>{{cita|Barlas and Güvenç, |p. 155}}.</ref>
 
Nel 1933, portò il Primo Ministro [[İsmet İnönü]] da [[Varna (Bulgaria)|Varna]] ad [[Istanbul]] e lo [[Scià dell' Iran]] da [[Trebisonda]] a [[Samsun]] l'anno seguente.<ref name=b8/> La ''Sultano Yavuz Selim'' fu ribattezzata sinteticamente ''Yavuz'' nel 1936. Una breve revisione fu condotta nel 1938, e nel novembre dello stesso anno trasportò la salma di [[Mustafa Kemal Atatürk]] da Istanbul a İzmit.<ref name=Conways391/><ref name="Whitley241"/> Nel 1937 fu considerata, insieme alle altre navi della flotta turca, obsoleta dal ''British Naval Attache'' (L'ufficiale della marina britannica assegnato all'ambasciata di Istanbul), in parte perché priva di un armamento antiaereo adeguato, comunque nel 1938 il governo turco iniziò a programmare un incremento della forza navale.<ref>{{cita|Deringil, |p. 35}}.</ref> I piani di costruzioni navali, basati su acquisti da cantieri esteri, furono fermati dall'inizio della [[seconda guerra mondiale]].<ref>{{cita|Güvenç and Barlas, |pp. 27–28}}.</ref>
 
[[File:A.screw.of.yavuz.jpg|thumb|Una delle eliche della ''Yavuz'', in mostra presso la città portuale turca di Gölcük, sul Mar di Marmara.]]
La ''Yavuz'' rimase in servizio per tutta la durata del conflitto. Nel novembre [[1939]], insieme alla ''Parižskaja Kommuna'', erano le uniche navi da battaglia presenti nel Mar Nero. Secondo fonti dell'epoca la ''Yavuz'' era superiore alla nave sovietica poiché quest'ultima era in cattive condizioni generali.<ref>{{Cita news|url=http://books.google.com.au/books?id=9kEEAAAAMBAJ&printsec=frontcover&dq=Yavuz+life+magazine&lr=&cd=3#v=onepage&q=Yavuz%20&f=false|titolo=Turkey Bestrides the Dardanelles|pubblicazione=Life|cognome=Eliot|nome=George Fielding|data=6 novembre 1939|editore=Time Inc|issn=00243019|accesso=17 febbraio 2010}}</ref> Nel [[1941]], le batterie antiaeree furono potenziate a quattro cannoni da 88&nbsp;mm, dieci da 40&nbsp;mm, e quattro da 20&nbsp;mm. Quest'ultima dotazione fu aumentata successivamente a 22 cannoni da 40&nbsp;mm e 24 da 20&nbsp;mm.<ref name=Conways391/>
Dopo la guerra, il 5 aprile [[1946]], la corazzata statunitense ''[[USS Missouri (BB-63)|USS Missouri]]'', l'incrociatore leggero ''USS Providence'', ed il cacciatorpediniere ''USS ''Power'' arrivarono ad Istanbul per riportare le spoglie dell'ambasciatore turco [[Münir Ertegün]].<ref>{{cita|Stillwell, |pp. 99–101}}.</ref> La ''Yavuz'' salutò le navi nel Bosforo, con 19 salve a cui rispose la ''Missouri''.<ref>{{cita|Stillwell, |p. 102}}.</ref>
Dopo il 1948, la nave fu basata a İzmit<ref name=Conways391/> o a [[Gölcük]].<ref name="Whitley241"/> fu ritirata dal servizio il 20 dicembre [[1950]] e radiata il 14 novembre 1954.<ref name=Conways391/><ref name="Whitley241"/> Quanto la Turchia aderì alla [[NATO]], nel 1952, alla nave fu assegnato il numero di scafo ''B70''.<ref name="Sturton, p. 147"/> Il governo turco propose alla [[Germania Occidentale]] di acquistare la nave nel 1963, ma l'offerta fu rifiutata.<ref name=Conways391/> La Turchia vendette la nave alla ditta di demolizioni ''M.K.E. Seyman'' nel [[1971]].<ref name="Whitley241"/> Fu rimorchiata verso il cantiere di demolizione il 7 giugno 1973, e il lavoro fu completato nel febbraio [[1976]].<ref name=Conways391/><ref name="Whitley241"/>
 
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== Bibliografia ==
* {{Cita pubblicazione|cognome=Barlas|nome=D. LekDilek|coautoricoautore=Güvenç, Serhat Güvenç |annodata=ottobre 2002|titolo=To Build a Navy with the Help of Adversary: Italian-Turkish Naval Arms Trade, 1929–32|rivista=Middle Eastern Studies|editore=Taylor & Francis|città=Londra|volume=38|numero=4|issn=17437881|pp= 143–168 |cid=GüvençBarlas and BarlasGüvenç |url= https://www.researchgate.net/publication/248950692_To_Build_a_Navy_with_the_Help_of_Adversary_Italian-Turkish_Naval_Arms_Trade_1929-32 }}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Brice|nome=Martin H.|anno=1969|titolo=S.M.S. Goeben/T.N.S. Yavuz: The Oldest Dreadnought in Existence—Her History and Technical Details|rivista=Warship International|editore=Naval Records Club|città=Toldedo, OH|volume=VI|numero=4|pagine=272–279|cid=Brice}}
* {{Cita libro|cognome=Buxton|nome=Ian|titolo=Big Gun Monitors: Design, Construction and Operations 1914–1945|editore=Naval Institute Press|città=Annapolis, MD|anno=2008|edizione=2nd, revised and expanded|isbn=978-1-59114-045-0|cid=Buxton}}
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* {{Cita libro|cognome=Corbett|nome=Julian|wkautore=Julian Corbett|titolo=Naval Operations|edizione=reprint of the 1929 second|serie=History of the Great War: Based on Official Documents|volume=II|anno=1997|editore=Imperial War Museum in association with the Battery Press|città=Londra and Nashille, TN|isbn=1-870423-74-7|cid=Corbett}}
* {{Cita libro|cognome=Deringil|nome=Selim|titolo=Turkish Foreign Policy During the Second World War: An 'Active' Neutrality|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|anno=2004|serie=LSE Monographs in International Studies|url=http://books.google.com.au/books?id=XEMaQZjfAOoC&dq=battlecruiser+Yavuz&lr=&source=gbs_navlinks_s|isbn=978-0-521-52329-5|cid=Deringil}}
* {{cita libro | cognome= Friedman | nome= Norman | anno=2008 | titolo=Naval Firepower: Battleship Guns and Gunnery in the Dreadnought Era | editore=Naval Institute Press | isbn=978-1-59114-555-4 |cid= Friedman }}
* {{Cita libro|curatore=R. Gardiner, |coautori= R. Gardiner, R. Gray, P. Budzbon|titolo=Conway's All the World's Fighting Ships: 1906–1922|anno=1984|città=Annapolis|editore=Naval Institute Press|oclc=12119866|isbn=0-87021-907-3|cid=Gardiner and Gray}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Güvenç|nome=Serhat|coautori=Barlas, Dilek Barlas |annodata=marzo 2003|titolo=Atatürk's Navy: Determinants of Turkish Naval Policy, 1923–38 |rivista=Journal of Strategic Studies|editore=Routledge |città=Londra|volume=26|numero=1|issn=1743937X |cid=Güvenç and Barlas |url= https://www.researchgate.net/publication/233363795_Ataturk%27s_Navy_Determinants_of_Turkish_Naval_Policy_1923-38 |pp= 1–35}}
* {{Cita libro |cognome=Halpern|nome=Paul G.|titolo=A Naval History of World War I|anno=1995|città=Annapolis|editore=Naval Institute Press|isbn=1-55750-352-4|cid=Halpern}}
* {{Cita libro |cognome=Herwig|nome=Holger|titolo="Luxury" Fleet: The Imperial German Navy 1888–1918|anno=1980|città=Amherst, New York|editore=Humanity Books|isbn=978-1-57392-286-9|cid=Herwig}}