Trieste: differenze tra le versioni
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Trieste fu, assieme a [[Trento]], il centro dell' [[irredentismo]], movimento che puntava alla annessione all'Italia di tutte quelle terre abitate da secoli da popolazioni di cultura italiana (o italica) ma che ancora non facevano parte dell'Italia d'allora (terre "irredente" appunto). Va ricordato che nel caso di Trieste, [[Gorizia]], [[Istria]] e [[Dalmazia]], vivevano, e vivono tutt'ora, anche altre popolazioni (sloveni e croati). Nel [[1918]], dopo la [[prima guerra mondiale]], Trieste e la sua provincia vennero annesse all'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] con grande gioia e festeggiamenti della popolazione italiana anche se quel momento coincise con la perdita d'importanza della città stessa che da seconda città e porto più importante di un impero si ritrovò a essere una delle tante città mediamente importanti dell'Italia. Era inoltre rimasta fuori dai confini italiani la [[Dalmazia]], importante regione che faceva capo a Trieste per i suoi interessi commerciali. Immediatamente dopo il 1918 iniziava per le popolazioni italiane della Dalmazia rimaste nei confini del [[Regno dei Serbi, Croati e Sloveni]] (poi Jugoslavia), l'opera di snazionalizzazione e di assorbimento culturale da parte slava. Furono chiusi senza eccezione scuole e giornali italiani e furono tolte le scritte in italiano. Lo stesso avvenne del resto in Italia contro le martoriate popolazioni slavofone. Si rafforzò così purtroppo in queste terre l'inimicizia tra slavi e italiani, ostilità politica comunque già sviluppatasi nel nel periodo di coabitazione delle due etnie nell'ambito asburgico, e che fu preludio alle tragiche vicende del dopoguerra.
A Trieste stessa si verificò un efferato incidente di stampo anti-slavo, famoso nella memoria storica degli sloveni come l'assalto
Il 6 settembre [[1930]] furono fucilati nel campo di [[Basovizza]] (slov. Bazovska gmajna) quattro eroici terroristi antiitaliani sloveni, condannati nello stesso anno dal famigerato [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato]] quali responsabili di numerosi attentati con vittime avvenuti a Trieste e dintorni. Nel decennio che precedette la seconda guerra mondiale, altri quattro terroristi fucilati (i membri del [[TIGR]] Ferdo Bidovec, Fran Marušič, Zvonimir Miloš e Alojzij Valenčič) divennero un simbolo dell'antifascismo sloveno con il nome di "martiri di Basovizza" (slov. ''bazoviške žrtve'').
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