Ultracrepidarismo: differenze tra le versioni
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"Ultracrepidario" ([[aggettivo]] e [[sostantivo]]) è un [[neologismo]], introdotto in [[lingua italiana|italiano]] come [[adattamento (linguistica)|adattamento]] dell'[[lingua inglese|inglese]] ''ultracrepidarian''. [[Onomaturgo]] (cioè coniatore) del termine inglese è probabilmente il [[critica letteraria|critico]] [[William Hazlitt]], al quale si deve, a ogni modo, la sua prima attestazione fin qui nota ([[1819]]<ref>Il [[Oxford English Dictionary|dizionario inglese d'Oxford]] (nella sua seconda edizione) cita quest'esempio, da una lettera dello Hazlitt a [[William Gifford]], direttore della ''[[Quarterly Review]]'': "You have been well called an Ultra-Crepidarian critic" ("A ragione Lei è stato chiamato un critico ultracrepidario").</ref>).
La parola, d'intonazione perlopiù polemica oppure scherzosa, contiene una chiara allusione alla [[proverbio|frase proverbiale]] [[lingua latina|latina]] ''[[Sutor, ne ultra crepidam!]]'', letteralmente "Ciabattino, non andare più in là del sandalo!", con cui si critica chi pretenda
Il neologismo italiano è formato regolarmente, col comune [[suffisso]] ''-ario'', corrispondente al suffisso latino ''-arius'': l'aggettivo ''crepidarius'', "che riguarda i sandali", è infatti attestato in latino<ref>Si veda per esempio il dizionario del [[Félix Gaffiot|Gaffiot]]: https://www.lexilogos.com/latin/gaffiot.php?q=crepidarius.</ref>.
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