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Nell’ambito di questo processo organizzativo, nel lasso di tempo compreso tra il luglio del 1917 e il marzo del 1919, la Curtiss Aeroplane and Motor Company consegnò alle autorità militari statunitensi {{formatnum:5221}} aeroplani completi e {{formatnum:5221}} motori, per un corrispettivo complessivo di {{formatnum:90000000}} di [[dollaro statunitense|dollari]]<ref name=PB73/>; per numero di velivoli, si trattò del 33% delle unità complessivamente realizzate per l'APB in quello stesso periodo<ref name=PB73/>.
 
La fine del conflitto comportò la cancellazione di un corposo numero di ordinazioni<ref name=PB74>{{Cita|Bowers, 1979|p. 74}}.</ref> ma questo non fu l’unica tegola a cadere sulla testa del mondo dell’aviazione statunitense: il [[Congresso degli Stati Uniti]] volle indagare sui processi e sulle prassi seguite dalle autorità militari per assegnare contratti di acquisizione dei velivoli nel corso della guerra<ref name=PB74/>. Ne emerse un quadro costellato da episodi di conflitto d’interessi, affarismo, e clientelismo che avevano alla fine avevano determinato che nessun velivolo da combattimento di produzione statunitense abbia mai raggiunto il fronte nelle file dell’[[Aviation Section, U.S. Signal Corps|U.S. Signal Corps]]<ref name=PB75>{{Cita|Bowers, 1979|p. 75}}.</ref>.
 
Il lavoro d’indagine tuttavia non sfociò in accuse formali nei confronti dei costruttori, in quanto si potè appurare che i comportamenti incriminati erano tenuti sotto lo stretto controllo delle autorità governative e che le aziende aeronautiche, in sostanza, non facevano che eseguire ordini<ref name=PB74/>. Gli stessi vertici della Curtiss Aeroplane and Motor Company poterono dimostrare gli sforzi compiuti per sovvertire questo stato di cose impegnandosi per un diverso modo di operare, per il quale si sentivano qualificati<ref name=PB74/>.<!-- PDF 167 -->
 
== Organizzazione ==