Discussione:Inceneritore/Bozza: differenze tra le versioni

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Questioni sanitarie e ambientali: riscritto su base di fonti diverse
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I limiti sulle emissioni non sono stabili ma vengono adeguati nel tempo in base alle tecnologie di abbattimento degli inquinanti disponibili sul mercato, seppure con l'inevitabile ritardo dovuto ai tempi [[giurisprudenza|giuridici]]. Spesso però tali limiti vengono richiesti solo per la costruzione di nuovi impianti, mentre agli impianti già esistenti vengono concesse lunghe deroghe.
 
In Italia, negli anni 2001-2004, è stato commissionato dal Ministro dell'ambiente Altero Matteoli uno studio sulla ''Sostenibilità ambientale della termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani'', svolto dal dipartimento di Fisica tecnica Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e dal dipartimento di ingegneria impiantistica dell'Università di Perugia. Secondo i resoconti della commissione Ambiente e Territorio dell'epoca <ref>Resoconto commissione disponibile sul sito del senato http://notes9.senato.it/W3/Lavori.nsf/All/A24722340A46C0DFC1256ED8006ECB89?OpenDocument . Si segnala che il senatore Moncada Lo Giudice (citato nella relazione) è anche professore alla stessa Università di Perugia coinvolto nello studio stesso</ref> ''la tecnologia di termovalorizzazione è ormai affidabile e sostenibile, [...] Inoltre, quando gli impianti sono a norma, i rischi di insorgenze di malattie tumorali nella popolazione sono stati abbattuti drasticamente.
In Italia gli studi di [[valutazione del rischio]] sui quali si basa {{citazione necessaria|ufficialmente}} l'attuale politica in tema di incenerimento dei rifiuti, tenendo conto delle normative nazionali, delle direttive internazionali e dei possibili scenari di contaminazione, hanno evidenziato che il rischio legato a emissioni non cancerogene risulta praticamente azzerato mentre il rischio legato a cancerogeni o patologie pediatriche sia praticamente comparabile con i normali rischi legati alla vita quotidiana.<ref>Affermazione tratta da - Francesco Asdrubali, Gino Moncada Lo Giudice, [http://www.latermotecnica.net/pdf_riv/200411/20041110056_1.pdf ''La termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani''], in ''La Termotecnica'', novembre 2004, p. 38. ove si cita [[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]] – Ministero dell'Ambiente, ''Sostenibilità ambientale della termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani'', Rapporto tecnico finale, aprile 2004</ref>
[...] i rischi di carattere sanitario connessi alla realizzazione di termovalorizzatori di ultima generazione sono assolutamente trascurabili.''
 
Tale studio è stato asperamente criticato sia in Commissione, sia da soggetti esterni<ref>http://www.ecceterra.org/docum.php?id=538</ref> che hanno rilevato come lo studio trascuri completamente le problematiche ambientali e non specifichi quali siano i parametri ed indicatori della vantata "compatibilità ambientale" degli impianti di "termovalorizzazione".
 
Non sono comunque mancati casi di impianti, come quello di Brescia, in cui si siano rilevate alcune infrazioni per il mancato rispetto di normative o per il superamento del tonnellaggio di rifiuti inceneriti originariamente ammesso. È comunque difficile che l'accertamento di un'infrazione sfoci in provvedimenti molto severi come il sequestro dell'impianto, perché in tal caso si potrebbe creare un'emergenza rifiuti molto pericolosa. Fra Febbraio e Giugno del 2007, tuttavia, l'inceneritore di Trieste è stato posto sotto sequestro per il superamento dei limiti di legge riguardanti le emissioni di diossine, superiori anche di 10 volte il limite autorizzato. <ref>Si veda [http://www.ecologiasociale.org/infoaction/index.php?option=content&task=view&id=273 questo articolo] con dati relativi al supreamento delle emissioni ed hai costi di gestione degli apparati di filtraggio.</ref>
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