Erwin Wurm: differenze tra le versioni

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Wurm studiò all'[[Accademia di belle arti di Vienna|Accademia di belle arti]] e alla [[Scuola di arti applicate di Vienna]] tra il 1979 e il 1982.<ref>{{cita libro|titolo=Contemporary Europe Art Guide|autore=Mark Gordon|editore=Distributed Art Pub Incorporated|anno=2009|pagine=316|lingua=en}}</ref>
 
Durante la fine degli [[Anni 1980|anni ottanta]], Wurm realizzò delle "sculture di un minuto" in cui l'artista stesso o i suoi modelli vengono posti in relazioni inaspettate con oggetti di uso quotidiano, portando lo spettatore a mettere in discussione la definizione stessa di scultura. Si tratta di utilizzare il "percorso più breve" al fine di creare opere che siano il più chiare, rapide e talvolta divertenti possibili. Dal momento che queste sculture sono da intendersi come "fugaci", spontanee, estemporanee, l'artista decise di far sì che potessero essere immortalate solo su fotografie o video.<ref>{{cita libro|titolo=When Clothes Become Fashion: Design and Innovation Systems|url=https://archive.org/details/whenclothesbecom0000losc|autore=Ingrid Loschek|editore=Berg|anno=2009|pagine=45|lingua=en}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Tempo|autore=autori vari|editore=The Museum of Modern Art|anno=2001|pagine=13|lingua=en}}</ref>
 
Più di recente, Erwin Wurm lavorò a una serie di sculture intitolate ''Fat Car'', raffiguranti "sculture obese a grandezza naturale che appaiono simili a sacchi troppo pieni".<ref>{{cita web|url=https://www.nytimes.com/2010/04/04/automobiles/04FATCAR.html|titolo=Cars Starved (or Stuffed) for Attention|accesso=8 giugno 2020|lingua=en}}</ref> Il primo modello della serie ''Fat Car'' venne realizzato in collaborazione con i designer della [[Opel]] che non riuscirono a realizzare un modello a immagine e somiglianza di come l'aveva concepito l'artista. Al fine di creare figure "grasse", l'artista utilizza della schiuma poliuretanica e del polistirolo ricoperto di lacca.<ref>{{cita web|url=https://www.amusingplanet.com/2012/08/erwin-wurms-fat-sculptures.html|titolo=Erwin Wurm’s Fat Sculptures|accesso=8 giugno 2020|lingua=en}}</ref>