Utente:Mihawski/Sandbox: differenze tra le versioni

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L'essere umano ha come caratteristica naturale l'essere aggressivi. La guerra, a causa dell'aggressività dell'essere umano, è iniziata in tempi antichi a causa di un sistema di vita basato sull'agricoltura, quando i vicini provavano gelosia e invidia nei confronti delle terre più ricche e fertili. Le popolazioni tendono a sviluppare un senso di appartenenza al proprio paese e un senso di lealtà e benevolenza verso le persone che sono all'interno dello stesso gruppo. Così facendo, di conseguenza, provano odio e ostilità verso le persone che, invece, appartengono a popoli diversi. Infatti, le persone che erano riunite dalle stesse tradizioni, lingua e terra, venivano chiamati "popolo", invece coloro che non rientravano in questi confini venivamo chiamati "barbari" alimentando l'odio verso le popolazioni straniere. Secondo Freud, le guerre avvengono tra i paesi confinanti in quanto l'essere umano è incline a provare disprezzo verso chi ha delle simili caratteristiche, nonostante seguano tradizioni e usanze diverse.
 
NonLa c'èguerra, dubbioperò, la guerra può dare origine a disturbi mentali e alla follia. Ciò può accadere immediatamente, durante lo svolgimento della guerra, oppure successivamente, dopo giorni e anni. Nella Grande Guerra si è sempre parlato di "psicosi traumatica da bombardamento", la psichiatria l'ha denominata "nevrosi da combattimento", mentre oggi la chiamiamo comunemente "sindrome da stress post-traumatico" che viene associato non solamente alla guerra, ma anche ad esperienze che possono suscitare traumi (come lo stupro o vedersi morire davanti una persona all'improvviso). Come sappiamo, la guerra causa sofferenza, i problemi sono molteplici (fame, sete, paura) e la maggior parte dei soldati arrivano alla follia. Essi avevano costantemente paura della morte (provavano anche molta ansia) e ciò portava a incubi terrificanti a ripetizione come se la mente fosse incantata. Tutto ciò durava anni ed era come una sorta di loop mentale, il trauma veniva rivissuto da svegli ma soprattutto da dormienti, non avendo così un momento di pace. Nella prima guerra mondiale, a causa di tutto ciò, iniziò anche il fenomeno dell'automutilazione. I soldati, piuttosto di continuare a vivere l'orrore della guerra, si sparavano in posti non vitali (come ad esempio mani o piedi) per uscire dalle trincee ed essere portati a farsi curare. Divenne una pratica così comune che i capitani degli eserciti approvarono la legge marziale: Qualora ci fosse stato il sospetto di una persona che si fosse provocata una ferita da sola e non in guerra, veniva immediatamente fucilata. Tutto questo viene aggravato dal fatto che la prima guerra mondiale è stata una guerra di logoramento e le tecniche di combattimento utilizzate erano inefficaci. I soldati stavano all'interno delle trincee con il fango, sacchi, filo spinato aspettando il momento dell'attacco dettato dal capo. Quando era il momento di attaccare, uscivano tutti dalle trincee per cercare di arrivare a quelle nemiche ma senza alcun esito: i soldati venivano uccisi e decimati senza far accadere niente. In qualche modo non venivano mandati a combattere ma venivano mandati a morire sul campo da guerra, restandoci, la maggior parte, solamente qualche secondo.
 
Lo stress, secondo alcuni psicologi, avviene per tutta la durata della nostra vita e alcuni sostengono che inizia anche prima della nostra nascita (quando ad esempio la madre prova un forte stress e tutto ciò va ad aggravarsi sul peso del bambino alla nascita e sul battito cardiaco). Di fronte allo stress, il nostro corpo attiva alcuni meccanismi fisiologici ed intervengono il sistema nervoso centrale e le ghiandole endocrine. L'ipofisi, che produce ormoni che preparano il corpo ad affrontare la situazione stressante, viene attivato dall'ipotalamo (che viene considerato il centro dello stress). Alcune persone, per evitare di affrontare i veri problemi dello stress, preferiscono rifugiarsi in meccanismi di difesa autolesionisti come alcol, o eccessivo consumo di dolci. Tale azione, che all'inizio sembra la via più semplice e migliore, non fa altro che aggravare la situazione creando ulteriore danno al nostro corpo.
 
Tale stress si manifesta soprattutto nella guerra che, come sappiamo, causa sofferenza, i problemi sono molteplici (fame, sete, paura) e la maggior parte dei soldati arrivano alla follia. Essi avevano costantemente paura della morte (provavano anche molta ansia) e ciò portava a incubi terrificanti a ripetizione come se la mente fosse incantata. Tutto ciò durava anni ed era come una sorta di loop mentale, il trauma veniva rivissuto da svegli ma soprattutto da dormienti, non avendo così un momento di pace. Nella prima guerra mondiale, a causa di tutto ciò, iniziò anche il fenomeno dell'automutilazione. I soldati, piuttosto di continuare a vivere l'orrore della guerra, si sparavano in posti non vitali (come ad esempio mani o piedi) per uscire dalle trincee ed essere portati a farsi curare. Divenne una pratica così comune che i capitani degli eserciti approvarono la legge marziale: Qualora ci fosse stato il sospetto di una persona che si fosse provocata una ferita da sola e non in guerra, veniva immediatamente fucilata.
 
Tutto questo viene aggravato dal fatto che la prima guerra mondiale è stata una guerra di logoramento e le tecniche di combattimento utilizzate erano inefficaci. I soldati stavano all'interno delle trincee con il fango, sacchi, filo spinato aspettando il momento dell'attacco dettato dal capo. Quando era il momento di attaccare, uscivano tutti dalle trincee per cercare di arrivare a quelle nemiche ma senza alcun esito: i soldati venivano uccisi e decimati senza far accadere niente. In qualche modo non venivano mandati a combattere ma venivano mandati a morire sul campo da guerra, restandoci, la maggior parte, solamente qualche secondo. Inoltre, spesso i generali degli eserciti non erano persone sensibili. Basti pensare, ad esempio, a Luigi Cadorna con la disfatta di Caporetto. Cadorna è sempre stato disprezzato in quanto non è stato un buon generale, era molto crudele e rigido e non ha mai avuto a cuore i suoi soldati. Dopo la disfatta di Caporetto, infatti, al posto di Cadorna arrivò Armando Diaz, un carattere molto diverso. Infatti, a detta di alcuni sopravvissuti, il nuovo generale era molto più umano, si rendeva conto della psicologia dei suoi soldati e di cosa stavano passando in quel momento, li nutriva meglio e li mandava più volte a casa. Non a caso le prestazioni che susseguirono furono più convincenti, il morale si innalzò e grazie alla personalità di Armando Diaz, gli italiani sconfissero gli austriaci e i tedeschi nella battaglia di Vittorio Veneto nel 1918.
 
Inoltre, per sentire meno il peso della guerra e per far fronte ai disturbi mentali, i militari americani della guerra del Vietnam cominciarono a far uso di droghe pesanti dall'eroina alle anfetamine alla marijuana. Secondo un rapporto del 1971 del Dipartimento della Difesa, il 51% delle forze armate aveva fumato marijuana, il 31% aveva usato sostanze psichedeliche, come LSD, mescalina e funghi allucinogeni, e un ulteriore 28% aveva assunto droghe pesanti, come cocaina e eroina. Ma il consumo di droga non era limitato solo da ciò che gli arruolati potevano acquistare illecitamente sul mercato nero. Il loro comando militare ha anche prescritto pesantemente pillole alle truppe sotto gli auspici del miglioramento delle prestazioni. Secondo un rapporto della House Select Committee on Crime, le forze armate hanno utilizzato 225 milioni di compresse di stimolanti tra il 1966 e il 1969. Oltre a quelle anfetamine, che sono state utilizzate per aumentare la resistenza nelle lunghe missioni, i sedativi sono stati prescritti per alleviare l'ansia e prevenire esaurimenti mentali. Apparentemente ha funzionato. In Vietnam, il tasso di esaurimenti mentali nei soldati era dell'1%, una riduzione massiccia rispetto alla seconda guerra mondiale (10%). Nel suo libro Shooting Up: A Short History of Drugs and War, Lukasz Kamienski sostiene che il ritiro delle anfetamine potrebbe essere in parte la colpa di alcune delle atrocità commesse contro la popolazione civile del Vietnam, con giovani militari che reagiscono in modo eccessivo alle già stressanti condizioni di guerra . Tuttavia, è stato l'uso di droghe illegali, in particolare eroina e marijuana, a suscitare la massima attenzione dei media durante il conflitto.