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Nel primissimo '500 a Milano si trovano dei certi "De Giochis"<ref>{{Cita libro|titolo=Revue des bibliothèques|url=http://archive.org/details/RevueDesBibliotheques1897|accesso=2021-01-05|data=1897}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|data=1980|titolo=A: Archivio di Stato di Milano Pergamene del Fondo Religione - Cart. 459-460|rivista=Arte Lombarda|numero=53/54|pp=147–203|accesso=2020-12-08|url=https://www.jstor.org/stable/43106164}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.istitutolombardo.it/pdf/11missive.pdf|titolo=Registri Missive XI [160v. Aluisum de Giochis]}}</ref>; ma che probabilmente non hanno nulla a che vedere con questa famiglia.
 
Nel 1565 lo storico dell'arte Giorgio Vasari, su una lettera indirizzata al [[Granducato di Toscana|Granducato]], scriverà sulla totale estinzione della famiglia fiorentina.<ref>{{Cita libro|nome=J. Wood (James Wood)|cognome=Brown|titolo=The Dominican church of Santa Maria Novella at Florence: a historical, architectural, and artistic study|url=http://archive.org/details/DominicanChurchOfSantaMariaNovella|accesso=2021-01-05|data=1902|editore=Edinburgh, O. Schulze}}</ref>
 
==== Albero genealogico ====
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Solo a partire dal 1330 questa cappella verrà posseduta dalle due famiglie in questione per almeno un secolo, facendo commissionare degli affreschi a [[Buonamico Buffalmacco|Buonamico di Martino]].
 
I primi a cederla a terzi furono proprio i Giuochi, che già possedevano un'altra cappella all'interno del suolo di Santa Maria Novella, nel primissimo '400, dopo la scomparsa di Iacopo, alla famiglia dei Boscoli. Quest'ultimi, in un primo momento, tentarono di abbattere i riferimenti della vecchia famiglia, quali gli stemmi, ma con una lite mossa da alcuni dei Giuochi ne furono ricostruite, e fu così che aggiunsero anche i primi stemmi dei Boscoli e colsero l'occasione di rinnovare gli affreschi commissionandole a [[Buonamico Buffalmacco|Buonamico di Martino]]. I Bastari la cedettero solo nel XV secolo ai Lenzoni con la propria scomparsa.
 
All'interno della cappella si trovano parzialmente tre affreschi:
 
* !
* 2
* 3
 
 
Ancora oggi sono parzialmente conservati tre degli affreschi in questione:
* Una rappresentazione della Passione di Cristo, con Gesù nell'atto di lavare i piedi ai discepoli.
* Una rappresentazione della flagellazione di Cristo.
* Una rappresentazione dell'impiccagione di Giuda.
Successivamente la cappella venne ceduta a terzi. I primi a cederla a terzi furono proprio i Giuochi nel primissimo '400, che già possedevano un'altra cappella all'interno del suolo di Santa Maria Novella, nel primissimo '400, dopo la scomparsa di Iacopo, alla famiglia dei Boscoli. Quest'ultimi, in un primo momento, tentarono di abbattere i riferimenti della vecchia famiglia, quali gli stemmi, ma con una lite mossa da alcuni dei Giuochi ne furono ricostruite, e fu così che aggiunsero anche i primi stemmi dei Boscoli e colsero l'occasione di rinnovare gli affreschi commissionandole a [[Buonamico Buffalmacco|Buonamico di Martino]]. I Bastari la cedettero invece solo nel XV secolo ai Lenzoni con la propria scomparsa.
 
[[File:Lastra-badia-fiorentina.jpeg|sinistra|miniatura|Lastra in pietra contenente anche lo stemma dei Giuochi (in alto a sinistra)]]
I primi studi della cappella furono fatti dal [[Giorgio Vasari|Vasari]]<ref>{{Cita web|url=http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1344603979175_02_-_Peleo_Bacci_p._1.pdf|titolo=Pèleo Bacci - Bollettino d'Arte}}</ref> per il suo interessamento allo stile di Buffalmacco, nei quali descrisse dettagliatamente una serie di particolari degli affreschi sormontati nella cappella.
 
Le tombe di entrambe le famiglie furono misteriosamente profanate e distrutte nel XVII secolo.