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Un altro errore che i genitori fanno è quello di trattare entrambi i figli allo stesso modo. Così facendo, i genitori sperano di ridurre i conflitti tra i figli e dunque danno le stesse regole e concessioni in ugual misura indipendentemente dalla loro età, carattere e sesso. Tuttavia, secondo le psicologhe Adele Faber ed Elaine Mazlish, ricevere lo stesso amore in un certo senso è come essere amati di meno. Ogni figlio è diverso, ognuno ha le proprie esigenze, i propri interessi e i genitori devono essere sensibili alle diverse richieste dei figli. <ref name=":2">{{cita libro | nome=Giovanni | cognome=Caruselli| titolo=''ABC della mente umana'' | anno=1991| editore=Selezione Reader's Digest | città=Milano|p=208-211}} </ref>
Per capire meglio la mente dei bambini e l'effetto dei traumi su di essi, lo psicologo statunitense inventò il Test di appercezione tematica. Il TAT è un test proiettivo e venivano raffigurate, attraverso una serie di tavole, delle immagini che riportavano scene realistiche. I soggetti dovevano spiegarle, capire cosa era successo prima, cosa potrebbe essere successo successivamente e le risposte furono preoccupanti. All'interno dell'ambulatorio si trovavano dodici bambini di età tra i sei e gli undici anni e ciò che differenziavano i pazienti era il tipo di abuso subito. Ad esempio, una bambina che subì molestie sessuali dal padre, davanti a una semplice immagine di una donna incinta di profilo, cominciò a parlare degli organi maschili e femminili, agitandosi tanto da interrompere lo studio.
I bambini che invece non subirono alcun trauma, riuscivano invece a notare l'aspetto benevolo delle tavole cercando anche delle soluzioni per sfuggire alle difficoltà. Si sentivano protetti in quanto erano amati almeno da una figura genitoriale e le loro risposte non furono particolarmente inquietanti. Un tratto che accomuna i bambini e le bambine che hanno subito un trauma (soprattutto violenze fisiche o sessuali) è quello di ritrovarsi nelle stesse situazioni, inconsciamente, nella fase adulta. Ad esempio, donne che da bambine sono state esposte al maltrattamento da parte del padre, sono indotte a cercare una figura che metta in atto comportamenti simili in quanto, dal loro punto di vista, pare come qualcosa di normale. Alcune donne, invece, perdono la capacità di fidarsi nuovamente di un uomo in quanto imparare a fidarsi è una sfida importante. Esse hanno grosse difficoltà a iniziare una nuova relazione in quanto proiettano la figura dell'abusatore in ogni potenziale partner. Per questo motivo gli uomini vengono spesso visti come approfittatori che, una volta soddisfatto i propri desideri, finiscono per abbandonarle non riuscendo dunque a istaurare un vero legame. Coloro che ci riescono, però, anche a distanza di anni in una relazione, non sono in grado di fidarsi totalmente dell'altra persona per evitare di rivivere il trauma.
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== La guerra ==
La guerra può dare origine a disturbi mentali e alla follia. Ciò può accadere immediatamente, durante il suo svolgimento, oppure successivamente, dopo giorni e anni. Nella [[Prima guerra mondiale|Prima Guerra Mondiale]] si è parlato di "psicosi traumatica da bombardamento", la psichiatria l'ha denominata "nevrosi da combattimento". In età contemporanea si parla di "sindrome da stress post-traumatico" che viene associato non solamente alla guerra, ma anche ad esperienze che possono suscitare traumi (come lo stupro o assistere alla morte improvvisa di una persona). <ref name=":
Come sappiamo, la guerra causa sofferenza, i problemi sono molteplici (fame, sete, paura) e la maggior parte dei soldati arrivavano alla follia. Essi avevano costantemente paura della morte (provavano anche molta ansia) e ciò portava a incubi terrificanti a ripetizione come se la mente fosse incantata. Tutto ciò durava anni ed era come una sorta di loop mentale, il trauma veniva rivissuto da svegli ma soprattutto da dormienti, non avendo così un momento di pace. Nella prima guerra mondiale, a causa di tutto ciò, iniziò anche il fenomeno dell'automutilazione. I soldati, piuttosto di continuare a vivere l'orrore della guerra, si sparavano in posti non vitali (come ad esempio mani o piedi) per uscire dalle trincee ed essere portati a farsi curare. Divenne una pratica così comune che i capitani degli eserciti approvarono la legge marziale: qualora ci fosse stato il sospetto di una persona che si fosse provocata una ferita da sola e non in guerra, veniva immediatamente fucilata. <ref name=":5"> {{cita libro | nome=Valerio | cognome=Castronovo| titolo=''Nel segno dei tempi, MilleDuemila'' | anno=2015 | editore=La Nuova Italia | città=Firenze|p=102-103}} </ref>
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