Simone Martini: differenze tra le versioni

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== I seguaci di Simone Martini ==
Simone Martini ebbe un numero significativo di allievi. Tra questi si annoverano i fratelli [[Lippo Memmi|Lippo]] e [[Federico Memmi]]. L'opera di Lippo Memmi, il più famoso e studiato, era inizialmente mediocre, come testimoniato dalla ''Maestà'' della [[Chiesa di Sant'Agostino (San Gimignano)|chiesa di Sant'Agostino]] di [[San Gimignano]] ([[1310]]-[[1315]] circa). In seguito all'incontro con Simone Martini, negli anni in cui questi si cimentava alla sua splendida [[Maestà del Palazzo Pubblico di Siena]] ([[1312]]-[[1315|1315,]], l'artista mutò il suo stile fino a raggiungere l'abilità pittorica di Simone a partire dal [[1325]] circa. Anche il più giovane Federico Memmi, che probabilmente seguì Simone ad Assisi al tempo dei lavori presso la [[Cappella di San Martino (Assisi)|Cappella di San Martino]] ([[1313]]-[[1318]]) e di cui è comunque più difficile rintracciare l'attività agli esordi, riuscì a raggiungere uno stile di alto livello a partire dal [[1325]].
 
Appartengono alla scuola di Simone Martini anche altri artisti più tardi, quali [[Naddo Ceccarelli]], cui sono attribuite diverse opere tutte difficili da datare (a parte una firmata e datata dall'artista al [[1347]]) e l'anonimo [[Maestro di Palazzo Venezia]], che si ritiene sia stato attivo, non senza incertezze, tra il [[1330]] e il [[1350]] circa. La cerchia di Simone Martini include probabilmente anche il fratello [[Donato Martini]] e Pietro Ceccarelli, quest'ultimo forse parente di Naddo. Il primo è probabilmente autore di alcune opere su cui però la critica ha raggiunto un consenso tutt'altro che unanime riguardo l'attribuzione. Il secondo è firmatario di una Madonna col Bambino perduta, un tempo residente nella chiesa dei Carmelitani ad [[Avignone]]. Per questi motivi questi ultimi due artisti hanno identità artistiche assolutamente indefinite.