Langobardia Minor: differenze tra le versioni

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== Territorio ==
[[File:Agilulf's Italy.svg|thumb|upright=1.4|I domini longobardi alla morte di [[Agilulfo]] ([[616]])]]
Entrati in [[Italia]] attraverso il [[Friuli]] nel [[568]], i [[Longobardi]] strapparono ai [[Impero bizantino|Bizantini]] una larga parte del territorio continentale a sud delle [[Alpi]] senza tuttavia poter costituire, almeno inizialmente, un dominio omogeneo e contiguo. Le terre sottomesse vennero raggruppate, nella terminologia dell'epoca, in due grandi aree: la [[Langobardia Maior]], dalle [[Alpi]] all'odierna [[Toscana]], e la Langobardia Minor che includeva i territori posti a sud dei dominiidomini bizantini (che in quell'ultimo scorcio del [[VI secolo]] si estendevano da [[Roma]] a [[Ravenna]] attraverso le attuali [[regioni italiane]] [[Umbria]] e [[Marche]]). L'[[Esarcato d'Italia|Esarcato di Ravenna]] era collegato a Roma mediante il cosiddetto "[[corridoio bizantino]]" che passava per [[Amelia (Italia)|Amelia]], [[Todi]] e [[Perugia]] e che separava la Langobardia Minor dalla Langobardia Maior.
 
Mentre la Langobardia Maior era costituita da numerosi e mutevoli [[Ducati Longobardi|ducati]] e [[Gastaldato|gastaldati]], la Langobardia Minor conservò per l'intera durata del regno longobardo ([[568]]-[[774]]) una notevole compattezza politica, rimanendo sempre articolata esclusivamente nei due ducati [[Ducato di Spoleto|di Spoleto]] e [[Ducato di Benevento|di Benevento]]. Essi furono costituiti immediatamente dopo la penetrazione longobarda nell'area, negli anni Settanta del [[VI secolo]] e i primi [[Duca (Longobardi)|duchi]] furono [[Faroaldo I|Faroaldo]] a [[Spoleto]] e [[Zottone]] a [[Benevento]]. Includevano inizialmente soltanto le aree interne, lasciando ai [[Impero bizantino|Bizantini]] il controllo delle fasce costiere e soltanto in un secondo momento (in particolare durante il regno di [[Agilulfo]], [[591]]-[[616]]) i domini longobardi si estesero anche alle coste. Divenne così soggetto ai due ducati l'intero versante [[Mare Adriatico|adriatico]] compreso tra i capisaldi bizantini di [[Ancona]] a nord e [[Otranto]] a sud; quello [[Mar Ionio|ionico]] e quello [[Mar Tirreno|tirrenico]] invece solo parzialmente ricadevano sotto l'autorità del [[duca di Benevento]] che non riuscì mai a occupare stabilmente [[Napoli]], il [[Salento]] e l'estremità della [[Calabria]] (a sud di [[Cosenza]] e di [[Crotone]]), oltre a [[Roma]] con il suo contado.
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In quello stesso [[774]], invece, il [[ducato di Benevento|duca di Benevento]] [[Arechi II]] progettò un colpo di mano per impossessarsi del titolo regale, del quale si era insignito lo stesso Carlo Magno (si era proclamato ''Gratia Dei rex Francorum et Langobardorum''). L'ipotesi tuttavia non prese corpo, a causa dei rischi di ritorsione da parte dei [[Franchi]] che Arechi non avrebbe potuto fronteggiare. A parziale ricompensa, sempre nel [[774]], ottenne da Desiderio la promozione del proprio dominio da ducato a principato. La rinuncia al trono di [[Pavia]] non evitò in ogni caso un intervento franco nella Langobardia Minor: Carlo Magno pose l'assedio a [[Salerno]] ([[787]]), obbligando Benevento a fare atto di sottomissione. Il regno di Arechi si distinse per il fervore urbanistico della capitale, soprannominata ''Ticinum geminum'' ("Pavia gemella"): il duca espanse la vecchia città romana. Realizzò un nuovo sistema difensivo a Salerno che includeva la torre semaforica bizantina, in seguito denominata ''[[Castello di Arechi]]'' in un sistema di cinta murarie che scendeva lungo i lati della città cingendola in un abbraccio difensivo quasi inespugnabile. Contemporaneamente fece edificare la [[Basilica di Santa Sofia (Benevento)|basilica di Santa Sofia]] che sfruttò per il suo programma di legittimazione del potere facendovi traslare molte reliquie.
 
Nel [[787]] il nuovo principe [[Grimoaldo III di Benevento|Grimoaldo III]], appena subentrato al padre Arechi, respinse e uccise in battaglia il figlio di [[Desiderio (re)|Desiderio]], [[Adelchi (principe)|Adelchi]], che era sbarcato in [[Calabria]] con l'obiettivo di riconquistare il regno perduto. I rapporti con i [[Franchi]], in quelle fasi convluseconvulse, furono mutevoli: se alcuni contingenti transalpini aveva offerto sostegno a Grimoaldo nella lotta contro Adelchi, l'impegno del principato a Sud fornì l'opportunità di vari attacchi condotti a Nord. La città di [[Chieti]] finì così annessa al [[ducato di Spoleto]], ormai stabilmente in mani franche. La sottomissione all'impero franco divenne nel tempo sempre più solo formale, di pari passo con il progressivo indebolimento del potere centrale con i successori di [[Carlo Magno]].
 
Il più potente dei Principi di Benevento fu Sicone, conquistatore di Napoli, da cui portò in città il corpo di San Gennaro.
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[[File:South_Italy_AD_1039-1047.svg|300px|thumb|right|Il Principate di Salerno sotto Guaimario IV tra il 1039 ed il 1047]]
Guaimario IV fu sostenuto nelle sue conquiste anche dal Papa, ma non ufficialmente<ref>[https://digilander.libero.it/salernostoria/personaggi.htm#Guaimario_IV De Simone:Guaimario V]</ref>. Questo fatto successivamente gli creócreò difficoltá coll'imperatore Enrivo III.
Presto tuttavia anche [[Salerno]] dovette confrontarsi con i Normanni, che con Roberto il Guiscardo assediarono la capitale nel [[1076]]. Espugnata, divenne nel [[1078]] sede dei domini normanni; l'ultimo duca longobardo, [[Gisulfo II di Salerno|Gisulfo II]], prese la via dell'esilio.