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Prese parte alla [[Moti del 1820-1821|rivoluzione napoletana del 1820]] e fu sconfitto al confine tra lo [[Stato Pontificio]] e il [[Regno di Napoli]] dagli austriaci del generale [[Johann Maria Philipp Frimont]] in quella che è ricordata come [[Battaglia di Rieti-Antrodoco|la prima battaglia del Risorgimento]] (7-10 marzo 1821)<ref>Angelo Sacchetti Sassetti, ''Rieti nel Risorgimento italiano'', 1911.</ref>; ripiegando verso le gole di [[Antrodoco]] (allora appartenente alla [[provincia dell'Aquila]], nel [[Regno di Napoli]], oggi [[provincia di Rieti]]), fu inseguito dagli austriaci, i quali, la mattina del 10 marzo, vinte le ultime resistenze napoletane nei pressi del santuario della Madonna delle Grotte, si portavano così verso [[L'Aquila]], che occuparono alle sette della sera di quello stesso giorno.<ref>Lino Martini, ''Sulla Battaglia di Rieti-Antrodoco 7-10 marzo 1821 Studio storico-critico''.</ref>
La mattina del 24 marzo, per la [[via Toledo]], Frimont entrò trionfante in Napoli e tutte le conquiste della rivoluzione napoletana del 1820 vennero immediatamente soppresse.<ref>{{de}} ''Diplomatisches Archiv für die zeit-und Staatengeschichte das jahr 1821
In seguito comandò il corpo spedito da [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] contro gli [[Impero austriaco|austriaci]] nel [[1848]], impegnandosi nella [[Repubblica di San Marco|difesa di Venezia]], affidatagli da [[Daniele Manin]] nel [[1848]] e [[1849]]. Nuovamente sconfitto ed esiliato, emigrò a [[Parigi]]; quindi rientrò in [[Italia]], passando i suoi ultimi giorni a Torino. Fu una delle più significative figure del [[Risorgimento]] italiano, celebre anche perché non solo si impegnò nei movimenti repubblicani, ma scrisse inoltre numerosi libri per raccontare gli eventi ed esortare ad una lotta per l'Italia.
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