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Nuova pagina: Il centro antico di Armento è noto soprattutto per via della scoperta di reperti straordinari, come la corona d’oro di Kritonios, oggi conservata presso l’Antikensammlungen di Monaco di Baviera, ma la eccezionalità dei reperti riflette l’importanza di un’area archeologica che ricade all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino lucano: infatti il santuario di Serra Lustrante dovette essere un importante luogo di riunione e di aggregazione delle aris...
 
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A partire dalla fine degli anni ’60 del Novecento, e quelli più recenti (anni ’90) condotti da Alfonsina Russo, Serra Lustrante (già Serra d’Oro) è un sito archeologico di singolare importanza per chiarire meglio le dinamiche dei rapporti tra il mondo magno greco e indigeno tra IV e III sec. a.C. L’area risulta frequentata a partire dagli ultimi decenni del IV sec. a.C. come luogo di culto: a questo periodo si fa risalire un piccolo sacello quadrangolare con un percorso pavimentato annesso. Nel III sec. a.C. il santuario viene monumentalizzato, e impostato su due terrazze raccordate da una scalinata e divise da un muro a blocchi squadrati di arenaria. La monumentalizzazione del santuario, con la realizzazione dell’impianto scenografico a terrazze, si inquadra in un contesto edilizio tipicamente ellenistico. E’ quindi probabile il contatto diretto tra le popolazioni dell’interno e le maestranze magno-greche forse riconducibili alla colonia greca di Heraklea, posta sul fondovalle dell’Agri. Alla fine del III sec. a.C. si riconduce l’ultima fase edilizia, alla quale si attribuiscono alcuni ambienti sul lato sud del santuario, mentre risulta un abbandono graduale del sito a cavallo tra III e II sec. a.C., forse a seguito della definitiva romanizzazione della Val d’Agri.
Nel sacello della terrazza inferiore sono stati rinvenuti alcuni materiali pertinenti agli attributi tipici di Eracle, come la clava e la pelle del leone nemeo, trofeo della prima fatica di Eracle, con la quale l’eroe si rivestì. Il santuario, dunque, doveva pertanto essere dedicato a Eracle, inteso come il garante dei valori guerrieri e agonistici giovanili, nella doppia dimensione divina ed eroica. Del resto, sia nel centro che nel sud Italia sono attestati culti a Eracle legati alla transumanza dei pastori e al culto delle acque, e non a caso ad Armento ci troviamo proprio in un punto di passaggio importante lungo il tragitto della transumanza tra i pascoli estivi dell’Appennino lucano e quelli invernali del litorale ionico.
 
==Marcia per la cultura==
La Marcia d’Amore della Cultura è arrivata in Val d’Agri e, in data 4 dicembre 2018, ha fatto tappa ad Armento, uno dei più suggestivi paesi/presepi lucani che con il suo centro storico impreziosito da palazzi nobiliari vie e piazze aperte su panorami mozzafiato è certamente da visitare.
Con la Marcia ogni comune diventa capitale delle proprie eccellenze per far conoscere al mondo il nostro patrimonio unico al mondo, Armento è stata nominata ‘Capitale della Corona Aurea di Kritonio’, vero capolavoro dell’oreficeria antica, con l’impegno del Sindaco di farne oggetto di una specifica delibera.
La Marcia festante, dopo i saluti di rito nella scuola, ha inondato le strade e le vie del centro antico di canti e suoni sostando nelle piazze, nel Belvedere del parco dei santi Luca e Vitale con i suoi panorami mozzafiato e con visite nella suggestiva Chiesa di San Vitale e nella vicina cappella dell’Annunziata dove è stato proiettato, con un sistema multimediale in 4D, l’avvincente storia di Armento, tratta da un testo della seconda metà dell’800 scritto da Nicola Villone.
La mattinata si è conclusa nella Chiesa Madre dedicata a San Luca Abate con la descrizione del Polittico del ‘500, la benedizione del parroco Don Francesco Barbarito, i ringraziamenti del Sindaco Franco Curto e di Tomangelo Cappelli, coordinatore regionale della Marcia per la Cultura che prima del suono delle campane per preparare a Vox Dei il concerto per campanili più grande del mondo, ha ricordato che proprio grazie ad un intervento finanziato dalla Regione Basilicata le campane di Armento tornarono a suonare nel 2000, dopo il terremoto del 1980, con l’istallazione del nuovo campanile a vela, realizzato su suo progetto, sul frontone della Chiesa Madre la cui struttura metallica richiama i tre archi del Polittico del ‘500 esaltandone la bellezza.
 
==Bibliografia==