Policlinico Umberto I: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Diverse correzioni grammaticali |
Piccole correzioni |
||
Riga 19:
== Storia ==
Dopo la [[presa di Roma]] e la proclamazione di quest'ultima a capitale del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], il clinico e docente universitario [[Guido Baccelli]] maturò l'idea di dotare la città di un nuovo grande ospedale che riunisse tutte le cliniche degli antichi ospedali romani, da realizzare in accordo con le più avanzate soluzioni dell'architettura sanitaria dell'epoca. L'obiettivo della struttura era anche quello di essere un luogo privilegiato per la ricerca e la formazione dei futuri medici.<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.sovraintendenzaroma.it/cosa_facciamo/attivita_sul_territorio/didattica/incontro_sul_tema_la_storia_del_policlinico_umberto_i_quando_scienza_e_carita_si_diedero_appuntamento_a_roma|titolo=Incontro sul tema "La storia del Policlinico Umberto I: quando scienza e carità si diedero appuntamento a Roma" {{!}} Sovrintendenza|editore=[[Sovrintendenza capitolina ai beni culturali]]|accesso=1 gennaio 2022}}</ref>
La prima pietra dell'ospedale fu posata il 19 gennaio 1888 alla presenza di re [[Umberto I di Savoia]], al quale fu dedicato poi il nosocomio, e della regina [[Margherita di Savoia|Margherita]]. Durante la cerimonia Baccelli apostrofò così i due sovrani: "A Voi dunque spetta o Sire, (…) porre la prima pietra di questo grande istituto, a Voi decorarlo del vostro nome, perché qui verranno i derelitti della fortuna, a sentire gli effetti benefici di quell’amplesso immortale che si daranno nel vostro nome augusto la Scienza e la Carità. (...) Mentre la pietra, spalmata di calce da Re Umberto, calava nella fossa preparata a custodirla (...) dalla circostante immensa folla, composta per la maggior parte di medici e di studenti universitari, si elevavano entusiastiche grida plaudenti alla nobile istituzione e bene auguranti al prospero suo avvenire".<ref name=":0" /> Contestualmente, sempre su iniziativa di Baccelli, nacque un giornale di medicina denominato, per l'appunto, ''Il Policlinico'', il cui primo numero uscì il 15 dicembre 1893.<ref>{{Cita web|url=http://www.edizioniluigipozzi.it/riviste/0439337297/Il_Policlinico_-_Sezione_Pratica|titolo=Il Policlinico - Sezione pratica|accesso=1 gennaio 2022}}</ref>[[File:Umberto I old.jpg|thumb|Il policlinico nel 1902|270x270px]]Nonostante la cerimonia i lavori iniziarono solo nel dicembre 1889 e si protrassero per i successivi 12 anni, soprattutto a causa della mancanza di fondi, concludendosi nel 1902; in quella data l'architetto Luigi Podesti aveva consegnato il fronte principale, le sei cliniche ed il palazzo dell'amministrazione. L'inaugurazione e l'inizio dell'operatività del policlinico dovettero comunque attendere i primi mesi del 1903. Durante i lavori di realizzazione fu rinvenuto un sarcofago decorato con la testa di [[Medusa (mitologia)|Medusa]], simbolo successivamente adottato come logo dell'ospedale; tale sarcofago è stato poi estratto e trasportato presso i [[Musei Vaticani]].<ref name=":1">{{Cita web|url=https://www.policlinicoumberto1.it/il-policlinico/storia-e-futuro/|titolo=Storia e futuro|accesso=1 gennaio 2022}}</ref>
Riga 45:
=== Clinica delle malattie tropicali e subtropicali ===
L’origine della disciplina viene riconosciuta a partire dalla seconda metà del secolo XIX e l’inizio del XX secolo, durante cui si assiste alla massima espansione coloniale delle potenze europee; un processo cui l’Italia partecipa stabilendo la propria egemonia sull’Eritrea, sulla Somalia centrale e meridionale e, successivamente, sulla Libia. Con questa fase storica coincide una sempre maggiore attenzione per quelle patologie esotiche indicate con i termini di “Malattie Tropicali”, “Malattie Coloniali”, “Malattie dei Paesi Caldi”.
Come figura emergente si cita Aldo Castellani, il quale fu nominato “stabile” (ordinario di I fascia), della Clinica delle Malattie Tropicali e Subtropicali, a decorrere dal 1 febbraio 1931. Castellani era conosciuto in tutto il mondo per i suoi studi in dermatologia, per le sue ricerche microbiologiche e parassitologiche, per la realizzazione dei vaccini polivalenti.<ref>{{Cita web|url=https://www.microbiologiaitalia.it/guru-della-microbiologia/aldo-castellani-e-il-suo-contributo-scientifico/|titolo=Aldo Castellani e il suo contributo scientifico|autore=Veronica Nerino|sito=Microbiologia Italia|data=2021-02-15|lingua=it-IT|accesso=2021-12-31}}</ref> Alla fama scientifica si accompagnava una grande professionalità ed una notevole capacità didattica, poiché era stato docente dal 1903 al 1914 a Ceylon presso il Collegio Medico della capitale Colombo; dal 1919 al 1926 alla [[London School of Hygieneand Tropical Medicine]]; dal 1926 al 1931 alla Tulane Medical School di New Orleans, con titoli equivalenti a quello italiano di “Professore Stabile”. Castellani ricopriva, inoltre, incarichi prestigiosi che non volle abbandonare per dedicarsi esclusivamente all’insegnamento in Italia; accettò, quindi, la nomina presso il policlinico solo dopo un decreto legge che lo assicurava di poter mantenere l’attività anche all’estero, ottenendo la certezza di conte-nere le lezioni all’Università di Roma nel trimestre aprile-giugno. Spinto, pertanto, dall’esigenza di rendere operativa la struttura e consapevole di non assicurare la sua presenza in modo continuativo, Castellani, dai primi mesi del suo incarico, operò al fine di ottenere la nomina del personale occorrente per il funzionamento della Clinica da lui diretta.
|