Utente:ArchImage74/Sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 64:
Intervenire sul diaframma, vuol dire regolare la luce in entrata. Il fotografo può trovarsi in teatro in condizioni di scarsa illuminazione o su un set cinematografico con luci adatte alla scena ma difficili da gestire con il mezzo fotografico. Durante le prove è buona regola usare l'esposimetro esterno per misurare l'illuminazione della scena, specialmente quando non è omogenea. La rilevazione viene fatta per ogni cambio di luce, con particolare attenzione per le scene più importanti. In questo modo il fotografo decide con calma la giusta esposizione di ogni momento. Sarà necessario saper intervenire anche sui tempi di scatto in uno stretto rapporto di reciprocità con il diaframma.
 
La regolazione dei tempi di scatto permette di congelare un movimento o creare l'effetto mosso. Un'[[Esposizione (fotografia)|esposizione]] più lunga permette di far entrare la quantità di luce desiderata dal [[Diaframma (ottica)|diaframma]] per poi essere regolata dalla tendina dell'[[Otturatore (fotografia)|otturatore]] attraverso valori più lenti. Questa tecnica simulerà il movimento presente nella scena rendendo la foto più dinamica. I [[Otturatore (fotografia)|tempi di scatto]] lunghi consentono anche di creare un effetto scenico particolare, congelando i soggetti immobili e rendendo mossi quelli in movimento. Altrettanto importante è l'utilizzo dei tempi più corti. La luce che passa dal [[Diaframma (ottica)|diaframma]], viene regolata dall'[[Otturatore (fotografia)|otturatore]] attraverso una scala di valori più veloci. In questo modo il fotografo riesce a congelare mimiche facciali e gesti che ritiene interessanti per la descrizione di un'opera. Il [[pellicola fotografica|rapporto di reciprocità]] fra questi due elementi consiste nel saper calibrare l'apertura del [[Diaframma (ottica)|diaframma]] e la durata dei [[Otturatore (fotografia)|tempi di scatto]] in un legame inversamente proporzionale. Questo è importante per non scattare fotografie [[Sovraesposizione e sottoesposizione|sottoesposte]] o [[Sovraesposizione e sottoesposizione|sovraesposte]]. Ovviamente quanto detto è da considerare se la fotocamera viene utilizzata in modalità manuale. Se ci sono cambi di luce veloci invece è consigliabile impostare lo strumento fotografico in "priorità di diaframma". L'apertura del diaframma sarà decisa dal fotografo, invece i tempi di scatto saranno calcolati automaticamente dalla macchina.
 
Se la scena da fotografare è poco illuminata, oltre a calibrare il [[Diaframma (ottica)|diaframma]], ed i [[Otturatore (fotografia)|tempi di scatto]], è necessario valutare se intervenire anche sugli ISO[[Velocità della pellicola|iso]]. Quest'ultimo strumento riesce ad aumentare la luminosità del [[Fotocamera|sensore]], ottenendo fotografie più chiare. Utilizzando valori troppo alti presenta un fastidioso effetto collaterale. Nelle parti più scure del [[Fotogramma|fotogramma]] si creano perdite di nitidezza attraverso la presenza di puntini chiamati [[Rumore (immagine|"rumore"]]. Questo problema è risolvibile intervenendo in postproduzione o evitando valori troppo alti. Per evitare il [[Rumore (immagine|"rumore"]] e garantire un'immagine abbastanza chiara è possibile iniziare ad impostare la macchina a 800 ISO, per poi salire a 1600 0 3200 in caso di necessità. Comunque le fotocamere di ultima generazione creano poco [[Rumore (immagine|"rumore"]] anche ad ISO[[Velocità della pellicola|iso]] elevati.
 
Per evitare perdite di nitidezza, utilizzando ISO[[Velocità della pellicola|iso]] troppo alti, è sempre meglio lavorare con obiettivi luminosi. Più l'obiettivo è luminoso e più il [[Diaframma (ottica)|diaframma]] potrà raggiungere aperture maggiori. Il fotografo di scena per affrontare al meglio qualsiasi situazione dovrebbe lavorare con ottiche che non hanno luminosità inferiore a f2.8. Perciò anche la scelta del giusto obiettivo è importante. Tra i più versatili [[Teleobiettivo|teleobiettivi]] c'è il 70-200mm f/2.8, uno zoom luminoso, stabilizzato, che permette una buona escursione focale nel caso il fotografo non abbia molta libertà di movimento. In caso contrario è sempre bene diversificare le inquadrature per evitare un servizio fotografico monotono, anche utilizzando ottiche fisse come il 35mm f/1.8 o più spinte come l'85mm f/1.8. In caso di teatri più piccoli o situazioni più raccolte può essere sufficiente utilizzare anche l'obiettivo 24-70mm f/2.8.
 
Con gli strumenti descritti è possibile diversificare le inquadrature a seconda delle necessità, utilizzando anche la tecnica della [[Profondità di campo|profondità di campo]]. Se la scena prevende un gesto o la mimica facciale di un attore allora è quasi sempre necessario valorizzarla. Il [[Diaframma (ottica)|diaframma]] verrà aperto e controbilanciato dai tempi di scatto per ottenere la giusta [[Esposizione (fotografica)|esposizione]]. In questo modo il particolare della scena verrà isolato dallo sfondo e quest'ultimo risulterà sfocato. Il risultato sarà una ridotta [[Profondità di campo|profondità di campo]] che potrà ridursi ancora all'avvicinarsi del fotografo verso il soggetto. Di fronte ad una scena con più attori invece è necessario aumentare la [[Profondità di campo|profondità di campo]]. Il [[Diaframma (ottica)|diaframma]] sarà più chiuso e la distanza del fotografo dagli interpreti sarà maggiore. In questo modo gli attori risulteranno tutti a fuoco.
 
Il genere di spettacolo e le linee contrattuali possono anche influenzare la scelta di fotografare a colori o in bianco e nero. Sarebbe un peccato perdere la cromaticità di una scenografia. Al contrario l'utilizzo del colore potrebbe distrarci dalla mimica di un attore durante un monologo. Saper utilizzare queste regole vuol dire anche avere una buona sensibilità con cui veicolare le emozione che un'opera o una pellicola vogliono trasmettere. Il lavoro del fotografo di scena non è semplice, ma la fatica è comunque ricompensata dal piacere di vedere le proprie fotografie apprezzate dagli addetti ai lavori e dal pubblico.