Sent M'Ahesa: differenze tra le versioni
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Nel 1907 si trasferì a [[Berlino]] con la sorella Erika, che in seguito lavorò come attrice, traduttrice e poetessa, per studiare [[egittologia]].<ref>{{Cita|Toepfer|p. 175}}</ref>
Nel 1909 si esibì per la prima volta a Monaco con un programma di danze dell'[[antico Egitto]], lo stesso filone della famosa ballerina e coreografa statunitense [[Ruth St. Denis]], che nella sua tournée in Europa tenne uno spettacolo a Berlino nel 1908, al quale tuttavia non si sa se Sent M'ahesa avesse assistito.<ref>{{Cita|Toepfer|p. 175}}</ref> Come la ballerina statunitense, anche Sent M'ahesa estese il suo repertorio ad altre
Lo scrittore greco [[Nikos Kazantzakis]] così descrisse lo spettacolo cui assistette a Berlino nel
Kurt Joos, co-fondatore della Folkwang School di Essen, conobbe Sent M'Ahesa nell'inverno 1920/21 a Stoccarda, e definì la sua danza "archeologica".<ref name=":3">{{Cita|Lembke|p. 37}}</ref>
I costumi che indossava erano autoprodotti; in genere consistevano in pantaloni larghi, da "harem" nordafricano, un copricapo, un reggiseno con perline drappeggiato e un tessuto simile a un mantello esteso lungo la schiena; braccialetti impilati, gioielli lucenti, piume, grandi orecchini.<ref name=":2">{{Cita|Lembke|p. 33}}</ref><ref name=":4">{{Cita|Funkenstein|p. 28}}</ref> Apparentemente appartenenti ad epoche del passato, alcuni capi di abbigliamento erano in linea con le tendenze più alla
In molte danze non usava tutte le possibilità offerte dallo spazio a disposizione, ma riproduceva pose frontali o di profilo in due dimensioni, la testa di lato, muovendosi lateralmente davanti ad un arazzo o a un sipario monocromatico, un movimento appiattito che sembrava ricavato "dagli antichi rilievi scultorei visti al museo di Berlino".<ref name=":4" />
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Inizialmente si era pensato che il nome "Mahes" derivasse da quello di un dio leone egizio, "Mahes", identificato con [[Ra]], il dio del sole, mentre "Sent" dall'egiziano "senet", che significa "sorella". Secondo questa interpretazione "Sent M'Ahesa" poteva tradursi come "sorella del dio Mahes".<ref>{{Cita|Lembke|p. 32}}</ref>
Successivamente Frank Manuel Peter del German Dance Archive di Colonia avrebbe avanzato un'altra ipotesi, fondata su un aneddoto riguardante la ballerina e confermato da un egittologo. Il nome le sarebbe stato suggerito, su sua richiesta, da un professore di egittologia che voleva burlarsi di lei, proponendole "Sent M'Ahesa" che nascondeva il significato di "mucca stupida"
=== Orientalismo ===
Secondo Susan Funkenstein, studiosa statunitense di storia dell'arte, Sent M'ahesa rappresenta un esempio del fascino ancora esercitato negli [[anni 1902|anni venti]] dal filone orientalista, attraverso il quale la prospettiva imperialista occidentale vedeva e trattava come altro da sé il nordafricano, il medio orientale, l'est e il sud asiatico, utilizzando i tropi dell'[[esotismo]] e dell'[[erotismo]].<ref>{{Cita|Funkenstein|pp. 27-28}}</ref> Le sue danze avrebbero promosso le storie di colonizzazione, sia da una prospettiva della storia dell'arte, in quanto i materiali evocati dalla ballerina si trovavano "esposti in musei e istituzioni attive negli scavi nelle terre coloniali", veicolando l'idea che le comunità locali cui erano stati sottratti non dovessero esserne considerate le legittime custodi; sia perché, dal punto di vista della storia della danza, questi balletti orientalisti promovevano il "ballerino bianco" come colui che riportava in vita una cultura, in realtà appropriandosene e riducendola a uno spettacolo di alterità.<ref name=":5" />
Lo scrittore tedesco Hans Brandeburg nel suo saggio del 1921 sulla danza moderna, scrivendo degli spettacoli di Sent M'ahesa ha notato come non si potesse parlare propriamente di danza egizia, essendo in generale l'arte egizia "il rapporto di un uomo europeo moderno con quest'arte", né di una sua ricostruzione storico-culturale, poiché non vi erano conoscenze sulla danza egizia, e l'artista stava dando una sua libera interpretazione, indipendente dal dato
== Presenza nell'arte ==
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