Jacqueline Pascal: differenze tra le versioni

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La famiglia si trasferì a [[Rouen]] nel 1639 perché il padre venne nominato dal re commissario per la riscossione delle imposte fondiarie. Jacqueline continuò la sua attività letteraria, incoraggiata dal drammaturgo [[Pierre Corneille]], e vinse il premio letterario Puy des Palinods. Dal 1646 i fratelli Pascal si avvicinarono al [[giansenismo]] grazie a due discepoli del teologo [[Jean Duvergier de Hauranne|Saint - Cyran]]. Jacqueline iniziò a pensare di abbandonare la poesia e di divenire suora sotto la guida di Antoine Singlin<ref name=":0" />.
 
=== Suora a Port-Royal ===
Nel 1652, prese il velo ed entrò nell'[[abbazia di Port-Royal]], a Parigi, nonostante la forte opposizione di suo fratello. Successivamente Jacqueline fu in gran parte determinante nella conversione finale di Blaise Pascal. Si oppose con veemenza al tentativo di imporre l'assenso delle monache alle bolle papali di condanna del giansenismo, ma alla fine fu costretta a cedere. Questo colpo, però, affrettò la sua morte, avvenuta a [[Parigi]] il 4 ottobre 1661, lo stesso giorno in cui compì 36 anni.<ref>{{Cita web|url=http://www.iep.utm.edu/pascal-j/|sito=Internet Encyclopedia of Philosophy|lingua=en|dataaccesso=2018-06-16|titolo=Jacqueline Pascal (1625—1661)}}</ref>
La sua decisione di divenire suora trovò la forte opposizione del padre e del fratello. Dopo la morte del padre, entrò nell'abbazia di Port-Royal, a Parigi, il 4 gennaio 1652 e fece la professione di fede il 5 giugno 1653, sotto il nome di suor Sainte-Euphémie.
Ebbe poi una grande influenza sulla sua famiglia e fu determinante nella conversione finale al giansenismo del fratello Blaise.
Riprese a scrivere per celebrare il miracolo della Sainte-Épine che vide per protagonista sua nipote Marguerite Périer.
All'interno dell'abbazia le furono affidati alcuni incarichi: la cura delle postulanti (1655), l'educazione dei fanciulli (1657), il sottopriorato (1659).
Si oppose con veemenza al tentativo di imporre l'assenso delle monache alle bolle papali di condanna del giansenismo, in particolare alla bolla di Alessandro VII nel 1661, e si rifiutò di scendere a compromessi. Scrisse poi una lettera ad Antoine Arnauld in cui si trova la famosa frase: ''«Puisque les évêques ont des courages de filles, les filles doivent avoir des courages d’évêque»'' (''«Poiché i vescovi hanno il coraggio delle figlie, le figlie devono avere il coraggio dei vescovi»''). Tuttavia, finì per essere costretta a firmare. Questo colpo, però, affrettò la sua morte, avvenuta a Parigi il 4 ottobre 1661, lo stesso giorno in cui compì 36 anni.
 
 
== Opere ==