Giuseppe Garibaldi: differenze tra le versioni

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[[Justo José de Urquiza]] iniziò l'[[assedio]] alla cittadina il 6 dicembre;<ref>{{Cita|Sacerdote|p. 298}}.</ref> dopo diciotto giorni di attacchi lasciò una parte dei suoi uomini, 700 di essi e abbandonò l'impresa. Il 9 gennaio 1846 Garibaldi ottiene la sua prima vittoria contro gli assedianti, attaccando di notte. Il generale [[Anacleto Medina]] intanto stava giungendo a dar man forte con i suoi 500 cavalieri; Garibaldi cercò di affrontarlo con 186 legionari e 100 uomini guidati dal colonnello [[Bernardino Baez]]<ref>{{Cita|Scirocco|p. 114}}.</ref> ma vennero colti di sorpresa a loro volta dal generale [[Servando Gómez]] nei pressi di San Antonio.<ref>Il combattimento era iniziato intorno alle 11 del mattino, si veda {{Cita|Dumas|p. 180}}</ref> Gli uomini trovarono riparo nei resti di un saladero, dove si organizzarono, sparando solo a bruciapelo; e, attaccando in seguito con la [[baionetta]], riuscirono a resistere all'attacco; dopo otto ore di combattimento, Garibaldi ordinò la ritirata.<ref>Del resoconto della battaglia esistono numerose versioni particolareggiate, tutte descritte dai testimoni dell'episodio, in particolare 3 sono quelle rilasciate dallo stesso Garibaldi. Si veda per un approfondimento: {{cita libro|Jasper Godwin|Ridley |Garibaldi, pp. 235-242|1975 |Mondadori|}}</ref> Si conteranno 30 morti a cui si aggiungeranno 13 dei feriti mentre Servando ne avrà contati più di 130.<ref>Furono trovate nei giorni seguenti due fosse: una conteneva 86 cadaveri l'altra circa 60, ma il numero dei morti potrebbe essere stato più elevato, si veda {{cita libro|Mino |Milani|Giuseppe Garibaldi (seconda edizione), pag 113|1982 |Mursia|}}</ref>
 
I morti verranno raccolti e seppelliti in una fossa comune su cui verrà piantata una bandiera in loro onore: è l'8 febbraio 1846<ref>Per questa azione il governo decise di aggiungere in lettere d'oro un'iscrizione commemorativa sulla loro bandiera, si veda {{Cita|Scirocco|p. 116}}</ref>. Il nizzardo rimase a Salto per diversi mesi, respingendo ogni attacco. Il 20 maggio attaccò nella notte [[Gregorio Vergara]] e nel ritorno prima di guadare un ruscello decise di attaccare i soldati che li inseguivano comandati da [[Andrés Lamas]].<ref>Si trattavano di due ufficiali di Servando Gómez, si veda {{cita libro|Giuseppe |Guerzoni |Garibaldi, pag 87|2010|BiblioLife||isbn = 978-1-149-38210-3}}</ref> Le gesta oltre oceano di Garibaldi divennero celebri in Italia grazie al patriota [[Angelo Raffaele Lacerenza|Raffaele Lacerenza]], che diffuse a proprie spese in tutto il paese seimila copie del ''Decreto di grazie ed onori'' concessi dal governo di Montevideo ai legionari italiani.<ref>G. De Ninno, ''Biografia di Angelo Raffaele Lacerenza'', Pansini, Bari, 1913</ref>
 
=== Giuseppe e Anita ===