Caffè Florian: differenze tra le versioni

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Nel 1920 al Florian viene festeggiato il bicentenario della fondazione e in questa occasione la proprietà decide di allestire per il pubblico un'ulteriore sala, la Sala Liberty, decorata in stile [[Art Nouveau]]. In questo periodo una nota frequentatrice era la [[Luisa Casati|Marchesa Luisa Casati]] che una volta affittò il Florian per un'intera notte, con l'obbligo di servire soltanto champagne ai 300 invitati. Un'altra sera invece indossando soltanto una pelliccia, senza niente sotto, entrò al Florian si tolse la pelliccia rimanendo in piedi completamente nuda<ref name=":0" />.
 
Nel 1988, da un'idea di Daniela Gaddo Vedaldi, Stefano Stipitivich e Roberto Nardi per ricordare che proprio al Florian nacque la Biennale, si realizza il progetto di aprire il Caffè all'arte contemporanea. Agli artisti invitati si chiede di reinterpretare in chiave moderna le sale del caffè attraverso una installazione. Tra gli artisti si ricordano [[Bruno Ceccobelli]], [[Mimmo Rotella]], [[Fabrizio Plessi]], [[Gaetano Pesce]], Luca Buvoli, Arcangelo, Irene Andessner, Joselita Giuffrida, Fausto Gilberti, Botto&Bruno, Marco Tirelli, Pietro Ruffo, [[Omar Galliani]] , Aron Demetz, [[Paolo William Tamburella]], Matteo Pugliese e Qiu Zhijie. Il Florian nel corso degli anni ha aperto poi le sue sale ad artisti del vetro contemporaneo (Toots Zynsky, Richard Marquis, Yoichi Oira, ecc.), alla fotografia ([[Gianni Berengo Gardin]]) e al design ([[Alessandro Mendini]]).
 
==Galleria d'immagini==