Roberto Farinacci: differenze tra le versioni
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[[File:Roberto Farinacci con Mussolini a convegno agrario.jpg|miniatura|Roberto Farinacci con [[Benito Mussolini|Mussolini]] a un convegno agrario a [[Cremona]]]]
Vicino a [[Benito Mussolini|Mussolini]], come esponente dell'"''Unione socialista italiana''"<ref>{{cita|Giordano Bruno Guerri|p. 68}}.</ref>, nel marzo [[1919]] prese parte alla [[
Il 5 gennaio [[1920]], il vecchio battagliero foglio socialista ''La Squilla'', di cui nel frattempo Farinacci era divenuto direttore, cambiò nome in ''La Voce del Popolo Sovrano'' e cambiò area di riferimento rivolgendosi alle "forze della nazione equilibrate e sane"<ref name="autogenerato372"/> e il neocostituito [[Sindacalismo fascista|sindacato fascista]] dei ferrovieri di Cremona, controllato da Farinacci, ottenne alte adesioni tanto che già nel gennaio [[1920]] fu in grado di far fallire i primi scioperi nella provincia<ref name="autogenerato372"/>. Il 5 settembre [[1920]] al teatro Politeama Verdi di Cremona Mussolini indisse il congresso regionale dei Fasci di combattimento come segno di apprezzamento per l'attività svolta da Farinacci<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 49: Gerosa riporta correttamente i fatti ma erroneamente indica come data il 5 dicembre}}.</ref><ref>{{cita|Roberto Vivarelli vol.III|pp. 88–89}}.</ref>.
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Probabilmente i [[Germania nazista|tedeschi]], prima di insediare Mussolini alla guida della [[Repubblica Sociale Italiana]], pensarono a Farinacci come capo dello [[Stato fantoccio]] di [[Salò]], salvo poi scartarlo<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 58}}.</ref>; Farinacci non ricoprì alcun incarico all'interno della RSI<ref name=autogenerato34 /><ref name=autogenerato28 />, e ritornò al proprio giornale a Cremona, dove riprese ad attaccare i propri avversari<ref name=autogenerato25 /> e a difendere senza esitazione<ref>{{cita|Luigi Ganapini|p. 106}}.</ref> la causa della [[Germania nazista]]<ref name=autogenerato18 />. Confidando quasi fino all'ultimo nella vittoria finale, sulla sua testata diede ampio spazio a teorie relative ad una rimonta militare tedesca attraverso il ricorso alle [[Arma segreta|armi segrete]]<ref>{{cita|Giuseppe Pardini|p. 455}}.</ref>.
Il 29 settembre [[1943]], con l'articolo ''Eccomi di ritorno'' pubblicato sul ''Regime fascista'', si ripresentò nelle consuete vesti di esponente dell'estremismo fascista in cui accusò l'[[antifascismo]] di persecuzioni "''inumane verso i fascisti''" e denunciando l'omicidio di [[Ettore Muti]]<ref>{{cita|Luigi Ganapini|pp. 191–192}}.</ref>. In previsione del [[congresso di Verona (1943)|congresso di Verona]] il suo programma politico si ispirò ad un ritorno al [[
Per tutta la durata della Repubblica Sociale la [[Guerra civile in Italia (1943-1945)|situazione a Cremona rimase tranquilla]]<ref>{{cita|Giuseppe Pardini|p. 456}}.</ref> e Farinacci non subì alcun attentato partigiano, anche se dagli stessi fu spesso additato come un nemico da colpire<ref name=autogenerato20>{{cita|Luigi Cazzadori|p. 71}}.</ref>, essendo chiaro che, pur non avendo alcuna influenza sul [[governo della Repubblica Sociale Italiana|governo di Mussolini]], non avrebbe mai rinnegato il fascismo<ref name=autogenerato20 />. Esperto giornalista, favorì la nascita del giornale ''Crociata Italica'' di don [[Tullio Calcagno]], che fu stampato nella stessa tipografia del ''Regime Fascista''<ref>{{cita|Luigi Ganapini|p. 213}}.</ref><ref name=autogenerato29>{{cita|Giuseppe Pardini|p. 453}}.</ref> ed arrivò alla tiratura record di centocinquantamila copie<ref name=autogenerato29 />.
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== Voci correlate ==
* [[
* [[Villa Farinacci]]
* [[Scandalo Belloni]]
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