Leonida Repaci: differenze tra le versioni

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La sua intransigenza ideologica, supportata da un carattere ribelle e bellicoso, lo porterà ad assumere la difesa di Federico Ustori, uno degli imputati dell'[[Strage del Diana|attentato al teatro Diana]], poi assolto, ponendosi in modo esplicito contro il regime. Tra il 1922 e il 1924 si misurò in duello, addirittura, contro [[Galeazzo Ciano]] e padrino nel duello contro [[Roberto Farinacci|Farinacci]].
 
Nel 1923 pubblicò il primo lavoro letterario, “L’ultimo Cireneo”, che gli fece ottenere un grande successo, tanto da indurlo ad abbandonare la sua professione di avvocato eper dedicarsi alla scrittura.
 
Nel 1924 il [[Partito Comunista d'Italia]], per le le elezioni politiche di quell'anno, presentò la sua candidatura alledi elezioni politicheLeonida insieme a quella di [[Francesco Buffoni]]<ref>{{Cita libro|titolo=Leonida Rèpaci, Taccuino politico, a cura di Giulio Vassalli, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2001, p. 46 - 47}}</ref>., Tuttaviasenza iche duegli nonstessi furonovenissero eletti, dato poichéche non ebbero la preferenza dell'Esecutivo che andò a [[Luigi Repossi]] e [[Bruno Fortichiari]].
 
Nell'agosto 1925 Rèpaci venne arrestato a Palmi, insieme ad altri comunisti e [[socialismo|socialisti]], come presunto assassino di Rocco Gerocarni, gerarca fascista del luogo, durante la festa religiosa della Varia; il processo servì al regime per scardinare la roccaforte rossa e abbattere uno degli scogli socialisti più forti in [[Calabria]]: inaspettatamente Rèpaci venne assolto ma l'accaduto avvelenerà per sempre di diffidenze e sospetti i rapporti con i suoi concittadini, essendo diffusa la voce riguardante influenze di esponenti del Regime sulla sua assoluzione. I testimoni falsi di quel processo alla fine o confessarono o si suicidarono e Rèpaci venne assolto dopo sette mesi di carcere per insufficienza di prove al processo che si tenne in Corte di Assise a Catanzaro. Furono anche assolti i fratelli Francesco, Gaetano e Giuseppe e due cognati, Mancuso e Parisi.
 
Rèpaci venne assolto dopo sette mesi di carcere, per insufficienza di prove, nel processo che si tenne in Corte di Assise a Catanzaro, durante il quale alcuni testimoni falsi confessarono, nel mentre altri si suicidarono, portando all'assoluzione, oltre Leonida, i fratelli Francesco, Gaetano, Giuseppe e i cognati Mancuso e Parisi.
Si dimise dal PCd'I qualche settimana dopo la sua liberazione convinto che la lotta politica fosse ormai divenuta impossibile per coloro che restavano in patria, e che i risultati non fossero proporzionati ai sacrifici. Tuttavia continuò la sua battaglia politica scrivendo libri in difesa delle idee socialiste e comuniste.
 
Si dimise dal PCd'I qualcheQualche settimana dopo la sua liberazione si dimise dal PCd'I convinto che la lotta politica fosse ormai divenuta impossibile per coloro che restavano in patria, e che i risultati non fossero proporzionati ai sacrifici. Tuttavia continuò la sua battaglia politica scrivendo libri in difesa delle idee socialiste e comuniste.
Nel [[1925]] dopo aver portato in teatro il racconto ''La madre incatenata'', che riflette molto da vicino la persecuzione politica di cui era stato oggetto assieme alla sua famiglia nell’estate del 1925.
Tuttavia continuò la sua battaglia politica scrivendo libri in difesa delle idee socialiste e comuniste.
 
Nel [[1925]] dopo aver portato in teatro il racconto ''La madre incatenata'', chequale rifletteriflessione molto davicina vicino laalla persecuzione politica di cui era stato oggettosua assieme alla sua famiglia nell’estate del 1925.
 
Iniziò ''La storia dei Rupe'', che nel 1933 gli farà vincere il [[Premio Bagutta]] e, tra varie versioni, lo accompagnerà fino agli [[anni 1970|anni settanta]].