In cantonese moderno sono messe solo le pronunce di caratteri che finiscono con uno stop senza rilascio udibile di suono, in *-m e che iniziavano in *ng- o *mj- oggi caduti, in *ny- e per consonante non palatalizzata in Primoprimo Cinesecinese Mediomedio o che oggi hanno la vocale che in pinyin si trascrive -e (e.g. ge, ke, de...). A questi sono aggiunti quelli che in primo medio cinese avevano il dittongo *oj per mostrare come spesso le sillabe in parte *oj in cantonese. In alcuni casi di pronunce irregolari in cantonese, si affianca o sostituisce con il cantonese non nella versione standard (Canton/Guangzhou), ma in quella di Taishan. Se il suono è irrecuperabile in cantonese, si usano altri dialetti conservativi come il minnan, l'hokkien (unache categoriafa particolareparte dei dialetti Minnan), l'hakka, il min dong e min bei (altre due categorie della famiglia min, che include i minnan) e pochi casi in Shanghainese (il più prestigioso dei dialetti wu dopo che sostituì quello di Suzhou) e dialetto gan. In particolare, le sillabe che iniziavaniniziavano in *ny- non hanno questo suono in cantonese, in più la finale *-m dopo le sillabe che iniziano oggi con /f/ (e dunque in passato con le consonanti bilabiali con semivocale *bj-, pj-, phj-) si è assimilata in /n/ (l'unico dialetto che la preserva in questo contesto è il dialetto hakka). Ogni dialetto ha un suo sistema (o più sistemi) di romanizzazione, ma negli esempi si è optato per tenerne solo una (e.g. Il Pėh-ōe-jī /peʔ˩ ue˩ dzi˨/ per l'hokkien).
I dati comunque più conservativi sono reperibili nelle attestazioni antiche di tali dialetti, come ad esempio il dizionario e la grammatica di cantonese del reverendo Robert Morrison, finite di scrivere nel 1811 e pubblicate nel 1815.