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Il nucleo originario di Secondigliano corrisponde all'attuale area delimitata da Piazza Zanardelli, via dell'Arco, via Gaetano Enrico e via Vittorio Emanuele III. Sin dall'epoca della dominazione spagnola, il borgo è ricordato come un centro agricolo florido, caratterizzato da estese coltivazioni di frutteti e vigneti, sebbene la produzione vinicola fosse di qualità modesta. Questo borgo agricolo, che ha mantenuto tale vocazione fino agli anni '50 del [[XX secolo]], rappresentava anche una meta di villeggiatura per quanti, soprattutto dall'antica Napoli, vi si recavano per trascorrere periodi di riposo o per beneficiare delle sue qualità climatiche.
 
Tra gli studiosi che hanno trattato di Secondigliano, Domenico Chianese nel 1938 lo annoverò tra i 37 casali aggregati alla città di Napoli, beneficiari di particolari privilegi e prerogative. In modo più dettagliato, lo incluse tra i 10 casali situati oltre la collina di Capodichino.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://piscinola.blogspot.com/2015_04_19_archive.html|titolo=Piscinolablog|sito=piscinola.blogspot.com|accesso=2025-02-20}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Domenico Chianese|titolo=I casali antichi di Napoli|dataoriginale=1938|anno=2015|editore=Stamperia del Valentino|pp=168|ISBN=9788895063676}}</ref> Ambrosi, invece, descrive il borgo come situato a 99 metri sul livello del mare, caratterizzato da un'aria salubre e da una popolazione nota per la sua eccezionale longevità. Egli evidenzia inoltre la presenza di strade ampie, regolari e ben lastricate, nonché un'abbondanza di fontane, con acqua proveniente dal Serino e distribuita capillarmente in tutte le abitazioni. Ribadisce, infine, che il paese esisteva già a partire dall'VIII secolo.
 
=== Origini ===
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{{Citazione|Casale Regio della città di Napoli, da cui ne (sic) dista miglia 3 circa, situato in pianura di buona aria, ma molto umido nel tramontar del sole.
La più antica notizia che abbiamo di questo nostro casale è del 19 ottobre del VII secolo, sotto l'Imperatore Alessio, celebrata in questa nostra città, la quale contiene l'affitto di un fondo posto in villa "Secundillani". In altri 2 diplomi dell'epoca di [[Carlo III di Spagna|Carlo II]] chiamasi "Secundillyanum", ma non si trova sotto l'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]] tra il numero dei casali della nostra città. Il suo territorio è di moggia 2800, esso è fertilissimo ed infatti è conosciuto per la produzione della frutta. La sua chiesa Maggiore dedicata ai S.S. Cosma e Damiano è dotata di un poderoso campanile, ma non terminato. I suoi abitanti al numero di 6000 circa, per la massima parte sono addetti all'agricoltura, e tra i medesimi ci sono di quelli che oltrepassano i 100 anni."<ref>{{Cita libro|nome=Lorenzo|cognome=Giustiniani|titolo=Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli|url=https://books.google.it/books?id=5Ew-AAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=Dizionario+corografico+ragionato+del+Regno+di+Napoli+secondigliano&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj1l4-gwIzNAhVYF8AKHVN4BGkQ6AEIHDAA#v=onepage&q=secondigliano&f=false|accesso=2016-06-03|data=1802-01-01|editore=Presso V. Manfredi|lingua=it}}</ref>|[[Lorenzo Giustiniani (erudito)|Lorenzo Giustiniani]], ''Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli'', 1802.}}
 
Durante tutto il [[XIII secolo]], buona parte del territorio di Secondigliano apparteneva alla [[Curia diocesana|curia vescovile]].
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Nel 1784, il maestro di scuola elementare Russo, figura di spicco della cultura locale, descriveva Secondigliano come un luogo ameno e pittoresco, tradizionalmente frequentato per villeggiatura e cure termali sin dall'antichità. Situato nelle immediate vicinanze di Napoli, il casale rappresentava un rifugio ideale dalla frenesia della città, immerso in un contesto naturale rigoglioso e sereno.
 
Secondigliano era altresì celebre per la fertilità delle sue terre, irrigate da fiumi e torrenti che attraversavano le valli circostanti. Numerose ville nobiliari, circondate da giardini ben curati e ampie terrazze, ospitavano l'élite napoletana, composta da nobili e facoltosi mercanti, i quali vi trascorrevano i mesi estivi per sottrarsi al caldo opprimente e alle insalubrità urbane. Le residenze erano spesso circondate da agrumeti e vigneti, e i contadini, impegnati nella coltivazione dei campi, contribuivano al sostentamento della città di Napoli.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://unavocepersecondigliano.blogspot.com/2024/08/quando-secondigliano-era-un-luogo.html|titolo=Quando Secondigliano era un luogo perfetto per andare in vacanza|sito=Una voce per Secondigliano|accesso=2025-02-20}}</ref>
 
La rivoluzione della [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]] del 1799 scatenò a Secondigliano un'ondata di agitazioni popolari, provocando divisioni all'interno delle famiglie e trasformazioni nel tessuto sociale, i cui effetti si protrassero per diversi decenni. Il casale partecipò attivamente agli eventi, con manifestazioni di sostegno ai nuovi ideali rivoluzionari. Sui muri comparvero scritte [[Giacobinismo|giacobine]] inneggianti alla libertà e all'uguaglianza, tra cui il motto "Viva la libertà e l'uguaglianza".
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Nel corso del [[XIX secolo]] ed agli inizi del [[XX secolo]], il comune di Secondigliano crebbe notevolmente demograficamente ed economicamente. La presenza di numerosi [[Opificio|opifici]], in concomitanza all'avvento delle nuove macchine a vapore atte alla lavorazione di tessuti, non solo generò maggiore occupazione, ma ne plasmò significativamente il panorama architettonico. La prosperità economica incentivò i commercianti locali a espandere le proprie attività oltre i confini nazionali, rafforzando il ruolo di Secondigliano nel panorama economico dell'epoca.
 
Al fervore economico, dovuto soprattutto all'attività industriale di cotonifici, pastifici e stabilimenti di vario genere, infatti, conseguì una pregevole espansione edilizia lungo il corso, un tempo noto come corso Napoli, poi ribattezzato corso [[Umberto I di Savoia|Umberto I]], e oggi denominato corso Secondigliano. Tra le maggiori industrie secondiglianesi figuravano i pastifici [[Improta (famiglia)|Improta]], Barbato, la ditta di formaggi dei Baroni Carbonelli di Letino, il cui provolone "Carbonelli IGP" viene tuttora prodotto e commercializzato dall'azienda Zanetti, le vetrerie Simonetti ed i cotonifici di proprietà della famiglia [[di Nocera]]. Ad opera di quest'ultima fu la nascita di una delle prime [[Banca Popolare di Secondigliano|banche popolari italiane]], nel 1883, con sede in Secondigliano, per combattere l'usura e dare un ulteriore impulso all'economia cittadina.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.zanetti-spa.it/it/azienda/la-storia/|titolo=La Storia Zanetti|sito=www.zanetti-spa.it|accesso=2024-04-22}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=mbergamaschi|url=https://www.foodweb.it/2020/07/italiani-gli-imprenditori-di-un-secolo-fa/|titolo=Gli imprenditori italiani di un secolo fa - L'Opinione di Paolo Dalcò|sito=Food|data=2020-07-11|accesso=2024-04-22}}</ref>
 
Questo periodo di crescita si rifletté anche nell'ambito edilizio, con la realizzazione di costruzioni di pregio lungo l'asse viario principale, inizialmente denominato corso Napoli, successivamente corso Umberto I e oggi noto come corso Secondigliano.
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L'afflusso di nobili, borghesi locali, possidenti, mercanti e intellettuali, insieme ad una porzione della borghesia partenopea che abbandonò il centro cittadino per spostarsi in periferia, fu dunque determinante nella promozione di un'[[architettura neoclassica]] e [[Architettura neorinascimentale|neorinascimentale]], sobria ed elegante, che andava di pari passo con giardini sontuosi, impreziositi da piante, statue e fontane.<ref>{{Cita web|url=https://santantoniosecondigliano.blogspot.com/2011/11/primi-cenni-storici-sulla-parrocchia.html|titolo=Parrocchia Sant'Antonio di Padova Secondigliano: PRIMI CENNI STORICI SULLA PARROCCHIA|sito=Parrocchia Sant'Antonio di Padova Secondigliano|accesso=2024-04-22}}</ref>
 
Tra gli esempi più rappresentativi di questa architettura figurano il palazzo sito al civico 148, edificato nel 1890, quello al numero 165, risalente al 1889, e il palazzo situato al civico 264, realizzato nel 1870. Quest'ultimo, caratterizzato da richiami stilistici all'opera dell'architetto [[Ferdinando Sanfelice]], fu scelto nel 1883 come sede della [[Banca Popolare di Secondigliano]], a testimonianza del prestigio e della solidità economica raggiunti dalla comunità locale.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://unavocepersecondigliano.blogspot.com/2023/11/blog-post_30.html|titolo=Secondigliano tra fine Ottocento e inizio Novecento: l'era del boom economico|sito=Una voce per Secondigliano|accesso=2025-02-20}}</ref>
 
=== XX secolo ===
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[[File:Napoli - Corso Secondigliano.jpg|miniatura|Corso Secondigliano agli inizi del XX secolo.]]
 
Negli ultimi mesi della [[Seconda guerra mondiale]], nel 1945, il quartiere di Secondigliano fu colpito da una grave carestia alimentare. Un episodio significativo legato a questo periodo riguarda un gruppo di partigiani provenienti dal quartiere [[Vomero]], che si recò a Secondigliano con l'obiettivo di recuperare provviste da un grande mulino situato nei pressi dell'attuale via De Pinedo, non lontano dal campo di aviazione di Capodichino, all'epoca occupato dalle truppe tedesche (oggi [[Aeroporto di Napoli-Capodichino]]). Nonostante le difficoltà dell'operazione, la missione ebbe esito positivo e consentì alla popolazione di ottenere diverse razioni di pane, alleviando temporaneamente la crisi alimentare.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://unavocepersecondigliano.blogspot.com/2023/04/quando-i-partigiani-vennero-prendere-le.html?m=1|titolo=Quando i partigiani vennero a prendere le scorte di pane a Secondigliano|sito=Una voce per Secondigliano|accesso=2025-02-20}}</ref>
 
Fino agli anni '50, Secondigliano mantenne intatte le sue caratteristiche di borgo rurale, divenendo una meta privilegiata per le scampagnate delle famiglie napoletane. Il quartiere era apprezzato per l'aria salubre e per la presenza di numerose trattorie.<ref>{{Cita web|autore=I. C. 61 "Sauro Errico Pascoli"|url=https://www.sauroerricopascoli.edu.it/la-scuola/la-storia/|titolo=La Storia|sito=https://www.sauroerricopascoli.edu.it/|data=2022-06-27|accesso=2025-02-20|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20241214140647/https://www.sauroerricopascoli.edu.it/la-scuola/la-storia/|urlmorto=no}}</ref>
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Durante gli anni '60 e '70, si verificò una significativa espansione edilizia anche al di fuori delle previsioni del piano regolatore vigente. Alcune aree adiacenti al centro storico furono oggetto di [[Abusivismo edilizio|costruzioni abusive]], come nel caso del ''rione Kennedy'' e, più tardi, di alcune zone nei pressi di corso Italia, in contrasto con il piano regolatore del 1972.
 
Nel 1976, Secondigliano venne incluso nel Piano delle Periferie, un programma di intervento urbano che interessava l'intera cintura settentrionale di Napoli.<ref>{{Cita web|autore=Comune di Napoli|url=https://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/30237|titolo=Piano delle periferie|data=16 aprile 1980|accesso=6 febbraio 2013}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://eddyburg.it/archivio-categorie/1980-napoli-il-piano-delle-periferie/|titolo=1980 Napoli il piano delle periferie Archivi|sito=Eddyburg|accesso=2025-02-20}}</ref> Tale piano fu successivamente modificato e ampliato con il Programma Straordinario di Edilizia Residenziale (PSER), elaborato in seguito al [[terremoto dell'Irpinia del 1980]]. Sebbene caratterizzati da alcune criticità, tra cui problematiche gestionali e incertezze estetico-architettoniche, questi interventi rappresentarono un primo tentativo di modernizzazione urbanistica, avvicinandosi ai principi dei Piani di Terza Generazione.
 
Negli anni '80 e '90, gli interventi urbanistici si concentrarono sulla riqualificazione dell'area dei ''Censi'', mediante opere di conservazione, completamento e sostituzione edilizia. Inoltre, si assistette alla nascita di un nuovo quartiere a carattere popolare, il ''Rione dei Fiori'', nel quale furono decentrate alcune importanti funzioni amministrative del quartiere, tra cui la sede municipale, la [[Azienda sanitaria locale|ASL]] e il comando della [[polizia municipale]]. Tali interventi contribuirono alla progressiva riqualificazione urbana di Secondigliano, incidendo sullo sviluppo del quartiere nel lungo periodo.<ref name=":3" />
 
Nel 1973 fu inaugurato il ''circolo Claudio Villa'', sul corso Secondigliano a cui l'[[Claudio Villa|omonimo cantante]] [[Claudio Villa|e attore]] fu presente.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://unavocepersecondigliano.blogspot.com/2017/02/la-foto-claudio-villa-circolo-secondigliano.html|titolo=La foto - Quando Claudio Villa inaugurava il suo circolo a Secondigliano|sito=Una voce per Secondigliano|accesso=2025-02-20}}</ref>
 
La maggior parte degli edifici realizzati nel Quartiere risale al periodo degli [[Anni 1970|anni settanta]] e [[Anni 1980|ottanta]] del [[XX secolo]], in seguito alla prima più vasta opera di urbanizzazione del quartiere partita negli [[anni 1950|anni cinquanta]]. Nella progettazione del quartiere intervenne anche l'[[Architettura organica|architetto organico]] [[Piero Maria Lugli]].<ref>{{cita web|url=http://w2.architetturavallegiulia.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1237&Itemid=74|titolo=Facoltà di Architettura di Valle Giulia - Scomparsa del professore emerito Piero Maria Lugli.|accesso=4 ottobre 2011|urlarchivio=https://archive.is/20120718133749/http://w2.architetturavallegiulia.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1237&Itemid=74|dataarchivio=18 luglio 2012|urlmorto=sì}}</ref>