Plotino: differenze tra le versioni

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Al culmine delle potenzialità umane si ha l'[[estasi]], vissuta dall'[[asceta]] quando l'anima è rapita in Dio, e si identifica con l'Uno stesso, compenetrandosi in Lui. L'Uno non viene contemplato perché non è un [[oggetto (filosofia)|oggetto]], ma il fondo stesso dell'anima: questa non lo può possedere, viceversa ne viene posseduta.
{{Citazione|Questa è la vita degli Dèi e degli uomini divini e beati: liberazione dalle cose di quaggiù, vita sciolta dai legami corporei, fuga del ''solo verso il Solo''.<ref>Parole riprese dal ''De bono'' di [[Numenio di Apamea]], cit. da [[Eusebio di Cesarea|Eusebio]], ''[[Praeparatio evangelica]]'', XI, 22.</ref>|''Enneadi'', VI, 9, 11, trad. di G. Faggin}}
È opportuno evitare anche di parlare di [[panteismo]] [[Naturalismo (filosofia)|naturalistico]] nel plotinismo,<ref>{{Cita libro|nome=Giovanni|cognome=Reale|titolo=Il pensiero antico|url=https://books.google.nl/books?id=Y9nYrAAtVcEC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=emanazionismo%20panteismo%20%22ben%20altro%22&f=false|accesso=2025-03-02|data=2001|editore=Vita e Pensiero|lingua=it|p=454|capitolo=La presenza divina|ISBN=978-88-343-0700-7}}</ref> per il fatto che l'Uno è identico soltanto all'anima individuale, a cui sola è permessa l'estasi. Poiché vivere una tale esperienza è dato però raramente a pochissimi, Plotino raccomanda per lo più di condurre una vita virtuosa, evitando tuttavia ogni [[moralismo]]. L'[[etica]] viene qui intesa [[Aristotele|aristotelicamente]] come ricerca della [[felicità]], consistente nella realizzazione della propria autentica [[essenza (filosofia)|essenza]], che è qualcosa di eterno, ingenerato e imperituro, ma la pratica [[morale]] non ha un valore fine a se stesso:<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Riccardo|cognome=Chiaradonna|data=2019-01-01|titolo=Plotino e l&#39;etica di Aristotele: Teoria, praxis, ragionamento deliberativo|rivista=Êthikê Theôria. Studi sull’ Etica Nicomachea in onore di Carlo Natali, a cura di Francesca Masi – Stefano Maso – Cristina Viano, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura|pp=387-402|lingua=en|accesso=2025-03-02|url=https://www.academia.edu/49060090/Plotino_e_letica_di_Aristotele_Teoria_praxis_ragionamento_deliberativo|urlarchivio=http://web.archive.org/web/20220406190008/https://www.academia.edu/49060090/Plotino_e_letica_di_Aristotele_Teoria_praxis_ragionamento_deliberativo|dataarchivio=2022-04-06}}</ref> la [[virtù]] è un semplice "mezzo" di elevazione, di per sé indifferente.<ref>«Sotto{{Cita questolibro|nome=Aldo|cognome=Magris|titolo=Invito aspettoal ilpensiero carattere fondamentalmente amorale (in quanto antisoggettivistico, antiumanistico) che indi Plotino ha l'ideale del saggio lo apparenta alla concezione gnostica dell'eletto, per il quale i valori etico-politici sono indifferenti» ([[Aldo Magris]], [|url=https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=Bo4zAAAAMAAJ&dq=%22Sotto+questo+aspetto+il+carattere+fondamentalmente+amorale%22&focus=searchwithinvolume&q=%22Sotto+questo+aspetto+il+carattere+fondamentalmente+amorale%22+antiumanistico|accesso=2025-03-02|data=1986|editore=Mursia|lingua=it|p=144|citazione=Sotto ''Invitoquesto alaspetto pensieroil dicarattere fondamentalmente amorale (in quanto antisoggettivistico, antiumanistico) che in Plotino ha l'ideale del saggio lo apparenta alla concezione gnostica dell'eletto, pag.per 144],il Mursia,quale 1986).i valori etico-politici sono indifferenti|ISBN=978-88-425-9332-4}}</ref> {{citazione|Agli Dèi bisogna farsi simili: non già agli uomini da bene. [...] Non l'essere esenti dal peccato, ma l'essere un Dio è il fine.|''Enneadi'', I, 2, 7-6, trad. a cura del [[Gruppo di Ur]]<ref>Cit. in [https://books.google.it/books?id=JLOnuzXtx2UC&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=%22Agli%20D%C3%A8i%20bisogna%20farsi%20simili%3A%20non%20gi%C3%A0%20agli%20uomini%20da%20bene%22&f=false ''Introduzione alla magia'' (1971), vol. III, pag. 146], Roma, Mediterranee, 1990.</ref>}}
Oltre all'[[etica]], un'altra via fondamentale indicata da Plotino consiste nella ricerca [[estetica]] del [[bellezza|bello]]. Quell'unione che il filosofo teorizza, infatti, la vivono in primo luogo (senza rendersene conto del tutto) il [[musica|musico]] e l'[[amore|amante]]. Plotino corregge in parte il giudizio negativo che Platone aveva dato dell'[[arte]]: l'operare dell'artista non deriva dalla semplice imitazione di un'imitazione, ma è ispirato da un'[[idea]] attinta da una visione interiore del bello a lui rivelatasi.<ref>«Davanti allo spettacolo di tutta la bellezza sensibile,… potrà mai esserci qualcuno così ottuso e così privo di trasporto che … non resti pieno di meraviglia, risalendo dalla qualità delle nostre realtà a quella dei loro princìpi? Certo che, se costui non ha capito il nostro mondo, neppure saprà contemplare l'altro» (''Enn.'' II, 9, 16).</ref>