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'''Collécchio''' (''Colècc<nowiki>'</nowiki>'' in [[dialetto parmigiano]]<ref>{{cita|Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani|p. 219}}.</ref><ref>{{cita|Capacchi|p. 895}}.</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Parma]] in [[Emilia-Romagna]]. Fa parte dell'[[Unione Pedemontana Parmense]], di cui è il capoluogo.
== Geografia fisica ==
Collecchio sorge sulla riva destra del [[Taro (fiume)|fiume Taro]], a una decina di chilometri a sud-ovest di [[Parma]], cui è collegato attraverso la [[strada statale 62 della Cisa]] e la [[Ferrovia Pontremolese|linea ferroviaria Parma-La Spezia]].<ref name="Marcheselli 104">{{cita|Marcheselli|p. 104}}.</ref>
Il territorio comunale è quasi totalmente pianeggiante, a eccezione della zona collinare su cui si trova una porzione del centro di Collecchio, sviluppata attorno alla [[Pieve di San Prospero (Collecchio)|pieve di San Prospero]]. Dal margine sud-ovest dell'abitato si sviluppa il [[parco naturale regionale dei Boschi di Carrega]], che prosegue nell'adiacente comune di [[Sala Baganza]].<ref name="Marcheselli 104"/>
== Storia ==
Le più antiche tracce umane rinvenute nella zona risalgono al [[Paleolitico]], ma i primi insediamenti sorsero probabilmente durante l'[[età del bronzo]], quando i [[Terramaricoli]] edificarono due villaggi palafitticoli<ref name="Marcheselli 10">{{cita|Marcheselli|p. 10}}.</ref> al Torrazzo di [[Madregolo]] e sul Poggio di Collecchio.<ref>{{cita web|url=http://www.museidelcibo.it/page.asp?IDCategoria=315&IDSezione=1232|titolo=Collecchio e la sua terra|accesso=22 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170202023832/http://www.museidelcibo.it/page.asp?IDCategoria=315&IDSezione=1232|dataarchivio=2 febbraio 2017}}</ref>
In epoca [[storia romana|romana]] si sviluppò, forse nella zona del Poggio, il centro di ''Sustrina'' o ''Sustizia'',<ref name="Marcheselli 10"/> importante per la collocazione lungo la prosecuzione della [[via Clodia Nova|Via Aemilia Scauri]] che, passando per ''[[Fornovo di Taro|Forum Novum]]'', univa Parma a [[Luni]];<ref>{{cita web|url=http://www.viadelvoltosanto.it/index.php/La_storia|titolo=La storia|accesso=22 gennaio 2017}}</ref> l'insediamento, rivale della vicina città di Parma, fu raso al suolo nel 27 a.C. per volere dell'[[Imperatore romano|imperatore]] [[Ottaviano Augusto]].<ref name="Marcheselli 10"/>
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Già in epoca [[Alto Medioevo|altomedievale]] la vicinanza con la [[via Francigena]], percorsa dai [[pellegrinaggio|pellegrini]] diretti dal [[Nord Europa]] alla città di [[Roma]], favorì l'edificazione della [[Chiesa di San Martino (Collecchio, Madregolo)|pieve di San Martino]] a ''[[Madregolo|Mecritulus]]'' e di [[Pieve di San Prospero (Collecchio)|quella di San Prospero]] a ''Colliculum'' (col significato di "piccolo colle"), oltre alla costruzione di numerosi [[xenodochio|xenodochi]] per viandanti.<ref name="Marcheselli 104"/>
Tuttavia, il primo documento<ref>pergamena conservata all'[[Archivio di Stato di Parma]]</ref> che attesti l'esistenza di un nucleo abitato risale al [[929]], quando il territorio dipendeva direttamente dall'[[vescovo di Parma|autorità episcopale di Parma]];<ref>{{cita web|url=http://www.urbanistica.unipr.it/?option=com_content&task=view&id=146|titolo=Nuova città di Collecchio|accesso=22 gennaio 2017}}</ref> nel [[995]] il vescovo Sigefredo II donò al [[Capitolo della Cattedrale di Parma]] la ''curte'' di "Coliclo", insieme a numerose altre del [[provincia di Parma|Parmense]].<ref>{{cita|Affò, 1792|p. 370}}.</ref>
Fu forse costruito nell'[[XI secolo]] il castello di Collecchio, che, più che un maniero nel senso del termine, era probabilmente un palazzo comitale fortificato; l'edificio, che sorgeva sul luogo dell'odierna [[villa Paveri Fontana]],<ref name="Marcheselli 10"/> fu menzionato in un documento del 1073, in cui il vescovo Everardo confermò alla badessa Berta del [[monastero di San Paolo (Parma)|monastero di San Paolo]] la proprietà di alcuni beni nella corte di Collecchio.<ref>{{cita|Affò, 1793|p. 93}}.</ref>
Nel 1195 l'[[imperatore del Sacro Romano Impero]] [[Enrico VI di Svevia]] confermò al vescovo [[Obizzo Fieschi]] il possesso del feudo; tuttavia, anche il Comune di Parma vantava diritti sul luogo e un accordo fu raggiunto solo nel 1221,<ref name="Marcheselli 10"/> in seguito all'intervento del [[papa Onorio III]], che assegnò al vescovo di Parma il potere su Collecchio, [[Colorno]], [[Poviglio]], [[Gualtieri]], [[Montecchio Emilia|Montecchio]], [[Castrignano (Langhirano)|Castrignano]], [[Corniglio]], [[Rigosa]], [[Vallisnera]], [[Berceto]], [[Terenzo]], Pietrabalza, [[Pietramogolana]], [[Corniana]] e [[Bardone]].<ref>{{cita|Affò, 1793|p. 102}}.</ref>
Nel 1303 i [[Rossi di Parma|Rossi]], da tempo proprietari di numerose terre nella zona di Collecchio, si rifugiarono in seguito alla loro cacciata da Parma nel loro [[castello di Mancapane (Collecchio)|castello di Mancapane]], che probabilmente sorgeva sul Poggio; due anni dopo [[Giberto III da Correggio]] attaccò il maniero; durante gli aspri scontri, l'edificio fu distrutto, ma anche l'adiacente borgo di Collecchio fu devastato.<ref name="Marcheselli 10"/>
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Sorte analoga toccò nel 1325 al castello vescovile, che fu attaccato e raso al suolo dalle truppe dei [[Pallavicino]] alleate del [[signore di Milano]] [[Azzone Visconti]]; nel 1335 i parmigiani lo ricostruirono, ma l'anno successivo gli [[Scaligeri]] lo assaltarono e lo distrussero nuovamente.<ref name="Marcheselli 10"/>
Il borgo di Collecchio, dipendente dal Comune di Parma, subì nel 1417 le scorrerie di [[Alberico II da Barbiano]]; per questo gli abitanti nel 1428 edificarono una bastia difensiva, ma il podestà di Parma Rolando Lampugnani la fece demolire per evitare che potesse cadere in mani nemiche.<ref name="Marcheselli 10"/> Nel 1449 la località fu interessata ancora da scontri tra [[Jacopo Piccinino]], che, alleato dai parmigiani, si asserragliò a Collecchio, e [[Pier Maria II de' Rossi]], che, alleato di [[Francesco Sforza]], si stanziò nel [[castello di Felino]].<ref name="Marcheselli 11">{{cita|Marcheselli|p. 11}}.</ref>
Tornato nelle mani dei parmigiani, il feudo nel 1513 fu occupato dalla contessa [[Sanvitale]] di [[Sala Baganza]],<ref>{{cita|GuidaPiù|p. 7}}.</ref> ma nel 1522 il conte Girolamo lo rivendette al Comune di Parma.<ref name="Marcheselli 11"/>
Nei decenni seguenti i marchesi Prati, poi [[Dalla Rosa Prati]], iniziarono ad acquistare terre ed edifici a Collecchio, ove nel 1574 fecero costruire, sui resti del palazzo comitale, la loro villa estiva; si occuparono anche, in nome dei [[Farnese]], di incarichi amministrativi sia in città che nel borgo.<ref>{{cita|Marcheselli|p. 107}}.</ref> Nel 1777 furono insigniti da parte del [[duchi di Parma|duca]] [[Ferdinando I di Parma|Ferdinando di Borbone]] dei diritti feudali su Collecchio, Collecchiello e Madregolo, che mantennero fino alla loro abolizione sancita da [[Napoleone]] nel 1805.<ref name="Marcheselli 11"/>
L'anno seguente Collecchio divenne sede di Comune (o ''mairie''), comprendente anche le frazioni di Collecchiello, Madregolo e [[Corte di Giarola|Giarola]]; Gaiano, appartenente a Sala Baganza, e Ozzano Taro, appartenente a Fornovo di Taro, furono aggregate dopo l'[[Unità d'Italia]];<ref>{{cita|Marcheselli|p. 108}}.</ref> [[San Martino Sinzano]], comune autonomo istituito per decreto napoleonico, fu annesso nel 1866, perdendo parte del territorio a vantaggio dei comuni limitrofi di Parma e [[San Pancrazio Parmense]].<ref>{{Cita web|url=http://www.elesh.it/storiacomuni/storia_comune.asp?istat=034808|titolo=Storia dei Comuni|accesso=23 gennaio 2017}}</ref>
Durante la [[seconda guerra mondiale]], nel 1944 Collecchio subì in più occasioni le incursioni degli aerei [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]], che causarono molteplici vittime; oltre al centro abitato, nel mese di luglio di quell'anno fu colpita la polveriera che sorgeva nei pressi di [[Pontescodogna]].<ref>{{Cita web|url=http://www.istitutostoricoparma.it/occupazione_militare/bombardamenti.html|titolo=I bombardamenti|accesso=23 gennaio 2017|dataarchivio=6 aprile 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160406131234/http://www.istitutostoricoparma.it/occupazione_militare/bombardamenti.html|urlmorto=sì}}</ref> Il paese fu liberato il 27 aprile 1945 grazie all'azione dei soldati dell'esercito brasiliano.<ref>{{Cita web|url=http://www.parmadaily.it/82115/I_Brasiliani_liberano_Collecchio/|titolo=I Brasiliani liberano Collecchio|accesso=23 gennaio 2017}}</ref>
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[[File:Chiesa di San Martino (Madregolo, Collecchio) - facciata 2019-06-25.jpg|thumb|left|Facciata della chiesa di San Martino a Madregolo]]
[[File:Chiesa di San Martino (Madregolo, Collecchio) - abside e lato sud 2019-06-25.jpg|thumb|Abside e lato sud della chiesa di San Martino a Madregolo]]
Edificata probabilmente nel [[XII secolo]], dopo la distruzione della pieve di Garfagnana a causa di una rovinosa piena del fiume Taro, la chiesa [[architettura romanica|romanica]] di [[Madregolo]] fu quasi completamente ricostruita in stile [[architettura barocca|barocco]] nel 1636, riutilizzando parte dei materiali dell'antico edificio; il tempio conserva, murati negli spigoli del campanile, quattro capitelli raffiguranti gli ''Evangelisti'', risalenti al XII secolo; all'interno sono inoltre presenti vari dipinti seicenteschi, settecenteschi e ottocenteschi, tra cui la [[pala d'altare|pala]] rappresentante ''San Martino e il povero''.<ref>{{cita|Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti|pp. 132-134}}.</ref><ref>{{Chieseitaliane|55499|Chiesa di San Martino <Madregolo, Collecchio>|1º febbraio 2018}}</ref>
==== Chiesa di San Nicomede ====
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{{vedi anche|Chiesa di San Martino (Collecchio, San Martino Sinzano)}}
[[File:Chiesa di San Martino (San Martino Sinzano, Collecchio) - facciata e lato sud 2019-06-25.jpg|thumb|left|Chiesa di San Martino a San Martino Sinzano]]
Edificata originariamente entro il [[XIII secolo]], la chiesa di [[San Martino Sinzano]] divenne sede parrocchiale soltanto alla fine del [[XV secolo|XV]]; completamente ricostruita in stile [[architettura barocca|barocco]] nel 1753, fu successivamente restaurata nel 1959, nel 1983 e nel 2003; al suo interno conserva due antichi dipinti di pregio, raffiguranti il ''Sacro Cuore'', realizzato da [[Domenico Muzzi]], e l'''Adorazione dei pastori''.<ref>{{cita|GuidaPiù|p. 8}}.</ref><ref>{{Chieseitaliane|55500|Chiesa di San Martino <San Martino Sinzano, Collecchio>|1º febbraio 2018}}</ref>
==== Chiesa di San Vitale ====
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{{Vedi anche|Villa Paveri Fontana}}
[[File:Collecchio Arco del Bargello.JPG|thumb|left|Arco del Bargello, ingresso di villa Paveri Fontana]]
Edificata nel 1574 sui resti del "castello di Collecchio", la villa [[architettura rinascimentale|rinascimentale]], residenza estiva del marchese di Collecchio Marcello Prati il seniore, fu probabilmente progettata dall'architetto [[Giovanni Boscoli]], che si occupò anche del restauro dell'arco del Bargello d'accesso al parco; modificata nel 1631 con la sopraelevazione della torretta, nel 1687 e nel 1703 fu internamente decorata per volere dei marchesi [[Dalla Rosa Prati]] con scenografici affreschi dai fratelli [[Ferdinando Galli da Bibbiena|Ferdinando]] e [[Francesco Galli da Bibbiena]], che ricostruirono anche la facciata in stile [[architettura barocca|barocco]] e progettarono la monumentale fontana dei Tritoni posta al centro del cortile d'ingresso; ereditata alla fine del [[XIX secolo]] dai marchesi Paveri Fontana, l'ampia tenuta, trasmessa nel [[XX secolo]] ai conti Santucci Fontanelli, comprende inoltre l'antica corte a fianco della villa, con l'ex oratorio seicentesco intitolato alla [[Vera Croce|Croce]], dal 1976 sede della corale Collecchiese "Mario Dellapina"; accanto all'arco trionfale d'accesso sorge infine l'oratorio della Madonna di Loreto, costruito intorno al 1709 per volere della marchesa Fiorita Bajardi Prati.<ref>{{cita|Marcheselli|pp. 96-98}}.</ref>
==== Villa Soragna ====
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==== Villa Bertozzi ====
Edificata a Collecchiello nel 1818 per volere del marchese Ludovico Bergonzi, la villa [[architettura neoclassica|neoclassica]], progettata secondo la tradizione dall'architetto [[Paolo Gazola]] o più probabilmente dall'architetto Gaetano Canevari, fu acquistata successivamente dai conti Anguissola Scotti e nel [[XX secolo]] dagli imprenditori [[Amilcare Bertozzi|Bertozzi]]; nota anche come Villa Madonna degli Angeli, la grandiosa costruzione, sviluppata simmetricamente su tre corpi collegati da gallerie e caratterizzata dall'imponente [[pronao]] su due livelli coronato da [[frontone]], sorge all'interno di un [[parco all'inglese]] di 30 000 m²; al suo interno contiene vari saloni decorati con stucchi e affreschi, tra cui la sala da pranzo ellittica con colonnato [[ordine corinzio|corinzio]].<ref>{{cita|GuidaPiù|p. 9}}.</ref><ref>{{cita|Marcheselli|p. 113}}.</ref><ref>{{cita web|url=https://www.informacibo.it/formaggio/bertozzi.htm|titolo=Da leader nella commercializzazione del Parmigiano a leader nel controllo dell'intera filiera produttiva|accesso=21 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170202000518/https://www.informacibo.it/formaggio/bertozzi.htm|dataarchivio=2 febbraio 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=http://almater.it/nuova-sede-operativa-di-parma-si-comincia/|sito=almater.it|titolo=Nuova sede operativa di Parma…si comincia!|accesso=21 gennaio 2017}}</ref>
==== Corte di Giarola ====
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{{vedi anche|Museo del pomodoro}}
[[File:Museo del Pomodoro - Collecchio (PR) - Esterno.jpg|thumb|left|Ala ovest della Corte di Giarola con l'ingresso del Museo del pomodoro]]
Collocato al piano terreno dell'ala ovest della [[Corte di Giarola]], il percorso espositivo è suddiviso in sette sezioni dedicate alla storia del processo di lavorazione del [[solanum lycopersicum|pomodoro]].<ref>{{cita|Villa|p. 71}}.</ref>
==== Museo della pasta ====
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== Economia ==
Il comune divenne sede già alla fine del [[XIX secolo]] di numerose industrie appartenenti al settore agro-alimentare, favorite dalla creazione della [[ferrovia Pontremolese]], attiva tra Parma e Collecchio dal 1882; mentre molte delle più piccole furono successivamente chiuse, sono ancora presenti nel territorio, oltre ad altre di dimensioni più modeste, la [[Parmalat]] e la Rodolfi Mansueto S.p.A.<ref>{{cita|Marcheselli|p. 116}}.</ref>
== Infrastrutture e trasporti ==
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