''Nonviolenza'' è la traduzione letterale del termine [[lingua sanscrita|sanscrito]] ''[[ahimsa|ahimṣā]]'', composto da ''a'' [[Alfa privativa|privativa]] e ''himsa'' «danno, violenza»; la parola implica una sfumatura intenzionale che si potrebbe rendere con «assenza del desiderio di nuocere, uccidere». Il concetto è nato in ambito orientale e soprattutto il [[BuddhismoBuddismo]] in [[India]] e il [[Taoismo]] in [[Cina]] ne sono stati i migliori interpreti e teorici. Concetti alternativi, per esempio "innocenza", non sono confacenti al significato originario, che si caratterizza eticamente nella volontà specifica di non-fare danno a chiunque, né alla natura in ogni sua espressione. I nonviolenti moderni sottolineano l'importanza di scrivere il termine senza il trattino tra le parole "non" e "violenza" al fine di sottolinearne l'aspetto propositivo e non il semplice rifiuto della violenza.
=== Storia del termine ===
Il concetto etico di ''nonviolenza'' è tipico del mondo orientale e trova le sue migliori espressioni in ambito indiano nel [[buddhismobuddismo]] e nel [[giainismo]], in quello cinese nel [[taoismo]]. In questo, che è in buona sostanza una ''religione della natura'', il concetto di [[wu wei]] (無為, 无为) ne è un aspetto fondamentale. Il ''wu wei'' è anzi un precetto che riguarda il tassativo "non agire" in nessun modo a danno della natura. Lo scopo del principio del ''wu wei'' è la ''nonviolenza'' nei confronti della natura in generale e in particolare verso ogni essere vivente al fine di conservare il perfetto equilibrio, il [[Tao]], del mondo nella sua interezza.