Sottomarino: differenze tra le versioni
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{{Vedi anche|Battaglia dell'Atlantico (1939-1945)}}
[[File:Uboatsafterthewar.jpg|thumb|Sottomarini tedeschi ormeggiati in porto]]
Allo scoppiare della [[seconda guerra mondiale]] il numero delle marine che disponeva di sommergibili era notevolmente aumentato. Ciò nonostante la maggior parte delle unità era rimasta sostanzialmente uguale a quelle che operarono alla fine della grande guerra. Sebbene gli anni venti e trenta avessero visto un intenso sviluppo delle unità sottomarine, i concetti e i propositi che si era posta la maggior parte dei progettisti si rivelarono errati. Le grandi unità sottomarine costruite durante i due decenni precedenti rivelarono scarse capacità di operare in immersione. Decisamente troppo ingombranti e prive di prestazioni che permettessero loro di competere con le unità di superficie, esse risultarono ben presto obsolete.
Come già nella prima guerra mondiale il compito dei sottomarini tedeschi fu quello di contrastare il traffico di merci nell'Atlantico, ma rispetto alla prima guerra mondiale le aree nelle quali operarono si estesero anche al [[Mediterraneo]] e successivamente, con l'entrata in guerra degli Stati Uniti dopo l'[[attacco di Pearl Harbor]], anche all'[[oceano Pacifico]]. Ben presto molti paesi si resero quindi conto che il successo dei sottomarini dipendeva principalmente dalla velocità e dall'autonomia in immersione. Specialmente la marina militare tedesca comprese molto presto che i sottomarini che navigavano in emersione erano bersagli facili nei confronti degli aerei da ricognizione e dei pattugliatori navali e che la navigazione con lo [[Snorkel]] poteva comunque compromettere l'occultamento dell'unità. Moltissimi furono quindi gli sforzi che la [[Kriegsmarine]] fece per migliorare le proprie unità. A partire dal 1942 si iniziò a ridurre gradualmente l'armamento in coperta. Correttamente si era notato che cannone e [[mitragliatrice|mitragliatrici]] aumentavano la resistenza idrodinamica dei sottomarini riducendo velocità di punta e autonomia in immersione. Il progressivo smantellamento dell'armamento si spinse di conseguenza fino al punto che le nuovissime unità della [[U-Boot Tipo XXI|classe XXI]] erano completamente sprovviste di un cannone ed erano dotate solamente di 4 mitragliatrici da 20 mm installate in torretta.<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 78}}.</ref> In compenso queste unità potevano vantare in immersione una velocità continuativa di ben 17 nodi e un'autonomia di 350 [[miglio nautico|miglia]] a 5 nodi. Stranamente però non tutte le marine seguirono l'esempio di quella tedesca. Il [[Giappone]] ad esempio, nonostante avesse testato già nel corso dei primi anni trenta unità idrodinamicamente efficienti come i battelli della [[classe Nr. 71]]<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | pp. 104-105}}.</ref> capaci di percorrere in immersione 230 miglia alla velocità di 7 nodi, si ostinò a costruire durante tutto il periodo della seconda guerra mondiale, fatta eccezione per alcuni minisottomarini dalle linee idrodinamiche, sommergibili di grandi dimensioni e dalle scarse prestazioni che risultarono poco efficienti. Famosi per le loro dimensioni divennero sicuramente i battelli della [[classe I-400]]<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 106}}.</ref>, dotati persino di un piccolo ponte di volo e concepiti per lanciare attacchi aerei dal largo delle coste degli Stati Uniti.
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