Tempio malatestiano: differenze tra le versioni
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Sotto la signoria di [[Sigismondo Pandolfo Malatesta]], fu deciso di sistemarvi una cappella dedicata a [[Sigismondo (re dei Burgundi)|San Sigismondo]], patrono del committente, affidando il progetto al veronese [[Matteo de' Pasti]]. Il 31 ottobre del [[1447]] fu benedetta la posa della prima pietra. Negli anni successivi, in seguito a una fortunata serie di vittorie e riconoscimenti, il Malatesta decise di estendere il progetto a tutto l'edificio<ref name="DVC94">De Vecchi-Cerchiari, cit., p. 94.</ref>. Probabilmente ebbe un ruolo, nella decisione di mutare il progetto, [[Leon Battista Alberti]]<ref>Alberti e Sigismondo si incontrarono probabilmente a Fabriano durante la permanenza in città della corte di [[papa Niccolò V]] nel 1450: Howard Burns, ''Leon Battista Alberti in'' "Storia architettura italiana-Il Quattrocento", Electa, 1998, p. 131</ref> al quale fu poi affidato il progetto di una nuova sistemazione architettonica esterna, che comprendeva, secondo la testimonianza di una serie di [[Medaglia di Sigismondo Pandolfo Malatesta e il Tempio Malatestiano|note medaglie]]<ref>Si tratta di tradizionali medaglie di fondazione che riportano la data del 1450, quando Sigismondo decise di ampliare il suo primitivo progetto: Howard Burns, ''op. cit.'', 1998, pag.131</ref>, di Matteo de' Pasti del [[1450]], l'aggiunta di una rotonda nella parte posteriore della chiesa, coperta da una [[cupola]] a imitazione di quella del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]]. I lavori relativi al progetto di Alberti iniziarono presumibilmente nel 1453. Se il progetto fosse stato completato, la navata avrebbe allora assunto un ruolo di semplice accesso al maestoso edificio circolare, e sarebbe stata molto più evidente la funzione celebrativa dell'edificio<ref name="DVC95">De Vecchi-Cerchiari, cit., p. 95.</ref>.
Il tema iconografico della struttura è inconsueto per una chiesa cristiana, per i numerosi riferimenti a [[paganesimo in Italia|culti pagani]] che conteneva.<ref>Fabrizio Falconi, [https://books.google.it/books?id=CFTmAUbAjRMC&pg=PT108 ''I monumenti esoterici d'Italia'', pag. 108], Newton Compton Editori, 2013.</ref> Nell'apparato decorativo originale i riferimenti religiosi tradizionali sono talmente ridotti e defilati da sembrare a prima vista del tutto assenti<ref>L'unica croce presente nella decorazione marmorea è posta sopra l'ingresso principale ma (attualmente) nascosta dall'emblema vescovile e l'unico santo rappresentato all'interno è San Sigismondo (probabilmente solo per celebrare ulteriormente il Malatesta). Nella decorazione vi sono diverse allusioni al mondo cristiano, come ad esempio le scritte in prossimità alle Sibille, che prevedono la nascita del Messia. La Cristianità non è dunque completamente rinnegata, ma posta deliberatamente in secondo piano nella simbologia complessiva.</ref>.
Il Malatesta volle tale edificio unicamente come sepolcro suo, per la sua stirpe e per i dignitari a lui vicini, quale enorme monumento celebrativo di sé stesso e della sua casata, prevedendo una iconografia articolata in un complesso linguaggio proprio del [[paganesimo]]: da qui la denominazione di ''[[Tempio]]''.
Ciò contribuì al peggioramento dei rapporti con [[papa Pio II]] [[Piccolomini]], già critici prima della sua elezione nel [[1458]] (a causa anche delle precedenti campagne militari ostili alla sua città natale, Siena), rapporti che degenerarono fino alla scomunica nel [[1460]].
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[[Categoria:Architetture di Leon Battista Alberti]]
[[Categoria:Malatesta]]
[[Categoria:Neopaganesimo in Italia]]
[[Categoria:Sigismondo Pandolfo Malatesta]]
[[Categoria:Basiliche dell'Emilia-Romagna]]
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