Testimonium Flavianum: differenze tra le versioni

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«[…] la critica testuale non è in grado di risolvere la questione. […] Per esprimere un giudizio sull'autenticità del brano, non ci resta che esaminarne il contesto, lo stile e il contenuto.»<ref>R. E. van Voorst ''Gesù nelle fonti extrabibliche'', Cinisello Balsamo (MI), Edizioni San Paolo 2004, p. 107.</ref>
 
Ma, così facendo, si rimane ancora con gli studiosi divisi su almeno tre posizioni ben distinte. Tuttavia un fatto è indiscutibile: non in tutti i manoscritti dell'opera di Giuseppe Flavio pervenuti il ''Testimonium Flavianum'' è presente., Noninfatti èmanca statanel ancora reperita"Codex unaVaticanus suaPalatinus, operanr. in14" cuidatato essoal mancavaIX delsecolo tutto.dove Inoltre,mancano sei dilibri interpolazioneXVIII,IX,XX adattinenti operaall'epoca di cristiani si è trattatoGesù., non si spiega come mai questa presunta interpolazionementre è presente innel tutti"Codex i testi di Giuseppe pervenutibibl. InAmbrosianae ogniF versione128", deldue Testimonium,secoli comunquedopo, lamesso notiziaa principaledisposizione nondalle mancaautorità mai:ecclesiastiche quellaper dellala presunta risurrezionetraduzione di questoBenedikt GesùNiese.
 
Agli inizi del [[XX secolo]] è apparsa anche una traduzione in russo della "Guerra giudaica" con inserite all'interno quattro "intromissioni" sull'esistenza di Gesù, ampliando le notizie offerte dal ''Testimonium''. L'autenticità di queste ulteriori testimonianze è però respinta dagli studiosi quasi all'unanimità.
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{{Citazione|Egli afferma nei trattati che ha scritto sul governo dei Giudei: «In questo tempo viveva un uomo saggio che si chiamava Gesù, e la sua condotta era irreprensibile, ed era conosciuto come un uomo virtuoso. E molti fra i Giudei e le altre nazioni divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò a essere crocifisso e morire. E quelli che erano divenuti suoi discepoli non abbandonarono la propria lealtà per lui. Essi raccontarono che egli era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione, e che egli era vivo. Di conseguenza essi credevano che egli fosse il Messia, di cui i Profeti avevano raccontato le meraviglie».|Traduzione di Shlomo Pines, citata da J.D. Crossan.}}
 
Il testo fornito da Pinés deriva principalmente dalla citazione di questo brano di Agapio fatta dal successivo storico arabo-cristiano [[Al-Makin]], che contiene materiale ulteriore rispetto al manoscritto Firenze che, unico, contiene la seconda metà dell'opera di Agapio. Pinés afferma che questa potrebbe essere una registrazione più accurata di quanto scritto da Giuseppe, inuna quantoversione mancache, diper quellequanto partiedulcorata, checonferma spesso sono state consideratele interpolazioni di copisti cristianicristiane.
 
== Conclusioni ==