Giuseppe Calò: differenze tra le versioni

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Nel 1974, quando venne ricostruita la cosiddetta "[[Commissione interprovinciale|Commissione]]", Calò entrò a farne parte come capo del [[Mandamento (cosa nostra)|mandamento]] di [[Porta Nuova (Palermo)|Porta Nuova]], che comprendeva le [[Famiglia (mafia)|famiglie]] di [[Borgo Vecchio (Palermo)|Borgo Vecchio]], Palermo centro e [[Porta Nuova (Palermo)|Porta Nuova]].<ref name=":1" />
 
Secondo le indagini, a metà degli [[Anni 1970|anni '70]] Calò rafforzò i rapporti con figure storiche della [[Camorra|Camorra napoletana]], come [[Lorenzo Nuvoletta]], allora uno dei più potenti capi di tutta la [[Campania]] e [[Clan Lubrano-Ligato|Vincenzo Lubrano]], fedelissimo di Nuvoletta.<ref>{{Cita web|url=https://www.stylo24.it/casalesi-nuvoletta-mafia-roma/|titolo=Il padrino chiamato Salamandra e il giudice scomodo da fermare|autore=Redazione|sito=Stylo24 - Ultime Notizie su Napoli e la Campania|data=2018-11-01|lingua=it|accesso=2023-09-14}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://internapoli.it/9506-morto-il-boss-amico-di-riina/|titolo=Morto il boss amico di Riina|autore=Redazione Internapoli|sito=Internapoli.it|data=2007-09-03|lingua=it|accesso=2023-09-14}}</ref>
 
Secondo la testimonianza di [[Giovanni Brusca]], Calò era molto amico di [[Stefano Bontate]] e di [[Salvatore Inzerillo]], ma se ne distaccò nel 1980, quando uccisero il Procuratore della Repubblica [[Gaetano Costa]] nel suo territorio senza il suo permesso<ref name=":2" />. Quindi si avvicinò ai [[Clan dei Corleonesi|Corleonesi]] di [[Salvatore Riina|Totò Riina]] e cercò di convincere Buscetta a passare dalla loro parte ma con scarso successo.<ref name=":1" />