Governo Netanyahu VI: differenze tra le versioni

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Definito da molti, a livello politico, come "l'esecutivo più a [[Destra (politica)|destra]] della storia del paese"<ref name=CNN>{{Cita news|lingua=en|titolo=Benjamin Netanyahu sworn in as leader of Israel's likely most right-wing government ever|url=https://www.cnn.com/2022/12/29/middleeast/israel-benjamin-netanyahu-swearing-in-intl/index.html|editore=CNN|data=29 dicembre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230228233951/https://www.cnn.com/2022/12/29/middleeast/israel-benjamin-netanyahu-swearing-in-intl/index.html|urlmorto=no}}</ref>, esso è nato come regolare [[Governo di coalizione|governo civile di coalizione]] dopo le [[Elezioni parlamentari in Israele del 2022|elezioni del novembre 2022]], sebbene sia successivamente mutato, in seguito allo scoppio nell'ottobre del [[2023]] di un [[Conflitto Gaza-Israele del 2023|pesante conflitto armato]] contro [[Hamas]] presso la [[Striscia di Gaza]] (poi allargatosi successivamente anche ad una generale [[guerra per procura]] contro [[Hezbollah]], [[Huthi]] e a una riemersione in chiave di [[Guerra#Tipi di conflitto|guerra regionale]] del [[Conflitto israelo-palestinese]], nonché della [[Guerra per procura tra Iran e Israele|guerra]] con l'[[Iran]], anche questa prima [[Guerra per procura|per procura]] e successivamente trasformatasi in una [[Guerra Iran-Israele|vera e propria guerra]]), in un [[governo di guerra]], al fine di gestire al meglio la grave situazione in [[Governo di unità nazionale|condizioni sopraelevate dalla partigianeria politica]], fino a tornare, nel 2024, un governo civile con [[Governo di emergenza|deroghe e prerogative esecutive di emergenza]] (con il continuo rinnovo dello [[Stato di emergenza]]) all'ordinaria [[Indirizzo politico|gestione degli affari]] riguardanti la [[Guerra|tematica bellica]].
 
Composto da 31 ministri (nella sua formazione iniziale), è stato ''ab origine'' sostenuto da una coalizione formata da [[Likud]], [[Shas]] (uscito il 16 luglio [[2025]]), [[Ebraismo della Torah Unito]] (uscito il 17 luglio [[2025]]), [[Partito Sionista Religioso]], [[Otzma Yehudit]] (dal 19 gennaio al 19 marzo 2025 in [[appoggio esterno]] per alcuni disaccordi) e [[Noam (partito politico)|Noam]] (uscito brevemente dal 28 febbraio al 25 maggio 2023 e poi definitivamente, per disaccordi, il 24 marzo 2025), cui si è aggiunto, fino al 9 giugno 2024 e nel [[Guerra|contesto bellico]], il [[Partito di Unità Nazionale (Israele)|Partito di Unità Nazionale]] (compresa la sua fazione [[Nuova Speranza]], rientrata il 29 settembre 2024 come partito autonomo dopo essere inizialmente uscita il precedente 25 marzo), portando il governo ad un totale massimo di 36 ministri, di cui 5 nominati in [[stato d'assedio]].
 
== Storia ==
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Continuati dunque gli attacchi reciproci per alcuni giorni, in data 21 giugno, nonostante numerosi dubbi<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/18/stati-uniti-attaccheranno-iran-israele/|titolo=Gli Stati Uniti attaccheranno l’Iran|data=18 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref> e reticenze iniziali (principalmente politiche)<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/19/maga-iran-divisioni/|titolo=I trumpiani più trumpiani non vogliono attaccare l’Iran|data=19 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/20/trump-iran-due-settimane/|titolo=Perché Trump ha rimandato la decisione sull’Iran|data=20 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref>, gli [[Stati Uniti]] decidono di intervenire su spinta israeliana nel [[Guerra Israele-Iran|conflitto]], bombardando con anche delle cosiddette ''Bombe anti-bunker'' (ufficialmente [[Massive Ordnance Penetrator]])<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/22/bombardamento-americano-iran/|titolo=Come è avvenuto il bombardamento statunitense in Iran|data=22 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref> i [[Energia nucleare in Iran|siti nucleari]] di [[Natanz]], [[Isfahan]] ed il più fortificato ''Fordo''<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/22/fordo-sito-nucleare-iran/|titolo=Com’è fatto il sito nucleare di Fordo|data=22 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref> (già colpiti da precedenti attacchi israeliani)<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/22/stati-uniti-bombardato-iran/|titolo=Il bombardamento degli Stati Uniti in Iran: cosa sappiamo|data=22 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref>, ottenendo un esito variamente disputato sul programma nucleare del [[Iran|paese]]<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/27/stato-programma-nucleare-iraniano-dopo-bombardamenti-statunitensi-dubbi/|titolo=Cosa è rimasto della capacità dell’Iran di costruire la bomba atomica|data=27 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref>.
 
L’intervento, senza precedenti fino a quel momento, ha fatto sorgere numerosi interrogativi, già da tempo discussi, sulla futura evoluzione del conflitto<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/22/attacco-stati-uniti-iran-ipotesi/|titolo=Cosa potrebbe succedere ora|data=22 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref>, ma alla fine, anche grazie ad un forte ritegno bilaterale dovuto ai danni subìti, la crisi è rientrata con una velata minaccia iraniana di chiusura del cruciale [[Stretto di Hormuz]]<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/23/stretto-hormuz/|titolo=L’importante stretto commerciale che l’Iran minaccia di chiudere|data=23 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref>, con una preannunciata e simbolica risposta verso la [[base militare]] statunitense di ''Al-Udeid'', in [[Qatar]] (che, pur non avendo causato né danni considerevoli né feriti né vittime, ha particolarmente infastidito il [[governo]] dell’[[emirato]])<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/23/attacco-iran-base-usa-qatar-al-udeid/|titolo=L’attacco dell’Iran a una importante base statunitense in Qatar|data=23 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref>, e con un successivo [[cessate il fuoco]]<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/live/bombardamento-israele-iran-nucleare/?homepagePosition=1|titolo=Dopo dodici giorni è finita la guerra tra Israele e Iran|data=25 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref>, cominciato per fasi a partire dal 24 giugno su persuasione e mediazione degli stessi [[Stati Uniti]]<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/24/cessate-il-fuoco-israele-iran/?homepagePosition=8|titolo=Cosa sappiamo sul cessate il fuoco fra Iran e Israele, fin qui|data=24 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref> e raggiunto in poco più di due giorni<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/25/cessate-il-fuoco-iran-israele-trump/?homepagePosition=0|titolo=Dai bombardamenti al cessate il fuoco, in 48 ore|data=25 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref>, cosa che ha così permesso ad [[Israele]] di concentrarsi nuovamente sugli [[Huthi]]<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/07/07/bombardamento-israele-yemen-houthi/|titolo=Israele ha bombardato diverse zone dello Yemen per colpire gli Houthi|data=7 luglio 2025|editore=Il Post}}</ref>, sulla [[Siria]]<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/07/16/israele-ha-bombardato-damasco/|titolo=Israele ha bombardato Damasco, in Siria|data=16 luglio 2025|editore=Il Post}}</ref> e soprattutto sulla [[Striscia di Gaza]]<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/30/gaza-citta-ordine-evacuazione-israele/?homepagePosition=0|titolo=Israele sta costringendo ancora i palestinesi a lasciare il nord della Striscia|data=30 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref>, ottenendo il raggiungimento di 4/5 della sua superficie occupata<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/26/israele-occupa-82-per-cento-della-striscia-di-gaza/|titolo=Israele occupa più dell’80% della Striscia di Gaza|data=26 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref> (grazie ad una nuova occupazione già iniziata in precedenza<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/05/16/israele-nuova-offensiva-gaza/?homepagePosition=6|titolo=Israele ha iniziato un’altra grossa offensiva a Gaza|data=16 maggio 2025|editore=Il Post}}</ref> e subito molto discussa, sia per l’inedito accentramento della gestione umanitaria verso un’unica [[organizzazione non governativa]] indirettamente supervisionata dalle autorità israeliane, la [[Gaza Humanitarian Foundation]]<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/05/23/ong-inventata-distribuzione-cibo-gaza/|titolo=La ong inventata da Israele per controllare la distribuzione del cibo a Gaza|data=23 maggio 2025|editore=Il Post}}</ref> — presto dimostratasi abbastanza inadeguata<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/05/27/gaza-humanitarian-foundation-israele/|titolo=Tutti i problemi della Gaza Humanitarian Foundation|data=27 maggio 2025|editore=Il Post}}</ref> e fonte per numerosi gravi incidenti<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/24/gaza-humanitarian-foundation-stragi/|titolo=Perché la distribuzione del cibo nella Striscia di Gaza è diventata così pericolosa|data=24 giugno 2025|autore=Daniele Raineri|editore=Il Post}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/07/13/palestinesi-uccisi-coda-cibo-acqua-gaza/|titolo=Ancora palestinesi uccisi in coda per prendere cibo e acqua nella Striscia di Gaza|data=13 luglio 2025|editore=Il Post}}</ref> — sia per gli imponenti piani di [[Migrazione forzata|spostamento della popolazione]] richiesti dalle [[Forze di difesa israeliane]])<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/07/09/israele-citta-umanitaria-sud-gaza/|titolo=Un altro piano di Israele per trasferire forzatamente la popolazione di Gaza|data=9 luglio 2025|editore=Il Post}}</ref>, ed all’[[Iran]] di ricompattarsi per evitare crisi interne, sebbene abbastanza improbabili a causa di uno [[Polizia segreta|stretto controllo statale]] esacerbatosi già dall’inizio del conflitto<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/23/in-iran-lopposizione-al-regime-e-molto-frammentata/|titolo=In Iran l’opposizione al regime è molto frammentata|data=23 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref>. Politicamente parlando infine, è stato altresì riscontrato che la [[guerra]] sia stata per [[Benjamin Netanyahu]] un grande propulsore di consensi, portando nuovamente lui ed il [[Likud|suo partito politico]] in testa alle preferenze elettorali dopo un periodo di declino continuo.<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/25/netanyahu-iran-sondaggi/|titolo=Bombardare l’Iran ha aiutato Netanyahu|data=25 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref>
 
Poche settimane dopo, in data 15 luglio, [[Ebraismo della Torah Unito]] annuncia ufficialmente la sua dipartita dall’esecutivo (divenuta effettiva due giorni dopo), in seguito a dei disaccordi già da tempo latenti (ma sospesi a causa dell’[[Guerra Iran-Israele|improvviso conflitto]] con l’[[Iran]]), durante la discussione di un [[disegno di legge]] riguardante il [[servizio militare]] per gli [[Charedì|ebrei ultraortodossi]], resasi necessaria dopo una [[sentenza]] della [[Corte suprema di Israele]], assai contestata dai membri di tali comunità<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2024/07/01/ultraortodossi-proteste-gerusalemme/|titolo=La grossa protesta degli ebrei ultraortodossi contro la leva militare, a Gerusalemme|data=1º luglio 2024|editore=Il Post}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/06/10/ultraortodossi-israele-servizio-militare/|titolo=Perché per gli ebrei ultraortodossi è così importante evitare il servizio militare|data=10 giugno 2025|editore=Il Post}}</ref>, contro l’[[Deroga|esenzione]] che fino a quel momento era stata prevista per quest’ultimi<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2024/06/25/corte-suprema-israeliana-arruolare-ultraortodossi/|titolo=La Corte Suprema israeliana ha stabilito che gli ultraortodossi dovranno arruolarsi nell’esercito|data=25 giugno 2024|editore=Il Post}}</ref>. Tale atto, per quando abbia effettivamente indebolito l'esecutivo, non ha comunque impattato eccessivamente su di esso, poiché la coalizione, seppur con fatica, è comunque riuscita a conservare autonomamente una risicatissima maggioranza di manovra (61 seggi su 120) per restare in carica sia grazie alla volontà dei [[partiti politici]] di non giungere ad una piena crisi di governo ed al fatto che la pausa estiva della [[Knesset]] abbia permesso al governo di guadagnare tempo per giungere ad un accordo, sia grazie all’[[appoggio esterno]] determinante dell’unico parlamentare di [[Noam (partito politico)|Noam]].<ref>{{Cita news|url=https://www.ilpost.it/2025/07/15/governo-israele-partito-ebraismo-torah-unito-uscito-coalizione/|titolo=Un partito israeliano punto di riferimento della comunità ultraortodossa è uscito dalla coalizione di governo di Benjamin Netanyahu|data=15 luglio 2025|editore=Il Post}}</ref>
 
Nonostante dunque un contesto più favorevole al dialogo, il giorno successivo, a causa della perdurante discordanza di divisioni sul [[disegno di legge]], anche [[Shas]] annuncia (come anche precedentemente ipotizzato<ref>{{Cita news|url=https://www.agenzianova.com/news/israele-dopo-ebraismo-della-torah-unito-anche-il-partito-shas-potrebbe-lasciare-la-coalizione-di-governo/|titolo=Israele: dopo Ebraismo della Torah unito anche il partito Shas potrebbe lasciare la coalizione di governo|data=15 luglio 2025|editore=Agenzia Nova}}</ref>) la sua dipartita dal governo per le medesime ragioni, causando così, a differenza del primo caso, un effettivo e grave indebolimento dell'esecutivo, messo ufficialmente in [[Governo di minoranza|minoranza]], ed un grave avvicinamento verso la [[crisi di governo]] che, nonostante l’[[appoggio esterno]] garantito dal [[partito politico]], costringe quest’ultimo ad avviare rapidamente un esteso tavolo negoziale per restare in carica.<ref>{{Cita news|url=https://it.euronews.com/2025/07/16/un-altro-partito-abbandona-la-maggioranza-in-israele-lo-shas-mette-in-crisi-il-governo-net|titolo=Un altro partito abbandona la maggioranza in Israele: lo Shas mette in crisi il governo Netanyahu|data=16 luglio 2025|editore=euronews}}</ref>
 
== Compagine di governo ==