Pink Floyd: differenze tra le versioni
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[[File:BarrettHarmonyGuitar.jpg|thumb|La chitarra di [[Syd Barrett]], una [[Harmony Company|Harmony]] Sovereign del 1963, usata all'epoca dei Tea Set e della registrazione del primo album dei Pink Floyd]]
Numerosi protagonisti del rock inglese degli [[anni
Liverpool School of Arts|sito=Liverpool John Moores University|lingua=en|url=https://www.ljmu.ac.uk/about-us/about-liverpool-john-moores-university/history/1825-liverpool-college-of-arts|accesso=11 novembre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210620120110/https://www.ljmu.ac.uk/about-us/about-liverpool-john-moores-university/history/1825-liverpool-college-of-arts|urlmorto=no}}</ref><ref name=Clapton>{{cita libro|autore=Dave Thompson|titolo=Cream. How Eric Clapton Took the World by Storm|url=https://archive.org/details/creamhowericclap0000thom|editore=Virgin Books|città=Londra|anno=2006|p=[https://archive.org/details/creamhowericclap0000thom/page/31 31]|lingua=en|isbn=978-0-7535-1132-9}}</ref><ref name=Townshend>{{cita libro|autore=Mark Wilkerson|titolo=Who Are You: The Life Of Pete Townshend|editore=Omnibus Press|città=Londra|anno=2009|posizione=Chapter One|lingua=en|isbn=978-0-85712-008-3}}</ref><ref name=Wood>{{cita libro|cognome=Richards|nome=Matt|cognome2=Langthorne|nome2=Mark|titolo=Somebody to Love. The Life, Death and Legacy of Freddie Mercury|anno=2016|url=https://archive.org/details/somebodytoloveli0000rich|data=2016|editore=Simon and Schuster|città=New York|isbn=978-1-68188-188-1|p=[https://archive.org/details/somebodytoloveli0000rich/page/151 151]|lingua=en}}</ref> Fu in una di queste ''art school'' che si formò il primo nucleo dei futuri Pink Floyd, grazie all'incontro tra [[Roger Waters]], [[Nick Mason]] e [[Richard Wright (musicista)|Richard Wright]], tre allievi della facoltà di architettura del Politecnico di [[Regent Street]] a Londra, divenuto in seguito l'[[Università di Westminster]]; questo gruppo di amici si sovrappose a un altro proveniente da [[Cambridge]].<ref>{{cita|Mason|p. 8}}.</ref><ref name=SchaffnerI2-a>{{cita|Schaffner 1993|p. 29}}.</ref> Waters, che abitava proprio a Cambridge, aveva frequentato prima dell'università la locale High School for Boys, dove studiavano anche [[Syd Barrett]], che sarebbe diventato il primo leader della band, [[Storm Thorgerson]], fotografo e grafico che in seguito sarebbe stato l'autore di molte copertine dei dischi del gruppo, [[Bob Klose]], membro di alcune delle sue prime versioni embrionali, e [[Tim Renwick]], che negli anni ottanta sarebbe stato chitarrista in molte formazioni ''[[rock progressivo|progressive]]'' nonché turnista dei Pink Floyd. In una scuola vicina studiava [[David Gilmour]], un altro amico di Thorgerson.<ref name=SchaffnerI2-b>{{cita|Schaffner 1993|p. 34}}.</ref> I futuri membri dei Pink Floyd, sia quelli originari di Cambridge (Waters, Barrett e Gilmour), sia quelli di Londra (Mason e Wright), provenivano da famiglie borghesi se non addirittura agiate: il padre di Mason, in particolare, era un affermato documentarista di sport motoristici e abitava con la famiglia nel ricco quartiere londinese di [[Hampstead]].<ref name=SchaffnerI2-c>{{cita|Schaffner 1993|p. 37}}.</ref>
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=== L'era di Barrett (1966-1968) ===
Agli inizi del 1966 le esibizioni del gruppo suscitarono l'interessamento da parte del [[Marquee Club]], che li ingaggiò per partecipare agli ''spontaneous underground'', una sorta di [[happening]] privati organizzati da [[Bernard Stollman]], il fondatore dell'[[etichetta discografica|etichetta]] [[ESP-Disk]], eventi che si svolgevano presso il club alla domenica pomeriggio e che portarono la band dall'iniziale repertorio [[rhythm and blues]] a improvvisazioni sonore e ai primi esperimenti di ''[[light show]]''.<ref name=Rizzi9>{{cita|Rizzi|p. 9}}.</ref> Durante uno di questi spettacoli furono notati da [[Peter Jenner]], manager della [[Blackhill Enterprises]] che, colpito dalle loro sonorità e convinto di trovarsi di fronte a una band emergente, li ingaggiò nell'autunno di quell'anno e decise, assieme al suo socio, [[Andrew King]], di investire nella strumentazione professionale, rinnovandone interamente l'impianto di amplificazione. King mise la band in contatto con il nascente [[musica underground|movimento underground]],<ref>{{cita|Mason|pp. 35-37}}.</ref> sviluppatosi in un periodo di grandi cambiamenti politici e sociali di cui Londra fu uno dei luoghi simbolo, quale centro di un movimento globale di rinnovamento dei costumi e della morale, con ripercussioni nel campo della musica, della moda, delle arti figurative.<ref name=Agostinis>{{cita|Agostinis|cap. ''Londra è pop''}}.</ref> Proprio nel 1966 iniziò a diffondersi l'espressione ''[[Swinging London]]'', coniata dopo un articolo della rivista ''Time'' del 15 aprile la cui copertina che definiva Londra "The Swinging City". La capitale inglese veniva identificata come la città più rappresentativa degli
Il 15 ottobre i Pink Floyd Sound, che a fine mese si accordarono con Jenner e King per acquisire la comproprietà della Blackhill, parteciparono alla festa di inaugurazione della rivista ''[[International Times]]'' che si svolse presso la [[The Roundhouse|Roundhouse]], e nel mese di dicembre suonarono dapprima alla [[Royal Albert Hall]] a una festa di beneficenza della [[Oxfam]] e poi si esibirono in uno dei locali più all'avanguardia della ribalta londinese, lo ''[[UFO Club]]''. È in questo periodo che all'originale repertorio che si richiama al blues, come ''Let's Roll Another One''<ref group="N">Il titolo, che accenna agli spinelli (come pure alcuni passi del testo che alludono all'uso di droga), viene modificato per volere dei discografici in un più anonimo ''[[Arnold Layne/Candy and a Currant Bun|Candy and a Currant Bun]]'', che diverrà il lato B di ''[[Arnold Layne/Candy and a Currant Bun|Arnold Layne]]'' (cfr. {{cita|Rizzi|p. 29}} e {{cita|Mason|p. 53}}).</ref> e ''Lucy Leave'', che verrà incluso tra i brani dell'EP ''[[1965: Their First Recordings]]'', pubblicato nel 2015, si andarono sostituendo brani strumentali spazio-psichedelici quali ''[[Astronomy Domine]]'' e ''[[Interstellar Overdrive]]'',<ref>{{cita|Rizzi|p. 28}}.</ref> che indirizzarono il gruppo verso le nuove sonorità barrettiane.<ref>{{cita|Schaffner 1993|pp. 50-51}}.</ref>
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