Roberto Luciani: differenze tra le versioni

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===Restauri===
Partendo dall’assunto che il restauratore di opere architettoniche o storiche artistiche non deve operare affidandosi al proprio gusto estetico ma ad un restauro critico capace di formulare regole certe volte alla ricerca di una unità metodologica e contestualmente ad un’etica del restauro e una deontologia professionale, Luciani, con i citati principi, in oltre 45 anni di professione, ha progettato e diretto oltre 200 importanti restauri architettonici, storico artistici, archeologici e giardini storici esemplandoli in un vero e proprio atto di filologia critica.
Già alla fine degli anni Settanta, interessato allo studio e alla conservazione dell’antico, è consulente della Soprintendenza Archeologica di Roma per effettuare rilievi, catalogazioni e studi che in parte confluiscono, nel biennio 1980-1981, sulla rivista dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte <ref>R. Luciani, C. Mocchegiani Carpano, ''Considerazioni sul degrado degli antichi monumenti romani'', in “Rivista dell’Istituto Nazionale d’Archeologia e Storia dell’Arte”, III, 1980, pp. 45-91; Idem, ''I restauri dell’Anfiteatro Flavio'', in “Rivista dell’Istituto Nazionale d’Archeologia e Storia dell’Arte”, IV, 1981, pp.1-69</ref> e restauri come agli Horti Farnesiani sul Palatino <ref>R. Luciani, ''Horti Farnesiani: prima, durante, dopo'', in “Giardini storici. Tutela, conservazione e valorizzazione”, atti della giornata di studi, 30 aprile 1983, Ministero per i beni culturali e ambientali-Soprintendenza Archeologica di Roma, Fratelli Palombi editori, 1986, pp. 97-157; R. Luciani, G. Morganti, ''Archeologia e Architettura nel restauro degli Horti Farnesiani'', in “Roma Archeologia nel Centro”, Soprintendenza Archeologica di Roma, De Luca Editore, Roma 1985, pp.147-157; R. Luciani, ''Al di là del giardino'', in “Roma Fiorita 83”, catalogo della mostra, Colosseo, Foro Romano, Palatino, 16 aprile-8 maggio 1983, Ministero per i beni culturali e ambientali-Soprintendenza archeologica di Roma-Comune di Roma-Assessorato ai Giardini, in lingua italiano e inglese, edizioni Quasar, Roma 1983, pp. 1-4; R. Luciani, ''Architettura e paesaggio nell’itinerario ascendente dei Giardini Farnesiani'', in “Romana''Romana Gens”Gens'', Edizioni Quasar, nn. 5-6, 1987, pp. 12-17; R. Luciani, ''Gli Horti Farnesiani al Palatino. E il rinascimento “inquinò” la memoria imperiale'', in “Acea Città”, giugno 1985, pp<ref>[https://wsimag. 21com/it/architettura-24; R. Luciani,e-design/42611-glihorti-farnesiani ''Gli Horti Farnesiani. Giardino di delizie'', in “Wall Street International Magazine”, 13 Settembre 2018, https://wsimag.com/it/architettura-e-design/42611-glihorti-farnesiani]</ref>. Nello stesso periodo progetta in una delle due camere di regia sotterranee del Colosseo l’allestimento di un Museo permanente <ref>''Le novità del Colosseo riaperto dopo sei anni di lavori. Uomini e belve prendevano l’ascensore per partecipare agli spettacoli circensi'', in “Corriere della Sera”, 24 giugno 1979, p. 16; Claudio Mocchegiani Carpano, ''Criterio espositivo dell’Antiquarium dell’Anfiteatro Flavio'', in “Anfiteatro Flavio tentativi per una nuova rilettura”, in “Romana Gens”, nn. 4-6, 1979, pp. 41-44; R. Luciani, ''L’Arena dell’Anfiteatro Flavio: storia, analisi, restaur''o, in “Dieci Tesi di Restauro (1970 - 1981)”, a cura di Giovanni Carbonara e Franca Iole Pietrafitta, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Scuola di Specializzazione per lo studio ed il Restauro dei Monumenti, Roma 1986, pp.182-201</ref>. Entrato nei ruoli della Soprintendenza ai Monumenti di Bologna collabora nel restauro e nello scavo del Palazzo Farnese di Piacenza e del ponte romano sotto la Torre medievale di Fidenza <ref>D.G.I., ''I lavori hanno già dato risultati incoraggianti. Verrà creata una zona monumentale intorno agli scavi del ponte romano'', in “Gazzetta di Parma”, 28 ottobre 1981; Idem, ''Qualche annotazione sui reperti archeologici intorno ai quali si sta lavorando. Come si è giunti alla scoperta del ponte romano'', in “Gazzetta di Parma”, 6 novembre 1981; Idem, ''Ripresi gli scavi archeologici. Scoperto un altro pezzo del ponte romano'', in “Gazzetta di Parma”, 23 novembre 1981; ''Sensazionale rinvenimento archeologico a Fidenza. Ponte romano scoperto sotto torre medievale'', in “L’Appennino nuovo”, dicembre 1981; ''Scoperto in Emilia un ponte romano sotto una torre medievale'', in “Il Lavoro Tirreno”, 28 febbraio 1982</ref>.
Sarà tuttavia a Roma e in Sardegna che progetterà e dirigerà i più significativi interventi di restauro. In Castel Sant’Angelo interviene su vari e vasti settori <ref>''Castel Sant’Angelo'', in “la Repubblica”, 31 agosto 1993; ''Restauri: Passetto di Borgo, passaggio segreto o museo?'' ANSA, 30 settembre 1993; Simona Poli, ''Musei da choc. Sempre aperti, un miracolo'', in “la Repubblica”, 15 aprile 1993; Natalia Poggi, ''Quel Passetto dove il Papa non potrebbe più fuggire'', in “Il Tempo”, 3 ottobre 1993; Gian Paolo Pelizzaro, ''Passetto di Borgo come museo'', in “Momento-sera” 1 ottobre 1993; ''Tre giovani espugnano Castel Sant’Angelo'', in “Corriere della Sera”, 31 agosto 1993; Federica Margaritora, ''Un Passetto tutto nuovo''. ''Affidato il restauro alla Soprintendenza di Castel Sant’Angelo'', in “Roma-Circoscrizione XVII”, anno 2, n. 252, 27 novembre 1993, p. 3; R. Luciani, ''Castello: al di là dell’angelo'', in “L’Urbe”, nn. 3-4, 1987, pp. 5-9</ref>, in particolare nella Rampa Diametrale, Rampa Elicoidale, Cortine d’onore, Sfiatatoi, Camminamenti, Bastioni, Marciaronda, Ingresso Appartamento pontificio, ma anche su tele, armi, divise, stampe, medaglie, mobili.
 
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Utilizza questa metodologia, tra l’altro, nel Forte Carlo Felice detto Forte Camicia a La Maddalena (SS); nel delicato e lungo restauro (1988-1998) della chiesa trecentesca di San Pantaleo di Martis (SS), progettato inizialmente dall’arch. Marilena Dander, volto ad impedire la perdita totale dove oltre all’intervento in anastilosi sulla struttura muraria è stato indispensabile consolidare l’intera collina che stava scivolando <ref>R. Luciani, M. Dander, ''San Pantaleo di Martis in Sardegna: restauro della struttura e stabilizzazione della collina'', in “Atti del IV Congresso Nazionale ASSI.R.C.CO. – Consolidamento e recupero dell’Architettura tradizionale”, Prato 3-5 giugno 1992, pp. 111-121; Idem, ''Restauro e consolidamento della chiesa trecentesca di San Pantaleo di Martis (SS)'', in “Tecniche edilizie tradizionali, contributi per la conoscenza e la conservazione del patrimonio archeologico”, a cura di L. Marino e C. Pietramellara, Firenze 1998, pp. 41-44; R. Luciani, ''Cronache di restauro: Martis (SS)'', in “Tema tempo materia architettura”, rivista di restauro, Franco Angeli Editore, n. 4, Milano 1993, p.78</ref>; nell’abside e nella facciata della chiesa edificata prima del 1122 di San Nicola di Silanis a Sedini (SS); nell’abbazia cistercense Nostra Signora di Paulis di Ittiri, già in rovina nel sec. XV, i cui restauri della chiesa hanno fornito maggiore leggibilità all’impianto romanico originario (ne erano in piedi l’abside a pianta quadrata, il transetto e parti del colonnato) e agli annessi ambienti monastici, ripristinando l’assetto che aveva assunto nel sec. XVII <ref>R. Luciani, A. Premoli, ''Abbazia Nostra Signora di Paulis'', scheda, in “Cinque strade per cinquecento secoli di storia”, Provincia di Sassari-Assessorato al turismo e alle attività produttive, Monastir (Cagliari), 2000, p. 142</ref>.
Nella facciata della chiesa di Sant’[[Antonio abate|Antonio Abate]] di [[Sassari]], l’architetto romano tratta il paramento lapideo cromaticamente, con la stessa sensibilità che rivolge al restauro di un quadro, attraverso la stesura a più mani di acqua chiara di calce e pigmenti colorati, mirante a ripristinare l’omogeneità cromatica dell’antica superficie; nel restauro della facciata dal gusto eclettico degli anni Trenta del Palazzo dell’Università di Sassari (e annessa Biblioteca Universitaria) è pioniere in Sardegna nel restauro di una struttura realizzata in cemento armato <ref>Pasquale Porcu, ''Si rifà la facciata dell’università: è il primo restauro di un’opera in cemento armato'', in “La Nuova Sardegna”, 16 giugno 1998</ref>.
Pregevole la ricerca effettuata nei restauri di architetture fortificate come Torri costiere (Santa Maria Navarrese in Baunei, San Giovanni in Posada, Santa Lucia in Siniscola, aragonese del porto in Porto Torres); Forti (Camicia in Palau, Carlo Felice in La Maddalena); Castelli (Aymerich in Laconi, Monte Altura in Palau, Doria in Santa Maria Coghinas, uno degli esempi più interessanti dell’architettura militare della Sardegna) <ref>Anna Maria Premoli, ''A Casteldoria è opportuno un intervento. Il castello è in pericolo, nel suo genere è una vera rarità'', in “La Nuova Sardegna”, 21 febbraio 1998</ref>. Per rendere noti alcuni interventi, tra il 1992 e il 1994 cura a Sassari due Convegni: Progetto Restauro <ref>''Due giorni per il Progetto Restauro'', in “La Nuova Sardegna”, 18 giugno 1992</ref> e Restauro Architettura Centri Storici <ref>R. Luciani (a cura di), ''Restauro Architettura Centri Storici'', Atti del convegno nazionale, Sassari, Sala convegni Camera di Commercio, 26, 27, 28 maggio 1994, Ordine degli Architetti della Provincia di Sassari, Sassari 1998; A.M.P., ''Ecco come recuperare il centro. Pubblicati gli atti del convegno di architettura dedicato al delicato problema degli interventi nelle zone storiche'', in “La Nuova Sardegna”, 6 aprile 1999</ref>.
 
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Per il Ministero degli Affari Esteri progetta e dirige il restauro del Mappamondo con fasi lunari su supporto rotante a sfera in carta, XVIII secolo, musealizzato nella Sala dei Mappamondi nel [[Palazzo Farnese (Caprarola)]], restaurato da Maria Teresa Castellano, e della Vittoria Alata in bronzo, h. cm 120, inizi XX secolo, esposta dopo l’intervento conservativo al Museo dell’Ara Pacis in occasione della mostra “Il Palazzo della Farnesina e le sue collezioni” nel 2011. Per la Collezione Farnesina arte contemporanea progetta e dirige nel 2010 i restauri dell’opera di Michelangelo Pistoletto, Love Difference, smalto su lastra d’acciaio lucidata a specchio, e dell’opera di [[Afro]], Le città d’America, carta intelata, cm. 191x249 (restauratori Magrelli e Carbonaro), pubblicata nel catalogo della Mostra ''Il Palazzo della Farnesina e le sue collezioni'', Roma, Museo dell’Ara Pacis, 20 maggio-3 luglio 2011.
Per la Sapienza Università di Roma, negli anni 2019-2020 è consulente tecnico-scientifico del Restauro filologico di liberazione del Vestibolo del Palazzo del Rettorato, opera dell’architetto Marcello Piacentini, nella Città Universitaria di Roma (progetto arch. Williams Troiano)<ref>[https://www.meer.com/it/64187-la-citta-universitaria-di-roma La città universitaria di Roma. Dalle origini agli ultimi restauri'', in “Meer” 13 dicembre 2020.]</ref>. Per la stessa Sapienza Università di Roma nel 2023, è progettista, direttore scientifico e consulente artistico del restauro della Sala detta dei Pappagalli in [[Villa Mirafiori, Roma]], sede del Dipartimento di Filosofia<ref>[https://www.meer.com/it/70773-villa-mirafiori Villa Mirafiori. Residenza della moglie di Vittorio Emanuele II'', in “Meer” 14 settembre 2022.]</ref>.
L’architetto ha inoltre Collaudato per il Ministero della Cultura (denominazione attuale) oltre 500 restauri di beni architettonici, storico artistici e archeologici. Tra questi, a Roma, Chiesa del Gesù, [[Palazzo Barberini]], [[Palazzo Spada]], [[Pantheon]], Palazzo Poli, [[Chiesa di Santa Maria degli Angeli]]. Fuori Roma, [[Villa d'Este (Tivoli)]], SS. Pietro e Paolo di Pescasseroli, [[Forte Sangallo (Civita Castellana)]], Palazzo Altieri di Oriolo Romano, oltre innumerevoli chiese ed edifici storici in particolare nel Lazio e in Sardegna.
Sia nei restauri architettonici che storico artistici, applica i principi del restauro critico, ha sempre proposto progetti di restauro come “lettura” dell’opera d’arte, da conservare nella forma e stratificazione in cui è arrivata.