Duelli nell'Iliade: differenze tra le versioni

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==Duelli in terra e in cielo==
Tutta la storia dell'[[assedio]] alla città di [[Troia]] ruota attorno ad una serie di duelli <ref>«Poi il poeta dà inizio a una fitta successione di duelli individuali, costruendo uno sfondo che durerà per l'intero poema» «Ed ecco il duello: esso racchiude fasi e dettagli che riconosceremo come ricorrenti in questi scontri individuali...Il colpo mortale è descritto con precisione... Riprende subito dopo la cadenza degli scontri individuali». «L'Iliade è un tetragono inno alla lotta eroica» (<ref>cfr.''Letteratura greca'', Mondadori, 1989, vol. I, pag. 104-107)</ref> ed anzi nel poema epico il poeta rappresenta lo scontro tra i due eserciti opposti risolvibile una volta per tutte "in una singolar tenzone" <ref>«il tentativo di risolvere tutto il conflitto in una singolar tenzone» in Albin Lesky, ''Storia della letteratura greca'', vol. I, pag.59-60</ref>
 
Il duello sulla terra rispecchia il conflitto stesso fra gli Dei che partecipano alla contesa. In cielo e in terra si combatte il duello. Il

Nell'Iliade il primo duello importante è quello tra Alessandro e [[Menelao]] (libro III). Nel libro V ci sono una serie di duelli minori: Pàndaro contro [[Diomede]]; [[Enea]] e Pandaro contro Diomede; Diomede con [[Atena]] contro il dio [[Ares]].</br>
Vi è poi il primo grande duello: [[Ettore]] contro [[Aiace]]. Nel libro XI ci sono i duelli di [[Agamennone]]. Nel XII libro i duelli sotto le mura di Troia. Nel XIII libro i duelli presso le navi. Nel XVI altri duelli presso le navi. Nel XVI libro i duelli di Enea e la morte di [[Patroclo]]. Nel XVII i duelli intorno al corpo di Patroclo. Nel XXI [[Achille]] massacra i Troiani in una serie di scontri individuali. Nel XXII il duello conclusivo di Achille e Ettore.
 
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==Il duello come onore==
Nell'Iliade il duello esprime la suprema virtù aristocratica quella dell'[[onore]] (''aristia'') ed è espresso secondo una [[procedura]] fissata:
*la vestizione delle armi
*uno o più duelli
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*Spesso i colpi vanno a vuoto.</br>
In genere è usata sempre una stessa formula.:</br>
Es. Alessandro «chinandosi, sfuggì alla nera Moira» <ref>''Iliade'' III, 360</ref>. Anche Ettore nello stesso modo schiva il colpo di Menelao: «chinandosi, sfuggì alla nera Moira» <ref>''Iliade'' VII, 254</ref>, oppure vengono descritti i colpi che non raggiungono l'eroe antagonista e che colpiscono invece gli scudi. Es.nel duello tra Paride e Menelao «e per primo Alessandro scagliò l'asta ... e colpì lo scudo dell'Atride» <ref>''Iliade'' III, 345-6</ref>.
 
*Vi può essere la presenza di un Dio che aiuta l’eroe (dirige o para il colpo o lo salva il suo protetto portandolo via). Es. «Ma lo (Alessandro) sottrasse Afrodite ... e lo nascose in una fitta nebbia» <ref>''Iliade'' III,380-1</ref>.
 
*Spesso viene invocato il Dio da uno dei duellanti. Es. Menelao: «Zeus signore ... uccidilo per mano mia» <ref>''Iliade'' III, 351-23</ref>.
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Es. Ettore a Patroclo «Qui gli avvoltoi ti mangeranno» <ref>''Iliade'', XVI, 836</ref>.
 
*La vita (gr. ''psyké''), che è soffio, respiro, esce dalla ferita. L’ombra del vinto va nell’Ade.:</br>
Es. «La morte lo (= Patroclo) lo avvolse, la vita volò via dalle membra e scese nell'Ade» <ref>''Iliade XVI, 855-6</ref>.</br>
«La morte lo (= Ettore) lo avvolse, la vita volò via dalle membra e scese nell'Ade» <ref>''Iliade'' XXII, 361-2</ref>.
 
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L’importante è che il guerriero non venga meno all’onore. «Non senza lottare, non senza gloria morirò» <ref>''Iliade'' XXII, 304</ref>. Nel combattimento si è valorosi o perdenti.
 
Ma talvolta essere stati sconfitti può essere considerataconsiderato di per sè un disonore, una vigliaccheria. Non basta essere coraggiosi, ma bisogna che gli altri siano consapevoli della potenza dell’eroe e la riconoscano come tale anche nella distribuzione del bottino di guerra. L’avidità e l'aggressività sono simboli dell'onore guerriero.
 
L’onore è una caratteristica essenziale a cui l'eroe non può rinunciare neppure in minima parte. Qualunque sia il motivo, se un eroe viene offeso nell’onore, le sue ragioni o azioni sono considerate di per sè giuste.
 
*Infine al di sopra di tutti, eroi e dei, vi è la ''moira'', il [[destino]] a cui tutti si devono piegare. Il destino è la ''parte assegnata'' di vita che spetta ad ogni individuo. Niente, nè valore, nè lealtà, potrà mutare il corso degli eventi. Esso interverrà a colpire i giusti e i malvagi indifferentemente.
 
Gli elementi costitutivi e ripetitivi succitati del duello nell'Iliade trovano riscontro nelle descrizioni ad esempio del combattimento tra Ettore e Patroclo: