75/27 Mod. 1911: differenze tra le versioni

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Origini
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|tipo_di_munizionamento=alto esplosivo
|impiego=Artiglieria campale
|costruttore=DeportVickers Terni
|anno_impostazione=[[1911]]
|anno_servizio=[[1911]]
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|note=
}}
Il [[cannone]] '''75/27 Mod 1911''' fu un pezzo utilizzato dal [[Regio Esercito]] nella [[prima guerra mondiale|prima]] e nella [[seconda guerra mondiale]]. L'uso prevalente fu come artiglieria da campagna, anche se occasdionalmenteoccasionalmente fu u tilizzatoutilizzato anche in funzione [[armi controcarri|controcarri]].
 
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==Le origini==
Nel [[1906]] era stato introdotto in sevizio nel [[Regio Esercito]] il cannone [[75/27 Mod 1906|Krupp a tiro rapido]], che era stato utilizzato già nel [[1910]] nella [[Guerra italo-turca|guerra di Libia]]. La valutazione operativa dei risultati del cannone aveva dato un esito insoddisfacente, soprattutto a causa della scarsa mobilità su terreno vario ed settori di tiro eccessivamente ridotti<ref>F. Cappellano, op. cit. pag 85</ref>. Considerando che gli arsenali dell'esercito stavano accumulando un certo ritardo nelle consegne di pezzi Mod 1906, la questione dell'artiglieria da campagna fu riconsiderata, effettuando sperimentazioni su materiali Schneider, Deport e Krupp. In seguito a queste sperimentazioni fu deciso di adottare il modello Deport da 75 mm a tiro rapido.
Il cannone da campagna standard per il [[Regio Esercito]] all'inizio del [[XX secolo]] era il ''75A'' (75 mm Ansaldo) ad affusto rigido. Considerando la situazione delle artiglierie europee, nel [[1902]] lo Stato Maggiore decise di adottare un cannone paricalibro con organi elastici per l'assorbimento del rinculo. Dopo una serie di sperimentazioni fu deciso di utilizzare il modello [[Krupp]] da 75 mm a tiro rapido, che quattro anni dopo fu omologato come ''75/27'', a cui fu successivamente aggiunta l'indicazione Mod 1906 per distinguerlo dal [[75/27 Mod 1911]]. L'ordine iniziale, emesso nel [[1907]], prevedeva la fornitura da parte della Krupp di pezzi sufficienti ad armare 48 [[Compagnia (unità militare)|batterie]] (39 da campagna e 9 a cavallo) più la fornitura di parti per la costruzione di pezzi sufficienti ad altre 68 batterie, da costruire presso gli arsenali di [[Torino]] e di [[Napoli]], in totale all'inizio della [[prima guerra mondiale]] erano disponibili 1005 pezzi<ref>F. Cappellano, op. cit., pag 77</ref>.
 
La produzione effettiva del cannone fu affidata ad un consorzio di 27 ditte presieduto dalla Vickers Terni e dalla Società acciaierie Terni. Il 75/27 Mod 1911 doveva affiancarsi al Mod 1906 nei reggimenti artiglieria da campagna, ma il programma subì sensibili ritardi, tanto che solo alla vigilia della [[prima guerra mondiale]] furono disponibili tutti i pezzi Mod 1906 e MOd 1911 ordinati.
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==La tecnica==
Il pezzo era su un affusto ruotato, con ruote in legno a razze, che ne limitavano fortemente la possibilità di traino meccanico. Questa, per tutta la vita operativa del pezzo, rimase la maggiore pecca di un pezzo che, altrimenti, avrebbe potuto rappresentare una soluzione accettabile per le artiglierie di accompagnamento della fanteria.
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In Africa nel maggio [[1941]] erano disponibili 75 pezzi (di cui 6 ancora con ruote in legno), saliti a 263 nell'ottobbre dello stesso anno, ma, dopo l'[[operazione Crusader]], i pezzi erano nuovamente scesi a 96 (divisioni [[101ª Divisione Motorizzata Tieste (Regio Esercito)|''Trieste'']], [[Divisione Giovani Fascisti (MVSN)|''Giovani Fascisti'']], [[16ª Divisione Fanteria Pistoia (Regio Esercito)|''Pistoia'']], [[80ª Divisione Fanteria Spezia (Regio Esercito)|''Spezia'']], [[131ª Divisione Corazzata Centauro (Italia)|''Centauro'']] e ''[[raggruppamento sahariano]]''). Su tutti i fronti nell'aprile [[1942]] erano ancora disponibili 2106 pezzi fra Mod 1906 e Mod 1911, in gran parte trasferiti alla difesa statica (costiera e antisbarco). Oltre ai pezzi di produzione nazionale furono utilizzati 38 pezzi di preda bellica belga (''7,5 cm FK 235(b)'') e alcuni pezzi di costruzione olandese (''7,5 cm FK 243(h)''), ceduti dai [[Germania|tedeschi]]<ref>F. Cappellano, op. cit pag 81</ref>. Dopo l'8 settembre 1943 i pezzi furono in parte, non se ne sa il numero essatto, ma certamente abbastanza elevato, riutilizzati dali tedeschi con la designazione ''7,5 cm FK 237(i)''.
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==Note==
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==Riferimenti==
*Filippo Cappellano, ''Le artiglierie del Regio Esercito nella seconda guerra mondiale'', Albertelli Edizioni Speciali (Parma, 1998), ISBN 88-87372-03-9