Pithecusa: differenze tra le versioni
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'''Pithecusa''' (in [[lingua greca|greco]] '''''Pithekoussai''''' o '''''Pithecusae''''',che significherebbe "isola delle scimmie") è considerata il più antico stanziamento greco in [[Italia]] e la sua fondazione viene fatta risalire alla prima metà dell'[[VIII secolo a.C.]] (770 a.C. ca.) dai [[Greci]] di [[Eretria]] e di [[Calcide]] ([[Eubea]]), sull'isola di [[Ischia (isola)|Ischia]]<ref>L’insediamento, sulla collina di Monte Vico, è databile tra il [[776]] e il [[760]] a.C. (mentre [[Cuma]] è del [[750]] a.C.).</ref>.
Il ritrovamento fortuito di muri a secco, avvenuto nel 1989 a seguito di uno smottamento, in località [[Punta Chiarito]], nella [[frazione geografica|frazione]] di [[Panza]], ha dato l'avvio tra il [[1993]] ed il [[1995]] ai lavori di scavo che hanno permesso il ritrovamento di una fattoria greca tenuta da agricoltori benestanti, come dimostra la buona fattura dei vasi che sono stati rinvenuti ed ha permesso di anticipare lo sbarco dei primi coloni greci di circa venti anni rispetto all'originaria ipotesi, cioè intorno al [[790]]
Infatti, la baia di [[Sorgeto]], che si trova ai piedi di [[Punta Chiarito]], offre un riparo ideale per le navi,
Secondo lo [[storico]] greco [[Strabone]] (''Geogr.'', V, 4, 9), la ricchezza dell'isola era dovuta
Inoltre a Pithecusa si registra la più antica firma di [[arte vasaia]] greca finora pervenuta (testimonianza ne è la [[Coppa di Nestore]]). A Pithecusa si lavorava anche il [[ferro]], come dimostrato dal rinvenimento di uno scarto di fibula e scorie, probabilmente provenienti dall'Isola d'Elba e dalle colline metallifere della Toscana, attestate in località Mazzola. La necropoli presenta l'aspetto di un emporio al quale affluiscono merci e mercanti di varia origine. I contatti commerciali con le città della costa siriana, in particolare con il sito di al-Mina, sono documentati da una grande quantità di oggetti di importazione orientale, quali sigilli incisi di fattura siriaca, ceramica fenicia, scarabei egizi o di imitazione fenicia. Il sito di Pithecusa era gestito da un gruppo aristocratico proprietario di navi ed era caratterizzato da una comunità dedita prevalentemente all'artigianato e alle attività marinare. Tra i segni che dimostrano la fisionomia aristocratica del ceto dominante è la coppa rodia, detta di Nestore (del seconda metà dell'VIII sec. a.C.), parte del corredo di un fanciullo di circa dieci anni, che rimanda ad uno dei primi esempi fino ad oggi attestati di pratica conviviale. Nell'iscrizione che vi è graffita l'autore vanta la capacità di essere presi, grazie al vino della sua coppa, dal desiderio di "Afrodite dalle belle corone".
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