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[[Immagine:Apollo Saurocton Louvre.jpg|thumb|right|220px|''[[Apollo sauroctono]]'', copia romana, [[Louvre]]]]
'''Apollo''' (in [[Lingua greca|Greco]] '''Απόλλων''') è una divinità dell'antica [[religione greca]], dio delle [[arti ]], della [[medicina]], della [[musica]] e della [[profezia]]; in seguito fu venerato anche nella [[religione romana]].
Era patrono della [[poesia]], in quanto capo delle [[muse (mitologia)|Muse]], e viene anche descritto come un provetto [[Arco (arma)|arciere]] in grado di infliggere, con la sua arma, terribili [[epidemia|pestilenze]] ai popoli che lo contrariavano. In quanto protettore della città e del tempio di [[Delfi]], Apollo era anche venerato come dio [[oracolo|oracolare]], capace di svelare, tramite la [[sacerdote]]ssa chiamata [[Pizia]] o Pitonessa, il futuro agli esseri umani. Per questo, era adorato nell'antichità come uno degli dèi più importanti del [[Olimpi|Dodekatheon]]. Nella tarda [[Ellenismo|antichità greca]] Apollo venne anche identificato come dio del [[Sole]], ed in molti casi soppiantò [[Helios]] quale portatore di luce ed [[auriga]] del cocchio solare. Un simile "passaggio di consegne" avvenne anche presso i Romani, in quanto, a partire dalla tarda [[Repubblica Romana|età Repubblicana]], Apollo divenne "alter ego" del [[Sol Invictus]], una delle più importanti divinità romane. In ogni caso, almeno presso i Greci Apollo ed Elios rimasero entità separate e distinte, almeno nei testi letterari e mitologici dell'epoca.<ref> Curiosa è la vicenda del figlio Fetonte, il quale fu fulminato da Zeus poiché aveva rubato di nascosto il cocchio del sole del padre che glielo aveva negato. H. Hoffmann, 1963. "Helios," nel ''Journal of the American Research Center in Egypt'' '''2''', pp. 117-23; cf. Yalouris, no. 42.</ref>
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