Mosè: differenze tra le versioni

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Famoso è il controverso dibattito sorto sulle corna poste sul capo di Mosè in diverse opere artistiche, come ad esempio l'[[Mosè (Michelangelo)|omonima scultura di Michelangelo]].
 
Questa caratteristica iconologica deriva dal passo di {{passo biblico|Es34,29}}, che nel testo originale ebraico ([[testo masoretico]]) riferisce che, dopo aver ricevuto da Dio le tavole dei dieci comandamenti, Mosè ignorava che la sua pelle era 'raggiante' (verbo ebraico ''qrn''). La radice trilittera indica generalmente l'idea di radialitàradiosità, che può così indicare una 'irradiazione' luminosa. L'interpretazione data dagli attuali esegeti è che l'autore volesse indicare appunto che il volto di Mosè era luminoso, irradiante luce.
 
Le stesse radici però si ritrovano nel sostantivo 'corno', che parte radialmente dalla testa degli animali. Quando [[Girolamo]] tradusse il testo ebraico in latino nella [[vulgata]], la versione della Bibbia ufficiale per secoli nella [[chiesa latina]], adottò questa lezione, traducendo "ignorabat quod cornuta esset facies sua", cioè "ignorava che la sua faccia fosse cornuta". Ciò è stato per secoli fonte d'ispirazione per diversi artisti, fra cui il soprannominato Michelangelo Buonarroti.